Masahiko Satō: My first me

Dal 17 al 22 aprile, in occasione del Salone del Mobile 2018, il flagship store milanese di Issey Miyake ospita il progetto di Masahiko Satō, docente alla Tōkyō University of the Arts, intitolato My first me: Know yourself like never before.

Con il suo lavoro, che spazia dalla ricerca nel cinema all’animazione, dalla progettazione grafica alle neuroscienze, Masahiko Satō esplora le “nuove rappresentazioni dell’essere umano” e si avvale delle tecnologie più innovative per indagare il nostro inconscio e farci scoprire aspetti di noi stessi di cui ignoravamo l’esistenza.
La mostra a Milano, un’iterazione di idee tratte dall’ultimo libro di Satō New Ways of Understanding, si compone di tre installazioni interattive che accompagnano il pubblico in un percorso di sperimentazione di nuove modalità percettive, per arrivare a definire, e comprendere, quello che l’autore definisce il “My first me”.
In Pool of fingerprints, per esempio, la scansione dell’impronta digitale del visitatore viene “liberata” in una sorta di vasca composta da grandi monitor e, nuotando come un pesce in un acquario, si trova a interagire con quelle degli altri visitatori. Ogni impronta è unica e immutabile per ciascun individuo. Attraverso questa installazione, lo spettatore, nell’osservare l’impronta “persa” in mezzo a molte altre, ma in grado di ritornare da lui non appena si riavvicina il dito all’apposito sensore, sviluppa, forse per la prima volta, un sentimento di attaccamento o affetto nei confronti dell’impronta e, per traslato, nei confronti della propria identità. Una metafora dei rapporti interpersonali e del ritrovamento del sé più unico e profondo.

fingerprints

L’installazione I am looking at me being watched by someone else permette di sperimentare un ribaltamento dei punti di vista, trasformando il visitatore da osservatore a osservato. Una coppia di binocoli e gli occhi di un estraneo concorrono a destabilizzare le certezze e ad alimentare la sensazione di essere sottoposti a un costante sistema di controllo. Ma è proprio attraverso lo sguardo altrui che si arriva a vedersi per la prima volta, nonostante quotidianamente la nostra immagine sia ripresa, moltiplicata e mediata da telecamere e monitor di sorveglianza.
L’ultima installazione, intitolata Ride a swing with a finger, ricrea l’emozione di andare in altalena esclusivamente con la spinta del proprio dito. Anche in questo caso, alla base di questo ritorno all’infanzia è un ribaltamento percettivo, derivato dalla trasmissione al cervello – e alla successiva rielaborazione e sintesi – di stimoli visivi e informazioni somatosensoriali.

swing

Conclude il percorso una serie di video tra cui Ballet rotoscope e Issey Miyake A-POC Inside, entrambi realizzati da Masahiko Satō + Euphrates, gruppo di creativi composto da Satō stesso e dai suoi allievi.