Tanka - Mi piace guardare le barche da pesca

Mi piace guardare le barche da pesca

che tornano alla baia

l'equipaggio, tutto teso ai remi,

e le corde intricate;

gente indaffarata.

 

yo no naka wa

tsune ni moga mo na

nagisa kogu

ama no obune no

tsunade kanashi mo

 

-Kamakura Udajin


TEMPO: Tatsuo Miyajima e Time Garden

Il quarto articolo della serie “La percezione dello spazio nella visione degli artisti giapponesi contemporanei” si sofferma su Time Garden, giardino progettato da Tastuo Miyajima.

Time Garden è un’installazione realizzata nel 2002 per il sito specifico di Izumi City Plaza, Osaka. In questo centro è presente un giardino di bambù, dove sono stati collocati 120 contatori LED. Luci color smeraldo che brillano nelle notti scure. Prima di prendere in considerazione l’opera specifica occorre soffermarsi su alcuni punti chiave nella produzione di Tatsuo Miyajima. Ciò anche per comprendere come il tema del “tempo” sia implicato nelle sue opere. 

Tatsuo Miyajima è un’artista la cui produzione comprende installazioni, sculture, disegni e performaces. Caratteristico delle sue opere è l’utilizzo di contatori LED con sequenze numeriche dal numero 1 al 9: segno di un tempo che scorre e non si ferma mai. L’uso dei LED risale circa al 1987, e persiste in soluzioni differenti fino agli ultimi anni. Lo stesso artista dichiara quali siano i principi che guidano la sua arte, rendendo esplicita la relazione che collega i progetti alla tradizione, al Buddhismo in particolare. Tuttavia, questa non si limita a essere una reinterpretazione di alcuni motivi tradizionali. È un tipo di produzione totalmente originale e che tenta di riscoprire attraverso l’arte alcune esperienze legate alla tradizione. Queste esperienze sono riassunte da Miyajima in tre punti: 

 

“Keep Changing” – il continuo divenire e mutare

Tutto cambia. Niente è destinato a rimanere com’è. Nello scorrere del tempo, il mutamento è insito nella stessa realtà. È qualità della realtà il fatto di essere affetta dal tempo, il fatto di non permanere mai uguale a sé. Questo ricorda la dottrina buddhista dell’impermanenza di tutte le cose, periture ed effimere. Come si comporta l’arte di fronte a questo tipo di realtà? Accetta in modo positivo il cambiamento e lo rappresenta nelle sue proprie modalità. In un certo senso, dunque, l’arte diviene esperienza di conoscenza delle caratteristiche del reale. 

 

“Connect with Everything” – la naturale relazione che corre tra le cose

Niente è indipendente, tutto interagisce. Le cose della realtà non godono di autonomia propria, ma trovano il loro senso solo nella naturale relazione che intercorre da sempre tra loro. Anche in questo caso, l’insegnamento buddhista riecheggia: non autosussistenza, interdipendenza tra tutte le cose, tra uomo e natura. L’arte come interpreta questo? Deve interagire con le cose, non isolarsi dal mondo, ma esserne parte. L’arte che non tocca la realtà è arte sterile. 

 

“Continue Forever” – una linea senza fine

Il cambiamento continua all’infinito. Come una serie numerica che non tocca mai il punto zero, il tempo scorre senza un limite. L’arte rappresenta in un certo senso l’immortalità, ma l’immortalità del divenire. Ciò che non cambia mai è esattamente la presenza della realtà che diviene sempre. 

 

Questi concetti sono fondamentali per comprendere l’opera Time Garden. Tutto il lavoro è stato pensato sulla base della fiaba giapponese Kaguyahime o Taketori monogatari, che spesso viene tradotto con “La storia della principessa splendente”. In quest’antico racconto, un anziano tagliatore di bambù trova una bambina dentro una canna splendente e decide di crescerla come sua. Le luci tra i bambù sono dunque rappresentazione di vita, vita che nasce e splende.

L’opera è un’installazione di 120 contatori LED color verde smeraldo, in un giardino nel sito dell’Izumi City Plaza. L’arte, dunque, interagisce con la realtà e con lo spazio in cui è inserita: i contatori segnano sequenze di numeri che vanno da 1 a 9, senza mai raggiungere il numero zero. Rappresentano una continuità, un tempo che scorre senza una fine. Il punto zero non è toccato, ma sostituito da una fase di buio: come a dire che la morte fa parte dello scorrere della vita. L’arte rappresenta la realtà, il divenire e il mutare delle cose, attraverso la sequenza di numeri che non si ferma mai. 

