Shiatsu Day - San Ginesio (MC)
Da venerdì 26 a domenica 28 luglio 2013
presso Centro Wabisabiculture
Via Papa Giovanni XXIII, 23 – San Ginesio (MC)
Shiatsu Day
Massaggi Shiatsu Scuola Masunaga
Operatori:
Flavio Della Rosa (Naturopata Shiatsuka)
Lorena Pompa ( Naturopata)
Programma:
Venerdì 26 Luglio
Massaggio Shiatsu scuola Masunaga
orari:
10,30-12,30
15,30-19,30
21,00-23,00
Durata trattamento 1 ora
costo 50,00 euro
Sabato 27 Luglio
Massaggio Shiatsu scuola Masunaga
orari:
10,30-12,30
15,30-19,30
21,00-23,00
Durata trattamento 1 ora
costo 50,00 euro
Domenica 28 Luglio
Massaggio Shiatsu scuola Masunaga
orari:
10,30-12,30
15,30-19,30
21,00-23,00
Durata trattamento 1 ora
costo 50,00 euro
Il trattamento Shiatsu si terrà nella Hiroma Stanza Grande della Cerimonia del Tè
verrà offerta una degustazione di bio tè verde Giapponese
La partecipazione è a numero chiuso, dunque è necessario prenotare e iscriversi contattando
irasshai@wabisabiculture.org
oppure telefonando al 335-396025
All’evento possono aderire solo i soci (costo tessera annuale 25,00 euro)
Per maggiori informazioni: http://www.wabisabiculture.org/
Il manga invade il mondo e lo sviluppo del Media Mix
Il manga invade il mondo e lo sviluppo del Media Mix
Nelle ultime due sezioni della mostra “200 anni di storia di arte manga” si affronta il tema dei fumetti come veicolatori di messaggi e il loro rapporto con la società. Nella quinta sezione della mostra possiamo constatare come i manga cerchino di soddisfare ogni tipo di pubblico affrontando i più svariati generi.
Inoltre, le pubblicazioni si possono distinguere sia per la loro frequenza, settimanale o mensile, ma anche per il tipo di pubblico a cui si rivolgono. Inconsapevolmente le storie narrate sono portatrici di una cultura pop giapponese che nelle vicende fa trasparire abitudini, tradizioni e credenze legate alla quotidianità. La tradizione scintoista e buddhista emerge in parecchie pagine: dallo scintoismo sono attinti miti e leggende i quali forniscono elementi fantastici che spesso compaiono nei manga.
Anche l’approccio pragmatico del buddhismo, in particolare quello zen, è presente nelle vicende dove si svolgono ruoli d’azione. Inoltre, molte volte compare un personaggio che rappresenta un monaco, anche se in certe circostanze è mostrato in chiave comica. Nelle storie manga è rilevante il percorso morale e psicologico del protagonista, le qualità morali come la giustizia, il senso del dovere, la lealtà, l’onestà e il coraggio sono sottolineate non solo in vicende di tipo marziale ma anche in storie di vita quotidiana. Sono strumento per raggiungere il dominio di sé. Di fatto i manga narrano un percorso personale che mette alla prova le capacità interiori del protagonista e che richiede il superamento delle sue paure e debolezze. In alcuni manga, emerge il dibattito sul rapporto uomo-tecnologia che da alcuni anni appassiona i giapponesi. Spesso la tecnologia ha una valenza ambigua: può causare devastazioni e sciagure, ma può apportare anche benefici. Questo si riflette in molti manga che rielaborano i timori provocati dalla modernità in un conflitto che ancora non si ritiene risolto. I manga quindi affrontano temi di estrema attualità ponendo a volte ai lettori dei veri e propri quesiti filosofici.
