News & Curiosità: Posti migliori dove fare Hanami in Giappone
Vi avevamo già parlato dell’hanami in uno dei nostri articoli precedenti e oggi vogliamo condividere con voi le previsioni per il 2022 e i migliori posti per l’hanami! Photo credits: leaeflo.com La primavera giapponese è conosciuta in tutto il mondo per la fioritura dei ciliegi, in grado di regalarci sempre vedute mozzafiato. Come avrete già sentito, in Giappone il termine che indica la celebrazione di questo evento è hanami, una parola composta da hana (ossia, fiore) e mi (dal verbo miru, ossia vedere). Si dice che questa festività abbia avuto inizio nel periodo Nara (710-794), ma a celebrarla erano poche persone appartenenti all’élite del tempo. Per vedere una prima vera diffusione, infatti, bisognerà aspettare il periodo Edo (1600-1867), quando lo shogun Tokugawa Yoshimune deciderà di piantare alberi di ciliegio in posti strategici. Oggi l’hanami è una festività che attira migliaia di persone nei loro parchi preferiti per godersi un po’ di tempo in compagnia di amici e famiglia. In genere si pensa che la fioritura avvenga nell’arcipelago giapponese nello stesso periodo di tempo, ossia fine marzo o inizio aprile. Tuttavia, questa visione non è propriamente corretta. Pensate, infatti, che ad Okinawa la fioritura comincia già a gennaio, mentre in Hokkaido comincia solo verso maggio. La fioritura dei ciliegi in Giappone è vista come la migliore rappresentazione del cosiddetto mono no aware. Si tratta di un concetto estetico che esprime una certa emozione per la bellezza della natura e della vita umana, infuso però al contempo da una sensazione di transitorietà verso quegli stessi elementi. La vita di questo fiore, infatti, è tanto bella quanto fugace, poiché dopo circa una settimana cade. Da qui la metafora del fiore di ciliegio con la vita umana e l’esistenza in generale, la cui bellezza è esaltata proprio dalla loro transitorietà. Photo credits: tokyocheapo.com Vediamo ora quali sono le previsioni per l’hanami in Giappone quest’anno. Come abbiamo detto prima, Okinawa è esclusa da questa immagine in quanto la fioritura avviene già nel mese di gennaio. La prima a vedere la fioritura verso il 21 marzo sarà l’isola di Kyūshū e in particolare Fukuoka e Nagasaki. Dopodiché, qualche giorno più tardi, il 25 marzo, sarà il turno della capitale Tōkyō che raggiungerà il picco della fioritura intorno al primo di aprile. Kyōto e Ōsaka, invece, quest’anno la vedranno con qualche giorno di ritardo, il 29 marzo. A chiudere l’elenco abbiamo le regioni più a nord del Giappone, con l’Hokkaidō che sarà l’ultima a vedere la fioritura intorno ai primi di maggio. Ma quali sono i posti migliori dove fare hanami? Photo credits: gaijinpot.com Partiamo con Tōkyō e in particolare con il parco di Ueno, in grado di offrire sicuramente una delle vedute più belle della stagione. Nel parco sono presenti più di 1.000 alberi di ciliegio e vi è anche la possibilità di affittare una barchetta per godersi la vista da un’altra prospettiva. Naturalmente, essendo uno dei posti più popolari in Giappone attira sempre tantissima gente. Photo credits: befreetour.com A Kyōto, invece, è presente il cosiddetto “sentiero del filosofo”. Il nome deriva da Nishida Kitarō, un famoso filosofo giapponese che si credeva percorresse questa via per recarsi in università ogni giorno. Il percorso pedonale è lungo circa due chilometri e si snoda su un canale in cui sono presenti tantissimi alberi di ciliegio. Photo credits: kcpinternational.com Rimanendo nella regione del Kansai troviamo forse la più bella veduta di tutto il Giappone e uno dei posti per hanami di eccellenza. Stiamo parlando del castello di Himeji, registrato nella lista del patrimonio dell’umanità nel 1993. Il castello si trova nella città omonima, non molto lontano da Ōsaka ed è anche possibile visitarlo al costo di 1.000 yen (meno di 10 euro). Photo credits: wikimedia.org Non possiamo non citare anche Ōsaka con il suo parco di Kema Sakuranomiya che si estende per più di 4 chilometri lungo il fiume Ogawa. La particolarità di questo posto sono sicuramente gli oltre 4.000 alberi di ciliegio disposti lungo la riva del fiume, percorribile anche attraverso una barca. L’entrata nel parco è gratuita ed è sicuramente un posto perfetto per fare hanami. Photo credits: youinjapan.net Chiudiamo con un altro castello, questa volta a nord del Giappone, uno dei nostri posto per hanami preferiti. Stiamo parlando del castello di Hirosaki nella prefettura di Aomori, proprio di fronte l’isola di Hokkaidō. Anche in questo caso è possibile noleggiare una piccola barca a remi per godersi una vista romantica su più di 2.000 alberi di ciliegio. L’entrata nel parco è a pagamento (circa 500 yen, meno di 5 euro) e si può raggiungere facilmente con il bus dalla stazione di Hirosaki. Unisciti a noi! 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Previsioni hanami 2022
Posti migliori dove fare hanami
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Approfondimenti: Cibo di strada e festival: cosa si mangia durante i matsuri?
