L'arte del Washi diventa patrimonio Unesco
Nel novembre 2014 l'UNESCO ha dichiarato l'arte giapponese della lavorazione della carta patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
La lavorazione artigianale della carta, detta "washi", è praticata in tre comunità del Giappone: nel quartiere di Misumi della città di Hamada, Prefettura di Shimane; nella città di Mino, Prefettura di Gifu; nel villaggio di Higashi-Chichibu e nella città di Ogawa, Prefettura di Saitama.
La carta viene prodotta immergendo delle fibre del gelso da carta in acqua di fiume. Le fibre vengono poi addensate e filtrate attraverso uno schermo di bambù.
Il washi viene utilizzato non solo per scrivere lettere e libri, ma anche in ambienti domestici per fare ad esempio schermi di carta, divisori e porte scorrevoli.
La maggior parte degli abitanti delle tre comunità svolgono un ruolo importante nel mantenere vitale questa arte: dalla coltivazione del gelso al raffinamento delle tecniche di lavorazione, fino alla creazione di nuovi prodotti per promuovere il washi nazionale all'estero. L'arte del washi è trasmessa su tre livelli: di generazione in generazione, all'interno delle famiglie di artigiani; attraverso apposite associazioni di preservazione; dalle municipalità locali.
Le famiglie e i loro dipendenti apprendono il lavoro dai maestri del washi, i quali hanno ereditato le tecniche dai loro genitori. Tutti membri delle comunità sopra menzionate sono orgogliosi della loro tradizione e la considerano il simbolo della loro identità culturale.
La lavorazione del washi promuove anche la coesione sociale, poiché ogni comunità comprende persone direttamente o indirettamente impegnate in questa pratica.
Fonte: UNESCO
Love & Peace, il nuovo film di Sono Sion
Nato come poeta, filmmaker sperimentale e autore di nicchia nel cinema giapponese degli anni novanta, Sono Sion sta ricalcando, pur con le sostanziali differenze che li contraddistinguono, il percorso professionale fatto da Miike Takashi. Dopo il passaggio a certo cinema horror, soprattutto con Suicide Club, film che lo rivelò ad un pubblico più vasto ed internazionale, e le sue vette artistiche raggiunte forse con Love Exposure e Noriko Dinner Table, in questi ultimi anni Sono si è votato sempre di più verso un cinema di più largo consumo, ma non per questo meno interessante.
Dopo il passaggio al Festival di Venezia nel 2013 con il metafilmico e delirante Why Don’t You Play in Hell e la sortita nel mondo hip-pop nipponico con Tokyo Tribe, film troppo sottovalutato, il suo nuovo lavoro uscirà in Giappone in estate. Intitolato Love & Peace è il film diretto da Sono con il più alto budget a disposizione per il regista giapponese, proprio nella giornata di oggi sono state diffuse le prime immagini ed il teaser trailer:
Il film racconta la storia Ryoichi il suo sogno da giovane di diventare un musicista punk ed il suo amore per una ragazza, il sogno ben presto però si infrange sulla monotona realtà quotidiana, ora Ryoichi è un semplice impiegato in un negozio di strumenti musicali. Tutto cambia quando un giorno incontra una tartaruga che chiama Pikadon ma che vergognandosi di fronte ai suoi colleghi finiscise per gettare nel bagno, questa, passata attraverso le fogne, incontra un anziano che lì vive e le cose cominciano a cambiare. Secondo lo stesso Sono questo lavoro è una sorta di summa di tutta la sua attività di questi ultimi anni, una sorta di kaiju eiga sui generis, e non potrebbe essere altrimenti, un film in cui il regista giapponese crede molto, una sorta di Love Exposure in salsa kaiju quindi, almeno questa è la nostra speranza.
Fonte: ScreenWeek
Chocolate texture: la nuova collezione di Nendo
Il brand "Nendo", fondato nel 2002 dal giovane designer giapponese Oki Sato, ha presentato sul suo sito web la nuova e originalissima collezione. Si tratta di "Chocolate Texture": 9 tipi di cioccolatini della stessa misura (26x26x26mm) ma lavorati in differenti trame.
Ogni cioccolatino prende il nome di una diversa espressione onomatopeica giapponese.
1. “tubu-tubu” tocco di gocce di cioccolato.
2. “sube-sube” angolature lisce e levigate.
3. “zara-zara” granulare, come un casellario.
4. “toge-toge” cime appuntite.
5. “goro-goro” quattordici cubetti connessi tra loro.
6. “fuwa-fuwa” morbido e leggero con tanti piccoli fori.
7. “poki-poki” cornice di cubo fatta di bastoncini di cioccolato.