Nell’ultima sezione della mostra, si può constatare come i personaggi manga siano diventati dei veri e propri modelli culturali che hanno dato origine a fenomeni di costume ed estetici che non è possibile ignorare. Dai fumetti gli stilisti o i pubblicitari, attingono le proprie idee. Questa cultura grafica influenza tutte le correnti delle mode. Le ragazze giapponesi hanno cambiato la propria immagine nella società.
L’emergere di manga dedicati a un pubblico femminile ha messo in luce le esigenze e i desideri legati al mondo delle donne, che in passato non erano presi in considerazione: se sul lavoro gli uomini hanno ancora mantenuto la predominanza, sul mercato dei consumi il mondo femminile è più che presente. Anche il fenomeno sociale dei cospaly e la predilezione per tutto quanto è legato all’infanzia è un modo anche inconsapevole per rifiutare il ruolo che la società riserva alle donne, un modo per cercare di non crescere, rifugiandosi in un mondo infantile e rifiutando il ruolo che in passato era stato riservato alle proprie madri.
L’industria dei manga e delle anime ha un mercato annuale che vale parecchi miliardi di euro. Il Giappone conta circa quattrocentotrenta case di produzione e il costo di un cartone animato della durata di circa mezz’ora è di circa ottantamila euro. Per abbattere i costi, spesso parecchie fasi della produzione vengono appaltate ad aziende estere soprattutto in Cina, Corea del Sud e Filippine. Inevitabilmente anche le aziende che fabbricano giocattoli e merchandising finanziano la produzione di manga e anime. Con l’avanzare dei mezzi tecnologici, cambia il modo di pubblicare le storie manga. Dal fumetto, si passa al cartone animato per poi arrivare a veri e propri lungometraggi, fino a penetrare nel mercato dei video giochi e ora con gli e-book e i tablet non è più necessario avere un supporto cartaceo. Insomma la sostanza non cambia, mentre il mezzo di pubblicazione segue lo sviluppo tecnologico. Questo favorisce ulteriormente la grande diffusione dei manga sul mercato globale.
Paola Raverdino
Guida turistica
e-mail: paola@raverdino.it
I Rinnegati di M. Paracchini
I Rinnegati - il Giappone come non lo avete mai letto
Il volume raccoglie tre romanzi brevi, ambientati nel Giappone epoche storiche molto diverse fraloro: "rinnegati" della società presente, passata e futura di faranno strada in trame di grande impatto, caratterizzate da situazioni al limite della forza fisica e psicologica. I personaggi saranno messi a dura prova e scopriranno che non sempre "essere rinnegati" rappresenta un male: insegnamenti di vita, che non hanno epoca né scadenze, e ritmo narrativo in un libro per tutti.
Ogni storia ha delle note a pié pagina che aiutano il lettore ad avere maggiori informazioni sul contenuto, così come è presente un’Avvertenza all’inizio del libro per capire come si pronunciano alcune lettere nipponiche.
“I 5 Ronin”
Un misterioso uomo in compagnia di una splendida donna, ingaggia cinque bizzarri personaggi per affrontare una rapina ai danni di una famiglia Yakuza molto influente. Dopo la rapina, uno a uno, i ronin periranno per mano di un enigmatico assassino.
“La vendetta dello Shinobi”
Un adolescente sopravvive alla razzia spietata del clan Suzuka, denominato nelle terre feudali come il Signore del Male. In cerca di un aiuto, trova rifugio presso uno yamabushi, un anziano e saggio guerriero. Gli chiederà di indirizzarlo sulla strada delle arti magiche per poter vendicare la sua famiglia ma il cammino intrapreso sarà più duro del previsto.
“Cronache di un pilota”
E se i giganteschi robot che abbiamo visto nei cartoni animati fossero esistiti realmente? Da questo quesito nasce una storia drammatica, all’insegna dei ricordi di un ex pilota di robot.
Ma se l’estetica della guerra mostrata, nascondesse qualcosa di più terribile?
