Approfondimenti: La storia del riso in Giappone, molto più di un semplice alimento

Il riso e le sue origini

Il riso in Giappone ricopre un’importanza fondamentale in quanto alimento base ma vi siete mai chiesti quale sia la sua vera origine? Il riso è stato introdotto per la prima volta in Giappone verso la fine del periodo Jōmon, intorno al 300 a.c. L’origine esatta del riso è ancora incerta ma la maggior parte degli studiosi è d’accordo sul fatto che provenga dalla Cina. Ci sono diverse teorie circa il percorso che il riso abbia compiuto per arrivare in Giappone. Potrebbe aver viaggiato dalla Cina settentrionale fino alla Corea per poi raggiungere il Giappone via mare. Secondo un’altra teoria sarebbe arrivato sulle coste giapponesi sempre via mare dal delta del Fiume Azzurro Yangzi per poi passare dalla Corea. Un’altra teoria ancora sostiene che sarebbe arrivato via mare dal delta dello Yangzi fino alla regione del Kyūshū. Qualunque sia stato il percorso, non vi è dubbio comunque che il riso sia arrivato in Giappone dal continente attraverso il Mar Cinese Orientale.

Le varietà del riso e i suoi diversi utilizzi

Oggi il riso è un alimento onnipresente sulla tavola giapponese e viene elaborato in infinite varianti. Il riso bianco, detto shirogohan 白ご飯, è quello che accompagna i tre pasti principali. Il kamameshi 釜飯 invece, letteralmente “riso bollente”, consiste in un piatto di riso insaporito da carne, pesce e piatti vegetali. Un’altra variante è l’okayu お 粥 e consiste in una sorta di porridge giapponese. Si tratta di una minestra semplice e digeribile a cui si ricorre se si è leggermente indisposti di stomaco. Sono inoltre moltissimi i prodotti nazionali lavorati con il riso. Ad esempio il famoso mochi 餅 non è nient’altro che un dolcetto preparato dal riso glutinoso, tritato e pestato per ottenere una pasta bianca morbida e appiccicosa che viene poi modellata in forme sferiche o rettangolari. Il sakè 酒, famosissima bevanda alcolica nazionale, è ottenuto da un processo di fermentazione che coinvolge il riso. Proprio per questo il sakè viene anche detto “vino di riso”. Ancora, i senbei 煎餅, sono i famosi cracker di riso molto amati anche fuori dal Giappone.

riso bianco

credits: newsweekjapan.jp

Tuttavia il riso non costituisce solo un alimento importante per la cucina giapponese. L’intera pianta del riso viene infatti utilizzata in diverse modalità. È il caso ad esempio dell’architettura tradizionale giapponese i cui elementi non sono altro che prodotti naturali composti da paglia di riso. Una volta che i grani vengono rimossi, la paglia viene utilizzata per rivestire i tetti tradizionali delle case giapponesi. Ma non solo! Se tessuta la ritroviamo nella pavimentazione a tatami 畳.

 

paglia di riso

credits: livejapan.com

Il riso nell’arte e nel teatro giapponese

L’importanza del riso per il popolo giapponese si riflette anche nella letteratura e nell’arte. La coltivazione del riso è uno dei tanti temi affrontati dalle poesie di Matsuo Bashō, uno dei più grandi maestri di haiku in Giappone. Inoltre, è notoriamente raffigurata anche nelle famose stampe artistiche giapponesi ukiyo-e 浮世絵 da artisti come Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige. I paesaggi agrari delle risaie sono infatti un motivo comune che simboleggia l’identità giapponese incentrata sul riso.

Ukiyoe riso

credits: ukiyo-e.org

 

Questo alimento ha influenzato profondamente le arti dello spettacolo tradizionale in Giappone. Come ci spiega il Prof. Bonaventura Ruperti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia nel suo libro “Storia del teatro giapponese dalle origini all’Ottocento”, la nascita delle prime forme autoctone di spettacolo la si attribuisce ai canti e le musiche che accompagnavano la coltura del riso: il tamai 田舞e taasobi 田遊び. I primi consistono in “danze delle risaie” che con flauto e tamburo accompagnavano il trapianto del riso allo scopo di ingraziarsi la divinità per suscitarne le energie e favorire la prosperità del raccolto. I secondi sono “intrattenimenti delle risaie” ossia performances eseguite a capodanno da personaggi mascherati che ripercorrevano i gesti del ciclo agricolo.  Lo scopo era quello di auspicarne l’abbondanza attirando l’energia vitale della divinità.

Le feste tradizionali giapponesi

Non sorprende che il riso sia presente in tantissime celebrazioni tradizionali che scandiscono la vita di un giapponese. Ad esempio l’okuizome お食い初め è una tradizione risalente all’VIII secolo che si celebra intorno al 100° giorno di vita del bambino in quanto segna un momento importante nella sua vita: il primo pasto diverso dal latte. In realtà, l’atto del mangiare è solo simbolico: il cibo infatti viene semplicemente avvicinato alle sue labbra nel gesto di imboccarlo con le bacchette. Questa cerimonia costituisce un rito di passaggio per augurare salute e abbondanza al bambino. Il pasto prevede cibi che hanno un grande valore simbolico e ben augurante tra cui il riso insieme a pesce e verdure. Lo svezzamento vero e proprio si ha intorno ai 5 mesi con la prima pappa costituita proprio dall’okayu, il porridge che abbiamo menzionato in precedenza.

