La percezione dello spazio nella visione degli artisti giapponesi contemporanei

Perché è così importante pensare agli spazi che ci circondano? Essi sono ciò in cui viviamo e a contatto con cui trascorriamo il nostro quotidiano, mettono in forma certe esigenze e bisogni, ma rappresentano anche contesti culturali, storici, economici, sociali differenti.

In un periodo come quello che stiamo vivendo è inevitabile soffermarsi spesso a pensare allo spazio in cui ci troviamo: spazio chiuso di una casa, di un ufficio, di un supermercato, o spazio aperto di una strada, un parco, una piazza. Il covid-19 rappresenta un insolito nella nostra quotidianità, tanto da ribaltare completamente la percezione di ciò che abbiamo intorno: ecco infatti che le distanze si dilatano, vengono prediletti gli spazi aperti a quelli chiusi, quelli solitari a quelli affollati.

In questi tempi, dunque, dove il mondo in cui viviamo assume una fisionomia differente dal solito, vorrei portare il lettore alla scoperta di alcuni modi di percepire lo spazio in opere di artisti giapponesi contemporanei. Sarà inoltre interessante notare come, in maniera inconsapevole, alcune delle caratteristiche di queste visioni ben si adattino al difficile momento che stiamo vivendo.

Innanzitutto, è bene iniziare da alcune caratteristiche più generali. Per esempio, è da considerare come in Giappone molto spesso i luoghi vengano percepiti in maniera relazionale: quasi nessuna costruzione si estrania dal resto, ma anzi lo spazio viene percepito fondamentalmente come fluido e connesso. Se tutto ciò può sembrare veramente molto astratto, vi invito allora a portare la mente a un santuario shintoista: a chi ha mai visto video in merito o visitato il Giappone sarà probabilmente parso di notare come camminando per le strade delle città si possano spesso incontrare torii di santuari. Il torii del santuario shintoista è un elemento che viene inserito in diversi contesti, anche non prettamente religiosi, per segnalare l’avvicinamento a uno spazio sacro. È una struttura aperta, che non pone un limite netto tra i luoghi. Sensazioni simili sono percepibili in tutta la stessa città giapponese, dove il limite tra case e strade è più labile di ciò a cui siamo abituati, e anche nelle sue abitazioni tradizionali, in cui l’interno si relaziona in modo continuo con gli esterni attraverso i fusuma, gli shoji e altri elementi architettonici che promuovono la continuità.

La relazione di un luogo con ciò che lo circonda non è quasi mai trascurata nella strutturazione degli spazi in Giappone. Il rapporto con la natura è qualcosa di profondamente radicato nella cultura, e trae le sue radici dal culto autoctono, dallo zen e non solo. Questa relazione è talmente presente sin dai tempi più antichi che gli studiosi pensano che il riferimento alla natura sia divenuto, in ambito artistico, una sorta di corrispondente all’ideale della bellezza in occidente. Questo rapporto emerge allora nei modi dell’arte, ma anche nell’abitare, nello strutturare i luoghi. Shizen significa natura, il darsi spontaneo delle cose, ed è in questa esperienza che i giapponesi nella tradizione colgono la bellezza: trovata e scoperta più che creata. La natura e le cose del mondo già possiedono una loro particolare bellezza, nostro compito è quello di scovarla anche negli angoli più insospettabili, renderle giustizia, valorizzarla.

Un’esperienza interessante viene individuata dall’architetto Arata Isozaki nei suoi studi, e in particolare nel saggio Japan-ness in Architecture: kehai o kaiwai. Questo tipo di concezione è utile probabilmente a riassumere molte delle caratteristiche che lo spazio ha in oriente: kehai è uno spazio delimitato in modo vago, non necessariamente legato a ciò che è materiale, ma piuttosto composto da entità variabili, visibili ma anche invisibili. Lo spazio non solo è legato agli edifici e oggetti che lo compongono, ma piuttosto si caratterizza per tutti quegli elementi che magari non riusciamo a vedere, ma percepiamo con i nostri sensi: in questo modo i luoghi vengono pensati come fluidi, si sovrappongono l’uno con l’altro, sono legati agli eventi e alle situazioni. Per comprendere tutto ciò nel concreto, basta ancora una volta pensare alle città giapponesi: persino camminando tra i negozi è a volte possibile scorgere dei piccoli santuari o templi, e in quel momento comprendiamo che lo spazio in cui ci troviamo è connesso, fluido, in divenire, ci fornisce differenti stimoli di natura diversa.

