Budō come “invenzione moderna”
Dopo la restaurazione Meiji il contenuto delle arti marziali cambia ancora drasticamente. La finalità militare si perde del tutto insieme alle limitazioni di casta. Le arti marziali non sono più appannaggio esclusivo della casta guerriera ma si aprono alla popolazione nel suo insieme. In queste nuove circostanze la parola bujutsu viene abbandonata a favore del termine budō che implica un allenamento fisico guidato da precisi principi ideali.
Le arti del combattimento si avviano a diventare discipline sportive. Il periodo storico considerato vede anche l’opera di altri riformatori che sistematizzano l’insieme delle tecniche apprese nella propria specifica arte, recuperando e valorizzando gli aspetti più sportivi della tradizione. Il kenjutsu diventa kendō ad opera di Nakayama Hakudo (1873-1958), il jūjutsu, jūdō grazie al maestro Kanō Jigorō (1860-1938); il tiro con l’arco kyūjutsu, muta in kyūdō. Anche il karate, arte marziale originaria di Okinawa, viene assimilato alla tradizione giapponese e diventa karate dō, sotto la guida di Gichin Funakoshi (1869-1957) negli anni Venti e Trenta.
Chiara Bottelli, nipponista, si occupa di turismo responsabile e artigianato
Le stagioni nel Kabuki. Il cartellone annuale a Edo.
Tradizionalmente, l’anno del kabuki seguiva la scansione stagionale perchè “solo tale periodizzazione ha il carattere cerimoniale dei riti annuali”, secondo quanto afferma lo studioso di teatro Kawatake Toshio.
Essendo prassi comune che l’ingaggio degli attori e delle compagnie presso i vari teatri avesse la durata di un anno, il primo appuntamento della stagione era dato da un programma di presentazione delle compagnie al pubblico, il cosiddetto kaomise, in cui appunto gli attori “mostravano il volto” al pubblico e ne chiedevano la cortese benevolenza. Il programma del kaomise si teneva agli inizi dell’undicesimo mese del calendario lunare (mese che andava dal 20 novembre al 20 dicembre secondo il calendario gregoriano) e costituiva l’inizio della stagione , oltre che un vero e proprio evento cittadino caratterizzato da un clima di fervida attesa in tutti gli appassionati. Leggere di più
Geisha famose: Sadayakko Kawakami
Nel 1899 partirono per un tour mondiale, lei accompagnava la troupe come moglie del regista in quanto gli spettacoli sarebbero stati interpretati da Onnagata. In Occidente però spettacoli con uomini che interpretano ruoli femminili non avrebbero mai funzionato.Leggere di più
Hotarubi no chakai
Uno dei più memorabili chakai a cui ho assistito quando vivevo a Kyoto è stato l’Hotarubi no chakai al santuario Shimogamo. La cerimonia del tè che si tiene a giugno fra il luccichio delle lucciole al santuario Shimogamo di Kyoto (conosciuto anche come Santuario Kamomiya). “Hotaru” significa “lucciola”; “bi” significa fuoco o scintillio. Una delle sue finalità è la preservazione del Tadasu no Mori, “La Foresta della Giustizia”, che circonda il Santuario Shimogamo. Circa 600 lucciole sono liberate al di sopra di un fiume chiamato Mitarashigawa mentre gli invitati alla cerimonia godono del loro tè. Lo Shimogamo è uno dei più antichi santuari del Giappone ed è sito esattamente a nord della confluenza fra i fiumi Kamo e Takase nella parte centrosettentrionale di Kyoto. La storia di questo santuario risale ai periodi preistorici. Il primo riferimento al santuario è la riparazione di una staccionata nel II secolo a.C., cosa che suggerisce che il santuario era esistito anche prima di quella data. Leggere di più
Kabuki, spazio di trasgressione e teatro totale: un’introduzione
Della peculiare cultura urbana del Giappone del periodo Edo, il kabuki è uno degli elementi più rappresentativi: uno spazio di libertà e trasgressione al pari dei quartieri del piacere e, analogamente a quelli, un luogo di annullamento delle differenze sociali. Proprio per questo, il kabuki ha un pubblico variegato ed esigente, costituito in massima parte dai chōnin ma può contare anche sulle visite frequenti di bushi (en travesti, camuffati con ampi copricapi per sfuggire alla proibizione di frequentare i teatri) e persino sulla protezione di qualche daimyō.