8. “suka-suka” cubo vuoto con mura sottili.
9. “zaku-zaku” bacchette sottili di cioccolato posizionate alternativamente a formare un cubo.
Un buon modo per coniugare arte e gusto.
Per saperne di più: Nendo
Aikido a Traversetolo (PR)
EVENTO
Martedì 3 febbraio dalle ore 20.00 alle 21.30 presso il Palazzetto dello Sport di Traversetolo ci sarà la lezione di presentazione del corso di Aikido.L'evento è gratuito e tutte le persone che vogliono conoscere la materia sono invitate a partecipare.
AIKIDO
L'AIKIDO è un'arte marziale tradizionale giapponese fondata dal Maestro MORIHEI UESHIBA. A differenza di altre arti marziali, per diretto volere del Fondatore, non si è trasformata in uno sport competitivo mantenendosi fedele alle caratteristiche originali di tramandare gli ideali spirituali della tradizione e della cultura giapponese.
Via della coordinazione mentale e fisica dell'energia, l'AIKIDO rappresenta un´eccellente disciplina, la cui pratica regolare conduce al perfetto equilibrio del corpo e dello spirito. Attraverso la pratica si sviluppa la coordinazione mente/corpo con l'apprendimento dei movimenti di base, le cadute, le tecniche di proiezione o di immobilizzazione.
La pratica è formata, sia da tecniche eseguite a mani nude (Taijutsu), sia da tecniche con l'uso di armi (Bukiwaza) ovvero spada di legno (Bokken) e bastone (Jo).
Tecnica di difesa ideale, l'AIKIDO impone, prima di tutto di distruggere l'aggressività del suo avversario dimostrandogli l'inutilità dell'attacco.
Disciplina fisica e morale completa, di una straordinaria efficacia l'AIKIDO permette di acquisire un perfetto controllo di sé.
Le tecniche di Aikido sono il mezzo, rivolto a tutti, che consente di conoscere meglio noi stessi, non sono un fine, rivolto a pochi, per primeggiare su altri o per sentirsi più forti.
Infatti tra i tanti motti lasciati dal Fondatore dell'Aikido uno dice: "Pratica per conoscere".
MAESTRO
Sergio Ravazzoni ha iniziato la pratica dell'Aikido nel 1987 a Parma, e dal 1996 ha iniziato l'insegnamento. Nei 28 anni di pratica ha avuto modo di frequentare diversi stage in Europa e in Giappone dove si è recato 5 volte per stare a stretto contatto con i maggiori esponenti dell'Aikido a livello mondiale.Questo ha sicuramente permesso di accrescere notevolmente l'esperienza, non solo tecnica ma anche su altri aspetti della cultura orientale.
Per qualsiasi altra informazione visitare il sito www.aikidoparma.it o scrivere a aikidoparma@mac.com o telefonare al 347-8089640.
Fonte: ParmaToday
Il kabuki vuole diventare più “internazionale”. Sito internet dedicato e guide vocali per gli stranieri
TOKYO – L'arte giapponese del kabuki vuole diventare più internazionale: non nel senso di alterare le sue caratteristiche di teatro musicale profondamente radicate in una tradizione di 400 anni ma nel rendersi più agevolmente fruibile dagli spettatori non giapponesi.
La società che gestisce il mondo del kabuki, Shochiku, ha annunciato una espansione dei servizi per i visitatori stranieri, finalizzata a “aumentare il numero di fan del kabuki nel mondo” e “attrarre più visitatori esteri al teatro Kabukiza nel distretto di Ginza a Tokyo”. In futuro, inoltre, sono in programma nuove tournée internazionali (è già stato presentato nel mondo il 36 Paesi e 96 città – Italia compresa -, con 110 performance all'estero).
Per i turisti che arrivano a Tokyo, il Kabukiza è una delle tappe culturalmente più significative, resa più “accessibile” dalla possibilità di usufruire di una guida vocale (e un sistema di sottotitolazione): oltre allo spettacolo, comprende la visita alla galleria-museo al quinto piano della Kabukiza Tower (dove c'è anche un giardino pensile) e la piazzetta sotterranea dove si possono fare acquisti anche a tema. Nel museo _oltre a esibizioni temporanee, da ultimo una sulle performance all'estero- c'è anche la storia del Kabukiza, sorto nel 1889 e più volte ricostruito, da ultimo tra il 2010 e il 2013. Il nuovo edificio- il quinto, inaugurato nella primavera del 2013 - replica in buona parte le strutture degli anni '20 ma è stato reso più funzionale (oltre a essere ora sormontato da una torre…).
