FUSHIKADEN E AKUTAGAWA A SWITCH ON YOUR CREATIVITY 5TH EDITION – AWARDS AND PERFORMING NIGHT

Ultimo appuntamento del nostro viaggio nel mondo di Switch on Your Creativity (5th Edition) - Awards and Performing Night. Il 10 Dicembre, a partire dalle ore 18.30 presso il Novotel di Ca’ Granda, Asian Studies Group ospiterà noi di Giappone in Italia e i nostri tesserati, che per l’occasione avranno uno sconto sulla donazione d’ingresso, in una serata che si preannuncia estremamente ricca di temi ed iniziative.

Asian Studies Group è un’associazione famosa per la sua dedizione e impegno nella didattica delle lingue orientali. Non tutti sanno però che è anche un affermato produttore teatrale. In occasione di Switch on Your Creativity (5th Edition) - Awards and Performing Night, avremo l’opportunità di assaggiare ben due spettacoli, in versione ridotta per meglio adattarsi alla serata, appartenenti al catalogo di ASG-Produzioni: Fushikaden, Tenka no Emozione e Akutagawa, l’Uomo Oltre.

Il primo, con la regia di Paolo Cacciato, è stato premiato col 1° Premio alla Critica al Concorso Internazionale Teatro Nudo di Teresa Pomodoro. E’ un romanzo di formazione, dove una ragazza profondamente coinvolta
nella propria cultura giapponese, incontra improvvisamente un uomo affascinante proveniente da una cultura a lei sconosciuta e lontana. Lo scontro-incontro che ne consegue è ricco di tensione amorosa ma anche di sorpresa e paura. Paura per una cultura nuova e paura di scoprire qualcosa di sé nell’altro. Ma anche e soprattutto sorpresa e ammirazione per le sorprendenti possibilità di crescita di una ragazza nata e cresciuta con un limitato numero di modelli culturali in cui identificarsi. Uno scambio culturale che non si esprime a parole ma soprattutto e, anzi solamente, attraverso le emozioni, unico vero veicolo comunicativo universale.

La straordinaria interpretazione di Nana Funabiki, prima attrice, e di Michele Gorlero, accompagnata dal Pianoforte (Mari Miura) e dalla voce soprano (Mai Inaba), rappresentanti musicali del mondo occidentale e di quello orientale e la scenografia minimalista ma sorprendentemente evocativa di Makoto - Codice Bianco hanno testimoniato l’incredibile capacità comunicativa di questo spettacolo in occasione di ogni replica.

Akutagawa, l’Uomo Oltre, da una sceneggiatura originale di Paolo Cacciato, tratta della figura umana e delle suggestioni provenienti dagli ultimi scritti e da alcune lettere pubblicate postume dell’importante scrittore e poeta del Giappone moderno, Ryūnosuke Akutagawa. Da un’idea di Paolo Cacciato e Piera Rossi, Akutagawa verrà interpretato da Michele Gorlero, già mimo-attore presso il Teatro alla Scala dal 2016 e membro della compagnia di performance-art I figli di Marla. Siamo ansiosi di poter assistere a questa prova aperta di Akutagawa, l’Uomo Oltre, il cui debutto sarà atteso per il 2019.

Giappone in Italia è orgogliosa di poter partecipare a questo evento che si preannuncia capace di fornire a chiunque suggestioni e spunti di riflessioni. Toccando, come abbiamo visto anche nei precedenti appuntamenti temi quali il Design, la Musica e il Teatro, sappiamo che Switch on Your Creativity (5th Edition) - Awards and Performing Night si inserirà nelle nostre agende annuali come un appuntamento da non perdere.
Speriamo che tutti, e in particolare i nostri tesserati, assisteranno insieme a noi a questa serata così varia e ricca.

Noi ci saremo... e tu?

QUANDO: Lunedi 10 dicembre, dalle ore 18:30

DOVE: Novotel Ca’Granda, Viale Giovanni Suzzani 13, Milano

PER INFO: www.asianstudiesgroup.net

Per maggiori informazioni e per iscrivere la propria presenza contattare Asian Studies Group al 02 2951 3110 o a asg@asianstudiesgroup.net


EUROPA E ASIA IN CONCERTO A SWITCH ON YOUR CREATIVITY 5TH EDITION – AWARDS AND PERFORMING NIGHT

In questo secondo appuntamento di focus sulla serata del 10 Dicembre, presso il Novotel di Ca’ Granda dal titolo Switch on Your Creativity 5th Edition – Awards and performing Night, tratteremo di musica. Infatti in tale occasione saranno presenti rappresentanti della musica lirica provenienti dal mondo orientale e occidentale con un repertorio tratto dalla tradizione di entrambe le culture. Ricordiamo, come sempre, che in tale occasione i tesserati di Giappone in Italia avranno diritto ad uno sconto sulla donazione richiesta per sostenere Piattaforma CAI – Fondo per l’Arte, la Creatività e l’Innovazione.