 

 

Invito dunque chi legge a seguire questo piccolo percorso tra differenti opere di artisti giapponesi, che attraverso architetture e installazioni ci porteranno a scoprire modi diversi di vivere e percepire lo spazio di ogni giorno.

 

Fonti:

A. Isozaki, Japan-ness in architecture

 

a cura di Susanna Legnani


NEWS dal 11/01/2021 al 15/01/2021

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 11/01/2021 al 15/01/2021

 

DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA EMESSA ANCHE IN ALTRE 7 PREFETTURE

Con l’aumento del numero dei contagi da Covid-19, l’8 gennaio il governo ha emesso la dichiarazione dello stato di emergenza nelle prefetture di Tokyo, Kanagawa, Saitama e Chiba. I casi stanno aumentando anche nelle prefetture di Osaka, Kyoto, Hyogo, Aichi, Gifu, Fukuoka e Tochigi. I governatori hanno allora chiesto al governo di dichiarare l’emergenza. Questo, il 13 gennaio, ha discusso il numero di persone ricoverate in ospedale per Covid-19 e ha rilasciato la dichiarazione dello stato di emergenza anche in queste altre 7 prefetture. In tutti i luoghi è valido fino al 7 febbraio. Il governo ha chiesto inoltre alle persone che vivono in queste prefetture di evitare il più possibile di uscire, ai ristoranti di chiudere entro le 20:00 e alle aziende di lavorare da remoto e ridurre del 70% il numero delle persone che vanno in ufficio.

 

LE REGOLE PER ENTRARE IN GIAPPONE DIVENTANO PIÙ SEVERE

Il governo ha reso più severe le regole per entrare in Giappone per prevenire la diffusione del Covid-19. Tutti gli stranieri non possono più entrare a partire dal 14 gennaio, a parte chi ha la residenza. Vi sono eccezioni per gli stranieri con motivi speciali, come casi di lutto o parto. Tutte le persone che entrano in Giappone, sia giapponesi che stranieri, devono svolgere una quarantena in un luogo fisso, come una casa o un hotel, per 14 giorni. Devono anche promettere di non utilizzare mezzi pubblici come treni e autobus. È inoltre necessario che essi salvino i dati di dove si trovano utilizzando il GPS del loro cellulare: se un centro sanitario dovesse chiedere di mostrarli, dovrebbero farlo. Se queste regole non vengono seguite, il governo potrà rendere pubblico il nome delle persone in questione. Chiunque entri in Giappone deve presentare documenti in cui dichiara che rispetterà queste regole. Le persone che non li presentano devono soggiornare in un hotel designato dal governo per 14 giorni.

 

LUOGO TURISTICO CON GRANDI GHIACCIOLI È STATO APERTO CON MISURE CONTRO IL COVID-19

Da otto anni, Ashigakubo della città di Yokoze, nella prefettura di Saitama, produce grandi ghiaccioli su una montagna in modo che le persone vengano a visitare la città in inverno. Quando la gente si reca in questo posto spruzza acqua su una parete alta circa 30 m e larga 200 m: l'acqua si congela, formando molti pilastri di ghiaccio. A causa della dichiarazione dello stato di emergenza, quest’anno il sito è stato aperto il 12 gennaio (più tardi del previsto). Inoltre, è necessario prenotare le visite per evitare affollamenti. Durante i giorni festivi chiude alle 19:00, un’ora prima del solito. Una persona dell’Associazione Turistica ha dichiarato : “Eravamo indecisi su se aprire o meno perché il governo aveva emesso la dichiarazione dello stato di emergenza, ma abbiamo aperto per la gente che non vedeva l’ora di visitare il posto. Stiamo prendendo misure contro le infezioni, quindi venite a trovarci”.

