Cucina giapponese

tempura1Tempura – fritto di mare e verdure

 

Preparazione

Preparazione del tempura:
700 g di gamberetti, 800 g di filetti di sogliola, 1 coda d'aragosta, 2 carote medie, ½ melanzana media, 220 g di fagiolini verdi.

Lavate, scolate e sgusciate i gamberetti badando a lasciare la coda intatta. Praticate un'incisione nel senso della lunghezza, eliminate la vena e fate un altro piccolo taglio nella parte inferiore, vicino all'estremità, per evitare che i gamberetti s'arriccino troppo durante la cottura.
Lavate i filetti di sogliola e tagliateli in quadrati di 6 cm circa di lato; tagliate a pezzetti la coda di aragosta.
Asciugate tutto con cura. Raschiate e lavate le carote, tagliatele a fettine lunghe 7 cm circa; lavate e pelate la melanzana, tagliatela a fette spesse ½ cm, e ogni fetta in quarti; nettate i fagiolini eliminando le estremità e, se c'è, il filo, e tagliateli in tronchetti di 7 cm circa.

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Cucina giapponese

dashi1Dashi – brodo di pesce

Ingredienti
2-3 cm di nori (alga), 5 tazze d'acqua, 1 tazza di tonno secco spezzettato, 2 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di salsa di soia

Preparazione
Sciacquate bene il nori e mettetelo in casseruola con le 5 tazze d’acqua. Portate a forte bollore, scolate il nori e tenetelo da parte per il dashi. All'acqua, sempre in ebollizione, aggiungete il tonno secco; poi togliete immediatamente la casseruola dal fuoco e lasciate riposare 2 minuti.
Filtrare con un panno pulito, passando il brodo in un altro recipiente; conditelo con il sale e la salsa di soia. Leggere di più


I quattro principi del tè

Una delle prime cose che ho imparato studiando la cerimonia del tè giapponese furono i quattro principi del wa, kei, sei, jaku. Questi quattro principi infondono tutto quello che ha a che fare con la cerimonia del tè e formano le fondamenta della spiritualità nel tè.

WA - armonia

Wa è l’armonia completa di tutti gli elementi: gli ospiti, gli utensili, la natura e l’atteggiamento.

KEI – rispetto

Kei è la profonda riverenza verso tutte le cose ed è una caratteristica dell’umiltà.

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Cucina giapponese

riso-per-sushiRiso sushi

 

Ingredienti

500 gr. di riso giapponese a chicco piccolo

½ bicchiere di aceto di riso

2 cucchiai di zucchero semolato

½ cucchiaino di sale

 

Preparazione

 

1 Lavate il riso in acqua fredda, continuando a cambiare l’acqua finché quest’ultima non risulta chiara. Lasciatelo a bagno per 15 minuti, dopodiché scolatelo con cura e lasciatelo riposare per altri 10 minuti.

 

2 Mettete il riso in una pentola, coperto con una dose d’acqua pari al suo peso (500 ml), a fuoco alto finché non bolle; al bollore, abbassate la fiamma e cuocetelo per 10-15 minuti. Toglietelo dal fuoco e fatelo riposare per 15 minuti.

 

3 Passate il riso nell’apposito contenitore di legno, l’hanghiri; sciogliete lo zucchero e il sane nell’aceto, riscaldando appena il tutto. Fate raffreddare la miscela, quindi versatela sul riso, facendola colare prima sul cucchiaio per distribuirla meglio.Leggere di più


La visualizzazione della lettera A, tutto l'universo in un simbolo esoterico

Il buddhismo giapponese credo sia il culto religioso che più di ogni altro possiede una varietà di scuole e approcci diversi nella pratica e nel fine ultimo di questa che lo rende estremamente interessante e adatto a soddisfare le differenti esigenze religiose di un popolo così sensibile alle sfumature come quello giapponese. La setta che personalmente più mi affascina nelle pratiche rituali e nel pensiero filosofico è lo Shingon, la cui sede storica e ufficiale è situata sul misterioso monte Koya nei pressi di Nara, e tra le sue “mille e una” pratiche rituali quella che più trovo interessante è, oltre al goma (il rituale del fuoco), quello della visualizzazione della sillaba-seme A. Questa pratica riassume totalmente in sé il nucleo della dottrina e dell’esperienza Mikkyo descritte nel Dainichi-kyo (testo filosofico base della scuola) ed è inoltre una delle pratiche meditative più importanti e concise nell’ambito delle centinaia di tecniche esistenti; viene spesso usata come pratica preparatoria per altre più impegnative perché tramite passaggi graduali sviluppa l’abilità nella meditazione e i testi che ne parlano sono molti.Leggere di più


La pagoda: capolavoro di filosofia e proporzioni

Tempio di Kofuku-ji

Un’alta torre che svettante racchiude in sé tutto il mistero della filosofia e della cultura del sol levante… la pagoda.

Le origini di questo tipico simbolo orientale risalgono attorno al I secolo a. C. in India come stũpa, monumento commemorativo di matrice buddhista.

