Un tanka alla settimana
"L'amo, eppure
lo stesso provo ritrosia:
ché non ci sarà montagna,
penso, che la foschia primaverile
non avvinghi."
"Omoedemo
nao utomarenu
harukasumi
kakaranu yama no
araji to omoeba"
思へども
猶うとまれるぬ
春霞
かからぬ山の
あらじと思へば
Anonimo
Un tanka alla settimana
"Neppure la polvere
lascerei posare
su questo garofano selvatico
sbocciato, tenero come il giaciglio
ove mi corico con la mia amata."
"Chiri o dani
sueji to zo omou
sakishi yori
imo to wa ga nuru
tokonatsu no hana."
塵をだに
据ゑじとぞ思ふ
咲きしより
妹とわが寝る
とこ夏の花
Ochikoshi no Mitsune
Un tanka alla settimana
"Solo stamane,
per la prima volta, vidi
l'incanto di questo fiore,
che, invero, m'appare
fatuo e volubile".
"Ware wa kesa
ui ni zo mitsuru
hana no iro o
adanaru mono to
iubekarikeri"
我はけさ
初にぞ見つる
花のいろを
あだなる物と
いふべかりけり
Ki no Tsurayuki (872-945)
Un tanka alla settimana
"La sorgente di montagna,
intorbidita dalle gocce
stillate dalla mano di chi vi attinge,
non appaga la sete; e io, lungi dal saziarmi
della tua compagnia, devo separarmi da te."
"Musubu te no
shizuku ni nigoru
yama no i no
akade mo hito ni
wakarenuru kana."
むすぶ手の
滴ににごる
山の井の
あかでも人に
わかれぬる哉
Ki no Tsurayuki (872-945)
Hanami - Le origini della tradizione
Il fiore di ciliegio – sakura – è da tempo immemorabile uno dei simboli più cari ai giapponesi e l’hanami, la rituale gita fuori porta per andarne ad ammirare la fioritura, è una delle ricorrenze più sentite dell’anno. L’origine della tradizione affonda le sue radici nella tradizione agricola, per poi evolversi e arricchirsi nel corso dei secoli di altri significati, contagiando anche l’arte, la letteratura e la filosofia. E arrivando così a forgiare alcuni dei concetti estetici più importanti della cultura nipponica.
“Se mi chiedessero quale sia lo spirito di questa nostra isola, risponderei un ciliegio in fiore che rifulge nel sole del mattino.”
Con questa frase Motoori Norinaga (1730 - 1801), uno dei più importanti studiosi delle tradizioni giapponesi, riassume efficacemente l'amore che i giapponesi nutrono da secoli verso i fiori di ciliegio, i sakura, e ci aiuta a comprendere come mai ogni anno la ricorrenza dell'hanami sia così sentita.
Hanami significa letteralmente "ammirare i fiori", che nella cultura giapponese sono, per antonomasia, quelli di ciliegio. Questa completa sovrapponibilità dei due termini ha origini antiche, tanto che nella maggior parte delle poesie di epoca Heian (794 – 1185) sono usati come sinonimi. La tradizione trova le sue origini nella cultura agricola, quando le antiche popolazioni dell’arcipelago giapponese festeggiavano l’inizio della primavera, cioè della stagione in cui era nuovamente possibile dedicarsi al raccolto. Il periodo della fioritura dei ciliegi, in particolare, corrisponde al momento in cui avvengono le prime piantumazioni del riso, alla base dell’alimentazione giapponese. Si può capire, quindi, come mai questo momento fosse così sentito.
Per vari secoli, in realtà, l’oggetto di attenzione dell’hanami non erano solamente i sakura, ma numerose altre specie floreali, tra i quali il più popolare era il fiore di susino (ume). Questo primato del fiore di susino è confermato anche dalla frequenza con cui il termine ricorre nel Man’yoshu, un’antologia poetica del 759. L’ume è soggetto di ben 110 componimenti, mentre appena 43 poesie mettono al centro i sakura. Tale tendenza viene poi ribaltata in epoca Heian, quando il fiore di ciliegio diventa ufficialmente il più popolare. La data simbolica in cui, si dice, il sakura assurga a fiore simbolo del Giappone è l'830, quando l'imperatore Ninmyo decide di sostituire un susino all'interno di uno dei cortili del palazzo imperiale con un ciliegio, via via rinnovato nella posizione originaria fino ai nostri giorni.