Marco Paracchini è nato nel 1976 a Novara, ma ha vissuto in diverse grandi città italiane (Genova, Torino e Milano) sino a spostarsi a studiare negli Stati Uniti (New York, Boston, San Francisco). Nella vita accosta alla professione di regista free-lance quella fondamentale di docente accademico, trasmettendo agli altri le sue passioni: regia, pubblicità e scrittura creativa. Narratore audiovisivo da quasi venti anni, ha mostrato ecletticità anche nell'ambito dell'editoria e della musica.
L’autore ha visitato e vissuto il Giappone in tre occasioni.
L'età delle riviste - Guida al Milano Manga Festival
L'età delle riviste
Dall’installazione che troviamo al centro della mostra “200 anni di storia di arte manga” ci rendiamo conto delle cifre capogiro delle pubblicazioni manga vendute ogni anno. Il Giappone è il primo consumatore di fumetti, ma l’editoria relativa ai manga si è diffusa globalmente contribuendo a costituire una cultura pop senza confini. I fumetti e gli anime sono diventati una sorta di riferimento generazionale. Coloro che soprattutto negli anni ’70 e ’80 sono cresciuti leggendo manga o guardando anime condividono gli stessi ricordi legati all’infanzia, nonostante siano vissuti in nazioni differenti. Ma come potrebbe essere diverso?
La popolarità dei manga è dovuta a vari fattori. A facilitare la loro diffusione è certamente il loro basso costo di produzione ed il fatto di essere pubblicabili in serie. A mio parere il segreto del successo dei manga è dato soprattutto dal fatto che spesso riflettono come uno specchio le paure e i fantasmi della società contemporanea oppure offrono una via di fuga dalle restrizioni sociali quotidiane, mettendo in risalto un mondo di sentimenti e interiorità che altrimenti resterebbe celato.
I disegni e la grafica sono l’aspetto preponderante, mentre i testi sono minimalisti. Sono fatti per essere letti rapidamente, per esempio sui treni del metrò. I messaggi contenuti nei racconti arrivano immediati al lettore. Per un giapponese sono un atto quotidiano: non a caso il successo delle riviste manga è decollato quando per la prima volta furono messi in vendita nei chioschi presso le stazioni. In Giappone, al contrario dei paesi occidentali, sono considerati dei veri e propri mass media che possono veicolare messaggi di ogni genere dalla pubblicità, alla critica sociale fino ad arrivare al dibattito sui benefici dati dal progresso tecnologico.
Le riviste manga sono composte da varie storie a puntate, il cui successo è decretato dal gradimento degli stessi lettori. Se la vicenda piace, la sua pubblicazione continua, altrimenti viene spietatamente eliminata. Sistema forse crudele, ma che garantisce un costante successo delle vendite. La richiesta di nuove storie è sempre pressante. In un giornale giapponese ogni episodio è composto da venticinque tavole, mentre in Europa un disegnatore realizza in media settantadue tavole all’anno, un mangaka giapponese ne deve produrre più di duemilatrecento. Ritmi lavorativi impensabili in occidente. I bambini giapponesi che sanno disegnare bene diventano subito molto popolari a scuola, allo stesso modo i mangaka in Giappone sono delle vere e proprie star, a volte inavvicinabili dai propri fan. La loro capacità di cogliere le tendenze della propria epoca e di tradurle in vicende manga è il segreto del loro successo.
Paola Raverdino
Guida turistica
e-mail: paola@raverdino.it
Per organizzare visite guidate individuali o per gruppi, anche in lingua inglese, è possibile inviare una e-mail all’indirizzo paola@raverdino.it oppure chiamare il numero cell. 347-1502956.
Horagai
Horagai
Tromba da yamabushi
Metà del periodo Edo (1615-1867)
Lunghezza: 45 cm
Come in molte altre culture nel resto del mondo, anche in Giappone fin dal periodo Heian (794 - 1185) le trombe furono ottenute con grandi conchiglie forate cui veniva applicata una imboccatura in metallo o legno. Chiamato anche jinkai in ambiente militare, l'horagai utilizza una grossa conchiglia (Charonia tritonis) come cassa armonica ed è in grado di emettere un suono modulabile e quindi adatto per rituali religiosi e comandi militari.