Man mano che il bambino cresce ci sono diverse festività che ne celebrano la crescita e i cibi contenenti il riso sono sempre al centro di esse. Ad esempio durante la ricorrenza dell’Hina-matsuri 雛祭り, nota anche con il nome di “Festa delle bambine”, i familiari delle bambine pregano affinché vengano loro date bellezza e salute. La bevanda tradizionale di questa festività è l’amazake 甘酒, una versione analcolica del sakè. Insieme all’amazake 甘酒 si mangiano gli arare あられ, dei salatini di riso, spesso conditi con della salsa di soia. Sempre per l’occasione si prepara un dolce detto hishimochi 菱餅, costituito da tre strati di riso: verde, simbolo della terra, bianco, simbolo della neve e rosa, simbolo dei fiori di pesco. Insieme, questi tre strati indicano la primavera, quando la neve si scioglie, l’erba cresce e germogliano i fiori di pesco.

hishimochi di riso

credits: hoikushibank.com

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Approfondimenti: La casa tradizionale giapponese

Se ci chiediamo quali siano le caratteristiche di una casa tradizionale giapponese le possiamo vedere tutte guardando un qualunque tempio in Giappone: austerità, materiali leggeri e porosi, pareti interne ed esterne molto sottili. La casa tradizionale giapponese, come la conosciamo oggi, ha le sue origini nelle case dei ricchi agricoltori nei primi anni del periodo Edo (1603-1868) costruite con strumenti e metodi importati dalla Cina e dalla Corea. Il materiale predominante è il legno, scelto dagli architetti giapponesi in una continua ricerca di armonia e sintonia con la natura. Il legno è un materiale leggero che riassume in sé il concetto di transitorio: il calore che trasmette agli ambienti interni, le sue irregolarità e texture sono elementi considerati di alto valore estetico.

La zona d’ingresso si chiama genkan 玄関, ed è quel luogo in cui è necessario togliersi le scarpe prima di entrare. La presenza del gradino, che pone il genkan ad un piano inferiore rispetto al resto della casa, serve proprio a definire il confine fra lo spazio interno abitativo e quello esterno. Allo stesso tempo però, proprio per la sua posizione ribassata rispetto agli altri piani della casa, il genkan si pone come uno spazio in continuità con la natura e non di separazione da essa. 

credits: jp.fotolia.com

 

Washitsu 和室: la stanza tradizionale giapponese

Le stanze di una casa tradizionale giapponese hanno la pavimentazione in tatami 畳 ovvero composta da pannelli rettangolari modulari rivestiti da paglia intrecciata. Queste stuoie non solo conferiscono bellezza alle case ma aiutano anche a conservare il calore durante le fredde giornate invernali. Tutte le stanze hanno questo tipo di pavimentazione fatta eccezione per la cucina e i corridoi, dove il materiale predominante è il legno. Proprio per questo tipo di pavimentazione è difficile utilizzare le sedie all’interno delle stanze tradizionali. A queste si preferiscono invece cuscini speciali utilizzati per sedersi chiamati zabuton 座布団.

tatami casa tradizionale

credits: jp.fotolia.com

Un’altra peculiarità delle case tradizionali giapponesi sono le porte scorrevoli: i fusuma 襖. Si tratta di pannelli rettangolari con il lato lungo in verticale che separano i locali interni della casa. Sono costituiti da una struttura in legno a reticolato ricoperta da cartone e da uno strato di carta o tessuto su entrambi i lati. Anticamente venivano dipinti per abbellire la residenza con scene naturali come paesaggi montani, foreste o animali. Esiste poi un altro tipo di parete scorrevole chiamata shōji, realizzata in carta di riso montata su un telaio in legno. A differenza dei fusuma, gli shōji separano l’interno delle case dall’esterno. Inoltre, essendo la carta che li riveste molto sottile, permettono alla luce naturale di filtrare attraverso la porta.

 

fusuma casa tradizionale

credits: jp.fotolia.com

 

L’ofuro nella casa tradizionale giapponese

La stanza da bagno nelle case tradizionali giapponesi è normalmente separata da quella adibita alla toilette.  L’ofuro お風呂 tradizionale è una vasca di legno compatta e profonda rispetto alle vasche comuni, colma d’acqua ad una temperatura di circa 43 °C o anche più calda. Costruita tradizionalmente in legno hinoki ヒノキ, cipresso giapponese, la vasca a contatto con i vapori e con l’acqua calda emana una fragranza molto particolare. Prima di utilizzare l’ofuro ci si siede su un piccolo sgabello all’interno della stanza per lavarsi corpo e capelli e si entra nella vasca solamente dopo essersi ben sciacquati. Fare il bagno per molti è un’esperienza che va oltre la semplice igiene personale. Per alcuni è religiosa, per altri curativa. Entrambi i due aspetti sono strettamente connessi al rito della purificazione: non ci si immerge nell’acqua bollente solo per una questione di igiene ma anche per purificare l’animo.

ofuro casa tradizionale

credits:tatezou-house.com

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TRATTI DI RICORDO - mostra di Kazuto Takegami presso Takeda Katsuya Design

TRATTI DI RICORDO è la mostra di Kazuto Takegami presso Takeda Katsuya Design a Milano.

L'artista Kazuto Takegami ci sorprende ancora con i suoi quadri ad olio e tecnica mista, oltre ai suoi famosi disegni ad inchiostro di china, con la tecnica giapponese Sumi-e.

Nato in Giappone nel 1970, Kazuto Takegami si laurea in pittura presso la Musashina Art University di Tokyo.
Per alcuni anni svolge il lavoro di professore d'arte e in seguito decide di dedicare la sua vita alla pittura.
Arriva in Italia nel 1998 con la vincita di una borsa di studio presso l'Accademia di Belle Arti di Brera.
Vanta esposizioni personali e collettive in Italia, in Giappone e nei Paesi Bassi.
Le sue opere sono espresse in un linguaggio universale dai tratti semplici e profondi, come fossero istantanee di ricordi vicini e lontani.

