kyoto monogatari

Kyōto Monogatari - Sulla mostra di Alberto Moro

Da uno scatolone estraggo le foto e faccio nuove conoscenze. Mi saluta un ortolano con l’hachimaki in testa, circondato dai toni verdi, fucsia e brillanti delle sue bancarelle. Mi sorride un cuoco alto e smilzo che poi, negli scatti successivi, inizia la preparazione degli higashi, i dolci di zucchero usati nella cerimonia del tè, di colore rosa acceso. Inizio ad allestire la mostra e mi capitano in mano le foto all’interno del chashitsu, la casa da tè presso il museo dedicato all’artista Kansetsu Hashimoto, accanto a quelle del tempio della virtù, il Daitoku-ji, dove la stanza da tè si allinea con la disciplina della scuola Rinzai. E la disciplina ritrova le sue forme non appena tiro fuori dallo scatolone le immagini del teatro Nō, nate durante l’esibizione del maestro Tatsushige Udaka, erede di una delle più rappresentative famiglie della scuola kongō. E poi cos’altro? Con cambi di registro senza
smottamento, cui la cultura giapponese ci ha abituati, appaiono le foto scattate in un ristorante specializzato in udon. E infine abbraccio lei, Junko. Junko Sophie Okimoto, per essere precisi. Scorza fredda come la cornice, volto liscio come la superficie della carta fotografica, sorriso caldo come quando un tempo la polaroid la sputava fuori subito e fra le dita era ancora tiepida. Un tempo. 

Ancora sillabo la parola ed esito come chi sta pensando una definizione, quand’ecco due ultime foto impreviste in mio aiuto. Non sono di questa mostra, ma di quella su Tōkyō, quella di novembre dell’anno scorso. Solo dopo abbiamo deciso di fare il bis e di raccontare della città di Kyōto. Le ultime due foto, però, dalla mostra passata, sono ancora in bianco e nero. I nonni del nostro attuale entusiasmo, quello che racconta della vecchia capitale giapponese attraverso il colore. E quindi, senza volerlo, un paradosso: la Tōkyō moderna, il pozzo di domani, brizzolata che sembra ricordo, letteratura noir, sembra metropoli suburbana e non ancora megalopoli, e dall’altra Kyōto, un imperatore reincarnatosi in cavalletta, distopia che dimentica la restaurazione Meiji, eppure non irreale, ma tutta presente. Che genere di storia stiamo per raccontare, allora? 

kyoto monogatari

La mostra Kyōto Monogatari di Alberto Moro, maggio-giugno 2018 presso il teatro Corte dei
Miracoli, in collaborazione con Giappone In Italia e l’associazione “La Taiga”, non è uno di quei monogatari (物語), e cioè “storia”, alla Genji, alla Heike. Pur negli ingredienti delle sue tradizioni – teatro Nō, cerimonia del cha-no-yu, spirito Zen – dimentica per un attimo l’epica e dai suoi due generi sommi di narrazione prende il tsukuri monogatari, le storie di finzione, e ci toglie il non verosimile conservandone la cronologia, ossia il presente attuale, e poi prende l’uta monogatari, i racconti poetici, facendo a meno della nostalgia ma salvandone il lirismo. E tutto questo per ricordarci una Kyōto che esiste ancora. Un pezzo di storia, sì, ma storia dai tempi verbali correnti, da presente storico cesariano, che a prendere l’aereo per andare a verificare non ci tradirebbe. Non storia di Kyōto, insomma, ma storia a Kyōto.

kyoto monogatari

Dopo averci insegnato che Tōkyō, il colosso della varietà, ha un sottofondo monocromo che ci permette di orientare, Alberto Moro adesso ci rivela che Kyōto, sotto la pellicola dello stereotipo, pulsa ancora di colore.

Federico Filippo Fagotto


Penne del Sol Levante - Piccoli racconti di un'infinita giornata di primavera di Natsume Soseki

Buon sabato affezionati lettori della rubrica Penne del Sol Levante! Oggi parliamo di una raccolta di racconti davvero particolare e di un autore che è un simbolo della letteratura giapponese moderna, Natsume Soseki.