Interessante è anche il fatto che quest’installazione fu completata attraverso partecipanti a workshops e sostenitori del progetto. Queste persone, la cui lista di nomi è disponibile sul sito ufficiale di Tatsuo Miyajima, sono stati decisori fondamentali per l’allestimento. Infatti, essi hanno deciso la velocità e impostato i timer dei LED, interagendo attivamente con l’opera. Questa, dunque, per differenti motivi, risulta strettamente legata alla realtà e vita quotidiana: si trova in uno spazio pubblico di aggregazione, in un giardino e quindi in armonia con la natura, allestita grazie all’opera di più di 120 persone che hanno collaborato. Questa collaborazione mette in evidenza un altro principio caro a Miyajima: il fatto che l’arte possa essere per tutti. Non solo, un’opera che si realizza in questo modo permette di comprendere la naturale relazione tra le cose e l’attinenza dell’arte alla vita. 

 

Fonti e foto:

 

https://tatsuomiyajima.com

 

Susanna Legnani

 


Haiku - Com’è strano

Com’è strano

anche vivere così!

L’ombra dei fiori.

 

kou ikite

iru mo fushigi zo

hana no kage

 

-Kobayashi Issa


NEWS dal 26/05/2021 al 27/05/2021

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 26/05/2021 al 27/05/2021

 

LA PUBBLICITÀ DELLE OLIMPIADI DELL'EMITTENTE FRANCESE

Il video della pubblicità delle Olimpiadi di Tokyo pubblicato dall’emittente pubblica francese “France Télévisions” è diventato un tema caldo. L’agenzia di marketing con base a Parigi “MullenLowe France” ha prodotto questo video. È un video animato in 2D con disegni di Ukiyoe come quelli di Hokusai Katsushika. Sta diventando molto popolare, ritrae un lottatore di Sumo che partecipa alle Olimpiadi. Ci sono opinioni per cui i giapponesi non possono accettare la scena dello skateboard sul tetto di un tempio e del salto dei Torii (il portale isolato attraverso il quale si accede ad un santuario shintoista), perché tempio e Torii sono architetture sacre. Tuttavia, a parte queste questioni e il tema delle Olimpiadi in sicurezza, tanti giapponesi hanno elogiato la concezione del video, che è un misto di Giappone e mondo, tradizione e novità. 

 

SITI PREISTORICI JOMON NEL NORD DEL GIAPPONE DIVENTA PATRIMONIO UNESCO

Il 26 maggio è stato rivelato che un comitato consultivo dell’UNESCO ha raccomandato che i “siti preistorici di Jomon nel nord del Giappone” (Hokkaido, Aomori, Iwate, Akita) siano registrati come Patrimonio mondiale. La registrazione ufficiale sarà esaminata dal Comitato per il patrimonio mondiale dell’UNESCO, che si terrà online dal 16 al 31 luglio. Non ci sono stati casi in cui i risultati del patrimonio raccomandato del Giappone che ha ricevuto la raccomandazione di registrazione sono stati ribaltati, perciò la registrazione è quasi certa. Questo luogo è costituito da 17 siti archeologici, tra cui il sito Sannai Maruyama(città di Aomori) e il sito del cerchio di pietre di Oyu(città di Kazuno, prefettura di Akita), designati come siti storici nazionali speciali.
Sono stati valutati per il loro valore, per il ruolo di trasmettere al nostro tempo la vita e la cultura spirituale del “periodo Jomon”, in cui le persone hanno smesso di essere nomadi sulla base di caccia, raccolta e pesca senza passare all’agricoltura, e i villaggi si sono sviluppati per oltre 10.000 anni.  

 

ECLISSI TOTALE DI LUNA

Si è osservata l’eclissi totale di luna in Giappone dopo le 20:00 del 26 maggio. Essa è un fenomeno astronomico in cui la luna piena è completamente nascosta all’ombra della terra e si vede rossa e nera. Si è osservato questo fenomeno dopo 3 anni dall'ultima eclissi. Questa volta c'è stata anche la “Super Moon”, in cui si può vedere la più grande luna piena dell’anno. Le nuvole erano diffuse su una vasta area nel Giappone occidentale e orientale, ma c’erano poche nuvole nel nord e Okinawa. Nei molti luoghi del nord e di Okinawa si è potuto vedere l’eclissi totale di luna.