TAKEDA KATSUYA DESIGN, che ospita la mostra TRATTI DI RICORDO, si occupa di Interior Design e architettura ed è il luogo perfetto per trovare la giusta atmosfera che i quadri di Kazuto Takegami regalano.

Giappone in Italia è orgogliosa di presentare questa mostra e vi invita caldamente ad andare a visitarla, per rendersi conto di cosa davvero significhi avere la tradizione del Giappone davanti agli occhi anche grazie all'antica tecnica sumi-e di cui potrete vedere anche gli strumenti utilizzati per crearla.

Non perdete questa occasione, porterete a casa un bagaglio di esperienza (giapponese!) che ricorderete anche con foto come quelle che vedete in questo articolo, scattate direttamente da noi. Lo stesso artista vi accompagnerà in questo viaggio rispondendo e risolvendo tutti i vostri dubbi.

Vi ricordiamo che TRATTI DI RICORDO è visitabile presso Takeda Katsuya, in Via del Torchio 5/7 a Milano dal 15 al 24 ottobre per farvi fare un salto in Giappone senza prendere l'aereo.
TRATTI DI RICORDO, una moistra che merita di essere vista e vissuta.


MILANO SUSHI FESTIVAL – seconda edizione

MILANO SUSHI FESTIVAL – seconda edizione

Il MILANO SUSHI FESTIVAL arriva a Milano con la sua seconda edizione! Da giovedì 21 a domenica 24 ottobre la Piazza Città di Lombardia a Milano è dedicata completamente al piatto simbolo della cucina giapponese, con spettacoli, cooking show e incontri culturali.

Dopo il successo della prima edizione che si è tenuta nel giugno del 2019, torna alla grande dopo la pandemia
il festival milanese che celebra la tradizione giapponese che l’Unesco ha addirittura dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità.

Saranno quattro giorni gustosissimi e pieni di sorprese legate al Giappone, con assaggi, appuntamenti culturali e di intrattenimento organizzati dall’AIRG (l’Associazione Italiana dei Ristoratori Giapponesi).
Stiamo parlando di cerimonia del tè, vestizione del kimono con la partecipazione di Tomoko Hoashi, performance artistiche di Yoshiko Kubota, i concerti del quartetto Shinobu Kikuchi & Friends, e i live cooking show di Claudio Sadler e Roberto Okabe.
Non mancheranno anche le presentazioni di libri e guide sulla gastronomia giapponese e sul sake, incontri sul cibo nel Manga, dj set tutto giapponese.

Arte del Vino è l'organizzatore dell'evento che vedrà la partecipazione di alcuni ristoranti giapponesi di riferimento in città che proporranno le loro specialità:

Finger’s Garden proporrà al pubblico una ricca e variegata selezione di sushi e rolls
Osaka presenta bento e onigiri
Gamy Robata & More fornisce barbecue in stile nipponico
Pop Dog Street Food prepara i famosi takoyaki
Maido è fiera dei suoi okonomiyaki
Sushita propone i suoi uramaki
Karē No Kuruma vi fa provare il riso e curry in stile giapponese
Gong Express presenta i ravioli al vapore.

Inoltre, per chi vorrà scoprire tutti i segreti della cucina asiatica, sarà disponibile un corner di SuiteFood, startup e community di esploratori del gusto.

Cosa chiedere di più? Bevande che possano essere all'altezza! La famosissima Asahi Super Dry, la birra giapponese numero uno al mondo e birra ufficiale del Festival, l’ottimo sake made in Italy di Firenze Sake e un’importante selezione di vini italiani grazie all’enoteca realizzata da D3 Architetti Associati per Arte del Vino.

Marco Ramunno, founder di Arte del Vino, commenta: “Sono molto felice di poter realizzare la seconda edizione di Milano Sushi Festival. Ringrazio tutti i ristoratori che hanno aderito con entusiasmo, gli espositori e i partner che ci sostengono, Kyoko Higuma, socio fondatore di AIRG, e Annalena De Bortoli per la preziosa collaborazione sul programma culturale. Finalmente dopo questo lungo periodo di fermo forzato, ritorniamo a organizzare eventi in presenza: aspettiamo tutti i fan della cucina e della cultura nipponica per trascorrere quattro giorni all’insegna delle affascinanti tradizioni del Sol Levante”.

Amanti del Giappone, del suo cibo e delle sue tradizioni? Non potete mancare a questo appuntamento!
L'inaugurazione ufficiale sarà il 21 ottobre con il Kagamibiraki, l’apertura della botte di sake a opera di chef Shiro, Presidente di AIRG, alla presenza del Console giapponese di Milano, per un brindisi di buon auspicio!

Potete trovare il programma completo su:
https://facebook.com/events/s/fiera-del-giappone-milano-sush/913028362615465/

MILANO SUSHI FESTIVAL
21-24 ottobre 2021
Piazza Città di Lombardia, Milano
Ingresso € 5 (è richiesto il Green Pass)

Orari:
giovedì 21 ottobre dalle 15:00 alle 24:00
venerdì 22 e sabato 23 ottobre dalle 12:00 alle 24:00
domenica 24 ottobre dalle 12:00 alle 22:00

Grazie a:
Marco Ramunno
Mercalia - Arte del Vino srl

Ufficio stampa MILANO SUSHI FESTIVAL
MCS &Partners
t. +39 02 66985471 | press@mcsweb.it


PERIODO KOFUN – LA TOMBA DELL' UJI NO KAMI, LE TOMBE DELL'IMPERATORE

Il periodo Kofun è il periodo delle grandi sepolture. Sorvolando dall'altro i siti archeologici sembra di vedere delle grandi serrature per porte dell'aldilà. Così era di fatto: tombe monumentali.

