Intervista al pianista giapponese Takahiro Yoshikawa
di Cristina Solano
Takahiro Yoshikawa è un bravissimo pianista giapponese che da anni vive e suona in Italia, che oltre a fare molti concerti da camera spesso calca il palco del Teatro alla Scala. Il maestro Yoshikawa è rinomato sia in Italia che in Giappone e molti sono i suoi tour in giro per il mondo. Di recente è uscito il suo nuovo album dedicato a Beethoven con la sua nuova etichetta discografica, la “YPSILON International LTD“. Con questa intervista il maestro ci racconterà del suo amore per il pianoforte e della sua scelta nel proseguire i suoi studi e la sua professione in Italia.
Com’è nata la sua passione per la musica e per il pianoforte, e come ha capito di voler fare questo nella vita?
Io sono nato in una famiglia di musicisti. Mio padre ha studiato canto tedesco per Lieder (composizioni per voce solista e pianoforte) poi è diventato insegnante di musica alle scuole superiori, mentre mia madre ha studiato canto lirico. Così i miei genitori hanno iniziato a farmi studiare pianoforte. Quando ero bambino la mia passione non era molto forte e mio padre mi diceva che avrei dovuto continuare finché mi fosse piaciuto. I miei genitori mi hanno sempre lasciato libero di scegliere, infatti se non avessi continuato a studiare musica avrei scelto la facoltà di filosofia, ma con il passare del tempo ho capito che mi piaceva la musica classica e il pianoforte.
Qual’è il compositore che l’ha ispirato maggiormente?
A me piacciono molti compositori. Quando ero piccolo mi piaceva Johann Sebastian Bach, anche se lui ha composto, più che altro, per clavicembalo e organo. Attualmente suono un po’ di tutto, ma in questo periodo la mia attenzione va ai compositori del Novecento, in particolare a Claude Debussy.
Cosa prova quando suona?
La musica trasmette molte sensazioni e suonare è diverso che ascoltare.
Quando suono sono molto concentrato e sul palco raramente mi sento libero. Ma quando riesco a raggiungere questa sensazione di libertà sento che sto raccontando qualcosa.
La musica è anche ritmo. Quando suono sento dentro di me una sensazione di movimento, il ritmo mi trasporta e mi trascina, alla fine è come se ballassi. E’ difficile da spiegare!
Come mai ha scelto l’Italia per proseguire la sua passione?
L’Italia è stata una scelta nata un po’ per caso.
Dopo aver conseguito il titolo di dottorato in pianoforte presso l’Università Statale di Belle Arti e Musica di Tokyo ho conosciuto la professoressa Anita Porrini (pianista), che è stata allieva di Alfred Cortot e Arturo Benedetti Michelangeli. Così sono venuto con lei, in Italia, a studiare come privatista. Poi lei mi ha consigliato di frequentare l’Accademia Teatro alla Scala di Milano, dove mi sono perfezionato nel repertorio del pianoforte in orchestra e cameristico. All’inizio pensavo di rimanera in Italia il tempo necessario per concludere i miei studi e dopo di ritornare in Giappone per fare il professore, ma poi ho capito che potevo anche andare avanti a suonare rimanendo qua. Ho conosciuto e suonato con molti strumentisti dell’Orchestra della Scala. In particolare con Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filarmonica della Scala, con il quale spesso suoniamo in duo. Con Fabrizio ho anche registrato un disco insieme, “Vif et Rythmique”, sotto l’importante etichetta di musica classica “Deutsche Grammophon”. La decisione di venire in Italia è stata anche ponderata dal fatto che io volevo suonare un po’ tutto, e la scelta del Paese condiziona il repertorio di un musicista. L’Italia non ha una forte tradizione di compositori per pianoforte, però ha una grande tradizione di concertisti e di cantanti, inoltre mia madre ha studiato canto d’opera italiana, quindi me ne ha trasmesso la passione.
Di recente è uscito il suo nuovo CD dedicato a Beethoven, ce ne vuole parlare?
Si volentieri! Questo CD nasce perchè io oltre a essere un musicista sto portando avanti una strada parallela. Ho aperto una società in Giappone e ho iniziato a creare un’etichetta discografica mia, la “YPSILON International LTD”, che verrà distribuita anche in Italia e in America. Il primo CD l’ho dedicato a Beethoven, perché le sue composizioni, per noi pianisti, sono un po’ come la Bibbia. I suoi brani vengono studiati molto, e si può dire che tramite lui si vede un po’ il pensiero del pianista. Sto già preparando il secondo e il terzo CD che saranno dedicati a Debussy e Schumann. Una percentuale dei ricavati di questo progetto saranno devoluti a Save The Children In Japan che, dopo la tragedia di Fukushima del 2011 e dopo il recente terremoto di Kumamoto, sta aiutando molti bambini in Giappone che si trovano in seria difficoltà.
Un ringraziamento va alla Casa di Riposo per Musicisti Giuseppe Verdi.
Takahiro Yoshikawa – sito: www.takahiroyoshikawa.com
Foto di Cristina Solano