Lo yin e lo yang (prima parte)
Il TAO rappresenta l’uno, mentre la vita si manifesta nella dualità.
Lo yin e lo yang rappresentano un principio dinamico, che è espressione diretta del TAO.
Lo yin e lo yang descrivono due facce della stessa medaglia: tutto ciò che esiste ha anche un opposto, senza il quale non esiterebbe e con cui forma un’unità, un tutto.
Tutti i fenomeni della cosmologia orientale sono considerati in due forze energetiche, lo yin e lo yang. L’equilibrio di queste due forze ed il modo in cui mutano, da una all’altra, sono ritenute necessarie per tutte le funzioni e gli stati dell’universo.
In Oriente anche il corpo umano è visto come un microcosmo dell’universo, anch’esso governato quindi dalle forze yin e yang: organi del corpo yin e yang, parti del corpo yin e yang, meridiani yin e yang.
Come si manifesta questo aspetto dello yin e dello yang?
Nel moto circolare dell’universo, nel ritmo giorno/notte, nel mutamento delle stagioni, il ritmo sonno/veglia, nel ciclo della vita e della morte.
Tutti fenomeni della vita possono essere visti composti da un elemento yin e un elemento yang. Questi due aspetti rappresentano un criterio di raggruppamento della realtà.
Se guardiamo il simbolo del TAO, c’è il grande campo chiaro.
Significa che qui lo yang è al suo apice. L’estate è luminosa, le giornate sono lunghe e fa caldo. Tuttavia è già presente il punto scuro dentro l’estate. Esso significa: quando qualcosa si trova al suo apice, reca già in sé il germe del suo contrario. Si potrebbe anche dire il germe della sua fine. E così è. Con l’autunno comincia – dapprima appena percettibile – accennato dall’angusto inizio del campo scuro – la stagione yin il cui apice è l’inverno. Esso porta già con sé il suo contrario – il punto chiaro del grande spazio scuro, e così via di continuo.
Lo schema dello yin e dello yang non deve diventare uno schema rigido ma una possibilità di interpretare la vita.
Se consideriamo l’uomo, viste le sue caratteristiche di forza, mente analitica e genitali esterni è considerato yang; la donna, ricettiva, più portata all’introversione e con genitali interni è considerata yin.
Questo non significa che non ci siano degli aspetti yin nell’uomo o viceversa.
Elisabetta Joshin Galani