Noi di Giappone in Italia siamo consapevoli che tra popoli con una storia e un passato così differenti possano sorgere contrasti originatisi da rivalità economiche e politiche, spesso ammantate da conflitti religiosi o culturali. Contrasti che troppo spesso assumono tratti razzisti e che portano ad episodi particolarmente infausti incisi nella nostra storia comune. Ma siamo anche consapevoli che è proprio dalla commistione di elementi provenienti da mondi differenti che si può percepire e imparare qualcosa di nuovo.

La musica occidentale può contribuire ad arricchire quella orientale, così come brani classici appartenenti al mondo cinese, coreano e giapponese possono aiutarci a scoprire sia qualcosa di loro che qualcosa di inaspettato in noi.

Concentrarsi esclusivamente sulla propria realtà porta ad un’inevitabile fossilizzazione culturale impedendo di essere capaci di reagire ai cambiamenti del nostro mondo nonché incapaci di fornire ai nuovi interlocutori, che il mutare sociale genera, ciò di cui hanno bisogno. E’ il continuo esplorare il diverso che permette di cogliere venature e riflessi nuovi anche nella propria secolare tradizione.

Ed è proprio nella serata di Switch on Your Creativity – Awards and Performing Night che noi di Giappone in Italia, sappiamo di poter imparare qualcosa di noi attraverso i repertori e le voci provienti dal mondo orientale e da quello occidentale. E’ in questa commistione che noi crediamo di poter trovare una comunicazione biunivoca che ci permetta di mettere da parte rivalità e inimicizie passate per riscoprire la gioia del considerarci tutti semplicemente umani… amanti della buona musica.

Europa e Asia in Concerto è il nome che è stato attribuito a questo insieme di performance di musica lirica sotto la Direzione Artistica di Paolo Cacciato e la Supervisione Artistica di Valentina Volpe Andreazza la quale ha già ricevuto un riconoscimento nell’ottobre del 2016 per il miglior contenuto interculturale tra Europa e Asia, consegnato da Asian Studies Group e da Expo in Città, come interprete e co-ideatrice del concerto “Europa e Asia in Musica” e che ha debuttato nel novembre dello stesso anno presso il Teatro “Alle Vigne” di Lodi, nello spettacolo “Fushikaden Tenka no Emotions –  Lo spirito del fiore – Le emozioni del mondo”, interpretando arie della tradizione giapponese, in lingua originale.

Le straordinarie partecipazioni di Mai Inaba come soprano, di Tan Qipeng come baritono, di Kim Yunkyu come tenore e di Mari Miura al piano ci regaleranno un piccolo scorcio della cultura orientale.

Noi ci saremo… e tu?

QUANDO: Lunedi 10 dicembre, dalle ore 18:30

DOVE: Novotel Ca’Granda, Viale Giovanni Suzzani 13, Milano

PER INFO: www.asianstudiesgroup.net

Registered Office: Via Don Gnocchi 10, 26900 Lodi – Headquarter: Via B. Eustachi 9, 20129 Milano

Tel: +390229513110 – Fax: +390232066909 – Email: info@asianstudiesgroup.net


Switch On Your Creativity 5th edition – Design | Milano

Il 10 Dicembre, a partire dalle ore 16.30, presso lo straordinario spazio messo a disposizione dal Novotel di Ca’ Granda, si svolgerà una serata di premiazioni e attività teatrali a tema Oriente. Switch on Your Creativity (5th Edition) - Awards and Performing Night si ripropone, come ogni anno, quale momento conclusivo dell’intensa attività svolta dall'Associazione Asian Studies Group, in cui vengono mostrate e spiegate tutte le manifestazioni e gli eventi che hanno contribuito a consolidare le relazioni culturali e diplomatiche tra Italia e Oriente e di cui ASG è autrice. Questo è il primo di tre appuntamenti che vogliamo proporvi per scoprire, assieme a noi, ciò che potremo aspettarci da SOYC - Awards and Performing Night alla quale noi di Giappone in Italia sicuramente parteciperemo. Vista l’importanza che attribuiamo a questo evento, i tesserati di Giappone in Italia avranno l’opportunità di parteciparvi con uno sconto sulla donazione richiesta all’ingresso per sostenere Piattaforma CAI – Fondo per l’Arte, la Creatività e l’Innovazione.

