Delle fioriture di pruno

Prima di ritirarsi come O-Iemoto (Gran Maestro) della XV generazione della Scuola del tè Urasenke, Hounsai Daisosho scrisse le seguenti parole sulla pratica del tè:

Il pruno piegato sotto il gelo invernale,

Con gli acquazzoni, improvvisamente apre i propri boccioli

La luna, attraverso la foschia, proietta la propria ombra;

Nel buio, le brezze trasportano il suo profumo

Qualche giorno prima, il tronco era sepolto nella neve;

Ora, i rami sostengono di nuovo i fiori,

Attraverso la difficoltà e l’amaro freddo –

Questa dignità, sulla prima linea della primavera.Leggere di più


Antiquariato giapponese

Ressei Sômen

MASCHERA DA ARMATURA A VOLTO INTERO

Scuola Myochin

Metà del periodo Edo (1603 - 1867)

Provenienza:

Kyoto, Arashiyama Bijutsukan

Letteratura:

Kyoto Arashiyama Bijutsukan, catalogo, pag. 28

Iida Kazuo, Katchû-men (Tokyo, 1991), cat. 141Leggere di più


Tendenze del cinema giovane nipponico

A giudicare dal barometro dei festival internazionali, sembra che stia venendo alla luce una nuova leva del cinema giapponese, giovani filmaker di belle speranze, con risultati incoraggianti. Segno di un rinnovamento di quella che è una delle più antiche e importanti cinematografie mondiali? Il regista ventitreenne Hirohara Satoru ha vinto il ‘Dragons & Tigers Award for Young Cinema’ all’ultimo Festival di Vancouver, con la sua opera d’esordio Sekai Good Morning!! - Good Morning to the World!!. Si tratta del romanzo di formazione di un adolescente introverso, la cui vita cambia a seguito del suicidio di un compagno e della morte di un homeless che incontrava nel tragitto per la scuola. Questi eventi traumatici lo portano a intraprendere un lungo viaggio nel mondo circostante, con ogni mezzo possibile. Il film aveva già vinto un premio speciale della giuria al Pia Film Festival di Tokyo e ora viene presentato anche alla Berlinale.Leggere di più


Lo Yin e lo Yang (seconda parte)

Ci sono degli aspetti fondamentali che regolano lo yin e lo yang:

COMPLEMENTARIETÁ E OPPOSIZIONE

Significa che sono due aspetti che si manifestano in maniera opposta ma che si attraggono.

RELATIVITÁ

Nulla è yin in senso assoluto e nulla è yang in senso assoluto, ma solo rispetto a qualcosa a cui viene comparato.

L’uomo è yang rispetto alla donna; ma l’uomo anziano è yin rispetto all’uomo giovane come del resto una donna giovane sarà yang rispetto ad una donna anziana, per cui

a)    ogni fenomeno è definito yin o yang solo in rapporto ad un altro che vi si contrappone

b)    ogni fenomeno definito yin o yang può essere a sua volta diviso in una componente yin o yangLeggere di più


Antiquariato giapponese

Jizai Okimono

Gambero snodabile

Fine del Periodo Edo (1615 - 1867), XIX secolo

Ferro

Lunghezza massima: 26 cm incluse le antenne.

Firma: Myochin

Gli jizai okimono sono figure di animali realisticamente realizzate in ferro o altro metallo. Le articolazioni sono dunque snodabili come avviene in natura e i modelli più utilizzati per queste opere sono draghi, uccelli, pesci, serpenti, aragoste, granchi e insetti.