Da questo momento in avanti, la popolarità dei fiori di ciliegio non accenna più a diminuire. Durante il periodo Meiji (1868 – 1912), in cui iniziano a svilupparsi le idee alla base del nazionalismo nipponico, il cui apogeo viene poi toccato tra le due Guerre mondiali, il fiore di ciliegio viene anche usato in maniera propagandistica, paragonandolo alle vite dei giovani soldati. Un parallelo, in realtà, già presente nella cultura samuraica, ma che qui assume un significato del tutto nuovo, in quanto si vuole glorificare i soldati morti in guerra paragonandoli a uno dei simboli più cari ai giapponesi.
In effetti, il fiore di ciliegio si presta particolarmente a questa similitudine. Dal momento in cui sboccia a quello in cui sfiorisce non passano che due settimane. La bellezza caduca di questo fiore è sempre stata molto apprezzata dai giapponesi e costituisce il paradigma di uno dei concetti estetici fondamentali dell’arte e della letteratura del Sol Levante, il mono no aware, cioè stupore, meraviglia delle cose. Il concetto esprime l’idea di una bellezza straordinaria, che lascia senza parole, ma che è fragile e destinata a svanire in fretta. Questo effimero splendore genera un sentimento di malinconia. Si può capire facilmente come questo concetto sia intrinseco alla vita giapponese, se si pensa alla precarietà determinata dalle condizioni ambientali nell’arcipelago. I frequenti fenomeni sismici o i tifoni rischiano, infatti, di cancellare da un momento all’altro la vita e le opere dell’uomo. E solo negli ultimi decenni le tecnologie costruttive stanno facendo svanire questa cultura collettiva.
Forse anche per questo i giapponesi hanno sempre mostrato un’elevata sensibilità verso quella bellezza fragile e delicata, che può svanire da un momento all’altro.
Federico Moia
Un tanka alla settimana
"L'amo, eppure
dice sempre
che non mi ama;
basta, non l'amerò più:
non vale la pena amare."
"Omoedomo
omowazu to nomi
iunareba
ina ya omowaji
omou kai nashi".
思へども
思はずとのみ
言ふなれば
否や思はじ
思ふかひなし
Anonimo
Nendo: Invisible Outlines - Video-intervista al designer giapponese
https://vimeo.com/212215800
La nostra video-interview al designer giapponese Nendo, uno dei protagonisti della Milano Design Week 2017.
Video e intervista a cura di Giuseppe De Francesco
FujiQ Highland, emozioni da guinness (parte 2)
(...) Altre attrazioni del parco degne di nota sono:
Tentekomai - Se il vostro sogno è quello di provare l'ebbrezza di essere al comando di un aereo, questa è l'attrazione che fa per voi. Aperto l'anno scorso, il Tentekomai (letteralmente ''turbinio di attività'', ''attività frenetica'') vi mette alla guida di un piccolo aereo dove vi sarà possibile muovere le ali e soffrire le conseguenze delle vostre scelte. Tre minuti di corsa a 40km/h, sospesi a 32 mt dal terreno, sarete voi a dover decidere per una guida più cauta o più sportiva. Potrete sfruttare le correnti per passare 3 minuti a girare su voi stessi, o per godervi pacificamente il meraviglioso panorama intorno a voi.
(Per vedere la corsa completa --> https://www.youtube.com/watch?v=NoUrFZPJdag)
Tekkotsubanchou - per gli amanti del genere, una giostra a seggiolini sospesa a 47 mt di altezza non può essere trascurata. Grande classico dei parchi divertimento, questa attrazione sorge molto vicino al Dodonpa ed offre un panorama mozzafiato, soprattutto nelle giornate più limpide. Ad ogni giro, il Monte Fuji e la sua cornice appaiono placidi in lontananza, facendovi dimenticare che state volando sospesi nell'aria, appesi ad un filo, a 50km/h.
(Per vedere la corsa completa --> https://www.youtube.com/watch?v=V3NWcqIG0Sg)
Tondemina - Se desiderate capire come si sentono le pizze ad essere lanciate in aria dai maestri pizzaioli, questa è l'attrazione giusta per voi. Che tutti siano amanti della pizza, non è di certo un segreto. Ma potete dire di essere mai saliti su un'attrazione che ci assomiglia? Al FujiQ anche questo è possibile. Sponsorizzato da PizzaLa (nota catena di pizzerie in Giappone), il Tondemina è un pendolo gigante che con la sua struttura a forma di pizza vi fa volare sempre più in alto, fino ad arrivare al picco di 43mt durante il giro completo, il tutto mentre la struttura che contiene i 50 passeggeri gira su sè stessa. Per quanto possa sembrare una corsa semplice e lineare, in realtà sia i momenti di tensione che l'adrenalina accompagnano tutta la durata della corsa.