La serata prende il nome dall'acceleratore creativo denominato Switch on Your Creativity che da cinque anni cerca di valorizzare, con sempre nuove attività a tematiche diverse, l’espressione e la creatività dei giovani che, altrimenti, se non sostenuta e valorizzata da un supporto specialistico e professionale, potrebbe andare sprecata. Nato in occasione della preparazione per Milano EXPO 2015, ogni anno si è prefisso l’obiettivo di coinvolgere molteplici operatori differenti nella realizzazione di attività cross-culturali atte ad avvicinare Milano ad essere identificata quale Capitale Europea della Creatività. Tali attività si sono concentrate principalmente in proposte creative di comunicazione tra Europa e Asia. Costantemente supportato dal Patrocinio con il Comune di Milano e con la Regione Lombardia, SOYC si dimostra, arrivato ormai alla sua quinta edizione, come uno degli strumenti più importanti nella valorizzazione dell'intercomunicabilità tra Oriente e Occidente.

In occasione del 2018, Switch on Your Creativity ha visto concretizzare i propri sforzi nella realizzazione di Youth Design Day in Japan. Diciotto designer europei, selezionati in occasione della Milan Design Week 2018, hanno avuto l’opportunità d’instaurare un dialogo costruttivo e strutturato con il mondo orientale. La loro creatività ha preso forma in progetti legati dall'attualissimo tema dell’eco-sostenibilità declinato in quattro differenti settori tematici secondo le inclinazioni e la formazione personale dei singoli designer. Il primo filone narrativo affrontato è stato quello dell’Architettura Sostenibile attraverso la progettazione di strumenti che permettessero d’aumentare l’efficienza energetica e la qualità della vita delle persone. Il secondo settore approfondito è stato quello della Nutrizione Sostenibile, settore concentrato nella ricerca di risposte efficaci e pronte da fornire all'aumento di bisogno di cibo proveniente da una popolazione mondiale in costante crescita. Il terzo settore, nel quale alcuni designer europei si sono soffermati, trattava della Sostenibilità nel Marketing, concretizzatosi nello studio di packaging commerciali che potessero sopperire allo spreco di risorse ed essere rinnovabili. Infine è stato approfondito anche il tema degli Hybrid Events, cioè di quell'insieme di eventi organizzati secondo metodologie di condivisione delle risorse economiche e di ottimizzazione dei  costi attraverso l’uso delle ultime tecnologie e di collegamenti in remoto.

Tutti i progetti sono stati infine esposti nella Nakanoshima Festival Tower presso l’Istituto Italiano di Cultura a Osaka dal 3 al 11 Novembre 2018. Il successo riscontrato da quest’esposizione è stato confermato dalla grande affluenza di pubblico e dal supporto dimostrato da importanti autorità della politica locale e delle associazioni italiane presenti su suolo giapponese. Tale evento ha avuto anche l’importante compito di consolidare importanti relazioni diplomatiche che continuano a intercorrere tra la Municipalità di Milano e quella di Osaka, legate da gemellaggio dal 1981.  L’inaugurazione della mostra stessa è stata onorata dal discorso dell’Assessore alle Politiche del Lavoro, delle Attività Produttive, al Commercio e alle Risorse Umane del Comune di Milano: Cristina Tajani e dalla sua lettera di saluti alle autorità locali.

Per onorare il progetto Youth Design Day in Japan, in occasione della Switch On Your Creativity – Awards and Performing Night verrà consegnato il premio alla Menzione Speciale al lavoro di Alessio De Stefano, denominato Filofono. Il lavoro di Alessio è riuscito ad esprimere, con maggior forza, il concetto di sostenibilità applicato ad una sensibilità estetica e artistica. L’utilizzo di tecniche tradizionali e artigianali per la realizzazione di oggetti utili, moderni e tecnologici quali sono gli amplificatori per cellulari è da considerarsi un’altra nota di merito di tale progetto. Infine il target giovanile a cui è indirizzato lo ha reso ulteriormente meritevole agli occhi dei giudici di Switch on Your Creativity che da sempre si pongono come obiettivo quello di enfatizzare le potenzialità dei giovani…per i giovani.

