Intervista con Maya Quaianni, WOW Spazio Fumetto
Intervista con Maya Quaianni di WOW Spazio Fumetto, seconda sede espositiva del Milano Manga Festival. Sarà possibile visitare la mostra sui Doujinshi, curata dallo studioso Osamu Takeuchi, fino al 15 Giugno.
Ingresso gratuito.
Cosa sono i doujinshi?
I doujinshi sono opere giapponesi auto prodotte; riviste pubblicate privatamente a mediobassa tiratura che vengono distribuite al di fuori del sistema editoriale “ufficiale”.
E’ importante sottolineare che non si distinguono dai manga per criteri qualitativi, anzi, il confine è molto permeabile: accade spesso che autori noti che lavorano per le case editrici decidano di pubblicare autonomamente delle opere e, viceversa, che alcuni dei disegni nati come doujinshi vengano acquisiti dalle case editrici.
In cosa si caratterizzano i doujinshi?
In realtà è difficile individuare delle caratteristiche comuni, perché le scelte stilistiche e tematiche variano da autore a autore. E’ possibile trovare opere satiriche o temi impegnativi, storie che coinvolgono personaggi presenti in altri manga o completamente originali. Esteticamente, alcune si rifanno strettamente ai canoni del manga, altre invece sono il prodotto di scelte più innovative.
Com’è organizzata la mostra?
Le tavole sono disposte in due aree tematiche in base alla manifestazione in cui sono state presentate, Comiket o COMITIA.
Il COMITIA è riservato esclusivamente alle opere originali. L’ingresso è gratuito, previo l’acquisto di un catalogo – entrambe le manifestazioni sono facilmente accessibili. Si caratterizzano entrambe per un rapporto ‘alla pari’ fra gli artisti e i visitatori.
Il Comiket, invece, nasce nel 1975 come luogo di ritrovo alternativo agli eventi organizzati dalle case editrici e da allora è cresciuto, fino a raggiungere quota 560.000 visitatori. Il raduno ospita sia opere originali che revisioni comiche o erotiche di personaggi noti.
560.000 visitatori? Un bel successo…
Sì, il fatto che siano prodotti indipendentemente non implica che siano create da autori meno noti. Alcune delle opere qui esposte hanno ricevuto riconoscimenti e premi al Japan Media Arts Festival, organizzato dal ministero della cultura in Giappone; a volte queste opere vengono pubblicate a livello internazionale e sono acquistabili nel mercato occidentale.
Sulle didascalie è indicato un circolo per ogni tavola. Di cosa si tratta?
Spesso un gruppo di autori si riunisce in uno di questi “circoli” (in originale 同人サークル dojin saakuru) per pubblicare le proprie opere e come tali si presentano ai ritrovi. Sia COMITIA che Comiket possono accoglierne un numero limitato per ogni edizione, quindi le piazze d’esposizione vengono assegnate tramite sorteggio.
Quali sono le tavole esposte che trova più interessanti?
Koori no Te, Siberia Yokuryuu-ki (Frozen Hands: Tales of a Siberian Prison Camp Survivor) di Yuki Ozawa per il tema: l’autrice illustra la storia del padre, detenuto nei campi di prigionia siberiani. L’opera ha vinto il New Face Award all’edizione 2012 del Japan Media Arts Festival. Per l’estetica, invece, Goodchild di Yuka Watanuki e Kanzen Shootengai di Panpanya, hanno uno stile grafico molto particolare.
Silvia Pagano