Kuniyoshi No Neko – i Gatti di Kuniyoshi
Utagawa Kuniyoshi (1797-1861) è uno degli ultimi, più interessanti artisti di ukiyoe, le silografie notissime in occidente anche come “stampe del mondo fluttuante”. Oltre ad aver prodotto stampe del genere che tutti conoscono, ritratti di persone, di attori, rappresentazioni storiche e così via, Kuniyoshi è noto per le raffigurazioni di gatti. Nella sua casa ne vivevano, amati e coccolati, sempre cinque o sei, che gli offrivano ispirazione per le più varie scene di vita quotidiana.
I gatti personificavano e rappresentavano lo spirito dell’abitante di Edo dell’epoca: spensierato e sempre alla ricerca di nuovi piaceri. La ricca classe mercantile di quella che è oggi la capitale Tokyo, preoccupava per la crescente, pericolosa, prosperità le autorità cittadine che cercarono di tenere a freno le tendenze scialacquatrici dei mercanti o dei ricchi borghesi con una serie di leggi suntuarie (riforme dell’era Tenpoo, 1830-1844). Questi regolamenti proibivano anche i piaceri più innocui, dai fuochi artificiali ai kimono sfarzosi per giungere fino alle stampe.
Vennero bandite anche le rappresentazioni di attori del teatro kabuki e delle più famose geisha che per anni erano stati i soggetti preferiti degli artisti dell’ukiyoe. Ormai erano ritenuti pericolosi per la morale pubblica. Kuniyoshi trovò il modo di aggirare le leggi e di far divertire il suo pubblico rappresentando attori, cortigiane, personaggi storici o leggendari sotto forma di gatti. In alcuni casi assunse anche lo pseudonimo Gobyokai, il maestro dei cinque gatti. Naturalmente produsse anche stampe nelle quali l’animale è semplicemente un gatto, che gioca con l’orlo del kimono della padrona o che si fa da lei accarezzare, tenuto amorevolmente in braccio. La carriera di Kuniyoshi prosperò grazie alle sue splendide rappresentazioni di paesaggi, figure mitiche ed eroi spavaldi, ma anche a quelle del gatto: un affascinante specchio dell’imprevedibilità della natura umana.
Graziana Canova Tura, da Pagine Zen numero 30