Ennesima chiamata per il Giappone a un’apertura verso categorie prioritarie di viaggiatori: studenti su NHK

Le frontiere del Giappone rimangono ormai chiuse da marzo 2020. Con una piccola finestra di aperture per alcune categorie da ottobre 2020 a dicembre 2020, il Paese del Sol Levante non accenna a voler rilasciare alcuna informazione in merito a nuove entrate, persino per categorie prioritarie come lavoratori e studenti e alcuni familiari.

Enormi le polemiche scatenate negli ultimi mesi da complesse dinamiche che hanno una sola parola comune, che ormai sta sulle bocche di chiunque abbia la necessità di entrare in terra nipponica: reciprocità. Reciprocità ormai assente da troppo tempo.

Tra le discussioni bollenti del web, sicuramente il primo posto lo meritano le dichiarazioni dell’Ambasciata Italiana in Giappone riguardanti la riapertura della tratta Tokyo-Milano attraverso voli Alitalia. La fierezza di un tale passo in avanti per la libera circolazione delle persone contrasta con l’amara verità delle severe regole dei travel ban imposti dal Giappone: infatti, mentre un cittadino giapponese può viaggiare in Italia come un normale turista, evitando quarantene, un cittadino italiano non può entrare in Giappone né per lavoro, né per studio, né – chiaramente – per turismo. Questo nemmeno in caso il cittadino fosse completamente vaccinato o disposto a essere sottoposto a test e quarantene.

Nel frattempo, il governo del Giappone cerca accordi per il riconoscimento del proprio passaporto vaccinale con almeno 10 paesi, in modo da alimentare e facilitare i viaggi di business e rilanciare parte dell’economia che – a causa delle chiusure prolungate – comincia ad avere settori in difficoltà. Anche a questo punto, però, si pone il medesimo problema: Japantimes riporta “If the agreements are reached, certificate holders will be exempt from quarantine or showing negative test results for COVID-19 when traveling from Japan to those countries […] But the Japanese government plans to continue requiring travelers entering Japan, including returnees, to quarantine for two weeks even if they have been vaccinated”. E ancora, una fonte del governo giapponese pare aver detto: “Until we see the spread of the delta variant subside, it will be difficult to allow the mutual exemption of quarantine”.

Questo tipo di presa di posizione ha complicato i negoziati con paesi come Singapore e Israele, che chiamano per un mutuo riconoscimento dei pass vaccinali. Alla stessa stregua, Nikkei Asia riporta simili lamentale da parte degli Stati Uniti.

Insomma, le spinte e gli appelli all’apertura provengono ormai un po’ da tutti i lati, soprattutto nel quadro dell’implementazione di pass vaccinali per spostamenti e con disponibilità di test e quarantene.

La Camera di Commercio Americana in Giappone, unita a quella Australiana e Neozelandese, Canadese e a EBC (European Business Council in Japan) hanno chiesto congiuntamente un rilassamento per le restrizioni di viaggio per il Giappone, riconoscendo la documentazione vaccinale.

 

 

Dopo la conferenza stampa di The Foreign Correspondents’ Club of Japan (FCCJ) e altre numerose iniziative e articoli su importanti testate a sostegno degli studenti, la parola torna proprio a loro.

In un evento organizzato da Go! Go! Nihon (nota compagnia che si occupa di aiutare studenti stranieri a studiare in Giappone) e con l’aiuto di molteplici sostenitori la live di Youtube è persino finita in un articolo della famosa emittente NHK, e il giorno successivo è stato in parte trasmesso nell’edizione del mezzogiorno della stessa emittente sulla televisione giapponese.

 

 

Davide Rossi, CEO di Go! Go! Nihon, ha voluto comunicare in apertura all’evento cinque punti essenziali da tenere a mente per spiegare nuovamente la situazione:

1) Gli studenti internazionali entrando in Giappone rispetteranno tutte le regole imposte dal governo. Si atterranno alle quarantene, saranno ripetutamente testati per prevenire la diffusione del covid-19, dunque non nuocere alla popolazione giapponese.
2) Esiste un primo double-standard: 80.000 persone provenienti dall’estero per le Olimpiadi possono entrare nel paese senza problemi, con quarantene ridotte; al contrario circa 30.000 studenti non hanno alcuna possibilità di entrare nel paese.
3) Un secondo double-standard: assenza di reciprocità nei viaggi attraverso i paesi del G7. I cittadini giapponesi possono viaggiare in questi paesi come turisti, studenti e lavoratori, mentre il contrario non è possibile.
4) La maggior parte dei paesi del mondo a oggi accetta studenti con visto provenienti dall’estero, o perlomeno ha già delineato un programma che può fornire agli stessi un’idea di massima rispetto a quando potranno entrare nel paese prescelto. Il governo giapponese non fornisce invece alcuna notizia in merito a questo problema.
5) A causa dell’assenza di comunicazione da parte del governo giapponese in merito alle possibili entrate di studenti stranieri nel paese, molti di questi stanno cancellando i loro piani di studio in questo paese o li stanno rivolgendo altrove, come ad esempio in stati come la Sud Corea e Taiwan.

