Il kabuki vuole diventare più “internazionale”. Sito internet dedicato e guide vocali per gli stranieri
TOKYO – L’arte giapponese del kabuki vuole diventare più internazionale: non nel senso di alterare le sue caratteristiche di teatro musicale profondamente radicate in una tradizione di 400 anni ma nel rendersi più agevolmente fruibile dagli spettatori non giapponesi.
La società che gestisce il mondo del kabuki, Shochiku, ha annunciato una espansione dei servizi per i visitatori stranieri, finalizzata a “aumentare il numero di fan del kabuki nel mondo” e “attrarre più visitatori esteri al teatro Kabukiza nel distretto di Ginza a Tokyo”. In futuro, inoltre, sono in programma nuove tournée internazionali (è già stato presentato nel mondo il 36 Paesi e 96 città – Italia compresa -, con 110 performance all’estero).
Per i turisti che arrivano a Tokyo, il Kabukiza è una delle tappe culturalmente più significative, resa più “accessibile” dalla possibilità di usufruire di una guida vocale (e un sistema di sottotitolazione): oltre allo spettacolo, comprende la visita alla galleria-museo al quinto piano della Kabukiza Tower (dove c’è anche un giardino pensile) e la piazzetta sotterranea dove si possono fare acquisti anche a tema. Nel museo _oltre a esibizioni temporanee, da ultimo una sulle performance all’estero- c’è anche la storia del Kabukiza, sorto nel 1889 e più volte ricostruito, da ultimo tra il 2010 e il 2013. Il nuovo edificio- il quinto, inaugurato nella primavera del 2013 – replica in buona parte le strutture degli anni ’20 ma è stato reso più funzionale (oltre a essere ora sormontato da una torre…).
Il sito Internet è stato migliorato e presenta la traduzione anche in italiano. Il nome kabuki deriva dal verbo kabuku, che rimanda a un significato di eccentricità e violazione di norme sociali. Con il tempo, però, la parola ha finito per esser associata più che altro alla somma di ka (musica), bu (danza) e ki (azione teatrale). La prima performance di cui si ha notizia avvenne nel 1603. Nel 1609 lo shogun vietò la performance alle donne: da allora tutti i ruoli femminili sono interpretati da uomini (onnagata). Nell’ambito della presentazione delle nuove strategie di marketing, la Shochiku ha acconsentito a mostrare la “trasformazione” di un noto attore, Nakamura Kyozo, in onnagata attraverso una laboriosa cerimonia di trucco e vestizione (visibile nel video allegato), prima di un esempio di performance del ruolo femminile nello spettacolo “Fuji-musume” (The Wisteria Maiden), uno dei tre più rappresentati all’estero. Nakamura _diventato nel 1994 Nadai, il rango più alto degli attori kabuki – ha partecipato anche a varie tournée all’estero, dall’Europa agli Stati Uniti. “Crediamo nel crescente appeal internazionale di quello che è un classico della tradizione giapponese – afferma il direttore esecutivo di Shochiku, Tetsuya Okazaki – Penso che il Kabukiza debba diventare una tappa obbligata per chi visita Tokyo”.
Fonte: Il Sole 24 Ore