La tipologia di imboccatura suggerisce che questo horagai sia appartenuto ad uno yamabushi, cui questo strumento è spesso associato nell'immaginario collettivo giapponese. Gli yamabushi (letteralmente: "colui che si trova tra le montagne") erano monaci asceti che vivevano come eremiti tra le montagne e che un'antica tradizione considerava guerrieri invincibili, addirittura dotati di poteri soprannaturali.
Giuseppe Piva Arte Giapponese
via San Damiano, 2
20122 Milano
tel +39 02 3656 4455
info@giuseppepiva.com
www.giuseppepiva.com
Essenza del Giappone, i colori dell'Autunno
Dal 30 Ottobre all'11 Novembre 2013
Essenza del Giappone, i colori dell'Autunno
Viaggio in Giappone Autunno 2013
Organizzato dall'Associazione Sakura di Torino in collaborazione con Akita Tour
Gli itinerari si sviluppano articolandosi lungo un percorso che privilegia la scoperta degli aspetti storico culturali del Giappone.
Attraverso le varie tappe degli itinerari sarà possibile al visitatore italiano apprezzare le principali testimonianze del processo che ha portato alla formazione dell’identità nipponica attraverso i secoli: dai principali templi e luoghi di culto buddhisti e shintoisti, ai monumenti storici, alle località che attestano il superamento del traguardo della modernità più avveniristica.
Negli splendidi colori autunnali che caratterizzano il Giappone, si visiteranno le città di Tokyo, capitale super tecnologica; Nikko, Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO; Nagoya, città gemellata con Torino; Ise, dove risiede il più importante santuario shinto; Takayama, custode dell'arte tradizionale dell’artigianato, Kyoto, il più grande reliquiario della cultura giapponese; Nara, antica capitale con la gigantesca statua di Buddha.
Questo viaggio vi porterà alla scoperta dei luoghi storici più significativi con uno sguardo costante alle manifestazioni del presente, aspetti diversi che si ricompongono in un’unica immagine completa nel periodo più splendido per il paese di SOL LEVANTE con le foglie colorate di Autunno.
DAL 30/10/2013 AL 11/11/2013
da EURO 2850,00
LA QUOTA COMPRENDE:
• Volo di linea a/r
• Tasse aeroportuali
• Trasferimenti da e per aeroporti
• Treno AV per gli spostamenti da programma
• 10 notti in hotel 3-4 stelle in bb
• 6 pranzi/cene
• Assistente parlante italiano/giapponese
• Assicurazione medico bagaglio
• 6 Visite guidate
LA QUOTA NON COMPRENDE:
• Assicurazione annullamento
• Tutto quanto non menzionato nella quota comprende
Per un programma più dettagliato:
AKITA TOUR – Piazza Cavour, 3 – 10123 Torino
Tel. 011 8128898 - Fax 011 8128889
incoming@akitatour.it – www.piemonteworld.com www.akitatour.it
Il papà di tutti i manga-ka - Guida al Milano Manga Festival
Il papà di tutti i manga-ka
Nei periodi più oscuri della storia del Giappone, i manga hanno fornito racconti che alzassero il morale dei giapponesi e li incoraggiassero nello sforzo per potere affrontare la ricostruzione. Per far fronte alla carenza di carta del primo dopoguerra, il governo stesso finanziò l’apertura di negozi che potremmo paragonare agli odierni video noleggi, dove venivano affittati i fumetti manga da restituire il giorno seguente. Il successo fu tale che la richiesta di storie sempre nuove e avvincenti si faceva pressante. A volte alcuni giovani per arrotondare con qualche soldo in più, si cimentavano realizzando nuovi manga anche solo a livello amatoriale, solo per il piacere di realizzarli. Tra le storie più richieste quelle di Osamu Tezuka (手塚治虫, Tezuka Osamu?) (Toyonaka, 3 novembre 1928 – 9 febbraio 1989) si distinguevano fra tutte per l’introspezione psicologica e la trama più curata e elaborata. E’ così che nasce la carriera del disegnatore più amato e onorato del Giappone. Sorprendentemente laureato in medicina, non esercitò mai la professione medica, ma sviluppò la sua brillante carriera nell’ambito del fumetto.