Il sito Internet è stato migliorato e presenta la traduzione anche in italiano. Il nome kabuki deriva dal verbo kabuku, che rimanda a un significato di eccentricità e violazione di norme sociali. Con il tempo, però, la parola ha finito per esser associata più che altro alla somma di ka (musica), bu (danza) e ki (azione teatrale). La prima performance di cui si ha notizia avvenne nel 1603. Nel 1609 lo shogun vietò la performance alle donne: da allora tutti i ruoli femminili sono interpretati da uomini (onnagata). Nell'ambito della presentazione delle nuove strategie di marketing, la Shochiku ha acconsentito a mostrare la “trasformazione” di un noto attore, Nakamura Kyozo, in onnagata attraverso una laboriosa cerimonia di trucco e vestizione (visibile nel video allegato), prima di un esempio di performance del ruolo femminile nello spettacolo “Fuji-musume” (The Wisteria Maiden), uno dei tre più rappresentati all'estero. Nakamura _diventato nel 1994 Nadai, il rango più alto degli attori kabuki - ha partecipato anche a varie tournée all'estero, dall'Europa agli Stati Uniti. “Crediamo nel crescente appeal internazionale di quello che è un classico della tradizione giapponese – afferma il direttore esecutivo di Shochiku, Tetsuya Okazaki – Penso che il Kabukiza debba diventare una tappa obbligata per chi visita Tokyo”.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Haruki Murakami risponde ai suoi lettori!
Haruki Murakami tra gatti e amori, "Donna Letizia" in salsa giapponese.
Chissà se è una mossa di marketing, come quando infarcì le pagine de L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, del 2013 - primo letterato a farlo in maniera così scientifica - di marchi commerciali, da Lacoste a Brooks Brothers, da Mercedes a Apple, in un romanzo griffato che ha applicato il product placement d'élite alla letteratura di massa.
In quel caso lo scrittore giapponese Murakami Haruki aprì una nuova strada. Ora, ha deciso di seguirne una già molto frequentata, ma sempre redditizia in termini di rapporto con il lettore-acquirente.
Haruki -san sta per debuttare in una per lui inedita veste di «Donna Letizia» in salsa teriyaki . La casa editrice Shinchosha ha annunciato che il proprio autore sul sito Murakami-san no tokoro curerà una rubrica di consigli per i fan. Parlerà coi lettori, su qualsiasi argomento, dai gatti, animale che adora, alla squadra giapponese di baseball Yakult Swallows di cui è tifoso, fino alla musica (si dice che possieda una collezione di diecimila album). Ma risponderà anche alle domande «esistenziali». Vita, morte, dolore, amore. Temi su cui uno scrittore con la sensibilità e la visionarietà di Murakami - autore culto dell'assurdità e della solitudine nella società contemporanea - si immagina abbia molto da dire.
Lo scrittore, 65 anni, in eterno profumo di Nobel, un'esistenza tra Tokyo e gli Stati Uniti al riparo dai media, autore di romanzi come Norwegian Wood e 1Q84 , aveva già fatto qualcosa del genere anni fa, nel 2006, sul sito del giornale Asahi Shinbun . Questa volta però non ci saranno «discriminazioni» linguistiche: saranno accolte richieste inviate in altre lingue, oltre al giapponese. Una posta del cuore&dolore globale. Per inviare lettere a Murakami c'è tempo dal 15 alla fine di gennaio, poi lo scrittore risponderà sul sito nell'arco dei successivi due mesi. Una rara chance, offerta a molti fan, per chiacchierare col proprio idolo. Uno scrittore che per dispensare consigli su come affrontare ogni sorta di difficoltà dovrà uscire dai labirinti delle storie onirico-fantastiche in cui si infila per vincere le proprie ossessioni. Oppure trascinarci dentro anche i suoi lettori.
Fonte: IlGiornale
Kurosawa Kiyoshi dirigerà il suo primo film francese
Dopo la gavetta fatta durante gli anni ottanta nei pink eiga, i film softcore giapponesi, e rivelatosi al pubblico giapponese ed internazionale a cavallo fra i due millenni attraverso il genere horror, Kurosawa Kiyoshi è diventato in questo ultimo decennio un abituè del circuito festivaliero mondiale. Nel 2008 il suo Tokyo Sonata compariva in molte best 10 list di critici e riviste specializzate ed è dello scorso anno la sua partecipazione al festival del cinema di Roma dove vinse il premio come miglior regia con Seventh Code. Il regista giapponese ha rivelato alla rivista Variety che il suo prossimo progetto sarà un lungometraggio prodotto e girato in Francia e fra i protagonisti ci sarà anche Tahar Rahim. Il motivo di questa scelta esterna è molto semplice ma allo stesso tempo deprimente per l’industria cinematografica nipponica:
Si tratta di un film basato su un’idea originale e in Giappone è praticamente impossibile ottenere i finanziamenti per un lavoro che non sia un adattamento di un franchise o di un manga e che abbia un budget di un certo spessore.
