Il mondo di una Geisha
Una volta affermato il loro ruolo, le Geisha per oltre due secoli rimasero le indiscusse signore della vita notturna giapponese. Dettavano le mode, erano famose come le odierne attrici, le loro storie d’amore erano sulla bocca di tutti e i loro volti erano noti grazie alle stampe Ukiyoe. Erano delle dive. Alla celebrità seguirono però molte rigide regole non scritte, che portarono a una radicale formalizzazione della vita di queste donne. Soppiantando le Yujo, le donne di piacere, le Geisha riuscirono a diventare il simbolo di una nazione e sopravvivere sopravvivere anche agli sconvolgimenti sociali dovuti alla crescita tecnologica del proprio Paese.
Il mondo delle Geisha
Ci sono molti modi per definire il mondo delle Geisha: Karyukai, mondo del fiore e del salice, Mizu Shobai, commercio delle acque (vengono definite così tutte le attività legate alla vita notturna), Hanamachi, città dei fiori (i quartieri delle Geisha) o Ukiyo, mondo fluttuante. Gli Hanamachi a Kyoto sono sempre stati cinque: Gion Kobu, Pontocho, Kamishichiken, Miyagawacho e Gion Higashi. A Tokyo invece erano circa una ventina, tra i quali i più famosi erano Mukojima, Asakusa, Hanagibashi, Fukagawa, Yoshicho, Kagurazaka, Yanagibashi, Akasaka e Shinbashi.
A Kyoto le Geisha vivono e lavorano all’interno del loro quartiere. Se non risiedono nell’Okiya con la Madre, la Okasan, vivono sicuramente in un appartamento non troppo distante. A Tokyo invece non esiste questo concetto di vivere e lavorare nello stesso Hanamachi, ma le ragazze risiedono altrove e si recano nei vari Ryotei, i ristoranti dove sono richieste, come normali lavoratori. All’interno delle Okiya queste donne vivono il rapporto con le altre giovani della casa in una specie di sorellanza. Chiameranno le colleghe Maiko e Geisha Onesan (sorella maggiore) anche se hanno un età inferiore alla loro, perché possiedono maggiore esperienza. Possiamo paragonare la scelta di andare a vivere in un Okiya, con quella di un matrimonio in quanto in passato, le donne che si sposavano era come se venissero adottate dalla famiglia del marito. Andavano a vivere a casa dei genitori di lui e chiamavano Madre la suocera. La stessa cosa succedeva per le apprendiste Geisha, “sposavano” la famiglia che viveva in quella Okiya.
Il rito di iniziazione
Il rito che lega la sorella maggiore alla nuova apprendista è molto simile al rito nuziale Shintoista, si chiama San San Ku Do (3 volte 3, 9 volte) e consiste nel bere a turno 3 sorsi di sake da 3 tazze, una piccola, una media e una più grande. A questo rito parteciperanno, oltre alla sorella minore e alla maggiore, l’Okasan e un’altra sorella della casa da tè. Il San San Ku Do faceva originariamente parte dei matrimoni dei samurai e fa ancora parte dei normali matrimoni giapponesi. Alla Maiko viene dato il suo nuovo nome che la accompagnerà per tutta la sua carriera. Alle Geisha di uno stesso Okiya solitamente viene assegnato un nome con la stessa radice, ad esempio: Umeka, Umeharu, Umesato, Umechika ecc..
Articolo di Francesca Gambera
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