In questo appuntamento abbiamo imparato a conoscere uno dei temi fondamentali che è stato affrontato da Asian Studies Group nel corso del 2018 e che verrà presentato in occasione del Switch on Your Creativity – Awards and Performing Night. Il tema del Design è uno dei settori economici per cui l’Italia è conosciuta e apprezzata nel mondo. La creatività dei nostri giovani ha dimostrato, ancora una volta, di poter essere considerata come uno nostri dei punti di forza da valorizzare ed enfatizzare. Nei prossimi appuntamenti avremo modo di conoscere le altre facce di ASG e le sue numerose attività.

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Una fetta di Giappone: i pizzaioli di Tokyo

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Tsubasa Tamaki è un pizzaiolo che non ha mai messo piede in Italia. "Certo, mi piacerebbe visitare l'Italia", ha detto Tamaki in un'intervista, "ma nella mia mente, voglio concentrarmi sulla creazione della pizza giapponese-napoletana".

Tamaki getta il sale direttamente nel forno, esaltando così il sapore dell'impasto.
Il suo forno è riscaldato fino a raggiungere una temperatura di 900°: di conseguenza l'impasto risulta troppo caldo per essere maneggiato di fretta.

Ma ciò che distingue davvero la pizza di Tamaki è la manciata di patatine al cedro giapponese con cui arricchisce il tutto all'ultimo minuto, che glassano la pasta e ne lasciano un leggero retrogusto amarognolo.

Solo dopo 10 mesi dall'apertura di Pizza Studio Tamaki (o PST) l'anno scorso, la famosa guida Michelin raccomandava già la sua pizza. 

Ma se Tokyo è diventata un'improbabile fornitrice di ottima pizza, è soprattutto grazie ad un ristorante aperto più di due decenni fa, chiamato Seirinkan. Il suo proprietario, Susumu Kakinuma, ha studiato come pizzaiolo a Napoli e ha portato a casa le sue nuove conoscenze. 

Kakinuma è considerato il padre della cultura della pizza di Tokyo e ad oggi ha formato molti dei migliori pizzaioli della città. Ha anche ispirato Tamaki, che ha lavorato in uno dei suoi ristoranti prima di decidere di aprire la propria attività.


Shichi-Go-San (七五三) - Il festival dei bambini in Giappone

Il Festival Shichi-Go-San (七五三) 

Lo Shichi-Go-San è una pietra miliare della tradizione giapponese che celebra il benessere dei bambini di tre, cinque e sette anni, la cui data ufficiale è il 15 novembre. 
Tradizionalmente, per celebrare questo evento, i bambini indossano i kimono, vengono fotografati dalle famiglie e visitano i santuari shintoisti. 

Shici-go-san significa letteralmente "sette, cinque e tre", in quanto questi anni di età sono considerati fondamentali nella vita di un bambino. 

 

 

Le origini del festival

Si dice che il festival shichi-go-san abbia avuto inizio nel periodo Heian (794-1185), durante il quale esisteva la tradizione - tra i nobili - di celebrare la fine dell'infanzia dei propri figli.
La data venne istituita durante il periodo Kamakura (1185-1333) dallo Shogun Tsunayoshi Tokugawa, che scelse il 15 di novembre come giorno di celebrazione del rito di passaggio di età del figlio. Questa pratica si diffuse, nel corso del periodo Edo (1603-1868), anche nel resto della popolazione.

L'antica tradizione del shichi-go-san sopravvive e si continua a praticare anche ai giorni nostri. Tuttavia, attualmente il 15 novembre non è considerato giorno festivo e per questo motivo la celebrazione viene rimandata al weekend più vicino.

I genitori erano soliti celebrare lo shichi-go-san basandosi sull'antico metodo di conteggio giapponese di "kazoedoshi" (数え年; "Calcolo dell'età dell'Asia orientale"), in cui un bambino ha già 1 anno alla nascita e diventa un anno più vecchio ogni Capodanno.
Al giorno d'oggi invece, i genitori segnano lo shichi-go-san sulla base del modo occidentale di contare l'età.

Perché proprio gli anni 3, 5, 7?

Sin dai tempi antichi queste età hanno segnato il punto focale dei riti di passaggio. I genitori lasciavano crescere i capelli ai propri figli solo dopo aver compiuto i tre anni, come celebrazione della loro crescita - secondo il libro "Nenju Gyoji Girei Jiten" (年中行事・儀礼事典; "dizionario annuale della cerimonia degli eventi"). Questo evento è noto come "kamioki" (cerimonia in cui si lascia i capelli crescere.

