Hotarubi no chakai
Uno dei più memorabili chakai a cui ho assistito quando vivevo a Kyoto è stato l’Hotarubi no chakai al santuario Shimogamo. La cerimonia del tè che si tiene a giugno fra il luccichio delle lucciole al santuario Shimogamo di Kyoto (conosciuto anche come Santuario Kamomiya). “Hotaru” significa “lucciola”; “bi” significa fuoco o scintillio. Una delle sue finalità è la preservazione del Tadasu no Mori, “La Foresta della Giustizia”, che circonda il Santuario Shimogamo. Circa 600 lucciole sono liberate al di sopra di un fiume chiamato Mitarashigawa mentre gli invitati alla cerimonia godono del loro tè. Lo Shimogamo è uno dei più antichi santuari del Giappone ed è sito esattamente a nord della confluenza fra i fiumi Kamo e Takase nella parte centrosettentrionale di Kyoto. La storia di questo santuario risale ai periodi preistorici. Il primo riferimento al santuario è la riparazione di una staccionata nel II secolo a.C., cosa che suggerisce che il santuario era esistito anche prima di quella data. Leggere di più
Kabuki, spazio di trasgressione e teatro totale: un’introduzione
Della peculiare cultura urbana del Giappone del periodo Edo, il kabuki è uno degli elementi più rappresentativi: uno spazio di libertà e trasgressione al pari dei quartieri del piacere e, analogamente a quelli, un luogo di annullamento delle differenze sociali. Proprio per questo, il kabuki ha un pubblico variegato ed esigente, costituito in massima parte dai chōnin ma può contare anche sulle visite frequenti di bushi (en travesti, camuffati con ampi copricapi per sfuggire alla proibizione di frequentare i teatri) e persino sulla protezione di qualche daimyō.
Così il kabuki diventa luogo privilegiato di incontro di gusti e mentalità diverse, che sta alla bravura di autori, attori e produttori cercare di conciliare e soddisfare.Leggere di più
Geisha famose: Oyuki Morgan
Una Geisha che visse a metà fra Giappone e Europa fu Oyuki Kato (1881-1963).
Quando nel 1902 George Morgan il nipote di un ricco finanziere americano si recò in visita in Giappone si innamorò a prima vista della bella Oyuki durante uno spettacolo dei Miyako Odori. Aveva 21 anni ed era all’apice del successo.
Si sposarono e si trasferirono in America, ma la famiglia Morgan non accettò di buon grado il matrimonio con una straniera, così dopo poco tempo si trasferirono di nuovo e andarono a vivere a Parigi. Lei divenne una signora dell’alta società, imparò il francese e studiò pianoforte. George Morgan morì del 1915 e lei, ricca 34enne, rientrò in Giappone e si stabilì a Gion.Leggere di più
Cos’è il Kō?
Consciamente o inconsciamente gli uomini si sono sempre interessati a fragranze profumate e piacevoli, sia per il loro valore intrinseco sia per il modo in cui esse colpiscono gli altri sensi, come il gusto o la vista. In particolare, il popolo giapponese ha da lungo tempo capito che il valore dell’incenso non si limita alla sola sensualità, ma si estende in ugual modo alla sfera della bellezza estetica. Anche se privo di forma o sostanza materiale, l’incenso ha il potere di commuovere e ispirare profondamente. L’opportunità di guardare con calma nella propria mente, mentre si trae beneficio dalla fragranza dell’incenso è considerata preziosa per ritrovare la pace e la calma spirituale. Leggere di più
L'evoluzione della concezione di Kami
Secondo Inoue Nobutaka, mentre lo Shintō viene normalmente classificato come una forma di politeismo, il concetto di kami, che è uno dei suoi concetti cardine, è piuttosto complicato, anche alla comprensione dei giapponesi stessi. Per esempio, i kami che sono stati elencati e classificati sistematicamente nei documenti classici come il Kojiki e il Nihonshoki, sono diversi dalle divinità venerate dalla gente comune nella vita quotidiana.
In altri casi i kami sono stati assimilati a buddha e bodhisattva nel corso della storia giapponese.
La parola giapponese kami viene normalmente tradotta con “Dio”; tuttavia il giapponese kami e l’italiano Dio sono due concetti che si differenziano notevolmente per vari aspetti, dato che si sono sviluppati in culture completamente diverse. La struttura di base dell’idea monoteistica della tradizione giudeo-cristiana è in netto contrasto con l’idea politeistica dello Shintō.Leggere di più
"Yes, we Kan"?
Il Giappone ha il suo quinto Primo Ministro in quattro anni.
Yukio Hatoyama il 2 giugno scorso ha annunciato le sue dimissioni.