A lui si deve la realizzazione dei manga così come li conosciamo: da semplici strisce, Osamu Tezuka sviluppa dei veri e propri “story telling”. Vicende che narrano le vicissitudini anche psicologiche di un personaggio, a volte alla stregua di un vero e proprio romanzo per immagini. Infatti tra i tratti più innovativi si rilevano le inquadrature quasi cinematografiche che creano una forte dinamicità delle tavole che possiamo vedere esposte nella terza sezione della mostra “200 anni di storia di arte manga”. La sua fama è stata tale che poco prima della sua morte, avvenuta nel 1989 a causa di un attacco di cuore, alcune rilevanti testate giornalistiche giapponesi cercarono di portare avanti una campagna a favore dell’assegnazione a Osamu Tezuka del premio Nobel per la Letteratura. Nel 1997 il governo giapponese volle dedicargli una serie di francobolli. Si narra che il famoso produttore e regista Stanley Kubrick lo avesse invitato a collaborare alla realizzazione del film “2001: Odissea nello spazio”, ma Osamu Tezuka avrebbe declinato la proposta perché non avrebbe tollerato il carattere spocchioso di Kubrick.
Paola Raverdino
Guida turistica
e-mail: paola@raverdino.it
Per organizzare visite guidate individuali o per gruppi, anche in lingua inglese, è possibile inviare una e-mail all’indirizzo paola@raverdino.it oppure chiamare il numero cell. 347-1502956.
La maschera e il corpo. Storia ed estetica del teatro giapponese
Da giovedì 17 ottobre 2013 a giovedì 5 dicembre 2013,
dalle ore 18 alle ore 19.30
presso Associazione Nuova Cultura Oriente Occidente
Centro di Cultura Giapponese
via Lovanio, 8 · Milano (Moscova M2)
La maschera e il corpo. Storia ed estetica del teatro giapponese
Corso introduttivo: 8 lezioni, ogni giovedì dalle ore 18 alle ore 19.30.
Da giovedì 17 ottobre 2013 a giovedì 5 dicembre 2013.
Un’introduzione alla grande tradizione teatrale giapponese, dalle origini nel mito e nel rito alla fioritura dei generi classici (noh, kabuki, bunraku) fino al teatro-danza moderno. Un viaggio affascinante alla scoperta di una tradizione vivente fonte di continuo incanto e meraviglia, in compagnia delle docenti Carmen Covito e Rossella Marangoni.
In collaborazione con l’associazione culturale AsiaTeatro
Per informazioni: Mario 346 8296119 (dalle 14 alle 18) web@asiateatro.it
Sito internet Centro di Cultura Giapponese
Intervista con Kaori Miyayama
Intervista con Kaori Miyayama. La sua mostra, "Scendendo verso il cielo", rimarrà in esposizione presso la galleria 3001Lab presso il Bed&Breakfast RossoSegnale fino al 7 Luglio, dalle 17 alle 19.
Qual è il concetto alla base della mostra?
L'ispirazione per questa mostra è stato il concetto di relazione, che può essere inteso sia fra opere e persone sia fra opere e ambiente. In quest'ottica, tutti gli elementi possono interagire fra loro, al punto che anche il contrasto fra opposti diventa relativo; “sopra” e “sotto” sono dei riferimenti che dipendono dal punto di vista del soggetto e non vanno intesi come assoluti.
