Un tanka alla settimana

La notte d'estate,

mentre è ancora sera,

già si schiude all'aurora.

Dove, fra le nubi,

si è rifugiata la luna?

 

夏の夜は

まだよひながら

あけぬるを

雲のいづこに

月やどるらむ

 

Kiyohara no Fukayabu

 


Un tanka alla settimana

Con il cuore travolto

dal desiderio di seguirti,

che mi ha tratto fin qui,

neppure la via del ritorno

posso trovare.

 

慕はれて

来にし心の

身にしあれば

かへるさまには

道もしられず

 

Fujiwara no Kanemochi


Un tanka alla settimana

Questo mondo,

è sogno o realtà?

Non so se è realtà,

né se è sogno,

che esiste mentre non esiste.

 

世の中は

夢かうつゝ

かうつゝとも

夢ともしらず

ありてなければ

 

Anonimo

 


Un tanka alla settimana

Ancor prima di saziarmi

la luna si nasconde

dietro la montagna;

abbandonato qui alle falde,

all'altro versante vola il mio anelito.

 

飽かずして

月のかくるゝ

山もとは

あなたおもてぞ

こひしかりける

 

Anonimo


Arte: Keiko Toshimori, uno sguardo giapponese verso i paesaggi italiani e francesi

di Cristina Solano

Negli Spazi dell'Associazione Culturale ARTE GIAPPONE di Milano l'artista Keiko Toshimori sta presentando la sua mostra di pittura a olio, dove le sue tele sono uno sguardo giapponese e personalissimo verso i paesaggi italiani e francesi.
Keiko studia la pittura ad olio fin da quando era bambina, e addirittura ha avuto la possibilità di farlo con il maestro Koiso Ryohei.Un artista abilissimo nel dipingere a olio le figure e le scene quotidiane del Giappone degli anni trenta e quaranta, inoltre conosciuto anche per i ritratti, a lui commissionati, dei militari durante la Seconda Guerra Mondiale.
Crescendo Keiko inizia a sviluppare un suo personale linguaggio artistico tramite i colori. Colori che sono forti, brillanti e corposi, stesi sulla tela con pennellate vigorose ed energiche quasi richiamassero lo stile espressionista dei Fauves.13240502_772597222877452_3616689596159042079_n

Uno dei punti più importanti della sua pittura è la luce. Ed è durante i suoi viaggi in Europa, in particolare tra Italia e Francia, che lei ritrova quella luce piena di colore che tanto la colpisce e che le ricorda l'aria e l'atmosfera dei territori di Hokkaido. Le tele di Keiko non raffigurano solo semplici paesaggi ma rappresentano anche ricordi e sentimenti di quegli istanti che più hanno colpito il suo animo.
Per Keiko dipingere è importante, perchè può lasciare sulla tela tutto ciò che la fa soffrire così da liberarsi dei sentimenti negativi. I suoi colori sono simbolici, in particolare il rosso con il quale sfoga la rabbia e i colori più tenui con i quali incanala la tristezza. I suoi quadri sono energia.
I suoi paesaggi possono essere letti in molti modi, ma è proprio questo il bello della sua arte. Keiko dice che l'aria, attraverso la quale guardiamo, è piena di filtri che noi percepiamo e che ci fanno percepire quello che ci circonda in maniera diversa.

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La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2016 presso gli spazi dell'Associazione Culturale ARTE GIAPPONE (via Ciovasso 1 Milano)

Foto di Alberto Moro

 


Morte di un maestro del Tè di Yasushi Inoue

StorieSkira

Yasushi Inoue

Morte di un maestro del Tè

Capolavoro letterario e opera di grande profondità spirituale: la prima edizione in italiano del romanzo di Yasushi Inoue, nell’eccellente traduzione di Gianluca Coci, ci avvince con l’artificio letterario di un manoscritto ritrovato e con un protagonista, il monaco Honkakubō, che ricorda il suo grande maestro scomparso Sen no Rikyū e la sua oscura morte, sullo sfondo delle lotte di potere nel Giappone cinquecentesco.

Sen no Rikyū (1522-1591), “sistematizzatore” della cerimonia del Tè – la cui essenza è condensata nei principi di armonia, rispetto, purezza e serenità – si legò al leader militare Hideyoshi, che tuttavia lo esiliò ordinandogli di compiere il suicidio rituale. Honkakubō dedica dunque la sua esistenza al tentativo di capire i motivi di questo sopruso e della mancata richiesta di grazia da parte del suo maestro, intrecciando la bellezza rievocativa del racconto del Tè con la meditazione e gli interrogativi sul destino, la vita e la morte.

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... sono già passati oltre sei anni dal giorno in cui il maestro Rikyu ̄ fu costretto a togliersi la vita facendo seppuku. Prima ho detto di essermi allontanato dalla Via del Tè perché era troppo segnata dal mio maestro, ma questo non significa che mi sia allontanato da lui. Anzi, ho addirittura la sensazione di essere in grado di servirlo molto meglio da quando vivo in completo isolamento, qui a Shu ̄gakuin: sento la sua voce più volte al giorno e riesco anche a parlargli; rivedo il modo in cui preparava il tè, sempre libero e indulgente, lasciandosi guidare dall’ispirazione del momento; a volte mi ripete una delle sue frasi preferite: ‘Dopotutto il Tè è la giusta combinazione di fuoco e acqua’; gli pongo numerose domande alle quali risponde puntuale e volentieri.