Le cause sono relative agli scandali di finanziamenti occulti riguardanti il potentissimo “shogun-ombra” Ichiro Ozawa, ex Segretario Generale del Partito Democratico, dimissionario coatto insieme ad Hatoyama. La pesantissima perdita di popolarità dell'ex Primo Ministro – dal 70% in sede di elezione al 17% degli ultimi giorni – è tuttavia legata alla promessa, non onorata, dello spostamento della base militare statunitense Futenma, in Okinawa.Leggere di più
La storia del Kō
Le essenze che dall’antica India si diffusero in Occidente si trasformarono in profumi, mentre la tradizione che viaggiò attraverso est fino in Giappone nel VI secolo (epoca Asuka) fu quella del Kō, o incenso. Il Kō ha sempre giocato un ruolo molto importante nel Buddhismo, come offerta di purificazione, grazie alla sua capacità di rilassare la mente e aprire nuovi orizzonti culturali. Un incenso che brucia è in grado di rendere unica l’atmosfera, facendoci astrarre dalla realtà di tutti i giorni.
Nell’VIII secolo (epoca Heian) gli aristocratici di corte cominciarono ad usare il Kō per profumare i kimono con le loro essenze preferite. Più tardi furono elaborate le regole dell’etichetta e l’uso dell’incenso venne considerato come un raffinato ed elegante passatempo. Da quel momento, il normale uso dell’incenso gradualmente si trasformò nel Kōdō, la Via dell’Incenso, una vera e propria arte.Leggere di più
Il gagaku e i suoi diversi generi: Kuniburi no Utamai
Come già detto il gagaku è un repertorio di musiche eterogenee più che una musica a sé stante nonostante possieda indubbiamente un carattere nettamente definito. Uno degli aspetti più importanti è la sopravvivenza al suo interno di musiche di diverso tipo appartenenti alla tradizione shintoista, raccolte comunemente sotto il nome di Kuniburi no Utamai. In particolare esse sono i Kagura uta, Azuma asobi, Yamato uta, Kume uta, Ruika e Ōuta, ognuna di queste strutturata secondo regole e con strumenti propri che si collegano spesso solo superficialmente con quanto sino ad ora descritto. I Kagura Uta, forse i più noti, sono una forma musicale preesistente all'importazione delle musiche dal continente e facente parte sia dei riti agresti dei villaggi (nella forma del Sato Kagura) sia delle cerimonie legate alla casa imperiale, il Mikagura no Gi. Quest'ultimo, accolto nel repertorio in epoca Heian, consta di un complesso rituale di durata variabile tra le 6-7 ore con una quindicina di brani e si esegue solo poche volte l'anno.Leggere di più
Antiquariato giapponese
"Comprendere profondamente questo segno significa capire la verità dell’universo". Questa - circa - è la criptica frase che accompagna il grande cerchio dipinto da Teito Shuto, quattrocentoquarantaquattresimo abate del Daitokuji di Kyoto, il tempio di riferimento per la pratica della cerimonia del tè, fondato nel 1315 e ancora riferimento primario per la cultura del tè e delle arti zen ad essa correlate.
L'enso è il più potente simbolo dello zen e va tracciato con un unico, deciso e consapevole tratto del pennello. Cerchio cosmico, che racchiude al contempo il vuoto e l'infinito, questo segno combina in sé allo stesso tempo l'essere e il non-essere, il visibile e l'invisibile. Tutti i monaci zen si sono cimentati in questo segno e le variazioni sono infinite: cerchio chiuso o aperto, grande o piccolo, regolare o distorto, le sensazioni che il tratto comunica sono sempre diverse, esprimendo calma riflessione ma anche forza e dinamicità. In questo caso la forma larga e perfetta richiama la luna piena, a simboleggiare la mente illuminata, ma anche la ruota, a indicare che tutto scorre, o lo zero, per ricordare che tempo e spazio non esistono ma sono il fondamento dell'esistenza.Leggere di più
La vita è sogno
Sono passati cento anni da quando Freud incominciò a interpretare i sogni e ormai tutti sanno che ruolo importante essi rivestano per entrare in contatto con l’inconscio. Carl Gustav Jung ha ulteriormente approfondito il tema e ha scoperto che il mondo dell’inconscio è molto più ampio di quanto immaginassimo. L’inconscio dell’individuo è comunicabile e questa capacità di comunicazione è stata chiamata “sinchronicity”. Se fossimo perfettamente sincronizzati con i sogni e l’inconscio, il mondo sarebbe un paradiso senza conflitti. Le cose, però, non sono così semplici: oggi sempre più persone cercano l’aiuto degli psicoanalisti per vivere una vita più serena.Leggere di più