Senza alcun dubbio, i festival giapponesi (in giapponese 祭り, matsuri) sono tra gli eventi più apprezzati dai turisti e dai giapponesi stessi, ma cos’è davvero il cibo da matsuri? Con il termine matsuri si intendono vari eventi che hanno luogo in diverse regioni del Giappone, in diversi periodi dell’anno. È così che i matsuri raccolgono l’anima folkloristica del Paese del Sol Levante. Spesso legati a festività nazionali come quella del mare o dei bambini, raccolgono un ampissimo bacino di persone che si ritrova per festeggiare in un clima solare e di condivisione. photo credits: japanistry.com Camminando fra le bancarelle che colorano l’ambientazione dei matsuri, non si può non essere attratti dalla moltitudine di odori e colori dei cibi che vengono preparati in queste occasioni. Takoyaki, Karaage, Okonomiyaki, Dango e molti altri ancora. Certamente i matsuri giapponesi non deluderanno gli amanti del buon cibo! photo credits: learnjapanese123.com Tra i piatti più apprezzati e sempre presenti in ogni matsuri vi sono quelli alla piastra (o yaki 焼き, in giapponese). Tra questi i più conosciuti sono i takoyaki たこ焼き, “frittelle” di polpo avvolte in una pastella e serviti con maionese, salsa yaki e katsuobushi (petali di tonno essiccato). Da non dimenticare gli Okonomiyaki, お好み焼き, letteralmente “alla piastra come piace a me”, solitamente una base di cavolo e pastella, con all’interno i più disparati condimenti, dalle verdure al pollo. Menzione d’onore per tutti i prodotti che durante i matsuri vengono serviti fritti, dalle più tradizionali patatine fritte (disponibili in ogni formato), alle pepite di pollo marinate e fritte, il Karaage (唐揚げ). La preparazione di questo prodotto parte dalla marinatura del pollo, solitamente le cosce disossate o il petto, con aglio, mirin, sake e salsa di soia. Dopo una rapida impanatura di sola farina, il pollo viene tuffato in un bagno di olio bollente, per poi essere servito caldo. photo credits: ikidane-nippon.com Infine, ogni matsuri è caratterizzato dalla presenza di cibi specifici per la festività ed il periodo. D’estate, quando le temperature sono torride e in Giappone si susseguono festival di fuochi d’artificio (o hanabi taikai 花火大会), è comune trovare bancarelle che vendono semplici cetrioli infilzati in uno stecchino di legno e mangiati passeggiando. In altre occasioni, come nei festival primaverili, i giapponesi degustano il dango (団子) palline di riso glutinoso condite con salsa di soia o marmellata di fagioli rossi. Da questa abitudine nasce il detto “Hana yori dango” (花より団子): è meglio ricevere come regalo dei dango piuttosto che dei fiori. photo credits: sakura.co Quando presto andrete in Giappone, il mio consiglio è quello di godere della bellezza e del clima dei matsuri. Il calendario delle festività giapponesi è molto fitto ed è probabile imbattersi in uno di questi eventi anche durante brevi periodi di soggiorno. Il divertimento, anche per i palati più esigenti, è assicurato. Il Giappone più autentico vi aspetta! Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNOCibo da matsuri, di cosa si tratta?
Ad ogni festival il suo cibo!
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Approfondimenti: L’esclusione delle donne dal teatro Kabuki
Il teatro Kabuki è una forma di teatro classico giapponese dalle radici antichissime ma che ruolo avevano le donne nel teatro Kabuki? Photo credits: allabout-japan.com Nel 2008, l’UNESCO lo ha inserito nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La sua particolarità consiste nell’utilizzo di costumi stravaganti, trucchi, performance uniche nel suo genere e, pensate un po’, una totale mancanza di bagni femminili nel backstage. Il motivo è semplice: la maggior parte degli attori sono uomini. Naturalmente, l’esclusione non è definita da alcuna legge quanto piuttosto dalla tradizione. Non è corretto, infatti, pensare che questa forma di teatro sia stata fin dalle origini esclusività degli uomini. Questo perché, come vedremo, le donne hanno ricoperto un ruolo importante nella nascita di questa forma di teatro. Photo credits: wblog.wiki Le origini del Kabuki possono essere rintracciate nel XVII secolo e particolarmente importante è la figura di Okuni, una fanciulla del santuario di Izumo. Okuni cominciò ad organizzare piccoli spettacoli di canto e danze (entrambi costituiscono la parola “kabuki”) nel letto asciutto del fiume Kamo a Kyōto. Gli attori che vi partecipavano provenivano soprattutto dalle classi più basse della società, comprese prostitute, mendicanti e altri emarginati dalla società. Tutti, però, avevano in comune una cosa: erano tutte donne. Le trame delle loro storie riguardavano per lo più eventi storici, amore ed esperienze di vita che le portarono a riscuotere un discreto successo, esibendosi anche nella corte imperiale di Kyōto. Questo, quindi, fece nascere nuove compagnie di sole donne non solo intorno alla vecchia capitale ma anche fuori. Ma la situazione era destinata a cambiare di lì a poco. Nel 1629 lo shogunato al potere vietò categoricamente a tutte le donne di eseguire spettacoli Kabuki. Questo perché, secondo loro, il Kabuki stava alterando la morale pubblica. Infatti, molti dei suoi spettacoli erano provocatori ed erotici e, visto che alcune delle sue interpreti erano prostitute, vi erano casi di prestazioni sessuali dietro le sue produzioni. Tuttavia, il governo giapponese non considerava la prostituzione come un male assoluto, anche perché nel 1617 approvò la creazione di un quartiere a luci rosse dentro Tōkyō. E curiosamente questo quartiere era interessato