Hanno anche il nome di tombe a tumulo, perchè si trovavano costruite molto spesso su alture naturali e contenevano al loro interno non solo il corpo del defunto, ma un ricco ed pregiato corredo funebre. Al lettore nascerà naturale il parallelismo con le piramidi e altre forme di mausolei antichi.

Il periodo Kofun è il periodo delle grandi piramidi giapponesi.

Facendo un passo indietro, nel periodo Yayoi, già possiamo trovare in nuce questa forma di sepoltura. Tuttavia, come vedremo, germoglierà appieno solo nel periodo Kofun.

Le forme di queste collinette (anche artificiali) poteva variare da forme geometricamente semplici, a più complesse. Come già accennato, la più caratteristica è “a buco di serratura” , in giapponese zenpōkōen. Al suo interno, il defunto era accompagnato da un'innumerevole serie di oggetti e manufatti che hanno permesso agli archeologi di ricostruire con precisione abitudini e società.

Soprattutto perchè di questi tumuli hanno cominciato a sorgere in tutto il Giappone.

Il più grande e solenne è quello dell'imperatore Nintoku, lungo 486 metri, nei pressi di Ōsaka.

Il manufatto più rappresentativo è l'haniwa, una statuetta in terracotta che riproduceva un elemento della vita reale, fossero case, persone o animali. I miti ci raccontano che gli haniwa sostituirono i sacrifici umani, ma le prove archeologiche non hanno mai confermato questa ipotesi.

 

Il periodo dei Kofun ci racconta una nuova società. O, per meglio dire, il fiorire della società del periodo Yayoi.

Abbiamo già incontrato la divisione del territorio in regni indipendenti l'uno dall'altro, con una famiglia nobile a capo e un kami protettore. Ora questo sistema sociale ha un nome meglio definito: uji-kabane.

Nel dettaglio, uji è una famiglia, in senso ampio, composta da elementi legati da vincoli di sangue o meno, che dominava su un territorio, un “clan”. Al vertice era l'uji no kami, il capofamiglia, discendente diretto dell'ujigami, il kami protettore della stirpe.

Attorno a questo gruppo ne ruotavano altri, vincolati ad esso ed altrettanto rigidi in termini di successione: i be. I be erano unità lavorative al servizio di un uji, devote al kami di esso da cui ricevevano benevolenza e protezione, strettamente divise per occupazione. Be di pescatori, contadini, musici, tessitori, cantastorie e così via... componevano la forza motrice di un piccolo regno retto dalla nobiltà guerriera. Il periodo kufun può ricordare a pennellate rapide un protofeudalesimo.

I rapporti tra gli uji erano, come ci si può aspettare, fondati su guerra e diplomazia. La rete costruita lungo il giappone di punti di potere era necessariamente portata in un secondo momento ad concentrarsi in un punto, il futuro centro imperiale. Lo Yamatai non ha mai dato prove sicure della sua collocazione, ma ad ereditare il ruolo di protagonista politico, dopo che dal 266 questo regno scompare dalle cronache cinesi, fu un clan della regione dello Yamato.

Con appunto, guerra e diplomazia, il clan Yamato si guadagnò il ruolo di uji egemone nel territorio giapponese, e il periodo kofun ci mostra finalmente i petali del primo crisantemo, la famiglia imperiale discendente da Amaterasu.

L'uji no kami era un capo guerriero ma anche un autorita spirituale, e i riti di purificazione avevano un ruolo fondamentale nella vita scandita dai ritmi naturali. Non stupisce dunque che il clan Yamato, discendente dalla dea del Sole, abbia attratto tanto la fedeltà quando la devozione di famiglie meno potenti. Le tombe kofun, oltre a moltissime armi e armature, conservano una moltitudine di specchi di bronzo, simbolo del culto solare.

Un gioiello una spada e uno specchio erano i simboli del potre che nel periodo Kofun, si tramandavano gli uji no kami.

Ma anche una ricchissima collezione di oggetti continentali. Il motore che spinse a questa definizione della società, era in gran parte dovuta all'approfondimento della politica estera, soprattutto nei contatti con la penisola coreana.

Come già avevamo visto per il periodo Yayoi, anche nel periodo Kofun gli scambi oltre mare sono determinanti.

Nell'avvicendarsi dei tre regni coreani di Silla, Koguryō e Paekche, tanto la Cina quanto “Wo”, il Giappone, ha ruoli da coprotagonisti. In particolare, un monumento eretto nel 414 commemora un'importante spedizione giapponese nel 391, in sostegno del proprio alleato Paekche. I rapporti e il ruolo soprattutto che ebbero questi contatti nello sviluppo dell'impostazione “statale” successiva saranno meglio approfonditi in seguito. Tuttavia è importante sottolineare l'abbondanza ritrovamenti di reperti giapponesi in corea, quanto l'influenza di tecniche e maestranze coreane in Giappone, segno di una centralità del potere solida e definita.

Abbiamo lasciato in sospeso il termine kabane, ovvero i “titoli”.

Si tratta del fornire un nome al rapporto tra gli uji no kami dei clan vicini al clan Yamato, in una gerarchia di ranghi alla quale faceva capo quest'ultimo. Titoli nobiliari a tutti gli effetti, che sancivano tanto il livello quanto il ruolo all'interno della corte, e sono il tratto distintivo della politica interna del periodo kofun. I più ambiti erano muraji e omi, veri e propri maestri di cerimonia. A fregiarsi di un simile onore furono ben presto anche i membri di un clan di origine coreano, i Soga. Già da tempo veniva riconosciuto il valore all'interno della società Yamato a nobili coreani, ma i Soga, grazie soprattutto all'introduzione del buddhismo a corte, nella metà del VI secolo.