I venticinque scritti contenuti in questo libro, edito da Lindau, non sono uniti da un genere comune o da un vero e proprio argomento cardine; piuttosto si tratta di un leitmotiv che li attraversa tutti, aleggiando sopra storie e personaggi. L’idea è quella di una lunghissima giornata di primavera, di quelle in cui il tempo è perfetto, i raggi solari scaldano ma la brezza rinfresca e il sole sembra non tramontare mai. E’ l’uomo stesso che non vuole veder finire quel magnifico giorno, sperando che le lancette dell’orologio si blocchino per un tempo infinito. Questo è il tema fluttuante dei racconti di Soseki.

Alcuni sono narrazioni di finzione, inventate, mentre altri sono ricordi e sprazzi della vita reale dell’autore. Tra questi un buon gruppo riguarda il suo soggiorno, nel 1900 e 1901, in Inghilterra. Ci si era recato su ordine dell’Università Imperiale di Tokyo per svolgere ricerche sulla lingua inglese, che già aveva studiato e insegnato in patria. L’esperienza si rivela deludente sotto certi punti di vista, lo scrittore infatti non riesce ad adeguarsi alle abitudini di vita occidentali e non comprende fino in fondo gli inglesi e ciò che lo circonda.

I racconti che ho apprezzato di più sono Il Serpente, che narra di un giovane e di suo zio che vanno a pescare sotto una pioggia nera, incessante, vera protagonista della vicenda; il secondo è La tomba del gatto, in cui l’autore osserva impotente gli ultimi stralci di vita del suo gatto, senza rendersi conto che presto se ne andrà. Proprio quando scompare, tutti in famiglia sembrano accorgersi di lui e la sua tomba diventa il vero ricettacolo di tutte quelle attenzioni mancate.

La scrittura dell’autore è fluida e delicata, la sua particolarità è che scrive cose reali. Si ha la vivida impressione che ciò che ci racconta stia succedendo davvero, da qualche parte, in un luogo lontano ma pulsante, vivo. Tutto questo è dovuto alla straordinaria immediatezza delle sue parole e allo stile con cui riesce a legarle insieme.

Se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente, buona lettura!

L'articolo ti ha incuriosito e vorresti leggere Iro iro. Il Giappone tra pop e sublime?

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Iroiro

Iro Iro. Il Giappone tra pop e sublime - Intervista a Giorgio Amitrano

La pubblicazione di Iro Iro – da pochi giorni in libreria – ha immediatamente suscitato nell’universo degli appassionati di Giappone un vastissimo interesse. Forse perché i saggi sul Paese del Sol Levante davvero meritevoli di attenzione non sono così frequenti. O più probabilmente per l’esperienza dell’autore, Giorgio Amitrano, sicuramente uno dei nipponisti più famosi in Italia. Da quasi 30 anni è una delle voci più apprezzate sul tema nel nostro Paese ed è grazie a lui che molti scrittori e romanzi nipponici sono conosciuti anche nel nostro Paese, in primis quelli di Murakami Haruki e Yoshimoto Banana. Grazie a De Agostini, abbiamo avuto modo di incontrarlo e di fargli alcune domande sia sul nuovo libro sia sulla sua carriera. Ci accoglie sorridente in un piccolo bar vicino a Brera, a Milano, e l'intervista si trasforma presto in una chiacchierata a ruota libera in cui le domande e le risposte si avvicendano armonicamente. Ecco la sintesi del nostro piacevole colloquio.

 

Esce oggi in tutte le librerie Iro Iro, un libro davvero molto atteso da migliaia di appassionati di Giappone. Può presentarlo in breve ai nostri lettori?

Il libro nasce in realtà da un'idea della casa editrice De Agostini, che mi ha proposto di pubblicare un testo sul Giappone di tono divulgativa, una cosa che non avevo mai fatto prima. Avevo scritto sul Giappone soprattutto in occasioni accademiche. Ho anche scritto un certo numero di articoli per giornali e riviste, quindi in una forma un po' più scorrevole, però non avevo mai scritto un'opera organica con questo approccio. È stata preziosa l’opportunità che mi hanno dato. All'inizio non è stato molto facile per me, proprio perché ero abituato a scrivere testi o articoli con note a pie' di pagina, rivolti a un pubblico più limitato. E poi nel farlo mi sono appassionato ed è stato bello raccontare il Giappone in questa chiave adatta a un pubblico non specialistico, una sfida appassionante e creativa.