All'età di cinque i bambini indossano il loro primo hakama (indumento tradizionale giapponese che somiglia ad una larga gonna-pantalone o una gonna a pieghe) in pubblico. Per quanto riguarda le bambine, compiuti i sette anni, indossando per la prima volta l'obi (fusciacca o cintura tipica giapponese indossata principalmente con i kimono).

La scelta di queste età specifiche è da ricercare nella filosofia cinese dello Yin-Yang, per la quale si ritiene che i numeri dispari portino fortuna. 

Chitose Ame

Dopo la visita al santuario, i genitori comprano per i loro figli i chitose-ame (千年飴; "mille anni di caramelle").
La caramella ha la forma di un bastoncino bianco e rosa, ed è racchiuso in un pacchetto raffigurante le gru e le tartarughe - due animali che nella tradizione giapponese simboleggiano la longevità. 

Tsuru wa sennen, kame wa mannen.
鶴 は 千年, 亀 は 万年
Le gru vivono per 1.000 anni, le tartarughe per 10.000 anni. 

 


"Matsue? Ma cosa ci andate a fare??"

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Quando si parla di viaggi in Giappone le mete più popolari sono solitamente le grandi città: Tōkyō, Kyōto, Ōsaka, Hiroshima. Sono tutte città a loro modo incantevoli, dotate di un fascino particolare, tappe d'obbligo quando si visita il Giappone per la prima volta. Purtroppo però queste città vengono spesso visitate solo per moda e viste come gli unici posti interessanti in tutto il Giappone.

Nell'aprile di quest'anno sono stata in viaggio in Giappone con il mio ragazzo, che lo visitava per la prima volta. Alle sopracitate mete “classiche” abbiamo aggiunto anche una tappa in una piccola località e la nostra scelta ha suscitato molta perplessità negli amici giapponesi. “Matsue? Ma cosa ci andate a fare??”.

Matsue è il capoluogo della prefettura di Shimane, nella regione del Chūgoku, ed ha una popolazione di quasi 196.000 abitanti. Per chi viene da una provincia che nel suo complesso ne conta 15.000 in meno, non è un posto tanto piccolo, ma per gli amici abituati a città come Kyōto e Tōkyō si tratta di una cittadina senza nulla di particolarmente interessante. Grave errore! Infatti, nonostante il nostro soggiorno sia stato breve, abbiamo potuto smentire chi dubitava della nostra scelta.

Matsue è raggiungibile in circa due ore e mezza con un treno espresso che parte da Okayama (stazione di cambio a circa 45 minuti da Ōsaka e meno di 40 da Hiroshima). Il viaggio è meno confortevole che in Shinkansen, ma il paesaggio che scorre fuori dal finestrino, dopo essere stati nelle città più caotiche, è una piacevole boccata d'aria fresca. Si attraversa una campagna prima pianeggiante e poi collinosa in cui si vedono piccoli villaggi con molte case dai tetti coperti di lucidissime tegole marroni o nere, molti campi e prati con il fieno appeso a seccare. Poco prima di raggiungere la destinazione si costeggia a tratti il lago Nakaumi, mentre Matsue si trova sul lago Shinji, il settimo più ampio di tutto il Giappone.

Matsue offre diverse strutture in cui alloggiare, soprattutto ryokan (locande tradizionali, con costi molto più contenuti rispetto alle località più rinomante) ed è proprio in una di queste che anche noi abbiamo alloggiato. Le camere hanno il pavimento in tatami, sono arredate in modo molto essenziale con i tipici tavolini bassi e si dorme nei futon. Le strutture offrono agli ospiti bagni comuni con vasche termali e, in alcune, anche private.

Dopo una passeggiata lungo la pista ciclabile che costeggia il lago Shinji ci siamo diretti verso il centro e gli obiettivi principali della nostra visita: il castello di Matsue e la casa di Lafcadio Hearn. Dei dodici castelli feudali rimasti in Giappone, quello di Matsue è il secondo più grande (dopo Himeji), il terzo più alto e il quinto più antico. Si trova su una piccola collina al centro di un tranquillo parco circondato da canali. Seguendo gli ampi sentieri di ghiaia, che si snodano attraverso il bosco, oltre a poter raggiungere il castello da più direzioni, si possono trovare anche dei piccoli templi shintoisti.
Una volta arrivati alla biglietteria abbiamo avuto una piacevole sorpresa: per favorire l'afflusso turistico non solo locale, la tariffa di tutte le attrazioni turistiche della città è dimezzata per tutti i turisti stranieri.
Il castello è molto imponente, ma come altri castelli giapponesi, appare leggero ed elegante. L'interno è per lo più spoglio, salvo qualche statua e alcuni pannelli, purtroppo solo in giapponese. Salendo le ripide scale di legno si raggiunge l'ultimo piano del castello, da cui si gode di una bella vista della città e del lago. La parte più interessante resta però la sala di uno dei piani inferiori dedicata ai dodici castelli feudali ancora esistenti, di cui cinque, tra cui quello di Matsue, riconociuti come tesoro nazionale. Partendo dalla lista in cui sono indicate le principali caratteristiche di classificazione (anno di costruzione, altezza e superficie), la serie di fotografie appese lungo il perimetro della sala accompagna il visitatore in un piccolo viaggio attraverso alcuni simboli della storia giapponese.

