“Amici” di Yumoto Kazumi
Yumoto Kazumi
AMICI
Inizialmente, si potrebbe pensare che Amici sia la storia dei tre ragazzi protagonisti. Ma, come il racconto si sviluppa, un quarto amico emerge.Lui è un uomo anziano, spiato di continuo dai ragazzi: Kiyama, lo spilungone; Kawabe, il pazzo occhialuto; Yamashita, il grassone. I tre vogliono imparare a conoscere la morte: cosa significa, come appare, ciò che accade. Il vecchio sembra un buon candidato. Mentre osservano l’uomo, cominciano a interessarsi alla sua vita. Quando il vecchio si accorge di essere spiato, si infuria e forse ha un po’ di paura, in un primo momento, ma sceglie di diventare amico dei tre giovani per trascorrere del tempo insieme dopo l’orario di scuola. Il vecchio è un esempio per i ragazzi, ma non nel modo in cui lo immaginavano in origine. Lui diventa un amico, un amico adulto che insegna loro la vita semplicemente stando insieme e continuando a essere se stesso. Kiyama, Kawabe e Yamashita sono una sorta di disadattati, vittime di bullismo da parte di alcuni compagni di scuola. Diventano così un trio inseparabile, sempre pronti a lottare per crescere.
Anche se il romanzo è ambientato in Giappone, riguarda i problemi degli adolescenti di tutto il mondo. Tutti i ragazzi condividono la preoccupazione di non essere vittime di episodi di bullismo. La maggior parte di loro è curiosa tanto della vita quanto della morte, indipendentemente dall’eventuale condivisione dei sentimenti con un adulto.
Amici racconta una storia che riesce a trasmettere una prospettiva culturale e un tema universale. Il tema della vita e della morte è molto delicato, ma Yumoto Kazumi è riuscita ugualmente a creare un libro assai godibile che al contempo aiuta i ragazzi a riflettere. In definitiva, è una storia per conoscere se stessi e gli altri e il potere taumaturgico dell’amicizia.
«Una storia di eloquente iniziazione che prima tocca e poi trafigge il cuore». Publishers Weekly
Yumoto Kazumi (1959) è nata a Tokyo e si è laureata al Tokyo College of Music (Tōkyō ongaku daigaku). Ha iniziato la sua carriera realizzando script radiofonici e televisivi, poi ha esordito come autrice di libri per ragazzi nel 1992 con il romanzo Natsu no niwa (Amici). Il lavoro ha vinto il JAWC New Talent Award e il Japan Juvenile Writers Association Prize, è stato adattato per il cinema da Sōmai Shinji nel 1996, così come tradotto e pubblicato in oltre una dozzina di paesi in tutto il mondo; l’edizione inglese ha ottenuto il Boston Globe – Horn Book Award e il Mildred L. Batchelder Award. Il suo Nishibi no machi è diventato uno dei finalisti del premio Akutagawa nel 2002, e Kishibe no tabi (in uscita nel 2015 una versione cinematografica di Kurosawa Kiyoshi) è stato finalista al premio Oda Sakunosuke nel 2010.
Traduzione dal giapponese di Daniela Guarino
collana Biblioteca dei ragazzi
Asiasphere (diretta da Gianluca Coci)
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