Il periodo kofun termina quasi naturalmente con il cambio di rituale di sepoltura, quando il buddhismo sostituì l'inumazione con la cremazione. Tuttavia esso può considerarsi la prima parte di un era più ampia, e raggiungere la prima metà del VIII secolo, fino alla fine del periodo Asuka. Con il periodo kofun inizia anche l'era degli Yamato.

ARTICOLO PRECEDENTE: PERIODO YAYOI – IL SEME DEL GIAPPONE E' PIANTATO 


Tutti i titoli giapponesi su Netflix

Ritorna la nostra rubrica dedicata ai titoli giapponesi più interessanti su Netflix. 

Avete seguito i nostri consigli? Hanno soddisfatto le vostre aspettative? Fatecelo sapere nei commenti!

Se, invece, vi siete persi la prima parte, potete trovarla al link in calce.

Bene, incominciamo!

 

Riprendiamo la nostra rubrica da uno dei primi titoli giapponesi approdati sul catalogo Netflix, stiamo parlando di

Midnight Diner: Tokyo Stories.

Rilasciata nel 2009, la serie conta ben 50 episodi da 25 minuti l’uno per un totale di cinque stagioni, troverete, però, su Netflix solo le prime due.

La struttura è piuttosto semplice e ogni episodio è autoconclusivo. 

Lontano dal traffico e dal caos della città, si trova una piccola tavola calda che ogni sera ospita svariati personaggi appartenenti al “popolo della notte”. Alcuni buffi, altri ingenui o serissimi, essi mettono a nudo le proprie fragilità condividendo episodi di vita che hanno cambiato (o cambieranno) le loro esistenze con alcuni clienti abituali e vagamente caricaturali.

Ogni stagione racconta dieci piccole storie e con esse a una pietanza, preparata dal paziente oste, interpretato dall’attore Kaoru Kobayashi.

La serie, tratta da un manga di Yaro Abe che ha venduto più di 5 milioni di copie nel mondo, ha ricevuto un adattamento cinematografico nel 2015, sempre dal titolo Midnight Diner: Tokyo Stories e approdata in Italia al Far East Film Festival.

 

Il prossimo titolo che vi consigliamo è sempre legato all’ambito culinario, ma si discosta completamente dal precedente. Si tratta di

La via del grembiule: lo yakuza casalingo.

Attenzione però, stiamo parlando della versione animata e non la serie, entrambe presenti su Netflix.

L’anime, composto da una stagione di cinque episodi di circa 20 minuti ciascuno, segue le vicende di Tatsu, un ex capo della yakuza soprannominato il Drago Immortale che ha abbandonato le attività criminali per diventare un perfetto marito casalingo. Tuttavia la sua nuova vita è complicata dalla sua apparenza minacciosa e da vecchie conoscenze.

Non aspettatevi, però, drammi e sparatorie, ma soltanto leggerezza e grandi risate.

Anche dal punto di vista delle animazioni, la serie ricalca il manga in tutte le sue sfaccettature più divertenti, grazie allo straordinario lavoro dello studio J.C. Staff. L’umorismo è infatti ciò che connota l’opera di Kōsuke Ōno, riconosciutogli anche da un Eisner Award.

La via del grembiule, approdata su Netflix ad aprile, si arricchirà presto di una nuova stagione, la cui uscita è prevista per il 7 ottobre 2021

 

Infine, concludiamo con un classico, ovvero la filmografia di Hayao Miyazaki

Regista, sceneggiatore, fumettista e produttore cinematografico giapponese, Miyazaki è divenuto l'esponente dell'animazione giapponese più conosciuto e influente al mondo. 

Netflix raccoglie in suo onore tutte le meravigliose opere che raccontano una carriera di più di più di cinquant'anni: dal primo film, Nausicaa della valle del vento uscito nel 1984, al premio Oscar, La città incantata, al recente Si alza il vento.

Possiamo quindi prepararci al meglio all’uscita della sua ultima opera, How do you live, sui cui sta lavorando da più di tre anni, con una maratona di tutte quelle precedenti, per la prima volta, anche in versione originale.

 

Per consultare la prima parte di questa rubrica:

Link pt.1

 

Amanda De Luca


Giappone, la bellezza del quotidiano

Il concetto di bellezza ha un’origine occidentale. Con ciò non si intende dire che il bello sia prerogativa di questa cultura o che i giapponesi abbiano imparato da essa. Questo significa solamente che nel Giappone tradizionale la bellezza non aveva uno studio codificato, e sfumava in altre esperienze come quella della naturalezza (shizen) o del vuoto (mu).

Solamente con l’avvento dell’epoca Meiji e la definitiva conclusione del periodo del sakoku in Giappone i contatti con l’Occidente si intensificarono, e anche il concetto di bellezza divenne oggetto di studio da parte di filosofi e studiosi di arte giapponesi.

Nel Giappone tradizionale, chi è colui che fa arte? Anche in questo caso è difficile dare una risposta. L’arte era qualcosa di più assimilabile all’artigianato, a una tecnica, un rituale portato alla perfezione. Il gesto artistico non risiedeva tanto nell’oggetto in sé, quanto nella cura e nell’azione dell’artigiano.

Se facciamo un salto nel futuro, è impossibile non notare come oggetti e luoghi di uso comune siano in Giappone dei veri piccoli capolavori, curati in ogni dettaglio, per far sì che anche la quotidianità possa assumere sfumature di vari colori.

Si pensi ai cartelli, alle fermate delle metropolitane e treni spesso adornate con disegni, ai treni stessi che ritraggono personaggi tipici della cultura pop. Non solo, anche le transenne stradali in Giappone possono essere kawaii, il contenuto di bento, le macchinette delle bibite. Insomma: ovunque si giri lo sguardo si potrà rimanere ammaliati, incuriositi, anche solo coinvolti in panorami particolari.

In questo articolo si tratteranno in particolare due oggetti e luoghi del quotidiano che in Giappone sono – pur essendo parte della vita di tutti i giorni – pensati con estrema cura.