 

L'idea iniziale però è nata, in realtà, molti anni fa. Nell'introduzione dice che il primo a suggerirgli di scrivere un testo del genere è stato Cesare Garboli, critico-scrittore tra i più grandi del Novecento italiano.

Per me era come un maestro. Mi aveva consigliato più volte di scrivere un libro più creativo, da scrittore e non da professore. Però non ero abituato a un approccio del genere e l'ho rimandato a lungo, per molti e molti anni. La proposta della casa editrice mi ha permesso di riprendere in mano un vecchio progetto che avevo messo in pausa. Il senso del libro per me è quello di raccontare il Giappone, senza volerlo spiegare. Non vuole essere un'introduzione al Giappone. Non vuole essere un "Japan for beginners". È un libro in cui io racconto attraverso la mia esperienza un Paese che amo molto e che mi appassiona.

 

Il libro è quasi una raccolta di miscellanee, una serie di impressioni sul Giappone che, come suggerisce nell'introduzione, quasi si incanala nel genere dello zuihitsu, un genere letterario giapponese in cui il pennello rincorre il flusso dei pensieri, liberamente. È così?

Il genere è quello, anche se non è mia intenzione volermi paragonare a testi che sono dei classici della letteratura giapponese. Invece il mio vuole essere un libro molto leggero, semplicemente un racconto in cui mi sono preso la libertà di passare da un argomento all'altro, seguendo il flusso dei pensieri. Come quando si chiacchiera e non c'è un tema da seguire a tutti i costi. Come quando si racconta una storia vissuta a un amico. Anche il titolo, Iro Iro (molte cose, di tutto un po'), vuole sottolineare questo.

 

Il sottotitolo invece è "Il Giappone tra pop e sublime" che evidenzia il rapporto particolare tra cultura tradizionale e popolare che si è creato in Giappone. Queste due componenti, una legata alle proprie radici e l'altra proiettata verso il futuro, hanno raggiunto un equilibrio perfetto, come se fossero due lati della stessa medaglia. A cosa si deve questa armonia tra le parti?

Credo che il gioco tra queste due componenti esiste in tutte le culture, solo che in Giappone è particolarmente sviluppato e funziona in maniera efficace. Forse, anche perché ha origini molto antiche. Per esempio, il Nō - forma di teatro più solenne e rituale - è inframezzato da farse Kyōgen. Anche nel Bunraku, il teatro delle marionette, o nel Kabuki c'è una continua alternanza tra elementi seri e faceti. Questo dualismo - tra alto e basso, tra drammatico e comico - è una costante della loro cultura. Quello che è molto cambiato e si è evoluto negli ultimi decenni, già a partire dal dopoguerra diciamo, è che si è sviluppata una cultura popolare molto forte, grazie all'avvento del cinema di animazione e di un certo tipo di musica. Prima erano forme contrapposte alla cultura alta, ufficiale, poi poco a poco si sono contaminate a vicenda. Un esempio emblematico in questo senso è lo stesso Murakami Haruki. Un autore di letteratura alta, che allo stesso tempo è enigmatico e popolare. Pop e sublime quindi, se si vuole usare questo termine.

 

Grazie alla nostra associazione vediamo spesso che questa capacità di apprezzare le due anime del Giappone in realtà nel nostro Paese manca un po'. Molti appassionati di cultura nipponica sono legati maggiormente alla cultura tradizionali e pensano che la cultura pop svilisca l'eredità culturale secolare del Giappone. Come mai?

Questo perché siamo poco portati ad aprirci alle novità. Lo stesso Murakami, che oggi riceve consensi universali, è stato visto con diffidenza per tanto tempo senza che gli venissero dedicati studi approfonditi e seri. Non è che non ci fossero libri su Murakami, anzi, ma erano per lo più scritti da sociologi o studiosi di altre letterature, ad esempio studiosi di letteratura francese e non giapponese. Nonostante abbia riscontrato da subito un grande successo commerciale, c'era molta diffidenza nei suoi confronti e si faticava a vedere la complessità e la profondità dei suoi scritti. Murakami è uno scrittore molto complesso e i suoi libri sono colmi di simboli.