 

BIRRA IN LATTINA CON UN ERRORE DI ORTOGRAFIA SARÀ MESSA IN VENDITA COSÌ COM'È

Sapporo Beer e Family Mart stavano progettando di vendere una birra in lattina prodotta insieme a partire dal 12 gennaio. Tuttavia, hanno scoperto che c’era un errore nelle lettere della parola inglese scritta sulla lattina. “LAGER” sarebbe la parola corretta, ma è stato scritto invece “LAGAR”. Per questo motivo, l'8 gennaio hanno annunciato che avrebbero smesso di venderla. Molti hanno pensato che sarebbe stato meglio gettare via le birre già prodotte, anche se il contenuto in sé non aveva problemi, perciò hanno invece deciso di aspettare a venderle, cominceranno a partire dal 2 febbraio. Alla fine è stato deciso di commercializzarle così come sono, senza produrne delle nuove. Nei negozi si è deciso di scrivere su un pezzo di carta che c’è un errore nella scritta sulla lattina. Hanno dichiarato : “vorremmo scusarci con tutto il cuore per aver disturbato molti clienti. Grazie per le vostre opinioni calorose”.

  

POSSIBILE DIFFUSIONE DEL COVID-19 DA UN RUBINETTO DELL'ACQUA

Il dicembre scorso è stato scoperto che 39 persone, compresi gli autisti della linea Oedo gestita dall’amministrazione metropolitana di Tokyo, erano state infettate dal Covid-19. Per questo motivo, sono state ridotte le operazioni della metropolitana a circa il 70% del normale per circa 2 settimane fino all’11 gennaio. Quando il centro sanitario ha esaminato gli uffici degli autisti, ha scoperto che probabilmente il Covid-19 si era diffuso toccando un rubinetto dell’acqua su cui aveva aderito il virus. Per fare uscire l'acqua infatti occorre girare la manopola del rubinetto toccandola. Questo di solito viene utilizzato dagli autisti per lavarsi le mani e i denti. Il centro sanitario ha comunicato che è possibile che della saliva contaminata sia rimasta sul rubinetto. Bureau of Transportarion Tokyo Metropolitan Government afferma che cercherà di prevenire la diffusione della malattia sostituendolo con un rubinetto in cui possa uscire l’acqua tramite un sensore, senza toccarlo con le mani.

 

 

Fonti:

 

DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA EMESSA ANCHE IN ALTRE 7 PREFETTURE

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201101/k10012691571000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012691571000/k10012691571000.html

 

LE REGOLE PER ENTRARE IN GIAPPONE DIVENTANO PIÙ SEVERE

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201101/k10012690641000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012690641000/k10012690641000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012694461000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012694461000/k10012694461000.html

 

LUOGO TURISTICO CON GRANDI GHIACCIOLI È STATO APERTO CON MISURE CONTRO IL COVID-19

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012694461000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012694461000/k10012694461000.html

 

BIRRA IN LATTINA CON UN ERRORE DI ORTOGRAFIA SARÀ MESSA IN VENDITA COSÌ COM'È

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012694901000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012694901000/k10012694901000.html

 

POSSIBILE DIFFUSIONE DEL COVID-19 DA UN RUBINETTO DELL'ACQUA

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012695031000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012695031000/k10012695031000.html

 


Tanka - Che posso fare con te -

Che posso fare con te –

tu che così tanto somigli

all’albero di katsura sulla luna

che posso vedere con gli occhi

ma non toccar con le mani?

 

Me niwa mite

te niwa toraenu

tsuki no uchi no

katsura no gotoki

imo wo ikani sen

 

-Principe Yuhara


Haiku - Serenamente

Serenamente

guardando alla montagna

un rospo.

