Geisha: Peter MacIntosh
Peter MacIntosh è canadese e da anni vive a Kyoto. È un grande appassionato del mondo fluttuante e grazie al suo blog, è possibile recuperare preziose informazioni, oltre che foto e video interessanti.
Possiede il bar Hanagumo dove è possibile essere serviti dalle Geisha e Maiko di Gion.
Inoltre da molti anni organizza tramite il sito www.kyotosightsandnights.com degli Zashiki per turisti, non eccessivamente costosi.
Peter MacIntosh cerca di far avvicinare la cultura delle Geisha ai turisti che non hanno la possibilità economica o le giuste conoscenze per potervi accedere autonomamente.
Francesca Gambera
Geisha moderne: Fiona Graham
Più di vent’anni dopo l’esperienza di Liza Dalby, un’altra antropologa occidentale è stata accettata nel mondo delle Geisha, l’australiana Fiona Graham. Ma al contrario della sua collega americana, lei ha fatto tutto il tirocinio e il 18 dicembre 2007 è diventata formalmente la Geisha Sayuki del quartiere di Asakusa a Tokyo.
Nei siti internet dei più importanti quotidiani giapponesi, viene definita la “Gai Geisha” (geisha straniera) o “White Geisha (Geisha bianca)”.
Vive in Giappone dall’età di 15 anni e quindi parla un ottimo giapponese. Inizialmente è entrata in contatto con questa realtà per poter realizzare un documentario sul mondo del fiore e del salice e pare che voglia proseguire questa professione finché non l’avrà completato.
Francesca Gambera
Geisha moderne: Liza Dalby
Trent’anni fa l’americana Liza Dalby, all’epoca poco più che ventenne e laureanda in antropologia, decise di dare la sua tesi di laurea sul mondo delle Geisha. Si trasferì in Giappone e visse a Tokyo e Kyoto per conoscerle, intervistarle e studiarle da vicino.
Ottenne il permesso di diventare una Geisha di Pontocho per poco più di un anno, solo per poter conoscere più a fondo questo mondo e poter partecipare agli zashiki.
È la prima occidentale ad avere avuto un tale privilegio.
La sua esperienza nel mondo fluttuante è narrata nello splendido libro “La mia vita da Geisha”, strumento prezioso per chi vuole avvicinarsi a questa realtà.
Francesca Gambera
Vestizione del Kimono
Sabato 30 ottobre, ore 17.00 Presso Il Ciani Viale Cattaneo 5 Lugano
Il kimono (letteralmente “cosa che si indossa, indumento”, da mono, cosa e ki, radice del verbo kiru, indossare), è il costume nazionale giapponese che si indossa in ogni occasione seguendo un preciso codice. Il kimono ha mantenuto la stessa forma originaria che risale al periodo Nara (VIII sec.), epoca ancora sotto l’influenza culturale della Cina dei Tang. Una pezza di tessuto che, chiusa sovrapponendo il lato sinistro a quello destro, forma con l’angolo delle maniche una grossa T. Viene tenuto chiuso dall’uso di una lunga fascia variamente annodata, lo obi. Questo circonda più volte il corpo femminile stringendolo in una sorta di elegante corazza, va annodato a una altezza prestabilita (variabile a seconda dell’età della donna) e legato sulla schiena per mezzo di un nodo la cui forma cambierà a seconda dell’occasione e dell’età di chi lo indossa. Il kimono è costituito da varie parti, ciascuna delle quali ha un nome specifico: hada-juban (abbigliamento intimo), naga-juban (sottoveste), han-eri (colletto decorativo). Ed è accompagnato da vari accessori fra cui i tabi, calze infradito bianche che ben si adattano alle calzature tradizionali, gli zoori.Leggere di più |
Geisha: le retribuzioni
Anticamente la tariffa oraria delle Geisha veniva chiamata Hanadai (soldi floreali) e il tempo trascorso in loro compagnia era calcolato dal bruciare di bastoncini d’incenso. Lesley Downer nel suo libro “Geisha” spiega che “a seconda dei quartieri, la lunghezza dei bastoncini d’incenso era arbitrariamente diversa e che un’ora a Gion equivaleva dodici bastoncini d’incenso, un’ora a Pontocho invece a quattro bastoncini d’incenso.”
Gli incassi entravano tramite il Kenban.