 

Come si coniugano pop e sublime nei due autori che lei ha tradotto di più, Murakami Haruki e Yoshimoto Banana? Quale è stato il suo primo contatto con questi due scrittori?

Io ho tradotto prima Banana e poi Murakami. Il mio primo incontro con lei è stato quasi un caso. Fino a quel momento avevo sempre tradotto autori considerati classici moderni, come Kawabata Yasunari. Poi ho ricevuto Kitchen, il primo libro di Banana, che mi è piaciuto moltissimo. Ho proposto a Feltrinelli di pubblicarne una mia traduzione e così è successo. Più o meno contemporaneamente divenne famoso anche Murakami, che ottenne un grande successo con il libro che qui in Italia è stato rinominato Tokyo Blues, cioè Norwegian Wood. L'ho comprato perché in Giappone si vedeva dappertutto, senza sapere niente a proposito del libro o dell'autore, se non che stava diventando un grandissimo successo. Non molto di più. Da lì è nato il mio rapporto con Murakami, che è diventato poi uno dei miei autori preferiti e credo di aver letto quasi tutto di lui. Forse mi manca solo qualche saggio.

 

Quali sono i primi scrittori giapponesi che ha letto?

Il mio primo contatto con la letteratura giapponese è stato al liceo. Leggevo molto in generale, ero un lettore onnivoro. Tra le altre cose mi sono confrontato con i pochi autori giapponesi che erano allora tradotti in italiano, come Kawabata o Tanizaki. Al mio arrivo all'università, mi sono dedicato alla lettura di tutti i libri di autori nipponici su cui riuscivo a mettere le mani, che fossero in italiano o in inglese. Il primo autore a cui mi sono appassionato e che ho affrontato in maniera più sistematica è stato Nakajima Atsushi. E’ stato anche il primo che ho tradotto. Ho scritto la tesi di laurea su di lui e ho pubblicato una raccolta di racconti. Il secondo libro che ho tradotto credo sia stato quello di Banana, Kitchen, o forse Miyazawa Kenji.

 

Un must della letteratura giapponese? Quale può consigliare ai nostri lettori?

È difficile dirne solo uno. Tra quelli che ho tradotto io, anche se ha già avuto successo, c'è Il fucile da caccia di Inoue Yasushi". È un piccolo libro, ma è bellissimo. Un altro autore che sta avendo successo è Furukawa Hideo. È uscito di recente un suo libro edito da Sellerio intitolato Tokyo Soundtrack.  Ci sono autori di gialli molto interessanti e amati. Quella giapponese è una delle letterature più ricche, più interessanti, e anche “variopinte”.

 

 

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fingerprints

Masahiko Satō: My first me

Dal 17 al 22 aprile, in occasione del Salone del Mobile 2018, il flagship store milanese di Issey Miyake ospita il progetto di Masahiko Satō, docente alla Tōkyō University of the Arts, intitolato My first me: Know yourself like never before.

Con il suo lavoro, che spazia dalla ricerca nel cinema all’animazione, dalla progettazione grafica alle neuroscienze, Masahiko Satō esplora le “nuove rappresentazioni dell’essere umano” e si avvale delle tecnologie più innovative per indagare il nostro inconscio e farci scoprire aspetti di noi stessi di cui ignoravamo l’esistenza.
La mostra a Milano, un’iterazione di idee tratte dall’ultimo libro di Satō New Ways of Understanding, si compone di tre installazioni interattive che accompagnano il pubblico in un percorso di sperimentazione di nuove modalità percettive, per arrivare a definire, e comprendere, quello che l’autore definisce il “My first me”.
In Pool of fingerprints, per esempio, la scansione dell’impronta digitale del visitatore viene “liberata” in una sorta di vasca composta da grandi monitor e, nuotando come un pesce in un acquario, si trova a interagire con quelle degli altri visitatori. Ogni impronta è unica e immutabile per ciascun individuo. Attraverso questa installazione, lo spettatore, nell’osservare l’impronta “persa” in mezzo a molte altre, ma in grado di ritornare da lui non appena si riavvicina il dito all’apposito sensore, sviluppa, forse per la prima volta, un sentimento di attaccamento o affetto nei confronti dell’impronta e, per traslato, nei confronti della propria identità. Una metafora dei rapporti interpersonali e del ritrovamento del sé più unico e profondo.