 

Yūzen to shite

yama wo miru

kawazu kana

 

-Kobayashi Issa


Il tempio Kinkakuji di Kyoto restaurato dopo 18 anni

Se si è in visita all’antica capitale del Giappone, una delle tappe che solitamente non mancano negli itinerari turistici è il tempio detto Kinkakuji, chiamato anche Padiglione d’oro e dichiarato sito UNESCO nel 1994. Questo è stato sicuramente un anno sfortunato per il turismo, in Giappone l’emittente NHK testimonia un calo di più del 60% dei turisti stranieri a partire da Febbraio 2020.

Questa situazione molto particolare si è però conciliata con alcuni lavori di restauro che hanno coinvolto proprio il Padiglione d’oro: si è pensato che, questa assenza di turismo, fosse il momento migliore per intraprendere il rinnovamento di alcune parti della struttura. Dal primo di settembre è cominciato il restauro, il quale è durato più di tre mesi e ha visto il “nuovo” tempio tornare alla luce solo il 29 dicembre. In questo periodo di lavori, se ci si fosse recati a visitare il Kinkakuji lo si sarebbe trovato completamente ricoperto dalle impalcature, e al suo posto si sarebbe però potuto vedere un pannello raffigurante la foto del tempio. Il complesso, comunque, ospita oltre al tempio un giardino visitabile che è rimasto aperto al pubblico.

Il nome ufficiale del Kikakuji è in realtà Rokuonji, che significa tempio del giardino dei cervi, denominazione che fa riferimento al luogo in cui Buddha tenne il suo primo discorso. Il nome "Kinkakuji" gli venne dato in seguito, proprio a ragione della sua copertura dorata. Esso inoltre non nacque come tempio zen, ma fu invece la residenza dello shogun Ashikaga Yoshimitsu. Fu costruito nel 1398, e venne convertito in un tempio solo successivamente, alla morte dello shogun. L’edificio ha una struttura architettonica tutta particolare, e ogni piano si caratterizza per uno stile differente: il primo piano è costruito secondo lo stile dei palazzi aristocratici del periodo Heian e presenta una veranda che si affaccia sul lago; il secondo piano ricorda, nella sua maggiore semplicità, lo stile prevalente tra le abitazioni dei samurai; infine, il terzo e ultimo piano è costruito nello stile dei templi cinesi chan. Il secondo e terzo piano sono, inoltre, ricoperti di foglie d’oro, a parte per i tetti che sono stati mantenuti in legno di cipresso. Sulla cima è presente la statua di una fenice d’orata, simbolo di buon auspicio nella Cina tradizionale.

L’edificio che è possibile vedere oggi è una ricostruzione che risale al 1956, successivamente all’incendio avvenuto nel 1950 di cui Yukio Mishima riporta una versione romanzata nel suo famosissimo libro. Mishima tratteggia attraverso gli occhi del protagonista la particolare bellezza di questo tempio, e nelle pagine del romanzo è possibile incontrare numerose descrizioni della struttura originaria, attraverso il passare del tempo e delle stagioni.

Dopo la ricostruzione, il tempio venne nuovamente restaurato nel 1987 e nel 2002 per l’ultima volta. Si dice che, quando il tempio venne ricostruito negli anni ’50, esso suscitò lo scontento di alcuni abitanti di Kyoto: la nuova struttura eliminava in un certo senso quello spirito antico, quella patina del tempo che nella percezione giapponese è considerata motivo di apprezzamento estetico.