Poco distante dal castello si trovano anche il museo di storia e la vecchia residenza di Lafcadio Hearn, un nome molto noto tra gli studiosi di cultura giapponese. Hearn era un giornalista e scrittore irlandese, famoso per i suoi studi sul Giappone, e molto legato alla città di Matsue, dove lavorò come insegnante e si sposò, ottenendo anche la naturalizzazione giapponese. In realtà, nella piccola residenza che si può visitare soggiornò per pochissimo tempo, ma si tratta comunque di una visita interessante.

Per quanto si tratti di una piccola località Matsue offre anche un servizio di autobus turistici che fermano in prossimità di tutte le attrazioni principali. A bordo una voce narrante racconta vari aneddoti riguardo alla città e su degli schermi vengono mostrate varie fotografie di come appariva Matsue in passato. Purtroppo, per chi non lo parla, tutto è esclusivamente in giapponese. La mancanza di traduzioni in altre lingue sia nei luoghi di interesse che dei menù nei ristoranti è un segno della poca popolarità di Matsue come meta turistica, ma la popolazione è molto ospitale e cordiale e credo che con la loro politica possano ottenere dei buoni risultati. Con questo articolo mi auguro di aver dato il mio contributo per far conoscere Matsue e magari aver invogliato qualcuno ad inserirla come tappa nel suo prossimo viaggio in Giappone.

Articolo di Maddalena Pologna


Giappone: un'isola svanisce e nessuno se ne accorge

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Succede al largo delle acque tra Giappone e Russia: l'isola chiamata Esanbe Hanakita Kojima scompare nel nulla e nessuno degli abitanti dell’isola di Sarufutsu (nella prefettura di Hokkaido), distante solo mezzo chilometro, è sembrato accorgersene.
La popolazione locale è stata allertata di questa sparizione a settembre - dopo che lo scrittore Hiroshi Shimizu, alle prese con il suo nuovo libro sulle isole del Giappone, si è reso conto che l'isoletta non era più individuabile. 

Si pensa che l'isola Esanbe, per fortuna disabitata, sia stata inghiottita dal mare di Okhotsk - probabilmente erosa dal vento e dal ghiaccio.

Esanbe era una delle 158 isole disabitate a cui il governo giapponese ha dato un nome, allo scopo di chiarire la propria portata territoriale ed estendere la propria Zee (la zona economica esclusiva). Quest'isola infatti, si trovava al largo della costa nord orientale, territorio al centro di una disputa tra Giappone e Russia.
Di fatto il Giappone ha perso uno dei punti di demarcazione del confine disputato (in sostanza, le acque territoriali giapponesi avranno 500 metri in meno).


Sagami a Milano: la ristorazione popolare giapponese

A Milano arriverà il 10 novembre il primo ristorante europeo della catena Sagami, dopo Giappone, Thailandia e Vietnam. In totale si parla di 262 locali, compreso quello milanese.
Questo colosso della ristorazione giapponese farà la sua apparizione ufficiale in piazza Duca d’Aosta 10, vicino alla Stazione Centrale.
In realtà molti lo conosceranno già: è stato uno dei protagonisti dell'Expo 2015, nel padiglione del Giappone.

Ma cos'ha di speciale?

La proposta culinaria di Sagami non comprende sushi e ramen, ma si tratta di una ristorazione popolare che offre vari piatti della cucina di Nagoya a prezzi contenuti, come i tebasaki (alette di pollo fritte ricoperte da una glassa dai toni dolci e all'aglio).
Il fiore all'occhiello di Sagami sono gli udon (un piatto molto versatile di tagliatelle spesse di frumento) e la soba (sono anche loro tagliatelle, ma sottili e preparate con grano saraceno).

Il locale milanese è stato inaugurato con la rottura di un grande barile di sakè da parte del presidente Toshiyuki Kamada, della Sagami Holdings Corporation, insieme al responsabile Cristian Guidie Li, di GL Group Italia, partner di Sagami. 