fingerprints

L’installazione I am looking at me being watched by someone else permette di sperimentare un ribaltamento dei punti di vista, trasformando il visitatore da osservatore a osservato. Una coppia di binocoli e gli occhi di un estraneo concorrono a destabilizzare le certezze e ad alimentare la sensazione di essere sottoposti a un costante sistema di controllo. Ma è proprio attraverso lo sguardo altrui che si arriva a vedersi per la prima volta, nonostante quotidianamente la nostra immagine sia ripresa, moltiplicata e mediata da telecamere e monitor di sorveglianza.
L’ultima installazione, intitolata Ride a swing with a finger, ricrea l’emozione di andare in altalena esclusivamente con la spinta del proprio dito. Anche in questo caso, alla base di questo ritorno all’infanzia è un ribaltamento percettivo, derivato dalla trasmissione al cervello - e alla successiva rielaborazione e sintesi - di stimoli visivi e informazioni somatosensoriali.

swing

Conclude il percorso una serie di video tra cui Ballet rotoscope e Issey Miyake A-POC Inside, entrambi realizzati da Masahiko Satō + Euphrates, gruppo di creativi composto da Satō stesso e dai suoi allievi.

Penne del Sol Levante - L'Impeccabile di Keigo Higashino

Buon weekend appassionati di letteratura giapponese! Oggi, nella rubrica Penne del Sol Levante, parliamo del giallista Keigo Higashino. Ho iniziato a raccontarvi di lui e del suo stile di recente, ma è uno degli autori contemporanei che apprezzo di più e ho deciso, oggi, di proporvi un altro dei suoi romanzi. Questa volta il libro, L’Impeccabile, fa parte della serie Galileo che vede come protagonisti indiscussi il detective Kusanagi e il professore scienziato Yukawa.

Tutto ha inizio con i coniugi Mashiba, Ayane e Yoshitaka. Il loro matrimonio è in frantumi, veleggia verso una fine banale e scontata quanto inevitabile. Lui infatti non concepisce il matrimonio senza figli e, visto che lei non può darglieli, decide di interrompere la loro unione. Ayane reagisce a questa presa di posizione con sgomento, curiosità e una certa indifferenza. Ben presto lo svolgimento della trama ci fa fare la conoscenza di un altro personaggio chiave della narrazione: Hiromi, giovane amica della coppia, studia presso il laboratorio artistico di Ayane ed è l’amante di Yoshitaka.

Dopo qualche tempo la signora Mashiba si reca a Sapporo per visitare la famiglia, proprio durante la sua assenza la stessa Hiromi trova il cadavere dell’amante nel salotto di casa. Era stata la stessa Ayane a lasciarle le chiavi, in caso di emergenza. La donna torna immediatamente a Tokyo, in preda allo sconforto. Il detective Kusanagi inizia ad indagare e la faccenda si rivela da subito più ingarbugliata del previsto. L’ipotesi del suicidio viene scartata, pare infatti che ci siano tracce di veleno nel sangue di Yoshitaka. La prima sospettata è Hiromi, ma ben presto e dopo averla conosciuta meglio Kusanagi la elimina subito dalla lista; al contempo la moglie della vittima era lontana centinaia di chilometri, il mistero sembra senza risoluzione.

Almeno finché non interverranno le ipotesi scientifiche e i suggerimenti originali dell’amico fidato e onnipresente del poliziotto, il professor Yukawa… ma se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente! Buona lettura amici a voi!

 

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Il Giappone al Fuorisalone 2018 - Zona Cadorna / Triennale

Tutti gli eventi a tema Giappone del Fuorisalone 2018.