 

Video by Sankei News

 

Il Kinkakuji va dunque incontro quest’anno, dopo diciotto anni dall’ultima volta, a nuovi lavori di restauro, e il risultato è niente meno che curioso: ciò che più colpisce lo sguardo è sicuramente il tetto, il cui legno scuro e pregno dei segni del tempo è stato sostituito con del legno nuovo dal colore chiaro e brillante. Le nuove assi installate splendono alla luce del sole, tanto che a chi lo guarda potrebbe quasi sembrare che anch’esso sia rivestito d’oro. Altri lavori sono stati intrapresi in questa sessione di restauro: sono state riparate con foglie d’oro alcune parti della statua a forma di fenice sul tetto, e anche alcune parti delle pareti del tempio. Il nuovo tetto suscita allora curiosità: se alcune persone sono animate da entusiasmo e ammirazione, in altre esso provoca reazioni simili a quelle che emersero dopo la sua ricostruzione negli anni Cinquanta.

Il nuovo tetto splende come il resto dell’edificio, riflette e accoglie la luce del sole come le pareti ricoperte d’oro. La bellezza della struttura si armonizza con il paesaggio: insieme al giardino compone un microcosmo in cui esso rappresenta il polo della luce, del positivo, e nel riflesso del lago si relaziona con la natura che lo circonda. Non è un caso che il nome ufficiale del tempio faccia riferimento proprio a un giardino: tempio e paesaggio si armonizzano, sono un’unica struttura architettonica. La luce, come anche il lago, è uno degli elementi che principalmente mettono in connessione il naturale con il costruito: l’edificio allora non sembra solo un artefatto, un’opera umana, ma incarna esso stesso il senso dell’insegnamento buddhista dell’interdipendenza delle cose. Il riflesso della sua immagine luminosa nello stagno rende, inoltre, quel senso di impermanenza e variabilità tipici delle architetture giapponesi.

Ci sono visitatori che invece meno apprezzano questo cambiamento: forse perché ogni nuovo inizio, ogni sostituzione di materiali, ogni restauro in un certo senso interrompe lo scorrere del tempo. Il restauro infatti non è una pratica scontata in Giappone: oltre a esistere diversi studi e metodi di riparazione del legno (materiale privilegiato nell’architettura tradizionale), è da considerare che parte della bellezza di questi edifici risiede proprio nel modo che essi hanno di inserirsi nello scorrere del tempo, senza avere alcuna pretesa di resistergli. È un sentire estetico che spesso viene descritto attraverso il binomio wabi-sabi: semplicità ed essenzialità, povertà che non corrisponde a trascuratezza, ma piuttosto alla percezione dell’edificio come avvolto dai segni del tempo, leggibili nella patina che lo ricopre e ne evoca la storia passata e presente. Questo tipo di apprezzamento potrebbe talvolta confliggere con la moderna e necessaria volontà di preservare i siti storici e d’interesse. È forse per questo che, guardando quel tetto così splendente, ad alcuni sembra che il nuovo difficilmente si concili con l’antico?

 

Per il tempio buddhista del Kinkakuji, dunque, la nostra percezione corre da sempre su due linee temporali: l’antico, e il nuovo. Possiamo quindi rimanere meravigliati da questo splendore che coinvolge anche il tetto, che rende l’edificio una struttura che ancor più accoglie la luce naturale, che si protende così verso il paesaggio circostante. Oppure, se questa visione ci appare conflittuale, dovremmo forse pensare a come in queste strutture l’antico accolga il nuovo e lo accompagni in un percorso, nel divenire delle cose che liberamente passano e scorrono.

 

Fonti:

https://www.japantimes.co.jp/news/2020/09/01/national/kinkakuji-golden-pavilion-renovation-coronavirus/

https://www.shokoku-ji.jp/en/kinkakuji/about/

https://mainichi.jp/english/articles/20201230/p2a/00m/0na/009000c 

 

a cura di Susanna Legnani


NEWS dal 04/01/2021 al 08/01/2021

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 04/01/2021 al 08/01/2021

 

IL MINISTERO DELLA SANITÀ, LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE RICHIEDE ALLE UNIVERSITÀ INFERMIERISTICHE DI INVIARE STUDENTI LAUREATI E DOCENTI NEGLI OSPEDALI