E' un tema chiave della tradizione del Buddhismo Zen che permea la cultura giapponese, la quale ci ha abituati a pensare che tutti gli elementi sono parte di un insieme più vasto, dove gli opposti coesistono e non si oppongono.
Partendo da questo presupposto, è molto più facile accettare la pluralità delle prospettive e interiorizzarla, fino a abituarsi ad assumere l'ottica altrui.
Questo cambiamento del punto di vista è consapevole o avviene per caso?
Come dicevo prima, la nostra cultura ci abitua a considerare sempre svariati punti di vista, quindi è uno stato costante che ci accompagna e porta a riflessioni interessanti.
Basti pensare che, dopotutto, la Terra è una sfera inserita nel cielo, il quale dunque non si trova solamente sopra di noi, ma anche al di sotto del nostro pianeta, sotto di noi. Da questo nasce il titolo della mostra, "Scendendo verso il cielo".
E' proprio il principio di "Scendere verso il cielo" che caratterizza la disposizione della mostra: si sviluppa partendo dal cielo, rappresentato al livello del suolo, fino alla terra, le cui opere sono raccolte ai piani più elevati. Ci sono alcuni elementi ricorrenti su vari piani...
Ci sono degli elementi che trovo particolarmente simbolici. Le nuvole rappresentano il mutamento, dal momento che cambiano forma e colore in relazione all'ambiente; i funghi invece sono dei parassiti, che vivono di una relazione che può essere sia positiva che negativa e diventano quindi un tramite fra la terra e il cielo.
Personalmente, mi ha colpito che sia le opere della terra che quelle del cielo utilizzano dei colori molto simili,come il bianco e l'azzurro. Come mai?
Non l'ho pensata in termini di toni ma di densità del materiale: le opere del cielo infatti si basano tonalità azzurro e bianco trasparenti, che entrano in sintonia con lo sfondo e lasciano trasparire la luce. La terra invece è rappresentata dai materiali densi, che si oppongono alla leggerezza dell'aria.
Le opere entrano quindi in sintonia con l'ambiente...
Gran parte delle opere esposte è stata creata apposta per l'ambiente in cui è stata installata, la galleria particolare 3001Lab, partendo dal buco sotterraneo dell’ex auto officina, per arrivare all’esterno, fino al terrazzo e al giardino, passando per le tre camere - tutti gli spazi di RossoSegnale B&B. Entrano quindi in un gioco di relazioni con ciò che le circonda: a seconda della luce, dell'orario etc cambia completamente il modo di percepire l'insieme ed è proprio questo che rende la mostra viva.
Ha vissuto a cavallo fra Giappone e Italia per anni ormai. C'è stato un elemento culturale particolarmente influente nella sua espressione artistica?
Il tema parincipale della mia ricerca è l’esplorazione dello spazio che risiede fra le cose, lo spazio vuoto che io chiamo “frammezzo”. Questo elemento è molto rappresentativo della differenza culturale.
Per esempio, la distanza è un valore molto legato alla cultura di un Paese, basti pensare che la relazione fra due persone in Italia è dimostrata anche dalla vicinanza fisica fra di esse, mentre in Giappone non è necessaria la prossimità dei corpi. Basti pensare alla cerimonia del té: è assolutamente priva di contatto fisico ma è carattarizzata da un clima di ospitalità, apertura e accoglienza quasi palpabile che sono il presupposto fondamentale della cerimonia.
Dal punto di vista artistico, questo si traduce in una riflessione sul cambiamento di percezione di un'opera a seconda della posizione dello spettatore rispetto ad essa, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista intellettuale. E' un aspetto molto interessante, tanto che è stata oggetto della mia mostra precedente.
Come vive il cambiamento culturale?
Quando ci si immerge in un ambiente culturale diverso aumenta la comprensione e la valorizzazione della propria cultura di partenza, perchè vivere in un contesto regolato da norme nuove rende più consapevoli di abitudini che passano inosservate finchè si rimane nel proprio Paese natale. Da questo da un lato deriva un senso di spaesamento, dall'altra ti costringe ad assumere punti di vista nuovi e più flessibili.