 

 

Fonti:

 

LA PUBBLICITÀ DELLE OLIMPIADI DELL'EMITTENTE FRANCESE

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210526/k10013051811000.html

https://www.surfnews.jp/news_topics/news/43654/

https://www.youtube.com/watch?v=KjLfqX-gXZ0

 

SITI PREISTORICI JOMON NEL NORD DEL GIAPPONE DIVENTA PATRIMONIO UNESCO

http://www.sankeibiz.jp/econome/news/210526/ecc2105261821003-n1.htm

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210526/k10013053181000.html

 

ECLISSI TOTALE DI LUNA

https://weathernews.jp/s/topics/202105/260225/

https://mainichi.jp/articles/20210526/k00/00m/040/293000c

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210526/k10013053271000.html


NEWS dal 23/05/2021 al 25/05/2021

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 23/05/2021 al 25/05/2021

 

MATRIMONIO IN AEREO

Il 23 maggio si è tenuto per la prima volta un “matrimonio in aereo” con un Boeing 777, un aereo di All Nippon Airways(ANA) all’aeroporto di Haneda. È un’iniziativa pensata per utilizzare aerei che sono stati fermi in questo periodo in cui il numero di voli continua a diminuire, principalmente sui voli internazionali, a causa del Covid-19. Un totale di 7 matrimoni si terranno per un periodo limitato fino a giugno. Sui biglietti dei partecipanti troviamo scritto, ad esempio: “Volo NH8888, Arrivo: MILANO” . Si è scelto il volo con il numero 8 perché in giapponese esiste la parola “Suehirogari” (末広がり,prosperare gradualmente per il futuro) e il numero 8 la rappresenta. La destinazione è Milano, dove ANA ha in programma di aprire una nuova rotta.  L’hanno scelta anche perché si dice l’Europa sia il luogo di nascita di “June Bride”. L’aereo non vola effettivamente, ma la destinazione Milano ha anche il significato di indirizzare il pensiero al luogo per cui i voli sono ancora sospesi. A bordo, gli assistenti di volo si sono congratulati con gli sposi con un messaggio di auguri nello stile degli annunci di volo, e il capitano ha fatto da testimone al matrimonio. Attualmente, le prenotazioni per il matrimonio in aereo sono già esaurite. Per adesso ANA non ha l’intenzione di continuare con l'iniziativa, ma se potrà garantire aerei per fare il matrimonio considererà la pianificazione.

 

VOCI DI OPPOSIZIONE ALLA PAROLA "SACRIFICI" DEL PRESIDENTE BACH DEL CIO

Per quanto riguarda lo svolgimento delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Tokyo, Thomas Bach, Presidente del Comitato Olimpico Internazionale, ha detto in un video messaggio ai funzionari della federazione Internazional Hockey Federation(FIH) riuniti in un' assemblea online  il 22 maggio: “Dobbiamo fare alcuni sacrifici per realizzare le Olimpiadi e Paralimpiadi a Tokyo”. Quando questa parola è stata riportata in Giappone il 24 maggio, ci sono state molte reazioni su internet: “A chi chiede alcuni sacrifici?". Non è chiaro se “noi” include anche i giapponesi. Il 21 maggio, Coates, il presidente del coordinamento del CIO, ha fatto scalpore mostrando la sua intenzione di fare le Olimpiadi anche se il Giappone continuerà lo stato d’emergenza. A marzo, Quando si è deciso di non accettare gli spettatori dall’estero, Bach ha detto che avrebbe rispettato le opinioni della parte giapponese e ha affermato anche “tutti devono fare un sacrificio”. 

 

VACCINO DI PFIZER FORNITO GRATUITAMENTE A 20.000 ATLETI E STAFF DELLE OLIMPIADI

In una conferenza stampa il 25 maggio, la Ministra per le Olimpiadi e le Paralimpiadi Marukawa ha annunciato che, per quanto riguarda i vaccini forniti gratuitamente da Pfizer al Comitato Olimpico Internazionale (CIO), le inoculazioni verranno offerte anche allo staff delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi, come i volontari. I vaccini per circa 20.000 persone, inclusi per atleti giapponesi, saranno forniti gratuitamente. La Ministra Marukawa ha dichiarato: “Per realizzare le Olimpiadi e Paralimpiadi sicure, vorremmo organizzarci in modo che anche le persone che sono in contatto frequentemente con arbitri e atleti di ogni paese possano essere vaccinate”.