Ci sono molti ospedali in cui il numero di infermieri è diventato insufficiente a causa dell’aumento del numero di contagi da Covid-19. Alcune strutture hanno difficoltà a curare le persone con altre malattie. Per questo, il Ministero della Sanità, Lavoro e Previdenza Sociale ha chiesto a circa 280 università che insegnano infermieristica di inviare negli ospedali studenti che fanno il corso di specializzazione e docenti che hanno la qualifica di infermieri. A queste persone viene richiesto di registrarsi al “centro infermieristico” della loro prefettura e di comunicare quando e dove possono lavorare, per decidere in quale luogo inviarli. Il Ministero della Sanità, Lavoro e Previdenza Sociale ha comunicato: “alcuni ospedali sono davvero in difficoltà. Sappiamo che anche le università sono in difficoltà, ma richiediamo la vostra collaborazione”.

 

IL COSTO TOTALE SUI PRODOTTI SARÀ OBBLIGATORIO DA APRILE DI QUEST'ANNO, IMPOSTA SUI CONSUMI INCLUSA

Al momento in Giappone esiste una legge speciale che consente di scrivere il prezzo di un articolo in vendita senza includere l’imposta sui consumi. Questa legge decade a marzo di quest’anno e dal primo aprile si dovrà scrivere il costo dell’articolo più l’imposta. Si potrà anche scrivere entrambi i prezzi sulla merce: sia quello con le tasse, sia quello senza. Non solo sugli articoli nei negozi, ma anche sulle pagine internet e pubblicità si dovrà scrivere il costo complessivo, con annesse le tasse. I consumatori saranno quindi in grado di vedere a colpo d’occhio quanto pagheranno effettivamente, ma i commessi sono preoccupati che il prezzo dell’articolo possa sembrare aumentato e dunque diminuire le vendite.

 

DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA A TOKYO E PREFETTURE CIRCOSTANTI

A Tokyo e nelle prefetture di Chiba, Saitama e Kanagawa il numero di contagi da Covid-19 continua ad aumentare. La notte del 7 gennaio, il Primo Ministro Suga ha rilasciato la dichiarazione dello stato di emergenza per questi luoghi fino al 7 febbraio. Con questo si richiede di tenere la distanza dalle altre persone il più possibile e ai ristoranti di chiudere entro le 20:00. Inoltre, si chiede alle aziende di svolgere più lavoro da remoto e di ridurre del 70% il numero di persone che si recano fisicamente nei luoghi di lavoro. Il Primo Ministro Suga ha dichiarato: “a Tokyo e nelle tre prefetture più della metà delle persone che si sono contagiate recentemente ha meno di 40 anni. Giovani, agite pensando a non contagiare i vostri genitori, parenti e amici, per favore”. Ha detto anche: “In un mese le condizioni saranno sicuramente migliori. Farò tutto il possibile affinché sia così”.

 

"CITRUS RIBBON PROJECT" PER ELIMINARE DISCRIMINAZIONI E PREGIUDIZI DEL COVID-19

Si sta diffondendo un’attività denominata “Citrus Ribbon Project”. È iniziato nella prefettura di Ehime, e ha lo scopo di eliminare la discriminazione e il pregiudizio verso le persone contagiate da Covid-19 e la gente che lavora negli ospedali, favorendo sentimenti di amicizia e vicinanza. Chi è d’accordo con questa idea indossa un nastro giallo-verde, che richiama il colore degli agrumi prodotti nella prefettura di Ehime. Il movimento sta gradualmente prendendo piede in tutto il Giappone. Una delle persone che ha fondato il progetto ha detto: “Sono contento che possiamo fornire uno strumento per portare alla luce i sentimenti di vicinanza e che il movimento si stia diffondendo, ma ho anche sentimenti contrastanti perché può darsi che ci siano molte altre situazioni che sono dolorose per discriminazioni e pregiudizi. Spero che in futuro avremo un mondo caloroso in cui tutti accolgono l'altro, senza bisogno di indossare dei nastri”.