Si conoscono solo pochi pezzi datati; il più antico è un drago che porta la firma di Myochin Muneaki e la data 1713; sempre del XVIII secolo esiste poi una farfalla firmata da Myochin Muneyasu (1753). Gli armaioli della famiglia Myochin hanno probabilmente iniziato a produrre questi okimono (figure ornamentali) come diversificazione della loro attività in tempo di pace a partire dalla metà del periodo Edo. Durante questo periodo - infatti - il calo della domanda di armi e armature consentì agli artigiani maestri nella lavorazione del ferro di esprimere la loro creatività nella produzione di tali affascinanti oggetti. Gli animali snodabili prodotti durante  il XVIII e XIX secolo cominciarono ad essere esportati in occidente a partire dall’epoca Meiji (1868-1912), insieme a quelli prodotti in questo periodo, primi fra tutti quelli usciti dallo studio di Takase Kozan, uno dei principali produttori di jizai okimono. I pezzi prodotti in questo periodo sono generalmente più leggeri in quanto prodotti con piastre di metallo molto più sottili e malleabili.Leggere di più


Lo yin e lo yang (prima parte)

Il TAO rappresenta l’uno, mentre la vita si manifesta nella dualità.

Lo yin e lo yang rappresentano un principio dinamico, che è espressione diretta del TAO.

Lo yin e lo yang descrivono due facce della stessa medaglia: tutto ciò che esiste ha anche un opposto, senza il quale non esiterebbe e con cui forma un’unità, un tutto.

Tutti i fenomeni della cosmologia orientale sono considerati in due forze energetiche, lo yin e lo yang. L’equilibrio di queste due forze ed il modo in cui mutano, da una all’altra, sono ritenute necessarie per tutte le funzioni e gli stati dell’universo.

In Oriente anche il corpo umano è visto come un microcosmo dell’universo, anch’esso governato quindi dalle forze yin e yang: organi del corpo yin e yang, parti del corpo yin e yang, meridiani yin e yang.Leggere di più


Workshop con giochi tradizionali giapponesi

Sabato 12 febbraio, ore 16.00 - 18.30

Presso Il Ciani

Viale Cattaneo 5

Giochi tradizionali giapponesi per bambini

Ryoko Takano

Durante questo workshop sia i bambini che gli adulti potranno conoscere e cimentarsi attivamente con giochi tradizionali provenienti direttamente dal Giappone.

Saranno spiegate le origini e lo sviluppo dei vari giochi e saranno organizzate anche vere e proprie gare tra tutti i partecipanti al workshop. Tra i vari giochi che saranno presenti ricordiamo i più comuni: KENDAMA, OTEDAMA, DARUMA OTOSHI, KAMI FUSEN, TAKETOMBO, ITODENWA, FUKUWARAI…

Mettete alla prova con ironia la vostra abilità e la vostra concentrazione.

Per informazioni:

Telefono: +41 58 866 72 14

E-mail: cultura@lugano.ch

Sito: http://www.nipponlugano.ch


Le fasi di evoluzione nella storia dell’aikidō

La filosofia alla base dell’insegnamento e le tecniche di Ueshiba Morihei, il fondatore dell’aikidō, differirono grandemente a seconda delle epoche di evoluzione della sua pratica.

Primo periodo: Era Taishō (1912-1926)

Ueshiba praticò numerose forme di bujutsu e raggiunse la maturazione spirituale attraverso la pratica religiosa. Insegnò Daitoryū aikijūjutsu. In quest’epoca impostò la pratica sui kata.

Fra le scuole di jūjutsu, oltre a quelle che si basavano principalmente sul combattimento corpo a corpo e sul combattimento a terra, ne esistevano anche alcune che avevano tramutato i movimenti e le tecniche di spada in tecniche di lotta corpo a corpo, taijutsu, la scuola di Daitoryu di Aizu fu una delle più rappresentative.

Secondo periodo: I primi diciassette anni dell’epoca Showa (1926-1942)

Dal Daitoryū aikijūjutsu si entra nell’epoca del Ueshibaryū Aikijutsu, successivamente modificato in Aiki bujutsu e in seguito Aiki budō. Ueshiba aggiunse al Daitoryū le sue conoscenze relative alle tecniche di lancia (sojutsu), di cui era un rinomato esperto, creando così il metodo uchikomi, una sorta di “kata che vive” che viene considerato tipico dell’aikidō. Questa fu l’epoca in cui raggiunse un eccezionale livello di maestria e venne consacrato ai vertici del mondo delle arti marziali esercitando la propria autorità. Si racconta che Yamamoto Gonbe (1852-1933, Ammiraglio e Primo Ministro) assistendo a una dimostrazione del Maestro Ueshiba abbia detto “È la prima volta, dopo la Restaurazione Meiji, che vedo una lancia che ‘vive!” e che il Maestro Kanō Jigorō del Kōdōkan abbia affermato: “Questo è il vero budō che ho sempre desiderato praticare!”Leggere di più