anche da una vivace attività di Kabuki. Piuttosto, ciò che veramente irritava i funzionari del Kabuki era il fatto che i loro spettacoli avessero in platea gente di ogni estrazione sociale. L’intento, quindi, era di far rimanere ognuno fedele alla propria classe. La loro soluzione fu bandire le donne dal palcoscenico, il che paradossalmente portò alla creazione di una parte molto interessante della storia LGBTQ+ del Giappone. Photo credits: wikipedia.org Con l’esclusione delle donne nel teatro Kabuki i ruoli femminili dovevano essere interpretati dagli uomini. Si venne così a creare una categoria specializzata di attori: gli onnagata, ossia donne interpretate da uomini in scena, ma anche fuori. Infatti, nel XVIII secolo gli onnagata più rispettati erano quelli che vivevano a 360° come donne anche quando non si esibivano. Al contrario, quelli che si facevano vedere all’esterno in vestiti maschili o in compagnia della famiglia venivano screditati dalla critica teatrale. Il divieto governativo fu revocato nel XIX secolo, ma le donne non tornarono comunque sul palco. Le scuse per giustificare tale comportamento riguardavano principalmente la forza fisica femminile, che secondo alcuni non poteva sostenere le pesanti parrucche e costumi del Kabuki. Alcuni, però, preferivano gli onnagata in quanto credevano che la loro prospettiva da outsider riuscisse a catturare la vera essenza femminile. Photo credits: nationalgeographic.co.uk Oltre alle donne, lo shogunato vietò anche ai ragazzi di esibirsi sul palco. Anche i ruoli di giovani ragazze dovevano essere interpretati da uomini maturi e questo richiedeva parrucche e costumi più elaborati. Per questo era fondamentale sul palco l’aiuto dei cosiddetti “kurogo” (letteralmente “vestiti neri”) che aiutavano l’attore con i cambi vestiti direttamente in scena. Erano vestiti, quindi, di nero dalla testa ai piedi in modo che il pubblico non si concentrasse su di loro. In questo modo, alcune commedie Kabuki cominciarono ad utilizzare i kurogo, ideali per la loro simbolica “invisibilità”, per interpretare i ruoli di ninja. Alcuni studiosi ritengono che questo fenomeno abbia contribuito a diffondere l’ideale comune dei ninja come assassini vestiti di nero. Tuttavia, i ninja erano principalmente spie che si vestivano come persone normali proprio per non attirare le attenzioni su di sé. Oggi esistono attrici donne all’interno del teatro Kabuki, ma purtroppo sono una piccola minoranza. Come abbiamo visto, il loro ruolo all’interno della storia di questa forma di teatro è stato fondamentale. Si spera, quindi, che un giorno le donne potranno tornare a ricoprire ruoli importanti in una tradizione che hanno loro stesse contribuito a creare. Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNOLe donne nel teatro Kabuki
Come il Kabuki è diventato una questione maschile
Gli onnagata
L’esclusione femminile nel Kabuki e l’immagine dei ninja
Quale futuro per le donne nel teatro Kabuki?
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Approfondimenti: Hanami, l'ammirare i fiori
Tutti abbiamo sentito parlare di Hanami almeno una volta nella vita. photo credits: wikipedia.org La celebrazione dell’hanami coincide con l’inizio della fioritura, in un lasso di tempo che va da marzo fino a maggio inoltrato. Il significato della parola ‘hanami’ viene tradotto con ‘guardare i fiori’, dove forse ‘guardare’ può essere sostituito con ‘ammirare’. Sì, perché quella dell’hanami è una vera e propria usanza atta ad ammirare la bellezza degli alberi in fiore, in particolare dei ciliegi (sakura): i giapponesi amano perdersi a contemplare i bianchi e rosei petali di questa pianta, e spesso accompagnano le loro visite ai parchi con dei picnic all’ombra degli alberi più famosi del Sol Levante. Ciò che suscita l’interesse del popolo nipponico nei confronti di tale festività e dei sakura, non è solamente lo splendore estetico di questi ultimi, ma anche il significato profondo che c’è dietro tutto ciò. Il ritorno colorato e radioso di madre natura durante la primavera simboleggia un ciclo che ci ricorda che dopo il grigiore e la tristezza dell’inverno segue sempre una stagione più felice e tranquilla. Allo stesso modo, tuttavia, anche quei mesi passeranno, per lasciare nuovamente spazio a tempi più difficili. L’hanami insegna quindi a riflettere sulla caducità della vita, sulla bellezza passeggera, sulla ciclicità degli eventi di cui facciamo parte. Dobbiamo saper apprezzare quei fugaci momenti di quiete e meraviglia, ritenendoci fortunati. photo credits: wikipedia.org Quella dell’hanami, tra l’altro, è una tradizione molto antica e legata a doppio filo con gli alberi di ciliegio. Infatti, verso primavera, se c’era stato un buon raccolto, si era soliti piantare un sakura in onore del favore dei kami (le divinità del Giappone) e a testimonianza della fertilità e della ricchezza dei campi. Inoltre, il petalo di ciliegio, nella sua bellezza e nel fatto che prima o poi cade staccandosi dal ramo, è considerato perfetto. Questo lo ha reso protagonista di numerosi emblemi appartenenti a samurai, individui che a loro volta venivano reputati perfetti, in quanto valenti guerrieri che trovavano la propria realizzazione nella morte in battaglia, cadendo, appunto. Da allora imperatori e gente normale hanno continuato a venerare e a rispettare i sakura, trovando nell’hanami l’apice di questa ammirazione. Oggi tale ricorrenza si celebra persino oltreoceano, e in Giappone il bollettino meteorologico avverte dove e quando avverranno le fioriture più abbondanti e suggestive del Paese. Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO
La primavera è alle porte e assieme al clima sereno e alla natura che torna a rinverdire gli spogli alberi, anche noi torniamo ad essere allegri e sorridenti. L’hanami è una tradizione giapponese che si celebra in questo periodo, e se volete saperne di più venite con noi e continuate a leggere per scoprire tutte le curiosità su questa ricorrenza!Cos’è l’hanami
La storia
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Comincia il Japanese Film Festival 2022
Lunedì 14 Febbraio ha preso ufficialmente il via la seconda edizione del Japanese Film Festival online. Photo credits: news-24.it Il progetto, realizzato dalla Japan Foundation, ha l’obiettivo di far conoscere al mondo il cinema giapponese e far viaggiare direttamente da casa propria il pubblico. Fino al 27 Febbraio, saranno disponibili gratuitamente sul sito del JFF 20 film giapponesi sottotitolati in italiano. I generi saranno vari, dal documentario al thriller passando per il drammatico, ognuno potrà trovare il film più adatto ai propri gusti. Per usufruire del servizio sarà necessario creare un account, dopodiché è possibile scegliere il film che sarà disponibile per 48 ore dal primo avvio. Il Festival si è tenuto per la prima volta nel 2016 nei paesi del sud-est asiatico, per poi toccare nei due anni successivi Russia, Cina e India. Prima dell’inizio della pandemia, quindi, l’evento era principalmente in presenza per poi passare ad una forma ibrida nel 2020. Infatti, da novembre di quell’anno fino a marzo 2021, il Japanese Film Festival si è tenuto per la prima volta anche online, riscuotendo un discreto successo con più 210.000 visualizzazioni. In quell’occasione, i film furono distribuiti in 20 paesi nel mondo secondo un programma stabilito paese per paese. Quest’anno, invece, i film saranno disponibili nello stesso intervallo di tempo per ognuna delle 25 nazioni scelte e saranno solamente in formato digitale. Ma vediamo alcuni dei titoli più interessanti e quelli da non perdere assolutamente. Photo credits: wikipedia.org Partiamo subito da un grande classico del cinema giapponese. Il film è un adattamento letterario di due racconti dello scrittore Akutagawa Ryūnosuke e diretto da uno dei registi più importanti della storia del cinema: Akira Kurosawa. Fu anche grazie a lui se il cinema giapponese venne “scoperto” in Occidente dopo la vittoria del Leone d’oro di Venezia nel 1951. Non solo, perché l’anno successivo riuscì a vincere anche l’Oscar come miglior film straniero. Il film presenterà le versioni di quattro diversi narratori sul violentamento di una donna e l’uccisione di suo marito in un bosco. Ognuno, quindi, racconterà una versione differente dall’altro. A queste, Kurosawa permette agli spettatori di aggiungere la propria versione, perché nel racconto nessuna viene giudicata come giusta. Un film, quindi, da non perdere per gli appassionati di cinema e non solo. Photo credits: mydramalist.com Si tratta di un film uscito nel 2016 e arrivato al settimo posto nella top 10 della rivista di critica cinematografica Kinema Junpō nello stesso anno. La protagonista è Futaba, una madre single che scopre di avere pochi mesi di vita a causa di un cancro in stato avanzato. Decide, quindi, di fare di tutto per lasciare la famiglia nel migliore dei modi. Rintraccerà il marito da cui si è separata e insieme alla figlia e un’altra ragazzina riapriranno l’onsen (bagno termale giapponese) di famiglia. Sicuramente uno film dei film più interessanti, una storia delicata che tocca il cuore. Photo credits: animeclick.it Passiamo ora al genere documentaristico con questo lungometraggio uscito nel 2021. Il documentario racconterà in modo dettagliato il sumo, molto più di uno sport, mostrando al pubblico gli aspetti meno conosciuti della disciplina. Verrà quindi, presa in esame la rigorosa preparazione fisica e mentale dei lottatori, ma anche i legami del sumo con la storia del paese. Si tratta, insomma, di una preziosa occasione per capire in fondo una disciplina dalle radici storiche e profonde. Photo credits: asianwiki.com Film uscito nel 2021 e diretto dalla giovane regista Sode Yukiko. Le protagoniste sono due ragazze di origini completamente diverse, intente a trovare la propria strada nella Tokyo contemporanea. La storia è divisa in vari capitoli e la regista si concentra in particolare sul concetto di classe e aspettative sociali all’interno della società giapponese. Non sarà definita, però, una parte “cattiva”, poiché l’intento è piuttosto di raffigurare dei giovani manipolati da poteri più grandi di loro. Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNOI precedenti del Japanese Film Festival
Rashōmon
Her Love Boils Bathwater
Sumodo – The Successors of Samurai
Japanese Film Festival: Aristocrats
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Libri Giapponesi: 10 uscite da non perdere nel 2022