 

 

Fonti:

 

IL MINISTERO DELLA SANITÀ, LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE RICHIEDE ALLE UNIVERSITÀ INFERMIERISTICHE DI INVIARE STUDENTI LAUREATI E DOCENTI NEGLI OSPEDALI

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201101/k10012691571000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012691571000/k10012691571000.html

 

IL COSTO TOTALE SUI PRODOTTI SARÀ OBBLIGATORIO DA APRILE DI QUEST'ANNO, IMPOSTA SUI CONSUMI INCLUSA

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201101/k10012690641000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012690641000/k10012690641000.html

 

DICHIARAZIONE DELLO STATO DI EMERGENZA A TOKYO E PREFETTURE CIRCOSTANTI

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012694461000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012694461000/k10012694461000.html

 

"CITRUS RIBBON PROJECT" PER ELIMINARE DISCRIMINAZIONI E PREGIUDIZI DEL COVID-19

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201104/k10012694901000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012694901000/k10012694901000.html

 


CHALLENGE FOTOGRAFICA "La Primavera giapponese"

Il 2021 sarà l'anno in cui l'impegno di Giappone in Italia volgerà soprattutto verso una nuova idea di community! I nostri soci, che ogni anno gentilmente ci forniscono il loro supporto tesserandosi e partecipando alle nostre attività (anche virtuali!), saranno sempre più coinvolti nella costruzione e nell'arricchimento dei contenuti dell'Associazione, con articoli, immagini, esperienze.

Aperta a tutti i nostri soci, inauguriamo quindi la prima di queste novità! Desideriamo dare spazio ad un Giappone che anche voi portate nel cuore: attraverso i vostri scatti lo potrete condividere grazie alla challenge fotografica dedicata alla stagione che meglio suggerisce questo senso di rinascita, "La Primavera giapponese"

Una volta selezionate dalla redazione, in questa pagina saranno pubblicate le foto che andranno a far parte delle nostre pagine social!

Scaricate qui il bando di partecipazione.

Giappone in Italia ringrazia tutti i numerosi partecipanti a questa prima challenge! Qui di seguito troverete le foto selezionate per arricchire i nostri canali social. Invitiamo coloro che non dovessero trovare la propria in questo elenco a seguire le nostre pagine per successive challenge!

 

 


Tanka - Presi il sentiero lungo la riva,

Presi il sentiero lungo la riva,

la riva del mare a Tago

e vidi il picco bianco e scintillante

del monte Fuji tutto raggiante

tra i fiocchi di neve che cadono.

 

Tago no ura ni

uchi-idete mireba

shirotae no

Fuji no takane ni

yuki wa furi-tsutsu

 

-Yamabe Akahito


Haiku - Su brughiera e montagna

Su brughiera e montagna

niente si muove

mattina di neve.

 

No ni yama ni

ugoku mono nashi

yuki no asa

 

-Chiyo-ni


Tadao Ando Guest Editor per il periodico Domus nel 2021

La rivista italiana di architettura e design Domus ha annunciato che sarà Tadao Ando, architetto giapponese, il nuovo Guest Editor per l’anno 2021.

Il periodico aveva inaugurato nell’anno 2018 una nuova formula editoriale, chiamata Domus 10x10x10. Questa si basa sulla volontà di invitare figure eminenti della scena architettonica e del design contemporaneo a essere guide per la rivista: 10 architetti che si occuperanno di 10 numeri ciascuno, orientandone le tematiche e le scelte editoriali, tutto ciò in 10 anni (nel 2028 ricorrerà il centesimo anniversario del periodico). Scopo è proprio quello di arricchire i contenuti della rivista filtrandoli attraverso le visioni dei più importanti architetti del nostro tempo. 

La redazione di Domus ha comunicato che il manifesto di Tadao Ando per il 2021 sarà “Eternità”. L’architetto giapponese spiega come questo tema – che sarà il filo rosso dei prossimi numeri del periodico – non sia di scontata interpretazione, e in questo esplicita anche la poetica che lo accompagna nelle sue opere.

