Mottainai!
Mottainai è un termine giapponese di origine buddhista che indica rammarico per uno spreco. E’ un concetto fortemente sentito dalla cultura giapponese, che si declina in molti ambiti: dalla preferenza per l’utilizzo di stoffe al posto della carta per impacchettare i doni, alla regola di buona educazione che richiede di mangiare tutto il cibo presente nel piatto, fino all’ultimo chicco di riso.
Le radici culturali del concetto si possono trovare nella geografia giapponese. Il Sol Levante infatti è un’isola densamente popolata e proprio per questo motivo su lungo periodo potrebbe correre il rischio dell’esaurimento delle risorse. Si può dunque ipotizzare che questo pilastro di buonsenso sociale sia nato da un’esigenza tutt’altro che spirituale, per la salvaguardia dell’ambiente comune.
Se originariamente il termine era utilizzato per mostrare gratitudine mista a imbarazzo per un dono ritenuto troppo grande, è proprio l’accezione più recente che è stata diffusa a livello internazionale da Wangari Maathai, vincitrice del Nobel per la Pace: infatti l’attivista ne ha tratto uno slogan che sintetizzi le 4 R, ridurre, riutilizzare, riciclare e riparare.
Nel 2004 in Giappone Mariko Shinju ha pubblicato il libro “Mottainai Baasan” (foto), un libro per bambini la cui protagonista, la nonna, interviene ogni volta che uno dei nipoti spreca del cibo. Le immagini insegnano con ironia anche ai più giovani l’importanza di ciò che la natura offre e il rispetto che ad esso va dedicato.
In questa accezione, l’esclamazione giapponese è stata ripresa per lanciare una campagna mondiale contro gli sprechi. La mostra “Mottainai” in esposizione fino al 3 maggio presso il Museo Fondazione Matalon di Milano si inserisce all’interno di questo contesto, ed esplora le potenzialità artistiche del materiale di recupero Greenbiz®.