Cos’è il Kō?
Consciamente o inconsciamente gli uomini si sono sempre interessati a fragranze profumate e piacevoli, sia per il loro valore intrinseco sia per il modo in cui esse colpiscono gli altri sensi, come il gusto o la vista. In particolare, il popolo giapponese ha da lungo tempo capito che il valore dell’incenso non si limita alla sola sensualità, ma si estende in ugual modo alla sfera della bellezza estetica. Anche se privo di forma o sostanza materiale, l’incenso ha il potere di commuovere e ispirare profondamente. L’opportunità di guardare con calma nella propria mente, mentre si trae beneficio dalla fragranza dell’incenso è considerata preziosa per ritrovare la pace e la calma spirituale. Leggere di più
L'evoluzione della concezione di Kami
Secondo Inoue Nobutaka, mentre lo Shintō viene normalmente classificato come una forma di politeismo, il concetto di kami, che è uno dei suoi concetti cardine, è piuttosto complicato, anche alla comprensione dei giapponesi stessi. Per esempio, i kami che sono stati elencati e classificati sistematicamente nei documenti classici come il Kojiki e il Nihonshoki, sono diversi dalle divinità venerate dalla gente comune nella vita quotidiana.
In altri casi i kami sono stati assimilati a buddha e bodhisattva nel corso della storia giapponese.
La parola giapponese kami viene normalmente tradotta con “Dio”; tuttavia il giapponese kami e l’italiano Dio sono due concetti che si differenziano notevolmente per vari aspetti, dato che si sono sviluppati in culture completamente diverse. La struttura di base dell’idea monoteistica della tradizione giudeo-cristiana è in netto contrasto con l’idea politeistica dello Shintō.Leggere di più
"Yes, we Kan"?
Il Giappone ha il suo quinto Primo Ministro in quattro anni.
Yukio Hatoyama il 2 giugno scorso ha annunciato le sue dimissioni.
Le cause sono relative agli scandali di finanziamenti occulti riguardanti il potentissimo “shogun-ombra” Ichiro Ozawa, ex Segretario Generale del Partito Democratico, dimissionario coatto insieme ad Hatoyama. La pesantissima perdita di popolarità dell'ex Primo Ministro – dal 70% in sede di elezione al 17% degli ultimi giorni – è tuttavia legata alla promessa, non onorata, dello spostamento della base militare statunitense Futenma, in Okinawa.Leggere di più
La storia del Kō
Le essenze che dall’antica India si diffusero in Occidente si trasformarono in profumi, mentre la tradizione che viaggiò attraverso est fino in Giappone nel VI secolo (epoca Asuka) fu quella del Kō, o incenso. Il Kō ha sempre giocato un ruolo molto importante nel Buddhismo, come offerta di purificazione, grazie alla sua capacità di rilassare la mente e aprire nuovi orizzonti culturali. Un incenso che brucia è in grado di rendere unica l’atmosfera, facendoci astrarre dalla realtà di tutti i giorni.
Nell’VIII secolo (epoca Heian) gli aristocratici di corte cominciarono ad usare il Kō per profumare i kimono con le loro essenze preferite. Più tardi furono elaborate le regole dell’etichetta e l’uso dell’incenso venne considerato come un raffinato ed elegante passatempo. Da quel momento, il normale uso dell’incenso gradualmente si trasformò nel Kōdō, la Via dell’Incenso, una vera e propria arte.Leggere di più
Il gagaku e i suoi diversi generi: Kuniburi no Utamai
Come già detto il gagaku è un repertorio di musiche eterogenee più che una musica a sé stante nonostante possieda indubbiamente un carattere nettamente definito. Uno degli aspetti più importanti è la sopravvivenza al suo interno di musiche di diverso tipo appartenenti alla tradizione shintoista, raccolte comunemente sotto il nome di Kuniburi no Utamai. In particolare esse sono i Kagura uta, Azuma asobi, Yamato uta, Kume uta, Ruika e Ōuta, ognuna di queste strutturata secondo regole e con strumenti propri che si collegano spesso solo superficialmente con quanto sino ad ora descritto. I Kagura Uta, forse i più noti, sono una forma musicale preesistente all'importazione delle musiche dal continente e facente parte sia dei riti agresti dei villaggi (nella forma del Sato Kagura) sia delle cerimonie legate alla casa imperiale, il Mikagura no Gi. Quest'ultimo, accolto nel repertorio in epoca Heian, consta di un complesso rituale di durata variabile tra le 6-7 ore con una quindicina di brani e si esegue solo poche volte l'anno.Leggere di più
Antiquariato giapponese
"Comprendere profondamente questo segno significa capire la verità dell’universo". Questa - circa - è la criptica frase che accompagna il grande cerchio dipinto da Teito Shuto, quattrocentoquarantaquattresimo abate del Daitokuji di Kyoto, il tempio di riferimento per la pratica della cerimonia del tè, fondato nel 1315 e ancora riferimento primario per la cultura del tè e delle arti zen ad essa correlate.
