Un giorno a Yokohama
Una tranquilla giornata a Yokohama
Era da un po’ di tempo che avevo in mente di recarmi a Yokohama ma non avevo mai trovato il momento giusto per andarci. Eppure Yokohama non è una meta che passa inosservata: la città, centro della prefettura di Kanagawa, è seconda in Giappone per numero di popolazione, è un fondamentale scalo commerciale per l’area di Tokyo e uno dei porti più importanti del paese.
Con alcuni amici perciò decidiamo di passarci una giornata. Da Tokyo, partendo dalla stazione di Shinjuku, prendiamo la Shonan-Shinjuku Line e in circa 35 minuti arriviamo. È una fresca e bella mattinata e, usciti dalla stazione, una delle prime cose che sentiamo è un piacevole odore di mare, il che ci sorprende visto l’intensa attività portuale della città. Camminando un po’, l’atmosfera non fa che migliorare e ci accorgiamo di quanto poco basti per allontanarsi dalla bella ma frenetica Tokyo: troviamo chi parla sulle panchine, chi passeggia sul lungomare, chi fa jogging e chi porta a spasso il cane. Il tutto con davanti un mare tranquillo.
Per giungere alla nostra prima tappa passiamo vicino alla zona del porto che fu storicamente adibita alla permanenza degli stranieri, conosciuta come Kannai. Yokohama, con l’apertura del Giappone agli altri Stati a seguito della restaurazione Meiji del 1868, è stato il primo porto nel quale agli stranieri fu consentito commerciare. Gli edifici presenti (in gran parte ricostruzioni a seguito di disastri naturali e bombardamenti) sono infatti in linea con lo stile dell’epoca. Passiamo attraverso il bello (ma piccolo) parco Yamashita e arriviamo alla nave-museo Hikawa Maru. Questo transatlantico era stato per molti anni un lussuoso mezzo di trasporto nelle rotte tra Yokohama, Vancouver e Seattle. Nel dopoguerra fu messo in disarmo, attraccato permanentemente, e aperto ai visitatori. La nave è fedelmente conservata come quando era in attività ed esplorando l’interno della nave abbiamo l’impressione di rivivere le esperienze degli ospiti di inizio XX secolo. Molto suggestivo.
Senza accorgercene si fa ora di pranzo e allora cogliamo l’occasione per recarci in uno delle zone che rendono celebre Yokohama, la sua Chinatown. Nonostante sia presente anche in altre città come Nagasaki e Kobe, la Chinatown di Yokohama è la più grande di tutta l’Asia ed ha una popolazione residente stimata tra le 3000 e 4000 persone. Fatti pochi metri ci sembra davvero di essere entrati in una via affollata di Shangai, con ristoranti che fanno a gara per sgargianti decorazioni ed altri negozi che mettono in vendita un po’ di tutto: amuleti, lanterne, incenso, spezie e oggettistica tradizionale cinese. Per una cifra fissa, quasi tutti i ristoranti offrono menu all you can eat e noi, ovviamente, ne approfittiamo passando più di due ore impegnati a provare qualsiasi cosa ci ispiri.
Un po’ appesantiti usciamo dal ristorante e dopo un altro breve giro nel quartiere, ci dirigiamo verso la Yokohama Marine Tower, il più grande faro su terraferma del mondo. All’ingresso prendiamo l’ascensore e dopo una salita a dir poco lunga ci troviamo all’ultimo piano dove è possibile accedere all’osservatorio. La torre infatti, alta 106 metri, offre una vista speciale della città e se il tempo è dalla vostra parte, è possibile vedere anche il monte Fuji. Purtroppo non siamo stati molto fortunati e del monte Fuji abbiamo visto sì e no la sagoma, ma in compenso la vista della città, dato anche che il sole stava tramontando, era davvero notevole. Rimaniamo per un po’ incantati ad ammirare questa città, così viva ma allo stesso tempo tranquilla, e una volta usciti oramai è già buio. La fortuna stavolta è dalla nostra parte perché in periodo autunnale/invernale a Yokohama di norma vengono allestite delle belle illuminazioni nella zona del lungomare, e così tornare a passeggiare da quelle parti diventa la nostra mossa successiva. Oltre alle luci che, unite con la vista e il rumore del mare danno vita a un effetto molto piacevole, nelle strade della baia troviamo anche molte bancarelle, negozi, spettacoli all’aperto e tanta tanta gente.
Quel giorno il tempo è volato, e giusto il tempo di bere qualche birra e mangiare qualcosa che già era ora di tornare verso Tokyo. Tanti erano i posti che ancora volevamo vedere, come per esempio il complesso Cosmoworld con la sua ruota panoramica, il museo del ramen, il grande giardino Sankeien, la fabbrica della birra Kirin e molti altri. Troppi per un solo giorno!
Soddisfatti e, nonostante le attività della giornata, rilassati dalle belle caratteristiche della città, prendiamo il treno con l’intenzione però, prima o poi, di ritornare per finire i nostri itinerari.
Marco Furio Mangani Camilli