La musica dell'Impero: Il repertorio gagaku
Quest'anno, in occasione del Festival MiTo, è stato presentato un focus dedicato alle musiche del Giappone, al pubblico italiano sarà data quindi la possibilità di ascoltare in sala da concerto musiche come quelle per il teatro Nō e Kabuki, ma una di queste rimane ai più sconosciuta non solo nel suono ma anche nel nome, il repertorio gagaku. Se infatti le prime due musiche citate sono state, in varia misura, già ascoltate in occidente grazie a media diversi ed eterogenei, in particolare il Kabuki, il repertorio gagaku è da sempre il meno nominato, sia perché è la musica più antica sopravvissutaci dell'arcipelago nipponico e sia perché la sua fruizione è sempre stata appannaggio di un élite nobiliare nell'antichità e pochissimi cultori oggi. In aggiunta la sua conoscenza al di fuori del Giappone, se non per la significativa eccezione della Cina che andremo a spiegare mano a mano, è estremamente limitata e si colloca in pochi brani raccolti in cd “folkloristici” e qualche tournée di troupes in Europa. Lo scopo di questa sezione del blog sarà quindi chiarirne la storia e le dinamiche, nonché svelarne, dove ce ne sia bisogno, le tematiche e la tecnica con cui il gagaku ci parla da un così remoto periodo, abbracciando sia le sue numerose danze che il repertorio strumentale, sia gli aspetti legati agli strumenti impiegati e la loro storia sia comprendendo la società in cui nacque e si sviluppò, imprescindibile per la corretta comprensione non solo di questa ma di tutte le musiche.
Edmondo Filippini
Dottore magistrale in Musicologia presso l'Università Statale di Milano.
E-mail: filippiniedmondo@yahoo.co.jp
Obon
"Mokuren, uno degli allievi sovrani di Shaka (Godama Siddarta) vide la madre defunta che soffriva nell'Inferno della Fame. Mokuren chiese un aiuto a Shaka e questi gli consigliò di offrire cibo e bevande ai monaci il 15 luglio di ogni anno. Mokuren fece come gli fu detto e la madre salì in cielo grazie al gesto generoso del figlio."
Questa leggenda è considerate l’origine dell’Obon.
L'Obon è una festività buddhista durante la quale le anime dei morti fanno ritorno alle loro case per riunirsi alla famiglia.
Per l'occasione molti giapponesi trasferitisi nelle metropoli tornano al loro paese natale. Leggere di più
Cucina giapponese
Granchio fritto
Ingredienti
120 g di polpa di granchio in scatola, 2 cucchiai di prezzemolo tritato, maionese, 2 fogli di nori, 1 uovo sbattuto, ¼ di tazza d'acqua, 1/3 di tazza di farina, olio per friggere
Preparazione
Scolate la polpa di granchio dal liquido e spezzettatela finemente. Mettetela in una ciotola con il prezzemolo e la quantità desiderata di maionese, amalgamate, dividete in parti.
Tagliate in 8 pezzi il foglio di nori e in ogni pezzo avvolgete una porzione del composto di polpa di granchio.
Preparate una pastella mescolando delicatamente l'uovo, l'acqua e la farina; tuffatevi gli involtini di granchio, friggeteli nell'olio già ben caldo. Sgocciolate su un pezzo di carta assorbente per eliminare l'unto in eccesso; servite caldo.
Tratto da cookaround.com
La cerimonia dell'incenso
Profumi elusivi, la via di Koh
Ho avuto l’opportunità all’inizio di questa settimana di partecipare a una conferenza e a una dimostrazione sul kodo, la via dell’incenso. Il kodo è un’arte tradizionale giapponese, un rituale che è meditativo come natura ma, a differenza del chado, è anche giocoso. Il kodo ha profonde radici nella cultura giapponese e risale al periodo Heian (794-1192). È citato ne "La storia di Genji" ed evoca immagini di bellezza e meraviglia del Giappone antico.