 

Fonti:

 

MATRIMONIO IN AEREO

https://www.aviationwire.jp/archives/226994

https://hochi.news/articles/20210523-OHT1T51190.html

 

VOCI DI OPPOSIZIONE ALLA PAROLA "SACRIFICI" DEL PRESIDENTE BACH DEL CIO

https://www.sankei.com/sports/news/210524/spo2105240007-n1.html

https://www.asahi.com/articles/ASP5S4FSTP5SUHBI00W.html?iref=pc_ss_date_article

 

VACCINO DI PFIZER FORNITO GRATUITAMENTE A 20.000 ATLETI E STAFF DELLE OLIMPIADI

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210525/k10013050181000.html

https://mainichi.jp/articles/20210525/k00/00m/010/078000c

https://www.yomiuri.co.jp/olympic/2020/20210525-OYT1T50122/


Miki Midori l'artista giapponese del "Kawaii"

Miki Midori è una giovane artista giapponese che sviluppa la sua ricerca artistica all'interno della cultura “Kawaii”(可愛い o かわいい) . Quel mondo fatto di tutto ciò che può essere considerato grazioso, carino, adorabile, buffo e genuino. E' una parte significativa del mondo giapponese che spesso diventa un vero e proprio stile di vita.

In Giappone “Kawaii” è un termine che viene utilizzato come aggettivo. Nel corso dell'epoca moderna il suo significato ha creato una vera e propria subcultura, rafforzata anche dalle opere manga, anime e dai video game oltre che dagli oggetti loro collegati. Si sviluppa soprattutto nei contesti giovanili in cui diventa una forma di espressione fatta di modi di vestirsi, di adornarsi, di parlare, di scrivere, di comportarsi. Il “Kawaii” dunque diventa un modo di essere e di pensare, un gusto estetico della cultura pop contemporanea giapponese.

Si possono ritrovare molti artisti, nell'arte contemporanea giapponese, che hanno fatto del “Kawaii” la loro ricerca artistica. Si possono fare esempi come Takashi Murakami con i suoi iconici allegri fiorellini e i suoi irriverenti personaggi manga, oppure Yoshitomo Nara con i suoi carinissimi bimbi imbronciati. Miki Midori invece ci propone un delicato mondo femminile fatto di un gusto minimal ma estremamente “Kawaii”. Un mondo dove il cioccolato, i popcorn e il colore rosa sono protagonisti.

Con la sua sensibilità, l'artista giapponese Miki Midori vuole mettere in luce tanto una profonda dolcezza quanto la forza di una giovane donna che insegue i suoi sogni. Allo stesso modo incoraggia il pubblico a seguire il suo esempio, andandogli incontro e invitandolo a far parte della sua dimensione anche solo per un piccolo istante. Una dimensione che vuole riscaldare l'animo di chi ne viene accolto e che vuole regalare fiducia e speranza, senza però pretendere di nascondere la realtà, a volte anche amara, della vita.

 

 

GIFT-Ordinary Special things

La mostra “GIFT-Ordinary Special things”, tenuta nella prefettura di Tokushima presso il Clement Plaza Tokushima fino allo scorso febbraio 2021 è un percorso surreale disposto in vari ambienti del palazzo che accoglie lo spettatore trasportandolo in un gentile paese dei balocchi.
Attraverso l'ideale estetico del Kawaii, l'artista giapponese Miki Midori, concepisce le opere presenti come doni con lo scopo di rendere un po' più libero e leggero il cuore di ogni persona.
Nella sua mostra è dunque presente il desiderio di poter scacciare anche per poco il pensiero di un mondo profondamente scosso dalle difficoltà che spesso si trova ad affrontare, così come è accaduto negli ultimi tempi con la pandemia che ancora oggi ci rende difficile tornare alla normalità.

Nel pian terreno dell'edificio troviamo “Pink Chocolate GIFT” una grande installazione alta 2 metri composta da 1300 barrette di cioccolato rosa. Le barrette sono create con resine, alluminio e carta stampata con la classica grafica utilizzata per il famoso cioccolato giapponese Meiji. L'artista giapponese le posiziona per formare un grosso regalo avvolto da un luccicante nastro dorato.
“Strawberry Popcorns Gift”, un'enorme busta regalo di plastica dorata e trasparente piena di popcorn rosa accuratamente fatti a mano dall'artista.
Infine “Chocolate sprinkles” una serie di dipinti a olio rappresentanti cioccolatini colorati mischiati a “oggettini carini”. Tra queste tele troviamo “Chocolate Sprinkles Gift - Pink Party” un dipinto a olio di 1m x 1m che posizionato orizzontalmente su un supporto quadrato e dorato trasmette allo spettatore la voglia di immergersi in una dimensione decisamente "Kawaii".

Il complesso di installazioni sono posizionate affinchè il visitatore possa avere anche una suggestiva visione dall'alto man mano che sale verso i piani superiori del palazzo, tramite l'utilizzo di scale mobili che si affacciano sul pian terreno.
Proseguendo al secondo piano ci si imbatte in un altro “Pink Chocolate GIFT” questa volta con il cioccolato rosa composto a formare una grossa barretta, sempre rilegata dal solito luccicante nastro d'oro.
Anche le entrate principali del Clement Plaza Tokushima vengono curate dal gusto e dal design della giovane artista, preparando così lo spettatore ad essere accolto dalla calda e dolce atmosfera del fantastico mondo “Kawaii” di Miki Midori.