Se c’è una cosa che le persone hanno riscoperto in questi anni è il piacere della lettura, quindi oggi condividiamo con voi alcuni libri giapponesi da non perdere in questo 2022. Il 2022 è già ricco di tante sorprese letterarie e non c’è mai stato miglior momento per dedicarsi alla scoperta e riscoperta di autori giapponesi. Quindi bando alle ciance e buona lettura! Uno degli autori classici giapponesi, Tanizaki ha ammaliato e affascinato il cuore di moltissimi lettori in tutto il mondo. Questa raccolta presenta alcune delle sue prime opere e si concentra sul concetto di famiglia, in particolare fra madre e figlio. Uno dei libri giapponesi più interessanti per tutti quelli che vogliono approfondire il mondo di Tanizaki. Questo è un libro dedicato a tutti gli amanti del genere dark thriller. Fuminori Nakamura ci regala una narrazione complessa presentate come un diario personale. Un grave crimine è stato commesso e fra resoconti e domande filosofiche e i lettori non potranno che stare sulle spine. Cosa sarà vero o cosa saranno semplicemente i pensieri mostruosi senza filtri di uno psicopatico? Non vi resta che leggere per scoprirlo. La nostra autenticità è tutto e questo libro di Kodo Nishimura ci fa capire ancora di più quando sia importante essere veri con noi stessi. Un approfondimento sul tema dell’auto-accettazione con consigli e insegnamenti buddisti. Questa guida di vita e spirituale vi incoraggerà ad esprimere il vostro vero io, senza paura e senza vergogna. Questa lettura è dedicata a tutti gli architetti appassionati di Giappone. Una lettura per elevare la conoscenza sui giardini, il design e l’estetica del Sol Levante. Keane, architetto statunitense, parla della sua esperienza nel progettare giardini e installazioni artistiche a Kyoto. Un libro che vi trasporterà nel mondo del Giappone dal punto di vista di un professionista del settore. Essere donna nel mondo di oggi, specialmente in Giappone, non è semplice. Questo è un racconto accattivante di una madre single che sfida le convenzioni sociali, la famiglia crescendo il proprio figlio. Dopo la pandemia, i casi di depressione e ansia sono aumentati e questa è una lettura che potrebbe aiutare alcuni di voi. Le 48 lezioni di Masuno sono una combinazione di consigli amorevoli e detti Zen che vi aiuteranno se non a liberarvi a combattere le vostre ansie. Tutto parte da un semplice pensiero e prima lezione: smetti di paragonarti agli altri e il 90% delle tue ossessioni scomparirà. Uno dei libri giapponesi più consigliati per aiutare a combattere l’ansia e lo stress. Questo è il diario di una diciassettenne, Ginny Park, che sta per essere nuovamente cacciata da scuola. Nei suoi pensieri lei riflette sulla sua vita in Giappone facendo parte di un’etnia coreana e sul motivo per cui se ne è andata da questa terra. Ispirato dai fatti personali dell’autore, questo libro ci regala uno sguardo sulla complessità dell’appartenenza e sul combattere i pregiudizi e l’odio. Il rinomato autore della serie Ring ritorna con un racconto da brivido sull’acqua. Una donna ha perso la memoria dopo essere quasi annegata e il suo compagno è in mare aperto. Qualcosa è successo tra loro, ma cosa? Vincitore del Gunzo New Writers’ Award for Excellence nel 2017, Solo Dance è un’emozionante storia di coming-of-age sul crescere gay a Taiwan e in Giappone. Norie Cho, in superficie, è un’impiegata media di Tokyo. Tuttavia, vive una “vita non convenzionale” almeno per gli standard eteronormativi che la circondano. Il primo romanzo di Ito tradotto in inglese è un dettaglio umoristico e poetico delle complessità della vita interculturale. Il narratore si destreggia fra le sue due famiglie, separate da un oceano e da differenze culturali che sembrano impossibili da superare creando caos lungo la strada. credits: Tokyo Weekender Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNOLibri giapponesi consigliati da Giappone in Italia
1. Longing and Other Stories di Junichiro Tanizaki (tradotto da Anthony H. Chambers e Paul McCarthy)
2. Il mio annientamento di Fuminori Nakamura (tradotto da Sam Bett)
3. Questo monaco porta i tacchi: Sii chi sei di Kodo Nishimura
4. Di archi e cerchi di Marc Peter Keane
5. Woman Running in the Mountains di Yuko Tsushima (Tradotto da Geraldine Harcourt)
6. Don’t Worry: 48 Lessons on Relieving Anxiety from a Buddhist Monk di Shunmyo Masuno (tradotto da Allison Markin Powell)
7. Il colore del cielo è la forma del cuore di Chesil (tradotto da Takami Nieda)
8. The Shining Sea di Koji Suzuki
9. Solo Dance di Li Kotomi (Traduzione di Arthur Reiji Morris)
10. The Thorn Puller di Hiromi Ito (tradotto da Jeffrey Angles)
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Approfondimenti: Kaizen, l'arte del cambiamento
Per chi di voi non sa cosa significhi la parola o il concetto di Kaizen, oggi andiamo a vederlo meglio! Si dice che tra le uniche cose certe, nella vita, ci sia il cambiamento. E prima o poi, tutti noi ci andiamo incontro. Volenti o nolenti, che si tratti di uno stravolgimento del regime alimentare o di inseguire un sogno che avevamo nel cassetto. Tuttavia, la strada che porta a questo traguardo può essere difficile, e se non abbiamo la giusta forma mentis e l’adeguata preparazione, il passo che ci spinge a gettare la spugna è breve. Qual è il segreto, quindi? Semplice, procedere per piccoli passi. photo credits: Wikipedia.org Credere di riuscire a dare una svolta decisiva ed efficace alla nostra vita in breve tempo e con effetti immediati è sbagliatissimo. Chi si adopera avendo questo in testa si ritrova a fallire in men che non si dica. Quante volte, ad esempio, ci siamo detti: ‘Va bene, dopo le feste inizia la dieta e mi iscrivo in palestra’? E via ad imporci delle regole severissime da seguire subito e tutte assieme, come svegliarsi presto, fare estenuanti allenamenti, evitare certi tipi di cibo, e così via. Nella maggior parte dei casi questa routine e queste rigide imposizioni non fanno altro che affaticarci più del necessario e scoraggiarci, perché non siamo in grado di sopportarne il peso tutto in una volta. La chiave del kaizen è avanzare un piccolo trionfo dopo l’altro, senza fretta. Conviene quindi dividere il percorso che conduce al proprio obiettivo in