Kihachiro Nishura di Tokyo è un maestro di kodo e ha preparato per 60 persone una versione breve del genjiko, una cerimonia dell’incenso in cui agli ospiti sono dati tre diversi profumi ed essi devono distinguere se sono gli stessi o sono diversi.Leggere di più
Cucina giapponese
Gamberi onigara – gamberi alla griglia
Ingredienti
12 gamberi molto grossi, ½ tazza di salsa di soia, ½ tazza di mirin, sansho.
Preparazione
Eliminate testa e zampe dei gamberi; lavateli, asciugateli e infilzateli su spiedini dopo aver inciso il guscio su tutta la parte inferiore.
Grigliateli a forte calore, esponendoveli prima dalla parte superiore; quando sono quasi cotti, preparate una salsetta mescolando salsa di soia e mirin e versatela sulla parte inferiore dei gamberi e sull'estremità aperta (là dove avete tolto la testa). Grigliate ancora finché la salsa è asciugata.
Cospargete con sansho e servite subito.
Tratto da cookaround.com
L’uomo e la donna nella società giapponese contemporanea attraverso l’amae.
“L’era della donna” (onna no jidai), così si sente spesso dire di questi tempi in Giappone, perché in effetti la donna sembra abbia raggiunto in larga parte una condizione di parità che la vede protagonista o comunque partecipe di ruoli sociali piuttosto elevati, come l’ingresso in politica, con la possibilità di scegliere liberamente tra una buona varietà di opzioni nel pieno raggiungimento di uno stile di vita adeguato alle proprie esigenze.
Ma si tratta effettivamente di emancipazione? Le donne sono realmente libere di muoversi come reputano senza conseguenze che vadano ad intaccare la loro libertà effettiva? Ciò che è interessante è soprattutto chiedersi come le donne stesse si autoritraggano all’interno del sistema e come considerino il proprio stato attuale. E questa è una cosa davvero difficile da evincere in una società come quella giapponese, soprattutto se si pensa che la percezione individuale varia comunque a seconda dell’età, dello status socio-economico, del background educativo e del livello di consapevolezza circa i problemi relativi alla condizione della donna. Leggere di più
Intervista ad Alberto Moro
Sedere e ascoltare il vento tra i pini
La maggioranza delle classi di tè Issoan sono di sera e gli studenti vengono spesso direttamente dopo il lavoro o dall’ora di punta del traffico per raggiungere la scuola. Di solito iniziamo la lezione con 10-15 minuti di zazen. Già sedere in silenzio e respirare profondamente aiuta a metterci alle spalle parte della polvere del mondo, a concentrarci e a essere pronti per lo studio.
I miei studenti mi chiedono spesso qual è il modo corretto di meditare. Non so molto sulla meditazione Zen ma per far iniziare i miei studenti, li faccio sedere in seiza (se in kimono) o a mezzo loto (grazie, Jordan) o con le gambe incrociate. Seduti con la schiena dritta, le orecchie allineate alle spalle, le braccia comodamente in grembo, la mano sinistra sopra quella destra, i palmi verso l’alto e i pollici uniti. Accendiamo l’incenso, suoniamo la campana e svuotiamo le nostre menti. Cerca di contare i respiri da 1 a 10 e da 10 a 1 oppure lascia che i pensieri vadano e vengano e si stabilizzino all’interno.Leggere di più
Cucina giapponese
Teriyaki di pollo - Pollo marinato e grigliato
Ingredienti
500 g di petto di pollo, 3 cucchiai di salsa di soia, ½ cucchiaino di zenzero grattugiato, 2 cucchiai di mirin, 2 cucchiai di maizena, 2 cucchiai di olio
Preparazione
Mescolate la salsa di soia, lo zenzero e il mirin e versate sul pollo tagliato in 4-6 pezzi. Marinate per mezz'ora. Sgocciolate il pollo, asciugatelo e passatelo nella maizena, premendo con le palme delle mani perché questa aderisca bene. Cuocete nel forno al grill. Scaldate l'olio nella placca da forno, adagiatevi il pollo, cuocetelo per 3 minuti da una parte. Voltatelo, aggiungete la salsa, cuocete altri 3 minuti; di nuovo voltate il pollo, di nuovo bagnate con la salsa, cuocete 2 minuti ancora.Leggere di più