“Abbiamo scelto Milano per avviare la nostra presenza in Europa sulla scia del successo della nostra partecipazione all’EXPO 2015 – spiega Kamada – Abbiamo poi fatto test di mercato che ci hanno incoraggiati e in seguito raggiunto l’accordo per la joint venture con GL”. Il direttore generale Shuji Ito appare prudente: “Se Milano avrà successo, inizieremo una espansione sia in Italia sia in altri Paesi europei”.


Seiha Hogakukai e la musica tradizionale giapponese

Seiha Hogakukai è una prestigiosa istituzione musicale fondata nel 1913 da Utashito Nakashima per promuovere lo studio del koto nel Giappone moderno. A capo di questa scuola si trova ora Yasuko Nakashima, che nel 1978 ha rappresentato il Giappone all'UNESCO International Music Festival di Parigi, facendo conoscere Seiha in Europa e rendendola un punto di riferimento nella promozione della musica tradizionale giapponese in giro per il mondo.

Il gruppo Seiha combina una solida padronanza del repertorio classico a un rivoluzionario approccio verso la nuova musica. Con l'aumentare del numero di opere moderne affidate agli strumenti giapponesi, molti artisti contemporanei di koto hanno trascurato lo studio delle tecniche di melodia e ritmo tradizionali giapponesi, le quali si differenziano notevolmente dallo stile di composizione adottato nella musica moderna occidentale.

Yasuko Nakashima, invece, nonostante il forte desiderio di innovazione che l'ha ispirata negli anni a comporre e a fondare nel 1947 la Seiha Concert Ensemble, ha curato, a nome della sua scuola, una rigorosa antologia di musica classica che rimane un modello per le music library e la NHK (servizio pubblico radiotelevisivo nazionale giapponese).
I lavori del defunto marito, Yuize Shinichi, sono oggi considerate una parte essenziale del repertorio moderno, sia per le ensemble da camera che per le orchestre più grandi.

Oltre ad essere la più importante scuola di koto in Giappone, Seiha è l’unica ad offrire lezioni in inglese di strumenti tradizionali giapponesi. Queste lezioni sono tenute durante i corsi estivi di musica, organizzati nella città di Tokyo.
Nel 2013 è stato celebrato il centenario della Fondazione con un concerto commemorativo alla Kaikan Hall di Tokyo, dove si sono esibiti un migliaio di musicisti provenienti da tutto il mondo.

Kazuko Nakashima è l'attuale Gran Maestro della scuola di koto Seiha Hogakukai. La sua esperienza musicale conta un gran numero di risultati eccezionali. Durante la sua infanzia, oltre ad aver studiato pianoforte e composizione con i famosi pianisti Takejiro e Kozaburo Hirai, Kazuko  ha approfondito la sua conoscenza degli strumenti tradizionali giapponesi grazie al padre, Yuize Shinichi, e al celebre musicista di shamisen Akiko Yazaki.

Dopo aver raggiunto nel 1986 il rango più alto nella Seiha, il Dai-Shihan (Grande Maestro), Kazuko Nakashima ha proseguito la sua carriera diventando una figura di rilievo nell'ambito dell'insegnamento musicale. La Nakashima si è esibita in numerosi teatri oltreoceano con la Seiha Hogakukai, in particolare alla Carnegie Hall nel 2009 con Yamamoto Hozan e al National Theatre of Spain nel 2014. Ha inoltre tenuto dei workshop a San Francisco e San Diego, in collaborazione con la succursale americana di Seiha.

Con i concerti di Milano, il gruppo Seiha spera di riuscire a diffondere la conoscenza del Sankyoku, il genere tradizionale giapponese cuore del repertorio del koto, anche in Italia. I brani di questo particolare genere di musica da camera sono concepiti per un ensemble composto da koto, voce, shamisen e shakuhachi (che sostituisce il vecchio kokyu, uno strumento ad arco simile all’erhu cinese).

Le composizioni musicali di Sankyoku sono veri e propri pilastri della storia della musica giapponese e offrono una suggestiva panoramica della pratica eterofonica di questo paese.
Gli spettatori sono invitati a fare un confronto tra questo genere, quintessenza della musica giapponese, e il contrappunto, tecnica che ha dominato la scena musicale corale italiana tra Rinascimento e Barocco.

Uno spettacolo unico, al quale è raro assistere anche in Giappone, nato per preservare le musiche tradizionali giapponesi e i suoi gli strumenti tradizionali anche con arrangiamenti moderni e dal tocco europeo.