(Per vedere la corsa completa --> https://www.youtube.com/watch?v=FTnSVrUa04A)
Nel parco ci sono tantissime altre attrazioni; la Red Tower, il Panic Clock, il Mad Mouse o il Cool Jappaan sono tutte corse estremamente divertenti, ed anche se un pò più ''normali'' rispetto le precedenti, valgono la pena di essere visitate almeno una volta. Ad un altro genere appartiene invece il Fuji Airways, una simulazione di volo attorno al Monte Fuji che vi farà restare a bocca aperta sia per la bellezza suggestiva dei filmati che per la sensazione di trovarvi effettivamente in volo.
Il FujiQ vanta un'altra sezione per cui si è reso famoso nel resto del mondo: la sezione horror. Oltre al Bloodthirsty Ward, una struttura dedicata a farvi spaventare tramite il solo utilizzo di cuffie e suoni orrendi provenienti da tutti i lati, la casa del terrore più lunga del mondo si trova proprio qui:
Super Scary Labyrinth of Fear - Se non soffrite di cuore e vi considerate abbastanza coraggiosi da poter percorrere 900 mt di terrore puro, in mezzo ad infermieri insanguinati e zombie che vi rincorrono dappertutto, questo ospedale del terrore fa proprio al caso vostro. La visita non è inclusa nel biglietto giornaliero, ma vi posso assicurare che se sono i brividi che cercate, i 4€ di ingresso sono molto più che ben spesi. La durata complessiva del ''tour'' è intorno ai 30 minuti. Se però siete particolarmente impressionabili, e per la paura cominciate a correre gridando in maniera disperata (come ho fatto io), i tempi di percorrenza si accorciano drasticamente. Tutta la struttura è costellata di uscite d'emergenza, e nel caso in cui abbiate troppa paura potrete uscire in - quasi - qualsiasi momento. All'ingresso verrete divisi in gruppetti (non è possibile visitare la struttura individualmente) ed assisterete ad un filmato di introduzione, per capire la storia della clinica del terrore ed entrare nel mood giusto. Dopo il filmato ed una simpatica fotografia ricordo del vostro gruppo, sarete liberi di esplorare la struttura, gridare, piangere o fuggire, a seconda del grado di temerarietà personale. Inutile dire che tra i momenti di terrore vero vanno citati quelli in cui non si capisce se ''quella roba lì'' fa parte della scenografia o se è una persona viva: nel primo caso basta starci lontano, ma nel secondo caso preparate il vostro miglior scatto felino verso la prossima stanza! I vari infermieri zombie non si faranno problemi a corrervi dietro, sfiorarvi o semplicemente produrre dei suoni disumani da direzioni ignote. Personalmente ho provato la classica tecnica del ''pensa che tanto è tutto finto'', ma gli attori sono talmente bravi, e le ambientazioni, i suoni, gli odori, i trucchi e le scenografie talmente suggestive che questo stratagemma non ha funzionato oltre il primo minuto. Un particolare molto carino è la fine dell'attrazione: l'ultimo corridoio dà direttamente sulla gente in attesa di entrare nella struttura, sottoponendo la vostra ultima fuga per la salvezza agli sguardi divertiti (e già un pò terrorizzati) delle persone in coda.
(No spoilers! Solo per farvi un'idea --> https://www.youtube.com/watch?v=cfb05pXvmlk)
Nell'area del parco dedicata agli amanti dei manga, troverete il famoso Evangelion World, un interessante padiglione che contiene numerose riproduzioni in scala, filmati ed articoli dell'omonimo anime. Qui potrete farvi originali fotografie con i personaggi principali e comprare prodotti unici nel loro genere. In questa sezione si trova anche una casa stregata dedicata al manga Kitaro dei cimiteri, adatta anche alle famiglie.
Oltre a quelle citate, il parco offre alcune attrazioni dedicate ai più piccoli, tra cui il trenino di Thomas Land, la monorotaia di Hamtaro ed una Adventure Land dedicata a Kaiketsu Zorori, celebre protagonista di una famosa serie di libri per bambini.