piccole tappe, partendo dalle cose più semplici per poi arrivare in maniera naturale a quelle più complesse. Questo è tipico anche della filosofia shintoista, la quale sostiene che la vera energia di tutti gli esseri viventi è al culmine quando parte dal basso, dalle radici, fluendo gradualmente verso l’alto. photo credits: nationalday.com Tenendo bene a mente che il processo di miglioramento di noi stessi è costante e non finisce mai, dobbiamo impegnarci ogni giorno ad essere sempre meglio, anche quando il nostro goal iniziale è stato superato. I benefici del kaizen si faranno sentire tanto nel privato (con l’appagamento e la realizzazione personale, utile a combattere lo stress) quanto nell’ambito professionale. Questo tipo di pensiero si è diffuso in Giappone subito dopo il termine del secondo conflitto mondiale, portando marchi come Toyota a fiorire e a trovare un posto rilevante nel mercato. Alla base del successo dell’azienda, infatti, c’è stato l’aver seguito il kaizen, risolvendo i problemi analizzandoli a fondo e cercando di trovare una soluzione consona e non forzata dalle logiche aggressive della produzione di massa attuate dalla concorrenza, la quale non dialogava con i propri clienti e non riusciva a capirne le vere esigenze. Questo a dimostrazione di come il cambiare mentalità anche nelle aziende porti ad enormi benefici, oltre che ad un benessere fisico e mentale. photo credits: motto-jp.com Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO
Che sia per libera scelta o perché ci ritroviamo spalle al muro, arriva il momento di prendere una decisione e cambiare per il meglio. Ed è esattamente questo il significato della parola ‘kaizen’, in giapponese: un cambiamento buono, migliore.I concetti fondamentali del Kaizen
I Benefici
Solamente attraverso un’umile e attenta analisi introspettiva Toyota è riuscita a creare un metodo di lavoro personale e vincente e ad instaurare con i suoi stessi dipendenti un rapporto fatto di dialogo, comprensione e crescente capacità di problem solving. Un ambiente lavorativo sereno, ordinato e senza barriere gerarchiche ha portato colossi come Google, al giorno d’oggi, ad essere tra le più rinomate compagnie per via della sua mentalità aperta e del suo approccio creativo.Segui Giappone in Italia
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Community: Challenge Studenti - Incontro con il Giappone
Le nostre challenge sono sempre un ottimo modo per allargare la community giapponese in Italia. Oggi tuttavia ci rivolgiamo a tutti gli studenti appassionati di Giappone! In quanto associazione culturale desideriamo coinvolgere anche gli studenti in diversi eventi, sia digitali che in presenza. Questa nuova challenge è aperta a tutti voi! Partecipare è semplice! Basta scaricare il bando di partecipazione e il modulo di iscrizione a questo link e seguire le regole per inviare la propria candidatura. La nostra relazione sceglierà le foto più belle e queste verranno successivamente pubblicate sui nostri canali social. Come Partecipare Deadline 28 Febbraio 2021 I testi selezionati saranno pubblicate sul nostro sito con menzione dell’autore. Vuoi partecipare ma non hai ancora la tessera associativa? Iscriviti subito! La tua tessera sarà valida per tutto il 2022 e potrai partecipare gratuitamente a tutte le altre challenge, assistere agli eventi di Giappone in Italia e usufruire di tutte le convenzioni e agevolazioni dedicate esclusivamente ai nostri associati. Iscriviti ora! Siamo curiosi di leggere la vostra esperienza! Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNOChallenge Fotografica – L’inverno giapponese: regolamento
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Approfondimenti: 6 prefetture sottovalutate in Giappone da visitare
6 prefetture sottovalutate in Giappone da visitare che non potete perdere! Il Giappone ha una quantità impressionante di luoghi da esplorare. Questa nazione è composta da 47 prefetture, ognuna con la propria cultura regionale e il proprio paesaggio distintivo come ad esempio Kagawa, Yamagata e Gifu. Ecco una veloce occhiata a queste prefetture per darvi un’idea su come secondo noi sarebbe bello organizzare un viaggio! Photo credit: timeout.com Mie è una prefettura spesso trascurata a favore della vicina Nara, la famosa città dei cervi. Nonostante questo, pensiamo che Mie sia una prefettura in cui dovete assolutamente andare a visitare per tanti motivi: uno di questi è che è famosa per i suoi frutti di mare, in particolare l’ise-ebi (aragosta spinosa) e le ostriche. Alle ostriche si collega l’antica tradizione delle ama (donne subacquee), che si immergono sul fondo dell’oceano per raccogliere perle senza l’uso di attrezzature subacquee. Per quanto riguarda le visite turistiche, ci sono tre attrazioni principali: Ise Jingu, dedicata alla dea del sole Amaterasu e considerata tra i luoghi più sacri della religione scintoista, la terrazza di riso Maruyama e il Santuario Futamiokitama, che ospita una coppia di particolari formazioni rocciose che sembra portino fortuna ai novelli sposi. Photo credit: timeout.com Nonostante Hokkaido e Nagano siano le destinazioni invernali più ovvie per gli appassionati di sport invernali, le vaste montagne di Yamagata sono un’attrazione degna di nota. I cosiddetti “mostri di neve” sono in realtà alberi che congelati, stupendi da vedere quando non si è sulle piste, insieme alla città delle sorgenti calde di Ginzan Onsen, che vanta un’architettura secolare che ricorda le scene del film “Spirited Away” di Hayao Miyazaki. Ma Yamagata merita anche senza neve con