San Valentino in Giappone
di Irene Scapolan
Il 14 febbraio in tutto il mondo si celebra la festa degli innamorati: San Valentino.
Anche in Giappone questa festa di origine occidentale è alquanto popolare. Dopo qualche tentativo non andato a buon fine nel 1958 una ditta di cioccolato di Tokyo, la Mary’s Chocolate Company, riuscì con successo ad introdurre questa ricorrenza, con lo scopo principale di vendere più cioccolata. Si calcola infatti circa la metà delle vendite di cioccolata in Giappone in un anno avvenga proprio nel periodo di San Valentino, in cui i prestigiosi negozi di dolciumi, i maggiori centri e le centinaia di bancarelle allestite per l’occasione in ogni angolo di strada e nelle stazioni, vengono letteralmente prese d’assalto da una folla di giovani donne, pronte a spendere cifre da capogiro.
Tuttavia, il San Valentino giapponese ha le sue curiose peculiarità: niente appuntamenti romantici, rose o serenate, tutto gira attorno alla cioccolata, esclusivamente cioccolata! A regalarla però sono solo le donne, e non solo al proprio fidanzato o alla persona amata, ma praticamente a tutti gli amici, parenti e conoscenti di sesso maschile, compresi i colleghi di lavoro, superiori, amici, fratelli, padri, nonni, etc…
Vi sono quindi diversi tipi di cioccolata, ognuno con un significato diverso:
- il primo è chiamato girichoko (義理チョコ), che significa “cioccolato dell’obbligo” ed è quello regalato per abitudine a colleghi di lavoro o compagni di classe. Una ragazza giapponese a San Valentino regala mediamente 25 girichoko, che costano attorno ai 500 Yen l’uno (circa 4 euro) e hanno confezioni più piccole e non particolarmente decorate;
- il tomochoko (友チョコ), che è il cioccolato che si regala agli amici più intimi, e talvolta alle amiche, come dimostrazione di affetto e amicizia;
- e infine il vero e proprio cioccolato di San Valentino: l’honmeichoko (本命チョコ), honmei significa “vero sentimento” ed è quello che si regala al proprio marito, fidanzato o innamorato, talvolta seguito da una vera e propria dichiarazione d’amore. È il cioccolato più costoso, dai 2000 yen in su (circa 15 euro), venduto in forme particolari, soprattutto a cuore, e può essere decorato con il nome della persona amata. Per rendere ancora più speciale questo dono, le ragazze giapponesi spesso fanno in casa i propri cioccolatini honmeichoko, curati nei minimi dettagli per sottolineare l’importanza che il ragazzo ha nelle loro vite e nel loro cuore.
Tuttavia, anche per i ragazzi arriva il momento di ricambiare: il 14 marzo, esattamente un mese dopo San Valentino infatti si celebra il White Day, ricorrenza quasi esclusivamente giapponese introdotta nel 1978.
In questa giornata accade esattamente il contrario: sono solo gli uomini a dover regalare cioccolato alle donne, anche se si accettano anche altri oggetti come fiori, pupazzi, persino gioielli, ma se si dovesse scegliere il cioccolato allora quello deve essere rigorosamente bianco, simbolo di purezza. Ovviamente anche per il White Day esistono le distinzioni tra girichoko (anche se gli uomini ne regalano di meno), tomochoko e honmeichoko, e per quest’ultimo vale la regola del sanbaigaeshi (三倍返し), ossia il valore del regalo deve essere almeno tre volte superiore di quello ricevuto!