Zona: Cadorna Triennale (Cadorna, Magenta, Triennale)

 

_ Knives for Japan_ (Palazzo Litta, corso Magenta 24, Milano)

17-22 h. 9:00 - 20:00

 

_MoonShine Materials Collezione 2018_ (C&C Milano Showroom, via B. Zenale 3, Milano)

Antichi saperi e nuove tecnologie si incontrano nelle collezioni di MoonShine Japanese Materials che illustrano il rinnovamento della tradizione tessile giapponese. A Kyoto, capitale culturale del Giappone, Isao Kitabayashi ha fondato nel 2013 MoonShine: sorta di fucina d'innovazione in cui il meglio dell'artigianato tessile giapponese viene accuratamente selezionato e distillato per valorizzarne i pregi e sperimentare nuovi processi, in un inedito intreccio di tradizione e tecnologia.
Organizzato da MoonShine Materials.
17-22 h. 11:00-20:00 | 19 h. 18:00-21:00 cocktail

 

_The Flow of Time_ (La Triennale, viale Alemagna 6)

Grand Seiko presenta un’installazione dedicata al movimento dell’orologio Spring Drive, il meccanismo unico e innovativo sviluppato dall’azienda e caratterizzato dalla sua alta precisione. Due designer giapponesi – TAKT PROJECT e Shingo Abe – hanno ricreato l’idea rivoluzionaria dello Spring Drive in un’installazione che invita il visitatore a riflettere e a esplorare questa innovazione.
Organizzato da Grand Seiko.
17 h. 10:00 - 0:00 18-22 h.10:30 - 22:00

 

_World Design Week Asia in Milan / Le città dell'anno Beijing e Tokyo_ (La Triennale, viale Alemagna 6, Milano)

La mostra si compone di due esposizioni: la presentazione del progetto World Flowers, dedicato alla città di Tokyo, in apertura, e l’esposizione di design intitolata In armonia con la Natura, su Pechino. World Design Weeks Asia ha invitato Naked, rinomato gruppo giapponese che si occupa di nuovi media interattivi, a sviluppare questo progetto.
Organizzata da WDW AsiaBeijing Design WeekTokyo Design Week
17 h. 10:00 - 0:00 18-22 h. 10:30 - 22:00

 

_Yamakawa_ (Spazio Rossana Orlandi, via Bandello 14/16, Milano)

Yamakawa e la nuova collezione di complementi: la leggerezza dei belli senz’anima Materia prima a caratteri cubitali quella di Yamakawa, il rattan migliore al mondo proveniente dalle foreste pluviali del Kalimantan, Sulawesi e Sumatra, quest’anno per il Fuorisalone si declina in una collezione di complementi per la casa e per il semi outdoor. Quest'anno Yamakawa collabora con l’emergente illustratrice giapponese Haruna Kawai per le illustrazioni dei nuovi complementi: fresca, eterea, quasi metafisica, suggerisce un sogno geometrico corrispondente alla visione del brand.
Organizzato da Yamakawa.
17 h. 11:00-20:00 18 h. 11:00-19:00 19-22 h. 09:00-20:00


Fuorisalone 2018

Il Giappone alla MILANO DESIGN WEEK 2018 - Guida

Anche quest'anno, il Fuorisalone di Milano attira personalità del design, dell'arte, dell'architettura di tutto il mondo.

Come sempre, la presenza del Giappone è estremamente significativa, con decine e decine di eventi in tutta la città.

Seleziona l'area della città che vuoi esplorare per scoprire i nostri itinerari consigliati!

 

Zona Brera


Garibaldi Isola

Porta Venezia

ZonaTortona

 


Il Giappone al Fuorisalone 2018 - Zona Porta Venezia

 

Tutti gli eventi a tema Giappone del Fuorisalone 2018.

Zona: Milano Porta Venezia (Porta Venezia, Buenos Aires, Palestro)

_KYOTO INSTITUTE OF TECHNOLOGY, NATIONAL UNIVERSITY OF SINGAPORE_ (University, viale Abruzzi 42)

Organizzato da Kyoto Institute of Technology.
17-21 h. 10:00-20:00 | 22 h. 10:00-18:00

 

_Kyoto Nishijin Textile_ (FB lab Rossini Art & Design Hub, via Rossini 3)

Kyoto Nishijin Textile raggruppa cinque aziende che hanno sempre lavorato nel distretto Nishijin di Kyoto, zona della città dedicata alla tessiture, e che per il Fuorisalone presentano una selezione dei loro migliori prodotti. 
Organizzato da Rossini Art & Design Hub.
17-22 h.10:00-20:00 | 19 Cocktail h. 18:00-22:00 