 

Cristina Solano

 

Miki Midori sito web: http://www.mikimidori.com/

Miki Midori Instagram: https://www.instagram.com/miki_midori/?hl=it

 


NEWS dal 21/05/2021 al 22/05/2021

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 21/05/2021 al 22/05/2021

 

IL MINISTERO DELLA SANITÀ, LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE HA APPROVATO UFFICIALMENTE I VACCINI DI MODERNA E ASTRAZENECA

Il 21 maggio, il Ministero della Sanità, Lavoro e Previdenza Sociale ha annunciato di aver approvato i vaccini contro il Covid-19 di Moderna (Stati Uniti) e di AstraZeneca (Regno Unito). Il vaccino di Moderna sarà utilizzato nei centri di vaccinazione su larga scala che apriranno il 24 maggio, ed è per le persone di età superiore ai 18 anni. È stato riportato che si verificano rari casi di trombosi dopo la vaccinazione con AstraZeneca, perciò queste vaccinazioni sono rimandate anche se il vaccino è approvato.

 

RICHIESTA ALLE COMPAGNIE AEREE DI LIMITARE IL NUMERO DI PASSEGGERI SUI VOLI IN ARRIVO IN GIAPPONE

Il governo giapponese ha richiesto alle compagnie aeree di limitare il numero di passeggeri sui voli in arrivo in Giappone dall’estero e di sospendere le nuove prenotazioni per alcune date per mettere in quarantena adeguatamente le persone provenienti da paesi in cui si sta diffondendo il coronavirus con mutazioni. Il numero di passeggeri è limitato: dal 21 maggio meno di 100 persone per un volo dall’India, meno di 166 persone alla settimana da giugno, e dal 21 maggio meno di 100 persone per volo dalla Francia, meno di 133 persone alla settimana. Per i voli in arrivo in Giappone il 22 e il 29 maggio, il governo ha richiesto di sospendere l’accettazione di nuove prenotazioni dai paesi in cui le misure di frontiera sono state rafforzate perché non si possono garantire abbastanza alloggi per la quarantena. Di conseguenza, All Nippon Airways ha smesso di accettare nuove prenotazioni per un totale 10 voli, compresi i voli in arrivo a Haneda da Londra, Francoforte, Delhi e Manila, e voli in arrivo a Narita da Manila. Japan Airlines ha smesso di accettare nuove prenotazioni per un totale di 12 voli, compresi i voli in arrivo a Haneda da Londra e Parigi, Helsinki e Delhi, e voli in arrivo a Narita da Francoforte e Manila.   

NINKYO CAFE APERTO A NAGOYA

Il “Ninkyo Cafe” ha aperto all’inizio di maggio nella città di Nagoya, nella prefettura di Aichi, ed è diventato un argomento caldo sui social. Il Ninkyo (任侠) è uno spirito virile che valorizza la rettitudine, aiuta l’oppresso e abbatte il prepotente. Nei tempi moderni, si sovrappone alla Yakuza (mafiosi giapponesi), ma si basa su credenze diverse. L’interno del Cafe è come l'ufficio di un “gruppo pericoloso”, come si vede spesso nei teledrammi, con sedie e scrivanie nere allineate e un pezzo di carta con le parole “via di Ninkyo” (任侠道) sul muro. Quando qualcuno va al Ninkyo Cafe, i “giovani” (若い衆, grado basso di yakuza) dello staff ospitano i clienti come fossero membri della yakuza. È un cafe unico che riproduce il mondo di “Ninkyo”.

 

 

Fonti:

 

IL MINISTERO DELLA SANITÀ, LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE HA APPROVATO UFFICIALMENTE I VACCINI DI MODERNA E ASTRAZENECA

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210521/k10013043721000.html

https://www.jiji.com/jc/article?k=2021052100221&g=soc

 

RICHIESTA ALLE COMPAGNIE AEREE DI LIMITARE IL NUMERO DI PASSEGGERI SUI VOLI IN ARRIVO IN GIAPPONE

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20210521/k10013043891000.html

 

NINKYO CAFE APERTO A NAGOYA

https://www.j-cast.com/2021/05/22412108.html?p=all

https://nlab.itmedia.co.jp/nl/articles/2105/14/news118.html#cx_term=.nlabtwr30


Tanka - In una solitudine solitaria dimoro,

In una solitudine solitaria dimoro,

non vedo nessun volto umano;

e così noi due dobbiamo prenderci in simpatia,

oh ciliegio di montagna;

non ho altro amico che te

 

morotomo ni

aware to omoe

yama zakura

hana yori hoka ni

shiru hito mo nashi

 

-Daisoujou Gyouson


Haiku - Vetusti ciliegi

Vetusti ciliegi

del villaggio d’un tempo -

fioriscono ancora.

