Penne del Sol Levante – Piccoli racconti di un’infinita giornata di primavera di Natsume Soseki
Buon sabato affezionati lettori della rubrica Penne del Sol Levante! Oggi parliamo di una raccolta di racconti davvero particolare e di un autore che è un simbolo della letteratura giapponese moderna, Natsume Soseki.
I venticinque scritti contenuti in questo libro, edito da Lindau, non sono uniti da un genere comune o da un vero e proprio argomento cardine; piuttosto si tratta di un leitmotiv che li attraversa tutti, aleggiando sopra storie e personaggi. L’idea è quella di una lunghissima giornata di primavera, di quelle in cui il tempo è perfetto, i raggi solari scaldano ma la brezza rinfresca e il sole sembra non tramontare mai. E’ l’uomo stesso che non vuole veder finire quel magnifico giorno, sperando che le lancette dell’orologio si blocchino per un tempo infinito. Questo è il tema fluttuante dei racconti di Soseki.
Alcuni sono narrazioni di finzione, inventate, mentre altri sono ricordi e sprazzi della vita reale dell’autore. Tra questi un buon gruppo riguarda il suo soggiorno, nel 1900 e 1901, in Inghilterra. Ci si era recato su ordine dell’Università Imperiale di Tokyo per svolgere ricerche sulla lingua inglese, che già aveva studiato e insegnato in patria. L’esperienza si rivela deludente sotto certi punti di vista, lo scrittore infatti non riesce ad adeguarsi alle abitudini di vita occidentali e non comprende fino in fondo gli inglesi e ciò che lo circonda.
I racconti che ho apprezzato di più sono Il Serpente, che narra di un giovane e di suo zio che vanno a pescare sotto una pioggia nera, incessante, vera protagonista della vicenda; il secondo è La tomba del gatto, in cui l’autore osserva impotente gli ultimi stralci di vita del suo gatto, senza rendersi conto che presto se ne andrà. Proprio quando scompare, tutti in famiglia sembrano accorgersi di lui e la sua tomba diventa il vero ricettacolo di tutte quelle attenzioni mancate.
La scrittura dell’autore è fluida e delicata, la sua particolarità è che scrive cose reali. Si ha la vivida impressione che ciò che ci racconta stia succedendo davvero, da qualche parte, in un luogo lontano ma pulsante, vivo. Tutto questo è dovuto alla straordinaria immediatezza delle sue parole e allo stile con cui riesce a legarle insieme.
Se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente, buona lettura!
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