 

_SOZAI Material Editions_ (FB lab Rossini Art & Design Hub, via Rossini 3)

SOZAI offre una collezione di prodotti di artigianato giapponese d'eccezione, adattandoli alle richieste di mercato, con l'obiettivo di conciliare tradizione e modernità. La sua selezione si basa su prodotti di alto valore artistico, lavorati con la competenza e l'esperienza giapponese e reinterpretati in stile contemporaneo. 
17-22 h. 10:00-20:00 | 19 Cocktail h. 18:00-22:00 

 

_URUSHI_ (via Rossini 1)

L'artista di Toronto Xenia Taler crea oggetti per la casa e lo stile di vita ispirati alla cultura, alla modernità e all'artigianato. Questi piatti dal design giocoso sono fatti di bambù sostenibile e sono adatti per intrattenere. 
17-22 h. 10:00-19:00

 

_Shibukusa Ryuzo Pottery Works_ (Chie Art Gallery, viale Premuda 27)

La nostra città, Hida-Takayama, è famosa sin dai tempi passati come “città dell’artigianato”. Noi del Shibukusaryuzougama nasciamo a Hida-Takayama 180 anni fa, durante il periodo Edo. Al Fuorisalone, speriamo possiate godere del mondo del diffusore di aromi creato da Ryota Yokozeki VII in collaborazione con “Museo Corporation”.
17 Cocktail h. 17:30-22:00 - Ceramiche Tradizionale Giapponese

 

_Hands on Design - Nuova collezione 2018_ (Hands on Design Showroom, via G. Rossini 3, Milano)
Hands on Design presenterà la nuova collezione 2018 fatta di circa 20 nuovi prodotti. Tra i designer coinvolti nella nuova collezione: Setsu & Shinobu Ito, Shiina+Nardi Design, Kazuyo Komoda, Tsukasa Goto, Yusuke Taguci. Alcuni artigiani della nuova collezione sono: Maruyoshi Kosaka, Shuji Nakagawa, Risogama, Hiroaki Usui. 
17-22 h. 10:00-20:00


Il Giappone al Fuorisalone 2018 - Zona Brera

Tutti gli eventi a tema Giappone del Fuorisalone 2018.

Zona: Brera (Moscova, Lanza)

 

_Bottega Ghianda - Collezione 2018_ (Palazzo di Brera, sala delle Adunanze dell'Istituto Lombardo, via Brera 28, Milano)

La storica manifattura ebanista incontra le eccellenze del design internazionale. Tra i designer che hanno collaborato alla collezione Naoto Fukasawa.
Organizzato da Bottega Ghianda
17-21 h. 10:00-21:00 22 h. 10:00-19:00

 

_Casa GIFU III - Olfactory Ceramics_ (atelier oï, corso Garibaldi 42, Milano)

Il sapere tradizionale della Prefettura di Gifu nella lavorazione ceramica. Artigiani giapponesi e progettisti svizzeri fondono le loro capacità, culture ed epoche diverse per realizzare oggetti pensati per fragranze domestiche.
Organizzato da atelier oï.
17-22 h. 10:00-21:00

 

_Design by Circularity - Really's 2nd Exhibition_ (Really, via Palermo 1, Milano)

Una mostra di progetti - creati con pannelli in fibre riciclate e feltro acustico da tessuti post-consumo - realizzati da sette designer, tra cui Jo Nagasaka.
Organizzato da Really
16 h. 12:00-20:00 17-20 h. 10:00-20:00 21-22 h. 10:00-18:00 18 | Press Day h. 16:00-17:00

 

_Germoglio_(Spazio Brera, via Ciovasso 17)

Con l'arrivo della primavera, il nastro mt masking tape germoglia a Milano.  mt CASA - l'ultima creazione di Kamoi - è progettata per decorare ed arredare stanze, mobili e finestre. Facile da applicare, da tagliare e da rimuovere, è uno strumento perfetto per le installazioni temporanee e per rendere unico un ambiente. 
Organizzato da Kamoi Kakoshi Co., Ltd.
17-22 h. 10:00-19:30