 

mikagirishi

kokyoo no sakura

saki ni keri

 

-Kobayashi Issa


Dall'Italia al Giappone: intervista all'artista Gianluca Malgeri

L’incontro tra Giappone in Italia e l’artista Gianluca Malgeri è avvenuto nel contesto di un recente progetto che ha coinvolto lo spazio espositivo di una delle vie più famose di Milano: Viavài, mostra di arte contemporanea nelle vetrine di Via della Spiga. Il progetto, ormai concluso, avveniva in piena emergenza covid19, con l’intento di utilizzare gli spazi dei negozi vuoti a causa della pandemia in prospettiva creativa. La mostra presentava opere di diversi artisti contemporanei, è stata presentata da VIA (Visiting Installation Art) e curata da Federica Sala, ospite insieme a Gianluca Malgeri in una delle dirette Instagram dell’Associazione.

Gianluca Malgeri, di origini calabresi, da anni lavora tra Firenze e Tokyo. Ha esposto le sue opere in Europa e Giappone. Attraverso Playground Project la sua produzione artistica si intreccia nel 2015 con quella di Arina Endo, artista giapponese e sua partner. Il punto di partenza della collaborazione artistica tra i due è la mostra tenuta a Venezia Edge of Chaos (2015), sebbene l’intuizione alla base di questa esposizione abbia radici più profonde. Prima in Danimarca e successivamente in un viaggio in India durato sei mesi, Gianluca e Arina incontrano per le prime volte quei luoghi che saranno di ispirazione per le loro successive opere: i playground. I playground sono parchi all’aperto per i bambini, aree progettate e dedicate al gioco.

Quella sui playground è una vera e propria ricerca, tra forme e percorsi quasi labirintici, che vengono divisi e assemblati da Gianluca nei propri collage. Proprio come un gioco, l’artista sperimenta, compone le parti delle strutture per ottenerne sempre di nuove e differenti. Le sculture in metallo sono la naturale continuazione di queste opere, come se la costruzione si protraesse fino al di fuori del collage e ne mantenesse le modalità di composizione.

Il progetto dei playground prosegue con la mostra a Roma nel 2015-2016, Homo ludens e negli ultimi anni, dal 2017 ad oggi, si concretizza nel lavoro di ricerca collocato proprio in Giappone, a Tokyo. Esemplificativa dell’evoluzione di questo progetto è la mostra Mery-Go-Round (Tokyo, 2019), in cui le sculture di Gianluca e Arina si fanno sempre più leggere, galleggiano sospese.

Di recente, nel 2020, Gianluca e Arina portano a termine anche un progetto per l’allestimento delle vetrine di Hermès in Giappone: Taking an Airing.

Proprio per la sua lunga esperienza in terra nipponica, Giappone in Italia invita Gianluca Malgeri al racconto della sua esperienza come artista in Giappone. Abbiamo incontrato Gianluca e gli abbiamo posto alcune domande.

 

 

Cosa ricordi maggiormente delle tue prime esperienze in Giappone?

Ci sono diverse cose che mi tornano alla mente se penso alle mie prime esperienze in Giappone. Una su tutte è il modo di comunicazione che sono stato quasi un po’ costretto ad adottare agli inizi, che mi ha fatto in un certo senso avvicinare alla cultura giapponese. Ho subito notato come il primo approccio alla comunicazione sia stato di tipo grafico: per me, che ancora non conoscevo nulla della lingua giapponese, l’unico modo per chiedere indicazioni o informazioni era quello di passare attraverso i disegni. I giapponesi credo siano abituati più di noi a questo tipo di mezzo comunicativo. Mi è capitato molto spesso che, di fronte alla realizzazione del fatto che io non potessi comprendere la loro lingua, pur di aiutarmi si siano messi a disegnare indicazioni stradali o informazioni di diverso genere. Questo mi ha fatto pensare all’approccio molto più diretto che questo popolo ha con il disegno: i kanji giapponesi sono vere e proprie miniature del mondo grafico, la scrittura è anche tecnica pittorica. Direzione, precisione, pressione maggiore o minore, velocità o lentezza del tratto, essenzialità della rappresentazione. A questo i giapponesi sono abituati sin da piccoli.