Le parole di Kurosawa sono di una verità disarmante, ma la sua è una visione lucida di chi si intende di cinema. Negli anni novanta fu uno degli autori, assieme a Miike Takashi, che usò il V-cinema, i film realizzati direttamente per il mercato delle videocassette, per rivelarsi al pubblico. Quasi sempre nell’arcipelago le grandi produzioni sono basate su manga, serie animate, libri o, sempre di più recentemente, su serie televisive di successo. D’altro lato il settore indipendente si destreggia con micro budget, molta volontà di far del bene, ma spesso pochezza nelle idee, soprattutto realizzative e di scrittura, dettate anche da fondi ridicolmente bassi. Ci sono delle esaltanti eccezioni naturalmente, il talento riesce a venir fuori anche con mezzi scarsissimi, ma ciò che manca nell’attuale panorama cinematografico attuale è un cinema che non sia d’intrattenimento sostenuto da un budget di certo livello.
Fonte: ScreenWEEK
Save the Japanese Modern Architecture Project
Bottega Veneta lancia un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’architettura modernista in Giappone. Come? Celebrandone il patrimonio.
Partner del brand è Casa BRUTUS, la più prestigiosa rivista giapponese di architettura e interior design.
L’iniziativa è stata ideata poiché gran parte degli edifici del dopoguerra rischiano di essere demoliti o modificati. E ora che il paese si prepara per le Olimpiadi del 2020, molti dei più importanti gioielli modernisti del paese, come il famoso Hotel Okura, sono in pericolo.
Il Direttore Creativo di Bottega Veneta Tomas Maier, grande appassionato di architettura, ha voluto fare luce sulla questione e supportare la causa.
Dopo il simposio che si è tenuto presso il Kanazawa 21st Century Museum of Contemporary Art patrocinato da Bottega Veneta, durante il quale un panel di esperti ha discusso dell’architettura modernista giapponese in pericolo, il brand collaborerà con Casa BRUTUS. E il numero di gennaio 2015 del magazine sarà dedicato al patrimonio architettonico modernista del Giappone, con il contributo speciale di Maier.
"Essendo da tempo un ammiratore del modernismo giapponese, mi rattrista profondamente il pensiero di poter perdere entro breve questi fantastici edifici”, commenta Maier. "Speriamo che Bottega Veneta possa contribuire a promuovere la consapevolezza del problema, perché crediamo che il design di qualità sia senza tempo. Nell’ottica del patrimonio culturale del futuro, sarebbe una grande perdita per le nuove generazioni non poter ammirare in prima persona la bellezza di questi edifici iconici”.
Fonte: Vogue
Manga: il colosso digitale della letteratura giapponese
Secondo un rapporto della Yano Research il brand dei manga in formato digitale vale all’incirca 65 miliardi di Yen (€ 472,5 milioni) l’anno in Giappone. Questo dato è stato calcolato durante l’anno fiscale giapponese del 2013 (aprile 2013-marzo 2014). Nel paese del “sol levante” equivale a circa l’80% dei libri sul mercato (il totale è di circa 618 milioni di Euro). Si stima che sia cresciuto del 19,7% in quell’anno e crescerà del 23,5% in quello seguente.
Questo dato indica come è aumentata la portata del formato digitale sia in Giappone sia nel mondo intero. Inoltre, per il 2017, si stima una crescita produttiva pari a 1,4 miliardi di Euro nel settore dei libri digitali, soprattutto grazie alla produzione di fumetti e graphic novel.
Fonte: C4 Comic
Sano Chōkan - Tazza da tè in lacca
Sano Chōkan (1791-1863)
Struttura di Seiseian
Tazza da tè in lacca, in stile Raku
XIX secolo
Altezza: 7 cm
Questo chawan, in stile Raku, è fatto quasi esclusivamente in lacca, modellata affinché simuli la porcellana; l’effetto è così realistico, che si rimane sorpresi nel constatare la leggerezza di questo oggetto. Non è chiaro se la struttura interna, realizzata da Seiseian sia in legno estremamente sottile o in cartapesta.
Sano Chōkan (1791-1863) laccatore nato a Kyōto, viaggiò molto durante la sua carriera, studiando e sperimentando diverse tecniche e stili.