 

 

Koban

Cosa sono i Koban in Giappone? I Koban sono piccole stazioni di polizia cittadine, utili per emergenze o consigli legati alla vita di quartiere. In una stessa città, infatti, ve ne possono essere moltissime, di solito sono piccoli edifici che quasi si nascondono tra una costruzione e l’altra.

C’è una pagina di instagram chiamata prettykoban che ci fa scoprire come questi luoghi di vita quotidiana siano a volte trattati come piccole architetture di pregio.

 

https://www.instagram.com/p/CTV6hvRlqnn/

Questa stazione di polizia ha una forma molto particolare: ha una forma a torre e un tetto a punta color azzurro, elementi che ci fanno quasi pensare ad architetture occidentali.

 

https://www.instagram.com/p/CSUGVBPlvv4/

Del tutto particolare, koban dalla forma di gufo, con finestre al posto degli occhi. Potreste credere di trovare dei poliziotti in questo tipo di edificio?

 

https://www.instagram.com/p/CRtAsTVFlmA/

Questa architettura riprende perfettamente i materiali in cui è collocata. All’interno di una foresta, sfrutta legno e pietra e appare quasi come una piccola casa accogliente.

 

https://www.instagram.com/p/COFa9ZnBWKg/

Koban inserita nel fantastico scenario dell’entrata del tempio Sensoji.

 

 

 

Tombini

Un’altra categoria di oggetti che non ci aspetteremmo mai essere belli o piacevoli alla vista sono i tombini. Abituati a sentirli legati a un senso di sporcizia, vedere alcuni dei tombini giapponesi potrà forse farci rivalutare questo tipo di oggetto comune. I tombini in Giappone sono quasi sempre molto carini: alcuni rappresentano con immagini e disegni il luogo in cui ci si trova, alcuni vengono costruiti per occasioni speciali o anniversari, per commemorare una persona o un momento particolare, altri sono semplicemente carini e decorativi, a rendere la visione delle strade più piacevole.

Kawaiimanhole ci offre una serie di tombini tutti particolari:

 

https://www.instagram.com/p/CS3w83rF8Mj/

https://www.instagram.com/p/CPuG3WPFMkk/

Un classico: personaggi conosciuti in tutto il mondo, Hello Kitty, gattina dalla forma umana e il mondo fantastico dei Pokémon.

 

https://www.instagram.com/p/CRtHpvDjs6_/

 

Un tombino costruito apposta per i giochi olimpici di Tokyo 2020.

 

https://www.instagram.com/p/CQnJ6ppjLBl/

Questo tombino addirittura riporta una stampa giapponese ukiyo e del Monte Fuji di Hokusai. Una stampa, dunque, equiparata a oggetto d’arte, applicata su un tombino: oggetto quotidiano su cui le persone camminano e spesso magari nemmeno si soffermano.

 

https://www.instagram.com/p/CQFClXPlgRZ/

Un tombino tipico di una città ben precisa, con caratteristiche proprie di essa.

 

 

 

Vi lasciamo esplorare, per chi ha la curiosità di farlo, questi e molti altri oggetti del quotidiano che in Giappone animano il nostro sguardo, ci distraggono mentre passeggiamo per le strade, attirano la nostra attenzione. La bellezza è nel quotidiano, il quotidiano è bellezza.

 

 

 

A cura di Susanna Legnani


I concerti a lume di candela conquistano Milano

Bellissima iniziativa per tutti gli appassionati di cultura giapponese è quella di “Candlelight: colonne sonore di anime a lume di candela”.

Gli eventi, realizzati da Feverup, offrono la possibilità di godere di un pomeriggio o di una serata in compagnia delle colonne sonore dei nostri anime preferiti, il tutto in una cornice assolutamente magica.

Un pianoforte e centinaia di candele, infatti, fanno da sfondo alla musica, in luogo intimo nel cuore di Milano.

Presente in tutto il mondo, Feveup è azienda leader mondiale nella digitalizzazione dell’Experience Economy, ispirando gli utenti a scoprire e godere delle migliori esperienze nella propria città.

Dai concerti al teatro, dalla musica dal vivo a esperienze immersive e pop-up, consente agli organizzatori di eventi di creare contenuti sempre nuovi e originali. Ed è proprio questo il caso.

Per tutti coloro che volessero accaparrarsi un biglietto il prima possibile, avete due possibilità: correre sul sito ufficiale o scaricare l’app, così da avere tutti gli eventi a portata di mano e ricevere la notifica dei più interessanti.

Se non trovate più disponibilità, niente paura! Gli eventi di Feverup si ripetono a cadenza mensile, così tutti avranno modo di partecipare o ri-partecipare.

I biglietti partono da €15,00, nelle zone a bassa visibilità, fino a €25,00, per questo specifico evento. Ci sono due fasce orarie tra cui scegliere: una tarda-pomeridiana e una serale.

Per il programma e ulteriori dettagli visitate il sito feverup.com.

La magia degli eventi dal vivo vi aspetta, divertitevi con Fever!

 

Amanda De Luca


Neon Giappone

Quando viene sera e le luci delle case si spengono nelle metropoli del Giappone, qualcosa rimane a farci compagnia: un mare di cartelli luminosi, luci LED, insegne accavallate e disordinate, luminescenti, pannelli 3D dalla tecnologia avanzata, scritte al Neon.

Che si stia passeggiando per Akihabara o Shinjuku a Tokyo, o per i quartieri di Dōtonbori o Tennoji di Osaka, colori brillanti emergono dal buio delle strade e creano un’atmosfera proiettata nel futuro.