Questo tipo di comunicazione essenziale e orientativa mi ha fatto anche pensare alle descrizioni che Roland Barthes fa della lingua giapponese e delle città nel suo scritto “L’impero dei segni”. Lo scrittore fa subito notare come in Giappone i significati eccedano in un certo senso le parole. Come sia un’idea dell’Occidente il fatto che la comunicazione passi in prima istanza e in modo privilegiato dalla parola. In Giappone possiamo avere esperienza di come i significati comunicativi abbiano molte altre vie per essere espressi. Il disegno, ad esempio.

Riferimenti ambigui e per approssimazione, una definizione particolare dello spazio e un tipo di orientamento legato a punti di riferimento visivi: R. Barthes parla anche della difficoltà di orientamento nella città giapponese, senza indirizzi come li intendiamo noi, dove le vie non hanno un nome ma le città sono divise in quartieri, blocchi.

Ciò mi ricorda, oltre a tutte le volte che ho chiesto indicazioni e mi è stato risposto con una mappa disegnata ed essenziale del luogo, il modo in cui abbiamo stampato le locandine della mostra di Mery-Go-Round. Dietro agli inviti avevamo inserito, oltre all’indirizzo, una mappa, la quale era decisamente orientativa: segnava riferimenti visivi importanti come stazioni della metro o convenience store, che tutti avrebbero potuto riconoscere.

Mi piacerebbe in futuro lavorare a un progetto in questo senso, attraverso tutti i disegni che mi sono rimasti dalle mie visite in Giappone, spererei solo di non perdere la freschezza e spontaneità che stava dietro a queste espressioni grafiche.

 

 

Quali altre esperienze hanno segnato i tuoi primi viaggi/permanenze in Giappone?

Le prime volte che viaggiai in Giappone fu a Kyoto. Decisi di trasferirmi a Tokyo con Arina solo successivamente.

Ricordo che in un Bed & Breakfast in cui sono stato feci esperienza di ciò che Giappone penso significhi ospitalità: alla fine del mio soggiorno il proprietario mi salutò con un regalo. Mi sono dispiaciuto a posteriori di non aver pensato a qualcosa da lasciare a questo signore anch’io. Mi resi conto come in Giappone vigesse un vero e proprio culto dell’ospitalità, un’attenzione particolare alla persona. Compresi che non si trattava solo di gentilezza, ma di un vero e proprio codice.
Questa sensazione di essere sempre i benvenuti si è spesso intrecciata e scontrata con un’altra sensazione, che credo non si sperimenti solo in Giappone ma un po’ ovunque all’estero: quella dello smarrimento e del sentirsi straniero. Forse, in alcune situazioni, in Giappone questa sensazione potrebbe essere più accentuata che in altri luoghi, per diverse ragioni. Lo straniero, però, ancora oggi fa sempre un po’ curiosità e allo stesso tempo paura. Tuttavia, anche a livello artistico questo mi ha spinto ancor di più a cercare di comprendere la diversità. È un momento in cui la sensibilità si amplifica, si comincia a comprendere meglio l’altro e anche maggiormente se stessi. Ammetto che, in quanto persona del sud trasferita al nord, ho avuto in me questa sensazione di diversità in diverse occasioni. Il Giappone mi ha aiutato a comprendere questo ancora più profondamente.

Un’altra esperienza molto importante per me è stato l’incontro con la famiglia della mia fidanzata. Sentivo sarebbe stato un grande passo, soprattutto in una famiglia giapponese legata alle tradizioni.
Mi è sembrato di avvicinarmi ancora di più alla cultura giapponese, poiché ho avuto diverse occasioni di comprendere come queste tradizioni si leghino alla contemporaneità.

Non conoscevo Kyoto, in quell’occasione uscendo di casa e passeggiando nei dintorni trovammo per caso un Cafè. Questo luogo avrà avuto più di cinquant’anni, a conduzione familiare. Mi sembrò che fossimo entrati in un’altra epoca. Percepivo come a Kyoto tradizione e modernità convivessero, e questo in un certo senso mi aveva ricordato l’Italia con tutta la sua storia. Spesso si cerca l’autenticità e invece si trova il souvenir, ma non era questo ciò che mi ritrovavo a sperimentare ogni giorno per le strade di Kyoto.

 

 

Parliamo adesso un po’ delle tue opere. Mi piacerebbe che mi parlassi dei playground, fonte di ispirazione per i tuoi progetti.