i suoi santuari e templi come lo Yamadera che risale all’anno 860 la cui vista vale i 1.000 gradini di pietra che ci vogliono per arrivarci oppure i santuari scintoisti sui monti Gassan e Yudono. Nella prefettura di Kagawa troviamo varie isole come Naoshima, con i suoi musei e installazioni artistiche, Teshima, Ogijima e Oshima, tutte bellezze da non perdere. ma sulla terraferma la prefettura riesce a stupirci ugualmente con i suoi bellissimi uliveti e siti storici, come l’antico pellegrinaggio di Shikoku che passa attraverso 88 templi buddisti sacri. Gifu è situata nel cuore di Honshu, l’isola più grande del Giappone, ed è solo una delle otto prefetture senza sbocco sul mare. La prefettura ha una storia orgogliosa della lavorazione del legno e dell’artigianato. I falegnami della città di Takayama furono persino incaricati di aiutare a costruire gli importanti santuari e le strutture di Nara e Kyoto durante il periodo Edo, compreso il Palazzo Imperiale dell’ex capitale. Si può vedere l’eccezionale architettura in legno di Gifu in aree come il villaggio di Shirakawa-go, un patrimonio mondiale dell’Unesco accuratamente conservato che presenta pittoresche case triangolari con il tetto di paglia circondate da una fortezza di montagne. Nella città storica di Takayama, Hida Furukawa, si può esplorare l’architettura del patrimonio della regione nel museo all’aperto Hida no Sato. Anche se la prefettura è piena di zone rurali, è piena di attività. In estate, si può partecipare a tour in barca per la pesca del cormorano lungo il fiume Nagara. Questo metodo di pesca tradizionale esiste da più di 1.000 anni ed è una pratica in via di estinzione. Qui i pescatori accendono le loro barche di legno con torce e guidano uno stormo di uccelli addestrati a tuffarsi nell’acqua e a catturare i pesci. Photo credit: timeout.com La prefettura meridionale dell’isola di Kyushu con i suoi paesaggi naturali mozzafiato e il suo clima tropicale, come Okinawa, Miyazaki offre spiagge di sabbia bianca ma anche vaste grotte per ii viaggiatori in cerca di avventura. Una delle sue attrazioni più famose è la gola di Takachiho, che si può attraversare su una barca a remi per ammirarne le cascate. Nella zona di Takachiho si trova anche il sacro Amanoiwato-jinja, un santuario nascosto in una grotta rocciosa dedicato alla dea del sole Amaterasu. Vicino alla costa, si trovano le formazioni rocciose soprannominate ‘Devil’s Washboard’ e il Sun Messe Nichinan. Quest’ultimo presenta una fila di statue Moai dell’isola di Pasqua, le uniche repliche di statue Moai ufficialmente autorizzate al mondo. Sono state presentate al Giappone come espressione di gratitudine per aver aiutato nel restauro delle statue vere. Photo credit: timeout.com Ishikawa è piena di case da tè tradizionali e vecchi castelli. Questa piccola prefettura costiera di Honshu è piccola ma piena di storia, con i suoi castelli feudali, giardini giapponesi accuratamente coltivati e frutti di mare appetitosi. La capitale di Ishikawa, Kanazawa, è un epicentro culturale poiché era una delle città più ricche del Giappone durante il periodo Edo (1603-1867), piena di ricchi mercanti e potenti signori feudali. Sentirai la grandezza della città dal momento in cui esci dalla stazione ferroviaria, dove vedrai la magnifica porta Tsuzumimon (nella foto) ispirata ai tamburi tradizionali giapponesi. Come Kyoto, Kanazawa continua ad essere conosciuta per i suoi quartieri come Higashi Chaya, dove le maiko (apprendiste geisha) sono spesso viste camminare in kimono decorativi per le strade di case tradizionali del periodo Edo. Altre attrazioni che esistono dal periodo Edo sono i tradizionali giardini di Kenrokuen e il mercato di Omicho. Quest’ultimo è il più grande mercato di cibo fresco della città e un paradiso per i buongustai, che vanta circa 200 bancarelle di prodotti e spuntini di strada come crocchette e ostriche da assaggiare in viaggio. Prima di partire, assicuratevi di controllare il Museo d’Arte Contemporanea del 21° secolo di Kanazawa, famoso soprattutto per la sua iconica installazione di Leandro Erlich, ‘The Swimming Pool’. Questi sono i nostri consigli e ci troviamo assolutamente d’accordo con timeout.com , quindi vi auguriamo buon viaggio e…fateci sapere Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. 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6 prefetture sottovalutate in Giappone: Yamagata
Photo credit: timeout.com6 prefetture sottovalutate in Giappone: Kagawa
Photo credit: timeout.com6 prefetture sottovalutate in Giappone: Gifu
6 prefetture sottovalutate in Giappone: Miyazaki
6 prefetture sottovalutate in Giappone: Ishikawa
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Approfondimenti: Viaggio in Giappone attraverso il Ramen e le sue varianti regionali