L’architettura è qualcosa che da sempre ha avuto a che fare con la volontà di permanenza e, in un certo senso, proprio di eternità: nel contesto italiano questo è comprensibilissimo, basti solo pensare alle innumerevoli strutture che ancora risalgono all’antica Roma e che è possibile tutt’oggi visitare.

Ando, però, spiega come il tipo di eternità a cui vuole prestare attenzione sia differente: essa non è un’eternità materiale, o la volontà di lasciare segni indelebili del nostro passaggio sulla terra. Questa eternità è qualcosa di invisibile: corrisponde a tutte le idee, ricordi, emozioni suscitate dalle cose, che sebbene non visibili permangono nella memoria singolare e collettiva. È dunque espressione della cultura di un luogo, è promozione della stessa. In linea con la sua poetica, Ando vuole trasmettere l’idea che – in un mondo in continuo cambiamento – anche ciò che vi è di più solido e statico (come alcune strutture architettoniche) deve divenire leggero e aperto alla trasformazione, fulcro materiale intorno a cui ruota un universo invisibile. La struttura architettonica deve suscitare ed essere veicolo di idee, pensieri, ricordi, emozioni, ed è in ciò che essa sarà eterna: nell’invisibile più che nel concreto e materiale. 

In mezzo alle nuove sfide e cambiamenti che lo spazio architettonico deve affrontare, anche e soprattutto in questo periodo particolare di emergenza sanitaria, Tadao Ando però mantiene un punto fermo: il rapporto dell’uomo con l’elemento naturale.

Se ci si sofferma a osservare un’architettura dell’artista non può infatti passare inosservata la relazione che la struttura intrattiene col paesaggio circostante. Ando reinterpreta e porta con sé tutta la tradizione giapponese (anche se non in maniera esplicita e pedissequa) che trova le sue radici nella relazione di questo popolo con l’elemento naturale. Si pensi a opere famose come la Chiesa della Luce a Osaka o il museo Langen Foundation a Neuss, in Germania: si comprende come egli creda che l’attenzione al territorio sia essenziale, e attraverso quelle astratte forme in cemento che utilizza nei suoi progetti si scorge la volontà di non dimenticare mai le caratteristiche del luogo specifico in cui la struttura viene realizzata. Così, tra i differenti scorci prospettici e la strutturazione degli edifici su differenti livelli, tra il cemento e l’acciaio, nella semplicità di una forma geometrica anche la luce penetra, e l’acqua vi si insinua. La natura in un certo senso pervade l’insediamento umano, e anche materiali come il cemento divengono leggeri, svuotati della loro pesantezza.

Vi è dunque la volontà di comprendere il cambiamento, di adattare le strutture architettoniche alla fluidità del tempo che scorre, ma allo stesso tempo dei punti fermi permangono: l’attenzione al luogo e tutto ciò che ne deriva. L’attenzione alla cultura del luogo, alla sua struttura, alle persone che vi abitano, al rapporto di questo con l’elemento naturale da cui anche noi proveniamo. Nelle architetture di Ando questo emerge nel rapporto tra un certo tipo di astrazione e concretezza: le forme in cemento, quasi modelli immutabili nel tempo, si lasciano trasformare dallo stesso tempo e luogo che le accoglie.

Come scrive lo stesso Tadao Ando in un suo saggio, architettura è «scoprire l’edificio che il luogo attende». Architettura è dunque entrare in punta di piedi nel sito che la natura ci ha offerto e non esserne indifferenti. Piuttosto, comprendere e cercare di percepire tutti quegli elementi – visibili e invisibili, materiali e culturali – che fanno parte di quel luogo. In ciò la progettazione architettonica diviene una «scoperta».

 

 

Fonti, Manifesto di Tadao Ando per Domus

https://www.domusweb.it/it/speciali/guest-editor/tadao-ando/2020/12/03/tadao-ando-eternit.html

Foto: "Tadao Ando" by krss.

 

 

a cura di Susanna Legnani


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