Da tempo sul web possiamo sperimentare tutti questi scenari pur non essendo fisicamente in Giappone: questo tipo di fotografia è diventata una vera e propria moda, che concentra la sua attenzione sulla spettacolarità di questi paesaggi metropolitani notturni.

I colori vengono accentuati, in contrasto all’oscurità dei dintorni, l’atmosfera diviene sospesa, come se ci trovassimo nel fermo immagine di una realtà alternativa. La vivacità di questi ambienti, inoltre, fa pensare al fatto che – sebbene a volte le strade appaiano vuote – la città sia sempre sveglia e viva, in movimento, in evoluzione.

L’insegna di un izakaya, i billaboard sui grattacieli, le macchinette automatiche agli angoli delle strade, alcune lanterne di santuari: c’è un Giappone che dalla tradizione al futuro vive la notte. Ci fa scoprire alcuni suoi angoli nascosti, che non brillano tanto alla luce del giorno tanto quando cala la sera.

 

Vediamo allora due fotografi che si sono specializzati in questo tipo di scatti:

 

 

Kitsunetsuki.jp

 

Dai rossi torii giapponesi alle insegne cittadine, il fotografo ritrae i suoi soggetti attraverso colori di forte impatto. Luci al neon sgargianti.

 

https://www.instagram.com/p/CTFOlJiJHsb/?utm_medium=copy_link

La tradizione non sfugge a queste dinamiche. Una donna vestita da kitsune attraversa torii rossi nella notte.

 

https://www.instagram.com/p/CS1pj4MpvUQ/?utm_medium=copy_link

Le stesse insegne sono ciò che colora gli ambienti. Tutto è colpito da queste luci e i colori ne vengono alterati, come a ridisegnare una realtà diversa.

 

https://www.instagram.com/p/CRtzlybq0Kl/?utm_medium=copy_link

https://www.instagram.com/p/CRB1MxfMHDB/?utm_medium=copy_link

A colmare le strade vuote, rimangono le insegne che – accavallate le une sulle altre – rendono la città sempre viva, sveglia. Un mistero aleggia per le vie: quello di essere e non essere soli.

 

https://www.instagram.com/p/CO5kbrkgfzI/?utm_medium=copy_link

Infine, i colori più sgargianti sono ritratti come nuova luce nel buio. Nuovo mondo: quello che accade quando cala il sole.

 

 

Tokyoluv

 

Il fotografo si concentra sulle luci soffuse, neon che crea un’atmosfera omogenea di calma, conforto. Si concentra su scenari di normalità, vita quotidiana, con colori che suggeriscono sfumature e aspetti tutti nuovi di essa.

https://www.instagram.com/p/CTP-EQqph9D/?utm_medium=copy_link

https://www.instagram.com/p/CSEs8Arg913/?utm_medium=copy_link

 

 

https://www.instagram.com/p/CJ90VFHADq2/?utm_medium=copy_link

La luce che fuoriesce da un piccolo locale di una qualunque notte a Tokyo, illumina uno spaccato di vita che non è nient’altro che bellezza di quel quotidiano.

 

https://www.instagram.com/p/CHiYKclgcSA/?utm_medium=copy_link

Le cosiddette jidouhanbaiki, le famose macchinette delle bibite giapponesi, prese ad un angolo in un’atmosfera che appare quella dell’alba. Stanno lì, con la loro luce, ad illuminare le strade, ad attendere i primi passanti che ne usufruiranno – forse nel ritardo della mattina.

 

https://www.instagram.com/p/B2HIBhiABWG/?utm_medium=copy_link

Anche la tradizione è parte di questa quotidianità dai colori alterati, vista da vicino è ciò che fa più luce: lanterne di santuari che dal passato guidano verso il futuro.

 

 

Link utili:

https://tokyoluv.com

https://kitsunetsuki.myportfolio.com

 

 

a cura di Susanna Legnani

 

 


Giappone al Fuorisalone 2021

Anche quest'anno il Fuorisalone dedica ampio spazio al Giappone! Se non in primavera alla fine dell'estate, la creatività a Milano ha trovato spazio nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Ecco un elenco di eventi per gli appassionati di design e del Paese del Sol Levante.

Scopri il Giappone durante il Fuorisalone 2021 a Milano

Tillandsia WALL “From Nature to Art creating Wellness” | 7 Settembre 2021

Talk con Paolo Michieli e Roberta Filippini | TENOHA Milano, Via Vigevano 18

Talk dedicato su tutto ciò che occorre sapere sulle Tillandsia, piante desertiche appartenenti alla famiglia delle
Bromeliacee dal grande valore decorativo e con proprietà benefiche, in quanto assorbendo attraverso il loro
apparato fogliare parte dei COV (composti organici volatili) migliorano la qualità dell’aria e dell’ambiente in cui andranno posizionate.

TWO DESIGNERS TALK – CITIZEN FIRST, DESIGNER SECOND | 8 Settembre 2021

con Keiji Takeuchi & Denis Guidone | TENOHA Milano, Via Vigevano 18

Conversazioni e condivisioni attraverso un mix di aneddoti personali e esperienze professionali tra due designer che si sono scambiati i paesi natale. Keiji Takeuchi in Italia e Denis Guidone in Giappone, riflettono sulla vita e sui processi di come sono stati plasmati dalla bellezza, dalle sfide e dall’imprevedibilità del design.
Ad accompagnare i racconti un altro designer, Mohamed Ismail che offre il connubio unico e prezioso tra design, business e le tendenze.

Tadao Amano, Reminiscenze dei sogni di tre artisti giapponesi | 5 - 8 Settembre 2021

Corso Buenos Aires 66, MM Lima o Loreto. Citofono 103 | Fondazione Paolina Brugnatelli

La Fondazione Paolina Brugnatelli, promuove e sponsorizza, numerose iniziative in campo scientifico e artistico. Dal 2010 ad oggi ha premiato numerosi giovani valenti medici ricercatori nonché promettenti artisti.

