Intervista al Prof.Shimizu e al Prof.Takeuchi

Quali sono i valori tradizionali trasmessi tramite il Manga?

Il Manga, sia ora che in passato, rappresenta gli stili di vita e la quotidianità dei giapponesi; grazie ad esso le nuove generazioni del nostro Paese, ma anche i lettori di tutto il mondo, possono scoprire i modelli della società giapponese. Le storie che i manga raccontano sono spesso rielaborazioni di storie, racconti, credenze, al punto che sembrano rappresentare l'essenza della nostra cultura.

In particolare, quali opere consiglierebbe di leggere a chi vuole avvicinarsi alla cultura giapponese?

Sazae-san per vedere la vita quotidiana del popolo. Ma anche opere come ペコロスの母に会いに行く (NdTIncontrare la mamma di Pecoros) possono essere interessanti per affrontare i nuovi problemi della società contemporanea. Anche in Giappone l'età media si sta alzando, e questo Manga racconta della difficile convivenza con una madre anziana che sta perdendo la memoria.

Quindi i manga vengono utilizzati anche come strumento di comunicazione...

Sono state disegnate serie complete su chimica, matematica, economia, ad esempio, grazie alle quali il Manga diventa uno strumento di formazione.

Non solo. I periodi di maggiore diffusione del Manga sono sempre conseguenti a grandi catastrofi naturali, come terremoti o incendi. Leggere queste opere ci aiuta a risollevarci nei momenti di massima tristezza e tornare a ridere della vita. Anche per questo sono una forma artistica molto importante.

Basti pensare che l'influenza culturale del Giappone sull'Occidente si è articolata in tre fasi: la prima, il Giaponismo, ha visto gli autori europei prendere ispirazione dagli ukio-e, mentre la seconda, avvenuta nel 1911, è dovuta alla diffusione delle opere letterarie come il Gengi Monogatari e gli Haiku. Se non si considera una brevissima fase di apprezzamento del cinema giapponese dopo la Seconda Guerra Mondiale, il fenomeno Manga si può considerare la terza fase. Questo dato rende bene la sua importanza.

Ma a sua volta il Manga prende elementi tipicamente Occidentali e li rielabora.

La prospettiva adottata è completamente diversa. Opere come Lady Oscar o Thermae Romae riprendono la storia Occidentale con occhio diverso: è il punto di vista interiore di uno dei personaggi, che esprime le proprie emozioni e i propri sentimenti e dunque il lettore è più portato a immedesimarsi. Le persone si innamorano dei personaggi.

Questo racconto della realtà tramite la soggettività di un personaggio ricorda la tecnica usata nel Romanzo dell'Io, lo Shishosetsu.

Nel Manga è la trasmissione dei sentimenti a dover prevalere: questo avviene tramite la rielaborazione e l'utilizzo di tecniche provenienti da altri mezzi d'espressione, come la letteratura e il cinema, tramandandone così la tradizione.

Il Manga e la letteratura sono sempre più intrecciati - basti vedere l'influenza dello Shojo Manga in Banana Yoshimoto...

Ma esiste anche il processo inverso. Eimi Yamada è passata dall'ambito Manga alla letteratura. Esiste quindi uno scambio fra le due forme artistiche.

A proposito di Mangaka, come sono inseriti nella società? Ricevono la stessa considerazione degli idol?

Fino agli anni '70 il rapporto fra Mangaka e i propri lettori era più stretto: era possibile inviare loro lettere o anche incontrarli in pubblico. Al giorno d'oggi la maggior parte di loro protetti dalle case editrici, anche se esistono le eccezioni come il maestro Takahashi, che preferiscono andare incontro al pubblico. 

Silvia Pagano


J + I - 6 Intervista con Kaori Shiina

J + I - 6 Designers Giapponesi + grandi Artigiani Italiani

In occasione del Fuori Salone 2013, si svolgerà un nuovo evento all'insegna del design orientale in uno dei luoghi più rappresentativi della comunità cinese in Italia. Dal 9 al 14 Aprile, infatti, si terrà il Sarpi Bridge, presso il quale giovani artisti di Cina, Giappone e Corea esporranno le proprie creazioni; un vero e proprio crocevia di personalità che proporrà al pubblico, milanese e non solo, una vasta scelta di opere.

Fra le iniziative cui hanno collaborato personalità dell'arte giapponese, ad esempio la mostra Portrait e l'installazione Insectida, spicca "J + I - 6 Designers Giapponesi + grandi Artigiani Italiani", in cui sono esposte le opere nate dalla collaborazione di Sakura Adachi, Tomoko Azumi, Kazuyo Komoda, Kuniko Maeda, Kaori Shiina e Shinobu Ito e i grandi nomi dell'artigianato italiano. Sei designer di fama internazionale, ma soprattutto sei donne talentuose che hanno messo a confronto la propria creatività con tecniche e materiali lontanissimi dalla propria tradizione.

Per comprendere meglio l'iniziativa, abbiamo chiesto a Kaori Shina, una delle organizzatrici del Sarpi Bridge nonchè autrice di alcune delle opere in esposizione, di parlarci della sua esperienza.

Come guardare la collezione? Con una visione aperta e personale, ha risposto. Collaborare con degli artigiani italiani è stata un'esperienza unica, in cui si è allontanata dal suo background di designer aziendale. Se nel quotidiano la sua creatività è limitata dai vincoli di produzione, entrare di persona nella tradizione manifatturiera italiana le ha offerto la possibilità di realizzare opere uniche, in cui traspaiono gli ideali di semplicità e onestà che caratterizzano il suo lavoro.

Fra le conseguenze della collaborazione con gli artigiani ci sono i costi elevati: le opere hanno prezzi che risultano quindi necessariamente più alti di una normale produzione di serie. Dall'esterno era quasi impossibile valutare la difficoltà nella lavorazione di materiali come il vetro di Murano, sottolinea la signora Shiina. Tuttavia questa nuova esperienza ha aperto un nuovo percorso di pensiero e nuove possibilità per il futuro.

Designer, straniera, donna. Tre caratteristiche che indicano implicitamente un percorso difficile, un percorso che ha formato dei caratteri determinati e decisi. Non è facile emergere in questo settore, confessa. Ma la sfida di trovare una mediazione fra dei punti di vista così forti è stata superata e alla fine ha prevalso il fine comune. Ognuna ha creato con il proprio stile personale un oggetto gentile e onesto, che deriva dalla capacità di mettere da parte l'autocelebrazione, e aprirsi ad una discussione alla pari.

Non resta che invitarvi al Sarpi Bridge e ammirare di persona il frutto di questa collaborazione straordinaria. 


Philippe Daverio intervista Kenjiro Azuma

dsc_32112A Passepartout, Philippe Daverio intervista il grande artista Kenjiro Azuma sul suo sentimento dell'arte e della vita. (Foto di Giuseppe De Francesco)


Intervista ad Alberto Moro

Alberto Moro, Presidente di Giappone in Italia e membro dell’Associazione Culturale Urasenke di Milano, è intervistato sulla cerimonia del tè dalla web tv Televisionet.