Così il kabuki diventa luogo privilegiato di incontro di gusti e mentalità diverse, che sta alla bravura di autori, attori e produttori cercare di conciliare e soddisfare.Leggere di più
Geisha famose: Oyuki Morgan
Una Geisha che visse a metà fra Giappone e Europa fu Oyuki Kato (1881-1963).
Quando nel 1902 George Morgan il nipote di un ricco finanziere americano si recò in visita in Giappone si innamorò a prima vista della bella Oyuki durante uno spettacolo dei Miyako Odori. Aveva 21 anni ed era all’apice del successo.
Si sposarono e si trasferirono in America, ma la famiglia Morgan non accettò di buon grado il matrimonio con una straniera, così dopo poco tempo si trasferirono di nuovo e andarono a vivere a Parigi. Lei divenne una signora dell’alta società, imparò il francese e studiò pianoforte. George Morgan morì del 1915 e lei, ricca 34enne, rientrò in Giappone e si stabilì a Gion.Leggere di più
Cos’è il Kō?
Consciamente o inconsciamente gli uomini si sono sempre interessati a fragranze profumate e piacevoli, sia per il loro valore intrinseco sia per il modo in cui esse colpiscono gli altri sensi, come il gusto o la vista. In particolare, il popolo giapponese ha da lungo tempo capito che il valore dell’incenso non si limita alla sola sensualità, ma si estende in ugual modo alla sfera della bellezza estetica. Anche se privo di forma o sostanza materiale, l’incenso ha il potere di commuovere e ispirare profondamente. L’opportunità di guardare con calma nella propria mente, mentre si trae beneficio dalla fragranza dell’incenso è considerata preziosa per ritrovare la pace e la calma spirituale. Leggere di più
L'evoluzione della concezione di Kami
Secondo Inoue Nobutaka, mentre lo Shintō viene normalmente classificato come una forma di politeismo, il concetto di kami, che è uno dei suoi concetti cardine, è piuttosto complicato, anche alla comprensione dei giapponesi stessi. Per esempio, i kami che sono stati elencati e classificati sistematicamente nei documenti classici come il Kojiki e il Nihonshoki, sono diversi dalle divinità venerate dalla gente comune nella vita quotidiana.
In altri casi i kami sono stati assimilati a buddha e bodhisattva nel corso della storia giapponese.
La parola giapponese kami viene normalmente tradotta con “Dio”; tuttavia il giapponese kami e l’italiano Dio sono due concetti che si differenziano notevolmente per vari aspetti, dato che si sono sviluppati in culture completamente diverse. La struttura di base dell’idea monoteistica della tradizione giudeo-cristiana è in netto contrasto con l’idea politeistica dello Shintō.Leggere di più
"Yes, we Kan"?
Il Giappone ha il suo quinto Primo Ministro in quattro anni.
Yukio Hatoyama il 2 giugno scorso ha annunciato le sue dimissioni.
Le cause sono relative agli scandali di finanziamenti occulti riguardanti il potentissimo “shogun-ombra” Ichiro Ozawa, ex Segretario Generale del Partito Democratico, dimissionario coatto insieme ad Hatoyama. La pesantissima perdita di popolarità dell'ex Primo Ministro – dal 70% in sede di elezione al 17% degli ultimi giorni – è tuttavia legata alla promessa, non onorata, dello spostamento della base militare statunitense Futenma, in Okinawa.Leggere di più
La storia del Kō
Le essenze che dall’antica India si diffusero in Occidente si trasformarono in profumi, mentre la tradizione che viaggiò attraverso est fino in Giappone nel VI secolo (epoca Asuka) fu quella del Kō, o incenso. Il Kō ha sempre giocato un ruolo molto importante nel Buddhismo, come offerta di purificazione, grazie alla sua capacità di rilassare la mente e aprire nuovi orizzonti culturali. Un incenso che brucia è in grado di rendere unica l’atmosfera, facendoci astrarre dalla realtà di tutti i giorni.
Nell’VIII secolo (epoca Heian) gli aristocratici di corte cominciarono ad usare il Kō per profumare i kimono con le loro essenze preferite. Più tardi furono elaborate le regole dell’etichetta e l’uso dell’incenso venne considerato come un raffinato ed elegante passatempo. Da quel momento, il normale uso dell’incenso gradualmente si trasformò nel Kōdō, la Via dell’Incenso, una vera e propria arte.Leggere di più