Armature - Spada giapponese - Kendo

Sabato 5 febbraio, ore 16.00 - 19.00

Presso Il Ciani

Viale Cattaneo 5

Conferenza sulla spada giapponese: Token Conferenza sulle armature: Yoroi e Tosei Gusoku. Storia ed evoluzione Dimostrazione di Kendo

Conferenza sulle armature: Yoroi e Tosei Gusoku. Storia ed evoluzione

Giuseppe Piva

Per sette secoli il Giappone è stato governato da una casta militare - i bushi ovvero la classe dei samurai – che ha lasciato di fatto all’imperatore una sovranità di tipo sacerdotale. L’abbigliamento da guerra dei samurai è quindi sempre stato considerato, anche in periodo di pace, come un importante segno di comando e di condizione sociale. La necessità di distinzione della casta di potere ha talvolta, a seconda dei periodi storici, prevalso sulla funzione protettiva dell’armatura, portando alla realizzazione di armature dalla bellezza stupefacente, impreziosite da ornamenti di pregevole fattura.

La ô-yoroi (letteralmente “grande armatura”) è l'equipaggiamento del periodo medioevale utilizzato esclusivamente a cavallo: bellissima ed estremamente complessa, rappresenta il modello di eleganza anche per i periodi successivi, quando cadrà in disuso. Con l’arrivo della tosei gusoku, l’armatura “moderna”, non si ha infatti una completa progettazione ex novo delle parti bensì una modifica dei modelli che erano stati concepiti nei secoli precedenti. Più agevole in battaglia, ma anche più resistente e confortevole, questo nuovo equipaggiamento venne sviluppato nel XVI secolo, quando in Giappone vennero  introdotte le armi da fuoco, cannoni ed archibugi, ad opera dei portoghesi; non più archi e spade, quindi, ma pallottole di piombo che rivoluzionarono sia il combattimento sul campo di battaglia che le strategie militari di più largo respiro. Concepita per far fronte a una situazione di guerra civile, paradossalmente l’armatura moderna rimase in voga anche per il successivo periodo di pace, diventando un importante simbolo di status sociale e non più un mezzo di difesa. Lo sfarzo di lacche e legature colorate, l’impiego di bordure e ornamenti cesellati e dorati e la continua ricerca di decori insoliti sono la principale caratteristica delle armature tosei gusoku del periodo Edo (1615-1867), con un progressivo riavvicinamento ai motivi decorativi delle o-yoroi medievali.Leggere di più


L’aikidō – terza parte

La via, .

Il concetto che i giapponesi esprimono con i termini dō o michi, la via, si basa sul concetto del Dao arrivato in Giappone dalla Cina. Il significato originario cinese, andò modificandosi sia a contatto con le credenze autoctone giapponesi, sia per esigenze sociali e politiche della classe egemone, che sintetizzò dagli elementi cinesi un modello di pensiero compatibile con la società feudale giapponese.

Accanto all’essenza filosofica ed etica del dō, si possono trovare elementi religiosi, sebbene il d. non costituisca di per sé una religione.

Il Dao, come dō fu inteso dai giapponesi come “la via” o “la strada” da seguire nella vita. Questa via e infinita e profonda. È lunga, ripida, e piena di numerose difficoltà. Deve quindi essere percorsa come un mezzo di auto-educazione che porterà alla fine all’auto-perfezione.

Il concetto di dō è versatile. Prende la forma di una gran varietà di discipline pratiche, strettamente associate alla vita giapponese. Tutte queste discipline sono sfide finalizzate al raggiungimento di un migliore modo di vita, e sono basate sulla convinzione che un uomo non sia un essere completo se non ha fatto sufficiente esperienza di dō.Leggere di più