Una breve descrizione delle sue parti costitutive ci aiuterà a comprendere le assonanze metaforiche tra forma e significato che donano a quest’elemento armonia ed equilibrio e lo rendono così affascinante nella sua semplicità: un solido basamento sorregge l’intera struttura costituita dal corpo (anda), un lungo pilastro (yasti) che dalla cima del corpo si erge slanciato verso il cielo, e una serie di anelli concentrici (chattraveli) che si sviluppano attorno ad esso; all’interno sono solitamente poste le ceneri del defunto. Con lo sviluppo e l’evolversi del culto religioso lo stũpa viene in seguito ad identificarsi esclusivamente con la figura specifica dell’Illuminato (il Buddha storico Shakyamuni) e in alcune culture orientali, come quella tibetana, gli stessi elementi architettonici ne rappresentano metaforicamente le parti del corpo, con l’usanza di dipingerne ad esempio gli occhi sinuosi e penetranti sulla parte superiore. Il più antico e completo esempio di primo stũpa buddhista rimasto in sito è lo Stũpa di Sanchi. Leggere di più


Cucina giapponese

kamaboko4Kamaboko – polpettine di pesce

Ingredienti

500 g di filetti di sogliola, 2 cucchiai di maizena, 1 cucchiaino di sale, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaino di salsa di soia, ¼ di cucchiaino di glutammato monosodico, 1/3 di tazza d'acqua fredda, grasso o olio abbondante per friggere

Preparazione

Diliscate delicatamente il pesce e pestatelo o passatelo al tritacarne fino ad ottenere un impasto di grana finissima. Amalgamatevi la maizena, il sale, la salsa di soia, il glutammato monosodico, lo zucchero e tanta acqua quanta ne può assorbire mantenendo una ferma consistenza; ricavatene polpette piuttosto dorate e croccanti.
Sgocciolatele, passatele su un pezzo di carta assorbente per eliminare l'unto in eccesso e servitele calde.

Tratto da cookaround.com


Kabuki, la messa in scena della tradizione

Non avrei mai pensato che quattro ore e mezza di spettacolo teatrale potessero trascorrere così velocemente e piacevolmente… non potevo assolutamente lasciare il suolo nipponico senza aver visto una rappresentazione di kabuki, il teatro tradizionale giapponese.

Specificatamente lo spettacolo a cui mi riferisco si tenne al kabuki-za, un teatro kabuki costruito ispirandosi alle forme tradizionali dell’architettura giapponese che si inserisce con eleganza, ma anche una certa arroganza, tra i palazzoni luccicanti di Ginza a Tokyo.

Sorta come arte popolare il kabuki fonde assieme il dramma, la musica e la danza, integrandole tra loro con grande equilibrio, e si narra abbia avuto origine dalla danza eseguita a Kyoto verso il 1603 dalla sacerdotessa Okuni del tempio scintoista Izumo.Leggere di più


Lo Hanami: l'esaltazione della natura giapponese

hanami1Il Giappone è famoso per il suo rapporto armonioso con la natura: l’idealizzazione di tale rapporto invade la quotidianità del mondo nipponico, costituendo anche la maggior parte delle metafore linguistiche esistenti.

Questo fa sì che il cambio delle stagioni (四季shiki) sia particolarmente sentito da ogni individuo giapponese, al punto da ritualizzarne l’unicità, come succede con l’arrivo della primavera.

L’inizio della primavera rappresenta in Giappone una rinascita, che sottolinea il sollievo della fine dell’inverno. Perché questa rinascita sia vissuta globalmente, si festeggia facendo un hanami 花見(hana “fiore” + mi “guardare”), dove per “fiore” si sottintende il ciliegio in qualità di fiore tradizionale. Considerato da un punto di vista antropologico un rito di passaggio e al contempo un rito di aggregazione, esso consiste nel costituire un gruppo che si trasferisce in un luogo vicino ai ciliegi in fiore nel pieno della città di Tokyo (meta prediletta da tutta la popolazione giapponese), dove sia possibile osservarli al riparo dal vento e su un telo blu, dove si consumerà un appetitoso pic-nic accompagnato da tanto sakè. Questo telo blu rappresenta metaforicamente lo  spazio all’interno del quale ogni individuo, scalzo, condivide un ambiente “intimo” con i suoi amici, o familiari, o colleghi, depositando il sé fuori dallo spazio delimitato dal telo: al suo interno gli è possibile esprimersi liberamente, scevro dai precetti morali che generalmente caratterizzano la vita giapponese.

Lo Hanami rappresenta dunque un’occasione di esaltazione della cultura tradizionale giapponese fortemente ancorata alla natura, e, contemporaneamente, un modo perché il senso del gruppo, pilastro della società nipponica, possa rafforzarsi di fronte all’effimero della vita.

Elena Ghilardi


Tosa Nikki

Ki no Tsurayuki

Il “diario di Tosa” è un'opera scritta nel 935 da Ki no Tsurayuki, un poeta della ristretta cerchia imperiale che un anno prima era stato nominato governatore della remota provincia di Tosa, e che quindi aveva dovuto abbandonare la capitale.

Nel diario vengono descritti i 55 giorni di viaggio e di traversata per tornare alla capitale Kyoto, conservando sempre il distacco dell'osservazione disinteressata senza mai esprimere giudizi morali o di classe sulle persone incontrate. Osserva quindi la realtà per cogliere la pienezza della vita; in questo modo ha la forza di affrontare le asperità del viaggio e dell'esistenza, visto che nella città di Tosa aveva perso la figlia. Il testo è quindi pieno di osservazioni sulla vita, sulla caducità ed ineluttabilità del destino e il senso dello scorrere del tempo è dato dai vari rituali, cerimonie e festività.  I sentimenti dominanti sono tristezza, sconforto e ansia che sembra svanire con l'avvicinarsi a luoghi noti e a Kyoto. Leggere di più