Kodomo no hi, la festa dei bambini
Il 5 maggio è kodomo no hi (chiamato, tradizionalmente, tango no sekku), il giorno dei bambini. Cerimonie e feste in cui si augurano felicità e prosperità a tutti i maschietti si tengono in tutto il Giappone.
Nelle case vengono esposte armature o kabuto (elmi) a scopo beneaugurante, affinché i ragazzi sviluppino uno spirito guerriero forte e salutare. Le cosiddette gogatsu ningyō, le bambole di maggio, sono esposte su una piccola piattaforma a tre gradini su cui vengono sistemati un’armatura, un elmo, un tamburo e altri simboli dell’arte della guerra secondo la tradizione dei bushi. A volte la statua di un cavallo accompagna l’armatura: anticamente, infatti, la giornata era anche chiamata “festa del cavallo” poiché questo nobile animale simboleggiava nell’immaginario tradizionale le caratteristiche della mascolinità, del coraggio e della forza.
Durante kodomo no hi si appendono sulle porte di casa foglie di iris e di artemisia in segno di augurio e si prendono bagni caldi nelle vasche in cui galleggiano petali e foglie di iris affinché le foglie di questa pianta, la cui forma allungata e appuntita ricorda quella di una spada, instillino lo spirito combattivo di un guerriero in chi si vi immerge. Del resto la festa era anticamente chiamata anche shōbu no sekku, festa dell’iris. Anticamente era tradizione, nella prefettura di Hyōgo, nel Giappone centrale, di strappar fuori dalla terra delle radici di iris (shōbu) e sistemarle accuratamente in una corona verde facendone emergere due rizomi, simili alle corna di un toro. Si regalavano poi queste corone naturali ai maschietti che, indossandole per la giornata, avrebbero ottenuto la forza caratteristica di quell’animale.
Un altro costume legato a questo giorno di festa è quello di mangiare polpettine di riso avvolte in foglie bambù e chiamate chimaki e dolci di riso ripieni di pasta di fagioli azuki e avvolti in foglie di quercia, chiamati kashiwa mochi.
Ma un’altra tradizione legata a questa festa connota in senso fiabesco il paesaggio giapponese agli inizi di maggio.
Fuori dalle case, infatti, si espongono pali di bambù che recano stendardi colorati a forma di carpa (koinobori), tanti quanti sono i figli maschi e di grandezza proporzionata all’età dei ragazzi di casa. Tradizionalmente vanno legati a un pennone, detto fukinagashi, una carpa nera, rappresentante il padre, detta magoi, una carpa rossa per la madre, chiamata higoi e carpe più piccole, una per ogni figlio. La carpa che risale la corrente è infatti simbolo di resistenza e di forza e i ragazzi devono imitarla, affrontando con coraggio e ottimismo le difficoltà della vita.
Anche se è ormai molto raro che vengano utilizzate carpe di carta dipinte a mano mentre è capillarmente diffuso l’uso di carpe di cotone stampato e di nylon, non è difficile ancora ammirare, soprattutto nel Giappone rurale, carpe in cotone dipinte a mano di varie dimensioni e in bellissimi colori. Questi stendardi dalla forma particolare, che agitano la coda al minimo alito di vento, costituiscono un elemento caratteristico del paesaggio giapponese in questo scorcio di maggio e restano a lungo nella mente del viaggiatore come un’immagine di giocosa bellezza.
Rossella Marangoni
Sarà possibile ammirare un corredo di guerriero per la festa dei bambini durante la manifestazione Japan SunDays, che prevede dimostrazioni ed esposizioni di arti tradizionali giapponesi e che si terrà domenica 6 maggio presso WoW Museo del Fumetto di Milano, in viale Campania 12. Orario di apertura: 15-20. Ingresso libero.