Aikidō: Modelli di comportamento
L’aikidō è inevitabilmente una attività sociale in quanto, a qualsiasi grado di abilità è necessario un partner per praticare e un luogo deputato. I praticanti di aikidō condividono una conoscenza “iniziatica” rispetto ai non praticanti. Questa circostanza li rende solidali fra loro e separati a chi è estraneo all’arte. La pratica dell’aikidō comporta un alto grado di intimità fisica e richiede fiducia reciproca tra i praticanti. Ciò aiuta a creare un alto senso di cameratismo fra i membri di un dōjō.
Il senso di cameratismo si sviluppa in diversi modi, fra questi la definizione di turni per il mantenimento del dōjō in maniera comunitaria. Dal pulire il tatami a lavare le docce, imbiancare i locali o aggiustare impianto elettrico o idraulico. Da ogni membro del dōjō ci si aspetta un contributo. Ogni dōjō ha il suo responsabile didattico, ma a chiunque abbia raggiunto shodan può essere richiesto di tenere la lezione occasionalmente.
Tutte queste responsabilità condivise servono a sviluppare un forte senso di appartenenza alla comunità fra i membri del dōjō.
Periodicamente le associazioni nazionali e internazionali organizzano giornate di incontro, stages, che costituiscono un’occasione offerta ai praticanti per allargare la propria conoscenza, entrare in contatto con nuovi maestri e allievi a diversi livelli.
Chiara Bottelli, nipponista, si occupa di turismo responsabile e artigianato