 

Programma 

7 Novembre

Laboratorio: 15:00 - 17:00
Concerto: 18:00 – 19:00
Sala Barozzi presso l'Istituto dei Ciechi di Milano, Via Vivaio, 7, 20122 Milano MI
Laboratorio di approccio base agli strumenti musicali aperto al pubblico; entrata libera. Posti a sedere senza prenotazione.
 
8 Novembre
Casa Verdi
Concerto privato per ospiti e affiliati di Casa Verdi.
 
9 Novembre
Laboratorio: 15:00 - 18:00
Concerto: 20:00 - 21:30
Auditorium Lattuada, Corso di Porta Vigentina, 15 / a, 20122 Milano MI
Con il patrocinio del Comune di Milano

Organizzato da: Seiha Chamber Orchestra of Japanese Instruments
Co-organizzatori: Istituto dei Ciechi di Milano (7 novembre), Casa Verdi (8 novembre), Civita Scuola di Musica Claudio Abbado (9 novembre)
In collaborazione con: Consolato Generale del Giappone a Milano, Comune di Milano, Associazione Culturale Giappone in Italia, Fondazione Italia Giappone


tokyo tsukiji

Tokyo Tsukiji

Abbiamo intervistato Nicola Tanzini, fotografo appassionato, che ha raccontato il mercato di Tsukiji a Tokyo, attraverso una serie di scatti oggi raccolti nel libro "Tokyo Tsukiji", edito da Contrasto

Come è nato questo progetto dedicato al mercato di Tsukiji?

Il progetto è nato casualmente. Ero a Tokyo per svolgere un lavoro fotografico, ma non avevo ipotizzato o preparato nulla su Tsukiji. Sono andato a Tsukiji da turista e, per caso, la prima volta che ci sono stato, sono arrivato quando le attività erano già concluse. Però ormai ero lì e quindi ho deciso di visitarlo: mentre stavo passeggiando per questa struttura enorme, sono stato colpito da una persona che, in maniera molto naturale, stava fumando una sigaretta. Ho cominciato a vedere che intorno a me c'erano tantissime persone che, come lui, si stavano rilassando in tanti modi diversi al termine della giornata di lavoro, dedicando un attimo a se stessi. Certo, una cosa normalissima che viviamo quotidianamente. Ma da lì è nata l'idea. Anche se il progetto è ambientato totalmente dentro il mercato del pesce, non è una rappresentazione di esso: è un lavoro che vuole affrontare un momento quotidiano normalissimo, all'interno di Tsukiji.

Devo dire che oggi questo lavoro sta assumendo anche un altro lavoro al quale io, con tutta onestà, non avevo pensato, che è quello di essere documento anche storico, visto che Tsukiji sta chiudendo e verrà spostato altrove. Ho appreso dalle tante persone con le quali mi sto confrontando, che questo lavoro piace proprio per il suo valore documentale, e la cosa mi fa molto piacere, anche se non era stato pensato con questo spirito

Ha avuto modo di confrontarsi con le persone fotografate?

C'è molta interazione nelle foto, non sono scatti rubati. Non sono ritratti posati, ma loro sapevano di essere fotografati, tranne quelle foto scattate mentre le persone stanno svolgendo un lavoro ecco. Non ho mai avuto riscontri negativi: mi ricordo solo di poche persone che mi hanno chiesto molto gentilmente di non essere fotografate e ho ovviamente rispettato la loro volontà. Un lavoro dedicato alla presentazione di uno stato d'animo e fisico non aveva bisogno di essere in qualche modo rubato: è tutto spontaneo nel senso che non c'è niente di posato, però nelle tante immagini dove c'è stata un'interazione, c'è stata un'assoluta accettazione della cosa da parte dell'interlocutore

Su quali progetti sta lavorando adesso?

Il lavoro su Tokyo non è ancora concluso. E comunque rientra in un progetto più ampio a cui sto lavorando, dedicato ad alcune grandi metropoli: New York, Shanghai, Tokyo, Milano e Londra. Un percorso abbastanza lungo ancora in fase di elaborazione. Un lungo reportage che vuole raccontare, attraverso aspetti particolari della città, sia le ambientazioni che le persone che la popolano. 

 

 

Una selezione di 30 scatti è esposta fino al 4 novembre 2018 presso Leica Store di Milano: l'esposizione, curata da Benedetta Donato, è patrocinata dall'Istituto Giapponese di Cultura di Roma.

Intervista di Federica Lucrezia Tornaghi