Per concludere, il FujiQ è sicuramente un'esperienza imperdibile se vi trovate in quell'area, non solo per il divertimento e l'unicità del parco in sè, ma anche perchè sorge in una zona particolarmente magica sotto il punto di vista paesaggistico, costellata da laghi, montagne, sorgenti termali ed alberi in fiore che meritano di essere visti e vissuti almeno una volta nella vita.
Un tanka alla settimana
"Anche della brama amorosa,
come d'ogni cosa, un indirizzo
esiste, dicono;
ma, in piedi o seduto;
non mi pare di trovare uno sbocco."
"Koishiki ga
kata mo kata koso
ari to kike
tatare oredemo
naki kokochi kana"
恋しきが
方もかたこそ
ありと聞け
立てれおれども
なき心ち哉
Anonimo
Issey Miyake, a Milano il primo flagship store italiano
Dopo Parigi, Londra, Anversa e Zurigo, non poteva che essere Milano la sede del primo flagship store di Issey Miyake in Italia, data la vocazione sempre più internazionale e i forti legami con design e moda di questa città. “Il design è un atto di scoperta, 'making things', creare realtà, libertà, innovazione. Il design è lavoro che dona gioia alle persone. Per me Milano è già la città della creatività. Sono orgoglioso di esserne parte”, afferma Issey Miyake, stilista giapponese nato a Hiroshima nel 1938, celebre per le sue creazioni minimaliste e per la costante sperimentazione su tecniche e materiali, fra tutti il plissé. Ma Miyake non è, naturalmente, solo plissé, declinato in innovative collezioni quali Pleats Please e Homme Plissé. Questo risulta evidente dalla straordinaria pluralità di collezioni presentate nello store milanese, che spaziano dalla main line per uomo e donna alla iconica Bao Bao, da In-Ei - incursione dello stilista nel mondo del design in collaborazione con Artemide - a profumi, orologi e occhiali.
La scelta di Milano è dettata anche dal fatto che l’Italia assorbe il 50% delle vendite di Miyake in Europa e ogni anno il numero di nuovi acquirenti è in crescita. Per la maison di moda giapponese è quindi importante avere una presenza retail diretta sul territorio, come evidenzia Tempe Brickhill, direttore generale per l’Europa di Issey Miyake, in una recente intervista a “Il Sole 24 Ore”.
Il nuovo negozio, che ha aperto le sue porte lo scorso 15 marzo nell’ottocentesco Palazzo Reina in via Bagutta 12, si estende su circa 500 mq di superficie tra piano terra e piano signorile. Mentre di solito per le sue boutique Issey Miyake privilegia spazi iper moderni ed essenziali, per la prima volta ha scelto un edificio storico, costruito tra il 1826 e il 1831, e ha affidato il progetto di interior a Tokujin Yoshioka, artista e designer di fama internazionale che, oltre a seguire la progettazione degli store del marchio da oltre vent’anni, ha disegnato diversi modelli di orologi per la collezione Issey Miyake Watch.
Così Yoshioka racconta il concept dello store milanese, connubio perfetto di storia e futuro: “Un'unica estetica viene creata attraverso l' unione di uno storico paesaggio urbano con un avveniristico intervento negli interni, al fine di esprimere il passare del tempo. Siamo attratti da un passato arricchito da strati di storia e da un futuro opaco non ancora realizzato. Esprime il contrasto tra storia e futuro, attraverso i molti strati del tempo presenti nel tessuto delle pareti interne, contrapposi ad un futuristico alluminio colorato. Le rotonde sculture galleggianti (chiamati Floating Disk, ndr) di alluminio sono colorate con la stessa tecnica usata per tingere i tessuti. I colori scelti - blu, arancione e verde - simboleggiano l'energia della natura, e comunicano un senso di traslucidità e proiezione nel futuro. L'essenza del design, armonizzato con la tecnologia e il lavoro manuale, caratterizzano lo spazio del negozio, riflettendo la filosofia alla base delle creazioni di Issey Miyake”.
Il legame di Yoshioka con l’Italia è forte: da anni collabora con alcune tra le principali aziende di design, come Cassina, Driade, Kartell, Moroso e Glas Italia. Proprio per quest’ultima, ha realizzato la serie di tavoli in vetro Fountain – Glass Table presentata durante il Salone del Mobile 2017 nel flagship store Issey Miyake di via Bagutta: una sapiente fusione di tecniche artigianali e tecnologia industriale, ulteriore conferma della grande affinità fra la sua ricerca progettuale e quella dello stilista giapponese.
Edoardo Miotti