Il Giappone si prepara a lanciare in orbita Gundam in vista delle Olimpiadi
Tokyo 2020. L’inizio dei nuovi Giochi Olimpici è ormai dietro l’angolo. E il Giappone sta giocando in anticipo preparando un inconsueto benvenuto per gli atleti che parteciperanno. Infatti in concomitanza con il 40esimo anniversario dell’uscita della prima serie di Mobile Suit Gundam, la Commissione Olimpica e Paralimpica il 15 maggio ha annunciato al mondo il progetto di lanciare nello spazio proprio dei modelli in scala dei robot dalla serie cult in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA). Entro l’anno i modelli in plastica rivestiti da materiali speciali adatti allo spazio verranno ultimati e spediti alla Stazione Spaziale Internazionale nel Marzo 2020 per poi cominciare il loro viaggio spaziale ad Aprile.
(source Soranews24 )
Gundam e la sua nemesi Zaku saranno trasportati da un micro-satellite (“G-satellite”) equipaggiato con ben sette macchine fotografiche per immortalarli durante il loro viaggio. Una volta iniziati Giochi a Luglio, messaggi di incoraggiamento e buona fortuna in diverse lingue saranno trasmessi su un piccolo schermo posto alla base dei due robot per poi essere immortalati dalle macchine fotografiche e postate sui social media nel corso delle Olimpiadi. Gli autori del progetto intendono chiedere alla gente di tutto il mondo di partecipare scrivendo proprio questi messaggi di buon auspicio.
“Le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono una manifestazione che porterà atleti da tutto il mondo a Tokyo e in Giappone per competere uno contro l’altro. Con l’aggiunta dello spazio come una nuova dimensione per Tokyo 2020, spero che i Giochi diventeranno un evento ancora più grande. Non vedo l’ora di ammirare Gundam e Zaku mentre sostengono gli altleti e i Giochi dallo spazio” ha dichiarato Koji Murofushi, il direttore sportivo di Tokyo 2020 alla stampa.
( source Geek.com )
L’idea del progetto è nata con Haruka Amano, un membro della Gruppo di Promozione e Innovazione della Commissione Organizzativa e grande fan di Gundam circa un anno fa. Prendendo ispirazione da Sochi 2014, quando la torcia olimpica venne portata a spasso nello spazio, Amano decise di alzare ancora di più l’asticella. Tuttavia si dovette ben presto scontrare con gli enormi costi del progetto. In suo soccorso arrivò però Shinichi Nakasuka, un professore di ingegneria dell’Università di Tokyo che è riuscito a ridurre sia il budget che le tempistiche impossibili inizialmente previste.
Oltre alla sfida concreta di superare i limiti per creare qualcosa di sensazione che unisse gli spettatori di tutto il mondo, Amano con questo progetto intende rompere gli stereotipi di un Giappone troppo serio o legato soltanto ai fiori di ciliegio o ai samurai. Amano vuole mostrare un Giappone che guarda al futuro, capace di sognare in grande e di lanciarsi in nuove avventure. In un certo senso Gundam stesso è il simbolo di questo ardente sogno perché è riuscito a trasmettere al suo pubblico il desiderio sognare al di là di ogni limite, anche di essere un pilota di un robot nel mezzo dell’universo.
(Immagine Privata… ebbene sì, sono andata alla sede ufficiale di Gundam a Odaiba)
Yoshiyuki Tomino, il creatore di Gundam, ha sottolineato come 50 anni fa quando uscì la prima serie di Gundam, l’idea di andare nello spazio fosse ancora qualcosa di irraggiungibile mentre al giorno d’oggi non è più soltanto una fantasia. Quello che spera è che sempre più sogni diventino realtà. E sicuramente Gundam trasmetterà questo messaggio a Tokyo 2020. Quello che bisogna chiedersi però è allora cosa verrà dopo, quale altro sogno impossibile decideremo di realizzare? Per adesso keep on dreaming.
Erika Micozzi