Il progetto dei playground nasce da un viaggio che feci in India con Arina. L’idea di playground parte da quella di parco, giardino pubblico. In India il viaggio fu faticoso, nelle grandi capitali caotiche come Nuova Delhi un buon posto per riposare era proprio quello dei parchi, oasi di tranquillità rispetto al resto, dove le regole urbane si sfaldavano.
Anche in Giappone ho fatto esperienze di questo genere, anche qui i parchi e i playground sono luoghi determinanti. Usando l’immaginazione, potremmo dire che quando la società adulta si chiude negli uffici, rimangono due mondi: quello dell’infanzia e quello delle persone anziane. Ciò che immagino sono città incantate prese di possesso dai bambini quando l’adulto è chiuso in ufficio durante le ore di lavoro. Da una parte vi è il dovere e il dover produrre, dall’altra l’idea di conoscere il mondo tramite il gioco. I playground sono il luogo in cui questo avviene.

In Giappone il mondo dell’infanzia è una realtà molto curata e delicata. Dico questo solo da persona che osserva, mi sembra che in Giappone esistano veri e propri luoghi – come questi playground – in cui l’infanzia si sviluppa e affinché il gioco aiuti a conoscere. I bambini vengono molto responsabilizzati, ma allo stesso tempo il loro mondo è rispettato.

 

 

Come ti sei trovato a Tokyo e come ti approcci all’arte contemporanea giapponese? Ho notato che nella tua produzione più recente (come, ad esempio, nella mostra Mery-Go-Round), le sculture si fanno sempre più leggere. Come si è svolto questo cambiamento nelle opere?

L’arte contemporanea, il design e l’architettura giapponese mi affascinano molto, ma devo dire che ancora ho difficoltà nel comprenderne alcune declinazioni poiché possiedo un background estetico completamente differente. Sto cercando di entrare in questo codice visivo, di comprendere quale sia stato il percorso che dalla tradizione porta all’arte di oggi.

Piano piano ha iniziato a farsi strada tra noi la percezione che le nostre sculture non dovessero per forza essere dense ma è cominciato un processo di semplificazione. Già dal 2015 iniziamo a pensare a questo, dove “semplificare” non significa rendere semplice, ma piuttosto fa riferimento a un processo di sintesi.

In Mery-Go-Round alcune sculture sembrano galleggiare, sono sospese. L’intuizione della sintesi si è unita qui al fatto che in una delle sale della galleria non fu percorribile la scelta di posare le sculture a terra: era uno spazio in cui una volta era presente una cisterna d’acqua ed erano rimasti i pilastri che la sostenevano. Lo spazio ci ha portato a pensare che sarebbe stato interessante utilizzare il soffitto. Anche l’uso dei colori nelle sculture è stato pensato in relazione al fatto che nella sala della galleria predominasse il colore grigio. Ci sembrò l’occasione giusta per sperimentare con i colori.
L’intuizione, comunque, parte dai collage. I collage sono l’estensione pittorica delle sculture, come le sculture sono continuazione naturale dei collage. La libertà con cui compongo i collage è la stessa che ci ha portato a pensare di collocare le sculture nell’aria, invece che sul pavimento.

A volte credo che ci sia un fraintendimento del ruolo che hanno i collage nella nostra produzione. Il collage è un ritorno alla pittura e un’estensione pittorica (anche se li realizzo attraverso fotografie). La matrice dei miei progetti parte dai collage. Collage è ricerca di un’immagine che documenta, poi c’è la stampa, i ritagli, poi l’assemblaggio che avviene sempre in modo diverso. Collage è gioco intuitivo pittorico di forme e colori, è un infinito assemblabile. Un’infinita possibilità di forme e costruzioni, determinate dalla ricerca che faccio attraverso le fotografie, attraverso i luoghi di gioco.

Speriamo che presto si presenti l’occasione per realizzare sculture in scala reale per i parchi di qualche città.

 

 

Qual è l’approccio che avete tu e Arina nella produzione delle opere?

Il mio incontro con il Giappone avviene con Arina e nel modo che abbiamo di lavorare insieme.
Arina ha una predisposizione alla concentrazione. Ha un approccio di dialogo con il materiale, è molto precisa. Il mio approccio è, a volte, quasi un conflitto con la materia, ho l’arroganza di volerla dominare. Arina sembra avere un rapporto naturale con i materiali. La sua scultura è armoniosa, i migliori lavori vengono quando completo qualcosa che lei ha iniziato o viceversa.
L’interessante per noi è proprio trovare un nuovo linguaggio che comprenda i nostri due modi di operare.

 

 

 

Gianluca Malgeri 

Arina Endo

Playground Project

 

 

 

intervista di Susanna Legnani