L'enso è il più potente simbolo dello zen e va tracciato con un unico, deciso e consapevole tratto del pennello. Cerchio cosmico, che racchiude al contempo il vuoto e l'infinito, questo segno combina in sé allo stesso tempo l'essere e il non-essere, il visibile e l'invisibile. Tutti i monaci zen si sono cimentati in questo segno e le variazioni sono infinite: cerchio chiuso o aperto, grande o piccolo, regolare o distorto, le sensazioni che il tratto comunica sono sempre diverse, esprimendo calma riflessione ma anche forza e dinamicità. In questo caso la forma larga e perfetta richiama la luna piena, a simboleggiare la mente illuminata, ma anche la ruota, a indicare che tutto scorre, o lo zero, per ricordare che tempo e spazio non esistono ma sono il fondamento dell'esistenza.Leggere di più
La vita è sogno
Sono passati cento anni da quando Freud incominciò a interpretare i sogni e ormai tutti sanno che ruolo importante essi rivestano per entrare in contatto con l’inconscio. Carl Gustav Jung ha ulteriormente approfondito il tema e ha scoperto che il mondo dell’inconscio è molto più ampio di quanto immaginassimo. L’inconscio dell’individuo è comunicabile e questa capacità di comunicazione è stata chiamata “sinchronicity”. Se fossimo perfettamente sincronizzati con i sogni e l’inconscio, il mondo sarebbe un paradiso senza conflitti. Le cose, però, non sono così semplici: oggi sempre più persone cercano l’aiuto degli psicoanalisti per vivere una vita più serena.Leggere di più
Zen Shiatsu: l'utilizzo del Kata
È un sistema squisitamente giapponese, per vivere e mostrare delle arti, nella loro massima espressione, realizzandole pienamente.
Lo shiatsu del Maestro Masunaga, denominato in occidente “Zen Shiatsu”, è basato sui kata.
Il kata è una forma all’interno della quale vengono trattati in una sequenza precisa, i meridiani energetici, con diverse tecniche pressorie, differenti nei vari livelli di apprendimento.
Lo Zen Shiatsu viene definito un’arte, “arte per la salute”; per impararlo, si parte dalla tecnica, per poi trascenderla.
Lavorare sulla tecnica della ripetizione significa migliorare costantemente la forma essenziale e perfetta del kata.Leggere di più
Il futuro di una Geisha
Le prospettive per il futuro per una Geisha affermata potevano essere o sposarsi, smettendo in questo modo di essere una Geisha e con una cerimonia chiamata Hiki Iwai lascerà il suo Hanamachi per fare la moglie, oppure continuare ad essere un abitante del mondo fluttuante, vivendo fino in fondo il suo essere un’artista.
In passato una giovane Geisha poteva ambire ad essere adottata dalla sua Okasan per ereditare l’Okiya o l’Ochaya, oppure, se trovava un Danna molto generoso che la riscattasse dal suo debito, poteva investire i suoi guadagni come Geisha per l’acquisto di una nuova Okiya o Ochaya, ed essere così fra le poche donne assolutamente indipendenti del suo paese.Leggere di più
Shirakawa-go
A Ogimachi, nella regione montagnosa di Shirakawa-go, parte della prefettura settentrionale di Gifu, sono presenti diverse decine di case coloniche in stile gassho-zukuri risalenti a circa 250 anni fa. Molte di esse sono diventate ristoranti, piccoli musei o minshuku, ovvero suggestive soluzioni abitative per tutti coloro che desiderano trascorrere un breve soggiorno in case che uniscono al fascino estetico il valore storico. Dal 1995 sono state inserite nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Il valore storico di questo insediamento non riguarda solo l’aspetto costruttivo ma anche lo stile di vita adottato dai suoi abitanti, la cui principale attività è la coltivazione degli alberi di gelso e l’allevamento dei bachi da seta.Leggere di più