C’è tuttavia una domanda di fronte alla quale resta sempre in silenzio... Accade quando gli chiedo cosa poteva essere e rappresentare quel sentiero che percorrevamo insieme nel mio sogno.

Ricordo che a volte, quando era in vita, rifiutava di rispondere ai miei quesiti gridando: ‘Questa non è una cosa da chiedere agli altri! Devi riflettere da solo!’. Faceva orecchio da mercante e non diceva nemmeno una parola. Vuoi vedere che anche a proposito di quel lungo sentiero di ghiaia che mi è apparso in sogno devo trovare una risposta da solo?

Yasushi Inoue (1907-1991) è una delle figure di maggior rilievo della letteratura giapponese. Skira ha pubblicato i suoi Vita di un falsario (2014) e La lotta dei tori (2015).


Un tanka alla settimana

Com'è difficile contare

su ciò che sembra esistere.

Questo mondo effimero,

sarà bene considerarlo inesistente?

 

有りと見て

たのむぞか難き

うつせみの

世よをばなしとや

思なしてむ

 

Anonimo

 

 


Un tanka alla settimana

Sono forse cadute

le lacrime delle oche selvatiche

che se ne volano gridando?

Nella dimora dai mesti pensieri

la rugiada imperla la lespedeza.

 

なきわたる

雁の涙や

おちつらむ

物思宿の

はぎのうへのつゆ

 

Anonimo


Un tanka alla settimana

È inutile...

non ti tormentare.

Hai conosciuto tanti dolori,

eppure mai rinuncerai,

in fondo, alla tua vita.

 

ぢきなし

嘆きな詰めそ

憂き事に

あいくる身をば

捨てぬものから

 

Hyôe

 


Giuseppe Piva Arte Giapponese: novità di maggio 2016

Ecco, anche per il mese di maggio 2016, tutte le novità riguardo le ultime acquisizioni della Galleria Giuseppe Piva Arte Giapponese, e gli eventi dedicati all’antiquariato giapponese in programma.

Per chi di voi sarà a Milano nei prossimi giorni, vi ricordiamo la mostra che si terrà alla galleria dal 12 al 31 maggio in occasione di &, Milano Asian Art dal titolo: Samurai, efficacia ed eleganza degli equipaggiamenti militari nell'antico Giappone.

Per l'occasione, nelle date 13, 23 e 30 maggio sarà possibile partecipare accompagnati da Giuseppe Piva a delle visite guidate presso i depositi del Mudec; é necessario prenotare indicando la data scrivendo a c.museocultere@comune.milano.it .

Come ultimo evento del mese, terrà poi una conferenza sulle armature giapponesi presso le Gallerie d'Italia (Piazza Scala, 6 Milano), il 31 maggio alle ore 18.00; ingresso libero fino a esaurimento posti.

Vi ricordiamo inoltre che parteciperemo alla convention sui netsuke che si terrà dal 6 al 9 maggio al Montcalm Hotel. Per l'occasione stiamo introducendo una nuova funzione nel nostro sito che vi permetterà di osservare gli oggetti come se li avesse in mano.

Come oggetto del mese La Galleria vi propone questa armatura di notevole livello, completa in tutte le sue parti.

Hotoke-dō tōsei gusoku

Armatura da samurai recante lo stemma della famiglia Inaba

Seconda metà del Periodo Edo (1615 -1867)

Bachi kabuto firmato “Masuda Myochin Minbu Ki no Munesada Saku”

e datato febbraio 1757

Provenienza:Clan Iyo no kami Inaba

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Importante armatura da samurai realizzata interamente in hon-kozane (piastre individuali) e decorata in tutte le sue parti con kanamono incisi in metallo dorato. Gli interni sono laccati in oro, caratteristica che denota una prestigiosa provenienza.

L’armatura include un’ampia serie di accessori: due paia di suneate (uno più pesante e uno estremamente leggero), un nodowa (protezione per la gola), un paio di kutsu (scarpe) in pelliccia di orso, un saihai (bastone di comando), un jinbaori, un hakama (pantaloni) e molti altri vestiti originali.
Su ogni elemento dell’armatura è applicato il mon recante il carattere 三 (tre) appartenente al clan Inaba.
Il kabuto (elmo) è realizzato nello stile del periodo Kamakura: kabuto ō-boshi sujibachi kabuto, con un coppo semisferico a 18 piastre unite con rivetti grandi e sporgenti.
Il bellissimo maedate in legno dorato è a forma di shachihoko, una creatura mitica in grado di proteggere dal fuoco. Lo shikoro (protezione per il collo) è ricoperto da una rara decorazione rara da crine di cavallo rosso e bianco.
Il dō (corazza) è riccamente decorato in maki-e su sfondo nero, con la figura di Raijin, il dio del tuono, mentre crea una tempesta suonando i suoi tamburi tra le nuvole.
Le due grandi piastre di diverso formato che proteggono le allacciature, sendan no ita e kyūbi no ita, prendono spunto, come l’elmo dalle gloriose armature del periodo Kamakura.
L’armatura presenta un raro haidate (para cosce) di tipo hōdō, che include due sezioni pendenti nello stesso stile del kosazuri (protezione del bassoventre).
La famiglia Inaba ha origine nel XVI secolo nella provincia di Mino; durante il periodo Edo, in quanto vassalli ereditari dei Tokugawa, il clan fu classificato fudai e i suoi membri furono nominati daimyō di vaste e strategiche province. Ricoprirono inoltre diversi e importanti ruoli pollici, amministrativi e militari
Le opere di Myochin Muneseda, figlio del famoso Munekira, sono estremamente rare.