Immagino la cultura giapponese e quella italiana come due uomini schiena contro schiena, vicinissimi fra loro ma con lo sguardo rivolto in due direzioni opposte.
In questo senso il mio soggiorno in Italia è servito molto a allargare l’orizzonte della vita.
Silvia Pagano
Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzô Masumura
Beniamino Biondi
“Giganti e giocattoli. Il cinema di Yasuzô Masumura”
Edizioni Aracne
Pag. 100 – € 8,00
Nella storia del cinema giapponese Yasuzô Masumura è colui il quale ha compreso quei processi di frantumazione soggettiva e di polverizzazione sociale sorti nella gioventù postbellica, e li ha trasferiti in immagini facendo uso di un’estetica che ha tenuto in conto tanto il rigore delle strutture formali quanto le concezioni moderniste dei nuovi bisogni culturali. Di ciò si rese conto Ōshima che in un suo famoso saggio del 1958 dal titolo “Si sta forse aprendo una breccia?” definisce Masumura come il cineasta “che possiede una più profonda coscienza sociale” rifiutando l’immobilismo ereditario del Giappone. Contro il senso della rassegnazione e l’enfasi tipicamente melodrammatica del vecchio cinema, Masumura rovescia i principi del neorealismo – che pure sono a fondamento del suo percorso – per una rappresentazione esasperata e irriflessiva della gioventù all’interno di un immaginario individualistico e liberatorio. Siamo di fronte al primo manifesto coscientemente strutturato del Nuovo Cinema Giapponese in cui la rappresentazione della realtà sensibile rifiuta l’individuo come puro spirito sovrasensibile per portarlo a processo in termini di relazione sociale. La follia dei personaggi di Masumura, con la loro irragionevolezza disordinata, non è altro che l’esito di una spaventosa conformità sociale che ha prodotto l’anarchia consumistica del capitalismo e i demoni privati di una sessualità mercificante e reificata; contro questo paesaggio desolato, la lotta solitaria degli individui a tutela della loro integrità morale. Dal 1957 Masumura si è speso con intensità realizzando numerose pellicole, che, pure altalenando nel tono e nella qualità tra cinema d’autore e ammiccamenti al genere di consumo, rappresentano la disperata vitalità di un autore che ha saputo di fatto consentire l’emancipazione estetica dei cineasti della generazione successiva. All’interno di un cinema alimentare e generico come il pinku eiga e lo yakuza eiga, sui cui paradossi si sostanziarono poi alcuni dei cineasti più radicali, Masumura ha costruito il suo discorso eludendo il canone classico e sfruttando entro i limiti concessi, e talvolta molto oltre gli stessi limiti, lo svolgimento di un’espressività ambiguamente libera. Come per tutto il nuovo cinema degli anni ’60 si è trattato di aggredire la produzione industriale sino a rovesciarne la resistenza tradizionale in favore di una sensibilità atta a costringerne una capitolazione non in termini economici ma di nuova cultura, adoperando le sue medesime strategie per quel necessario dissolvimento verso i paesaggi frastagliati e terribili della modernità.
Beniamino Biondi è nato e risiede ad Agrigento. Poeta e saggista, si occupa di teatro e cinema. Collabora con riviste di letteratura e critica cinematografica, cura rassegne di cinema d’autore e svolge attività di drammaturgo e regista teatrale. Come relatore partecipa inoltre a numerosi convegni e giornate di studio. Ha curato l’edizione delle poesie complete del filosofo Aldo Braibanti ed ha pubblicato numerosi volumi di scrittura creativa e critica. Svolge opera di consulenza per Enti, Associazioni e Facoltà Universitarie. E’ tra i maggiori critici del cinema giapponese della nouvelle vague.
Contatti:
www.beniaminobiondi.it