Il ramen (ラーメン o 拉麺) è un piatto tipico giapponese introdotto dalla Cina a partire dagli inizi del Novecento. Il processo per la realizzazione è lungo e dispendioso: la complessità e il numero di ingredienti fa sì che spesso in Giappone vi siano locali specializzati nella realizzazione di questo piatto. Accompagnato da un ottimo piatto di gyoza o una birra, il ramen si configura come un perfetto comfort-food per chi vuole stare in compagnia e condividere un pasto con amici o colleghi. La versione più diffusa sia in Giappone che nel resto del mondo è lo Shoyu Ramen (醤油ラーメン; shōyū rāmen), con un brodo a base di soia, pasta di frumento e topping come uovo marinato, carne di maiale, bamboo, cipollotto e alga nori. photo credits: tabizine.jp/ Un buon ramen è composto da tre parti principali: il brodo (汁; shiru), la pasta (麺; men), e i vari topping (トッピング; toppingu). In relazione alle proporzioni e alle tipologie di questi tre ingredienti possiamo quindi distinguere un’incredibile varietà di prodotti a seconda del luogo in cui questi ultimi vengono cucinati. Ne esistono quindi innumerevoli versioni, tanto da riuscire a compiere virtualmente un viaggio gastronomico da nord a sud del Giappone, per gustare e osservare le peculiarità e le caratteristiche di ogni piatto. In attesa di poter tornare di persona nel “paese del sol levante”, ripercorriamo alcuni dei ramen delle città più famose. Allacciate le cinture, prossima fermata: Sapporo! photo credits: taberukoto.jp La prima tappa del nostro viaggio è Sapporo, in Hokkaidō, città famosa per la natura che la circonda, la freschezza degli ingredienti e gli innumerevoli festival invernali. A Sapporo, il ramen è considerato un piatto fondamentale per affrontare le temperature rigide dell’inverno e si caratterizza per una zuppa molto ricca a base di maiale, pollo o pesce. Solitamente vengono utilizzati noodle spessi e robusti e topping come carne di maiale, mais, cavolo verza e uovo bollito. Per un’esperienza autentica al 100% ci si può cimentare nell’aggiunta di burro per ingrassare ulteriormente il piatto. photo credits: ibarakiguide.jp Scendendo più a sud, troviamo Sendai, nella prefettura di Miyagi. La città è tristemente ricordata per essere stato l’epicentro del Grande Terremoto del 2011, ma conta numerossime attrazioni turistiche relative al Giappone feudale. Il ramen tipico di questa città è lo Stamina Ramen che, come suggerisce il nome, è un piatto molto ricco e speziato. La pasta alla base è spessa ed è accompagnata da cipolle, zucca, cavolo, carote e fegato marinato. A coprire il tutto vi è la salsa Ankake, molto densa con dashi, soia e fecola di patate. photo credits: taberukoto.jp Tokyo è la capitale del Giappone, crocevia di culture e base dell’economia nazionale. Oltre che per i suoi numerosissimi spot turistici, è una città famosa anche per la cucina, influenzata da diverse culture e regioni. Tuttavia, esiste una tipologia di ramen caratteristica del Kansai, con una zuppa dal sapore molto forte a base di soia: l’Hachijoji Ramen. Oltre che per il bordo, questo piatto si differenzia per il fatto di avere una pasta molto liscia e saporita, solitamente guarnita con una fetta di maiale arrosto, cipolle fresche e bambù. L’Hajijoji Ramen è molto popolare tra gli abitanti della zona est di Tokyo, dove numerosi ristoranti a conduzione famigliare lo servono in locali molto piccoli e caratteristici. photo credits: taberukoto.jp Salendo ora su uno Shinkansen (il treno proiettile giapponese), spostiamoci ulteriormente verso sud. Dopo un viaggio di circa due ore, ci troviamo a Osaka, famosissima città del Kansai, nonché una delle più apprezzate tra turisti e non solo. Il ramen tipico di questa zona è il Takaida Ramen, con una pasta molto spessa e consistente, un brodo leggero a base di soia, carne di maiale tagliata fine e abbondanti cipollotti freschi. Camminando nella coloratissima e rumorosa zona di Nanban ad Osaka, sono numerosissimi i locali che servono questo tipico piatto, largamente apprezzato dai locali. photo credits: taberukoto.jp La penultima tappa del nostro viaggio culinario è Hiroshima, capitale del Honshu e conosciuta come importante centro storico e culturale. Questa città è famosa per la sua cucina e i ristoranti tipici che ne rendono l’atmosfera unica e calorosa. Il ramen tipico di questa zona è lo Onomachi Ramen, la cui peculiarità principale è la presenza di noodle piatti e sottili, accompagnati da un brodo ricco a base di salsa di soia. I topping utilizzati sono semplici ma di estrema qualità e tipici del territorio: arrosto di maiale a fette, bamboo, uovo bollito e cipollotto. photo credits: taberukoto.jp Salutiamo Hiroshima e prepariamoci a scendere verso Fukuoka, città che sorge sulla costa settentrionale, dalle temperature miti e dalla natura selvaggia. A contrapporsi con le bellissime spiagge e gli antichi templi vi sono i moderni centri commerciali dove ovviamente non può mancare del buonissimo cibo. Il ramen tipico di Fukuoka e l’Hakata ramen, uno dei piatti più conosciuti e amati del Giappone. La zuppa è realizzata con il maiale lasciato bollire per ore con l’aggiunta di latte. I noodle sono estremamente sottili e leggeri, solitamente accompagnati con fette di maiale, germogli di soia, cipollotto e sesamo. Lo “Stile Hakata”, è uno dei più apprezzati del Giappone, tanto da contare tantissime sottoversioni. Provare per credere! Il nostro viaggio fra le tipologie di ramen giapponese giunge al termine! Quale versione del ramen preferiresti assaggiare? Spesso il cibo diventa un portale verso altre culture e mai come in questo caso si possono percepire le differenze di stile e personalità delle varie città giapponesi. Shoyu, Stamina, Hachijoji, Takaida, Hakata od Onomachi. Scegli il tuo ramen! Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. Le nostre attività sono possibili grazie anche al tuo contributo che ti permetterà di godere sempre di nuovi e originali contenuti! 20€/ANNO I am text block. Click edit button to change this text. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo. Unisciti a noi! Giappone in Italia è un’associazione culturale no profit. 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Stamina Ramen (Sendai)
Hachijoji Ramen (Tokyo)
Takaida di Osaka
Onomachi di Hiroshima
Hakata Ramen (Fukuoka)
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