Ha distribuito premi nel campo oftalmico al fine di favorire l’attività di ricerca e studio, contribuito a viaggi di ricerca all’estero, organizzato mostre didattiche e di divulgazione con la partecipazione di artisti non vedenti, mostre d’arte per promuovere giovani artisti, prodotto edizioni di cataloghi d’arte.
La Fondazione, organizzazione no profit permanente al servizio della società e del suo sviluppo, si propone inoltre di pubblicizzare e divulgare nel modo più ampio possibile l’opera svolta, ai fini di istruzione, studio e condivisione a beneficio della comunità.

UNCONVENTIONAL JAPANESE TEABOWLS (CHAWAN) | 4 - 10 Settembre 2021

Via Forcella 7 (Zona Tortona), 20144 Milano | ESH Gallery

Saranno esposte una serie di tazze ispirate alla cerimonia del tè e realizzate con la tecnica del collage e sumi (inchiostro giapponese) su carta, tecnica e cifra stilistica dell’artista Mauro Bellucci.

In anteprima anche una selezione di EXPRESS AND EXPLORE, la mostra di prossima apertura presso ESH Gallery: un viaggio alla scoperta del vetro giapponese contemporaneo, con le opere di Yoshiaki Kojiro, Runa Kosogawa, Ōki Izumi, Ryo Sekino, Shohei Yokoyama.

Perfect Imperfection | 4 - 10 Settembre 2021

Via Savona 20

Le opere d'arte saranno esposte e vendute presso il punto vendita di Via Tortona N.20, Milano dal 4 al 10 settembre, periodo del Salone del Mobile. Questa sarà la prima mostra ufficiale in Europa per l'artista HARUKA.

Nitto - Search for Light - | 4 - 10 Settembre 2021

Torneria Tortona — via Tortona, 32, Milano | Fuorisalone

Nitto, azienda giapponese produttrice di materiali ad alte prestazioni, presenta "Search for Light",un labirinto magico che offre uno sguardo sul futuro dell'illuminazione. L’ installazione, progettata da Kaoru Mende, architectural lighting designer, consente ai visitatori di scoprire RAYCREA, l'innovativa tecnologia di controllo della luce sviluppata da Nitto, che consente nuove forme di espressione.Catturando luce e colore, RAYCREA apre nuove possibilità nel campo dell'illuminazione di superfici.

"Parasite Palm" | 4 - 10 Settembre 2021

Via Savona 21, Milano | GreenFingers Market

Fuorisalone

Una colonna organica di foglie di palma si manifesta come una crescita parassitaria a Green Fingers Market Milano dove si aggrappa al soffitto e prende vita propria.

HAKONIWA | 4 - 10 Settembre 2021

Green Wise Italy Showroom — Via Palermo 5, Milano, Milano | Fuorisalone

Fuorisalone

Con un’estetica che fonde tradizione giapponese e influenze occidentali, durante la MDW 2021, lo showroom Green Wise Italy si trasforma in giardino. Sentieri di ghiaia e isole di verde per proporre un modello dell’abitare che valorizza la presenza benefica della natura nell’ambiente interior.
Hakoniwa è un termine giapponese che significa “giardino in una scatola” e si riferisce a un oggetto della tradizione nipponica: un diorama vegetale realizzato con terra, pietre e miniature botaniche. Una capsula di paesaggio sempre a portata di mano. Una perla di verde che, per sostituzione, assolve la funzione del cortile zen, luogo di raccoglimento intimo e spirituale.

MONTBOOK | 7 - 10 Settembre 2021

Via Vigevano 18, Milano | TENOHA Milano

Arriva a Milano MONTBOOK, brand di pelletteria giapponese con in mostra i propri articoli di design. Ispirati allo zaino scolastico utilizzato dai bambini giapponesi, questi articoli disegnati da Giulio Iacchetti, dimostrano come ancora una volta Giappone ed Italia abbiano molte più qualità in comune di quanto potessimo immaginare.

SHEER NATURE CRYSTAL – ANGELO MANGIAROTTI | FATTO AD ARTE | 9 Settembre 2021

Via Vigevano 18, Milano | TENOHA Milano

Sheer Nature Crystal by Marta Comini, Raffaella Fossati e Kinue Horikawa è una collezione di oggetti in cristallo disegnati da un grande maestro dell’architettuta italiana: Angelo Mangiarotti, proposti e prodotti oggi da Fatto ad Arte Edizioni. Oggetti-scultura fatti di linee, curve, onde, chiaroscuri vibranti che reinventano la materia cristallo spingendola a nuove e inedite sperimentazioni: disponibili dal 4 settembre in TENOHA shop.

“A Taste of Japan” | 9 Settembre 2021

Via Tortona 37 dalle ore 18:30 | GARDE

Durante la serata si terrà la cerimonia del Premio Milano Salone Award organizzato da Aoyama Design Forum, e si potranno visionare anche le opere del Premio neo laureati organizzato dalla Fondazione e Ordine degli Architetti di Milano e sponsorizzato da Aoyama Design Forum.
Verranno inoltre presentati gli ultimi progetti di Garde nel mondo, espressione dei trend più influenti nel campo dell’Interior Design.

Usva Utu Sumu | Thomas Berra | 9 - 10 Settembre 2021

Via Solferino 48, Milano @ Zazà Ramen | Fuorisalone

Zazà Ramen sake bar & restaurant, in collaborazione con la galleria UNA di Piacenza, è felice di presentare Usva Utu Sumu di Thomas Berra, un grande wall painting dal carattere onirico e evocativo che si sviluppa lungo le pareti della sala da pranzo del ristorante e che accompagnerà i suoi avventori a partire da settembre 2021.