Attualmente la compagnia di una Maiko costa circa 13.000 Yen l’ora (più o meno 100 €) e dato che uno Zashiki dura alcune ore e che vi partecipano più Geisha e Maiko, una cena di questo tipo può costare alcune migliaia di euro.
Lo stipendio mensile di una Maiko è di circa 3000 € ma, essendo in debito con l’Okiya per tutte le spese sostenute per le lezioni di musica, canto, danza, cerimonia del Te, i vari Kimono e l’organizzazione del Misedashi oltre che per il vitto e l’alloggio, tutti gli incassi della Maiko andranno direttamente all’Okasan per i primi 5 anni di apprendistato.
Francesca Gambera
Geisha famose: Mineko Iwasaki
Mineko Iwasaki è una delle Geisha di Gion più famose del secolo scorso. Nata nel 1949 con il nome di Tanaka Masako, è entrata a soli 5 anni nell’Okiya Iwasaki su richiesta della Okasan e con il consenso non solo dei genitori, ma anche della piccola.
Prenderà il nome di Mineko e inizierà giovanissima a prendere parte agli spettacoli delle Geisha nei ruoli marginali adatti ad una bambina. Mostra immediatamente innate doti per questo tipo di arti.
Partecipò agli Zashiki organizzati per le visite ufficiali in Giappone della Regina Elisabetta e del Principe Carlo d’Inghilterra.
È famosa per avere ispirato il libro best seller “Memorie di una Geisha” di Arthur Golden.Leggere di più
Geisha famose: Oyuki Morgan
Una Geisha che visse a metà fra Giappone e Europa fu Oyuki Kato (1881-1963).
Quando nel 1902 George Morgan il nipote di un ricco finanziere americano si recò in visita in Giappone si innamorò a prima vista della bella Oyuki durante uno spettacolo dei Miyako Odori. Aveva 21 anni ed era all’apice del successo.
Si sposarono e si trasferirono in America, ma la famiglia Morgan non accettò di buon grado il matrimonio con una straniera, così dopo poco tempo si trasferirono di nuovo e andarono a vivere a Parigi. Lei divenne una signora dell’alta società, imparò il francese e studiò pianoforte. George Morgan morì del 1915 e lei, ricca 34enne, rientrò in Giappone e si stabilì a Gion.Leggere di più
Il futuro di una Geisha
Le prospettive per il futuro per una Geisha affermata potevano essere o sposarsi, smettendo in questo modo di essere una Geisha e con una cerimonia chiamata Hiki Iwai lascerà il suo Hanamachi per fare la moglie, oppure continuare ad essere un abitante del mondo fluttuante, vivendo fino in fondo il suo essere un’artista.
In passato una giovane Geisha poteva ambire ad essere adottata dalla sua Okasan per ereditare l’Okiya o l’Ochaya, oppure, se trovava un Danna molto generoso che la riscattasse dal suo debito, poteva investire i suoi guadagni come Geisha per l’acquisto di una nuova Okiya o Ochaya, ed essere così fra le poche donne assolutamente indipendenti del suo paese.Leggere di più
Le dieci virtù del Kō
Le “dieci virtù del Kō” sono i benefici derivanti dall’utilizzo dell’incenso.
Queste dieci virtù vengono tramandate dal XVI secolo (epoca Edo) e sono ricordate ancora oggi:
1. l’incenso facilita la comunicazione con il trascendentale
2.l’incenso purifica la comunicazione con il trascendentale
3. l’incenso rimuove le ansie
4. l’incenso mantiene viva l’attenzioneLeggere di più
I colori in Giappone, fra etica ed estetica
Il sistema cosmologico cinese che era stato adottato in Giappone durante il VII secolo, attribuiva a ciascuna direzione un colore particolare e una stagione particolare, secondo il complesso sistema geomantico che influenzò grandemente la vita quotidiana del popolo giapponese nei periodi Nara e Heian, attraverso la complicata impalcatura dei tabù direzionali, kataimi e un apparato di superstizioni di varia natura:
- alla primavera si attribuivano i colori blu e verde e la direzione era l’oriente,
- all’estate si attribuiva il colore rosso e la direzione era il meridione
- all’autunno si attribuiva il colore bianco e la direzione era l’occidente
- all’inverno si attribuiva il colore nero e la direzione era il settentrione
- il colore giallo contraddistingueva il centro.Leggere di più