 

_KUNST Debut exhibition_ (Galleria Antonio Battaglia, via Ciovasso 5, Milano)

Il flagship store si trasforma in galleria d'arte e ospita contributi, provenienti da mondi differenti e generazioni diverse, pensati su misura per i giovani e la loro idea di casa.
Organizzato da Karimoku
17-22 h. 10:00-19:00 

 

_Moonshine Japanese Materials_(C&C Milano, via Zenale 3, Milano)

Antichi saperi e nuove tecnologie si incontrano nelle collezioni di Moonchine Japanese Materials che illustrano il rinnovamento della tradizione tessile giapponese.  A Kyoto, capitale culturale del Giappone, Isao Kitabayashi ha fondato nel 2013 Moonshine: sorta di fucina d'innovazione in cui il meglio dell'artigianato tessile giapponese viene accuratamente selezionato e distillato per valorizzarne i pregi e sperimentare nuovi processi, in un inedito intreccio di tradizione e tecnologia.
17-22 h. 11:00-20:00 | 19 Cocktail h. 18:00-22:00 

 

_New collection by Sfera and Green Wise_ (Antichità San Marco, via San Marco 26, Milano)

Lo studio di progettazione giapponese presenta una nuova collezione di vasi e mobili progettati da Shigeo Mashiro.
Organizzato da Sfera.
17-22 h. 11:00-19:00

 

_Timeless Pieces for Precious Moment_ (Inoda+Sveje Showroom, via Ciovasso 11, Milano)

Il produttore di arredi specializzato in sedute in legno presenta nuovi modelli progettati, tra gli altri, da Inoda+Sveje.
Organizzato da Miyazaki Chair Factory.
17-22 h. 11:00-19:00 | 18 h. 19:00-20:00

 

_Transitions by Panasonic Design_ (Pinacoteca di Brera, via Brera 28)

"TRANSITIONS by Panasonic Design" celebra il centesimo anniversario della multinazionale giapponese con una spettacolare installazione, l'immersiva "Air Inventions" ed una serie di talks che esplorano il futuro del design. 
Organizzato da Panasonic.
17-22 h. 11:00-21:00 | 18-19 Press Preview h.10:00-11:00 

 

_Water Pixie_ (Urzí Vitage Selection, via Ciovasso 6, Milano)

Il marchio giapponese presenta il suo rivoluzionario spazzolino da denti che pulisce utilizzando solo acqua grazie a una tecnologia che sfrutta l'attività degli ioni nano-minerali. Anche un nuovo modello per bambini.
Organizzato da Misoka.
17-22 h. 10:00-20:00 | 21 Cocktail h. 18:00-22:00


Giappone Fuorisalone 2018 - Zona Garibaldi/Isola

Tutti gli eventi a tema Giappone del Fuorisalone 2018.

Zona: Milano Garibaldi Isola (Garibaldi, Isola, Porta Nuova, Moscova)

 

_INTERIORS inc. - Isola Design District_ (YoRoom, via Pastrengo 14, Milano)

INTERIORS inc. è un’azienda di arredamento con sede a Tokyo la cui concezione è basata sul design moderna, sulla persistenza dei dettagli e l’estetica giapponese. Per l’occasione, INTERIORS inc. rilascerà nuove sedie disegnato da KENSAKU OSHIRO e MUT.
Organizzato da e' interiors
17-22 h. 10:00-20:00 

 

_Materia Design - Contemporary Jewelry & Bags_ (Natsuko Toyofuku, corso Como 9, Milano)

Il brand di gioielli realizzati a mano presenta, in collaborazione con In Zu, marchio artigianale di manufstti tessili, una collezione di gioielli e borse dalle forme inconsuete, dal carattere estetico decisamente innovativo. Design geniale e versatile con effetti sorprendenti.
Organizzato da Materia Design.
17-22 h. 10:30-19:30 20 Cocktail h. 18:00-21:00

 

_Meet My Project_ (Next Agency, via Francesco Crispi 5, Milano)

29 progettisti internazionali in una speciale scenografia creata dall'architetto giapponese Hiroshi Nakayama.
Organizzato da Meet My Project
18-21 h. 11:00-20:00