 

Dopo ulteriori spiegazioni a proposito della situazione, la parola è stata lasciata ad alcuni rappresentanti delle migliaia di studenti che attendono di proseguire i propri studi in Giappone:

Greg, dagli UK,

segue lezioni online della sua università in Giappone: «La mia vita è stata messa completamente in pausa. Mi alzo alle 4/5 del mattino ogni giorno per seguire le lezioni. Vedo i miei compagni di classe divertirsi, sperimentare la vita in un altro paese, mentre io guardo da uno schermo. […] Penso che un’altra grande differenza sia data dal mio modo di parlare giapponese e le abilità che invece hanno i miei compagni che vivono in Giappone».

 

Maria, dalla Colombia:

«Sono cresciuta in Colombia, la mia infanzia ha coinciso con un periodo in cui la violenza era predominante nel paese. […] Ho avuto l’opportunità di studiare in Canada. Lì ho incontrato studenti giapponesi che mi hanno assicurato che il Giappone è un paese dove la pace è garantita. Avendo studiato diritto, mi sono interessata alla cultura giapponese e al suo sistema legale. […] Vorrei contribuire al cambiamento del sistema colombiano sull’esempio di quello che potrei imparare in Giappone. […]

Se il Giappone non aprirà le sue frontiere per ottobre, cambierò sicuramente destinazione per i miei studi. Mi spezzerà il cuore, è qualcosa che sogno dalle scuole elementari, ma la pazienza non è infinita».

 

Susanna, dall’Italia:

«Al momento entrambi i miei lavori sono connessi al Giappone. Lavoro per un’associazione culturale che promuove la cultura giapponese in Italia e anche come stagista (da remoto) per la Camera di Commercio Italiana in Giappone. Come potete immaginare, per la mia istruzione e carriera futura, imparare la lingua giapponese per me è essenziale. […]

Fino ad ora ho dovuto posporre la mia istruzione e carriera lavorativa. Vedo tutti i miei amici andare a studiare all’estero, avanzare nei loro campi lavorativi, mentre io sono bloccata, e il motivo per cui sono bloccata è che ho scelto il Giappone come paese in cui studiare. […]

Ora abbiamo davvero i mezzi per poter studiare all’estero, sono vaccinata e disposta a rispettare tutte le regole per impedire la diffusione del covid-19, ma per favore lasciateci entrare in Giappone per ottobre».

 

L’evento ha avuto un grandissimo successo ed è stato riportato da media come NHK, sia online che in diretta televisiva:

https://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20210720_01/

Vi hanno partecipato più di 70 persone tra studenti e sostenitori e ha raggiunto più di seimila visualizzazioni a pochi giorni dalla sua conclusione.

 

Con la speranza che questi appelli servano a stimolare il cambiamento necessario, nonostante le difficoltà della pandemia, la mente ci porta al momento in cui lo scambio culturale, l’istruzione, l’arricchimento reciproco torneranno a diventare valori essenziali.
Ci auguriamo che questo momento arrivi presto e che, nonostante le difficoltà che il covid-19 ha portato in ogni parte del mondo, si inizi a rendere possibile quel cambiamento per cui le misure già esistono e sono disponibili.

 

 

Fonti e link utili:

https://educationisnottourism.com

https://www3.nhk.or.jp/nhkworld/en/news/20210720_01/

https://www.japantimes.co.jp/news/2021/07/05/national/science-health/japan-covid-19-vaccination-passports/?fbclid=IwAR0PIUgrCGKG9G5nLkRb4dOQqhVWU-tDAazubCjvRmAJGKsLy09wgS5JUYo#Echobox=1625399018

https://asia.nikkei.com/Politics/International-relations/Japan-needs-mutual-recognition-for-vaccine-passports-AmCham?fbclid=IwAR3j4RT22W_ytaNWrir–nJUmTYWqDNrbFmoWy3DodP8bH3meFvA5kSZjNY

 

 

A cura di Susanna Legnani

Nota: le traduzioni dall’inglese sono state fatte e riadattate da chi scrive, senza ovviamente alterarne i contenuti fondamentali.