Biwa Hoshi: la cecità dell’arte

Uno degli aspetti più interessanti legati alla musica per biwa nelle sue origini storiche risiede negli esecutori stessi. Come si accennava nel precedente articolo, i Biwa Hoshi erano monaci erranti, ciechi, che si muovevano di paese in paese vivendo della propria arte, raccontando/cantando di guerrieri che contribuirono a rendere leggendari e di guerre tra clan, in alcuni casi accompagnati da un giovane aiutante che li aiutava nelle situazioni di tutti i giorni. Da un punto di vista organizzativo sembrerebbero quindi un insieme disomogeneo di personalità, di diversa grandezza artistica, che si muovevano singolarmente. Nel XIV secolo, però, grazio soprattutto all’attività di Akashi Kakuichi, riuscirono ad associarsi tra loro a tal punto da costituire una vera e propria corporazione che nel periodo Edo ebbe la sua ufficiale, nonché ultima, approvazione prima della loro definitiva scomparsa. Fu anche grazie a questa capacità di unirsi sotto una struttura più o meno organizzata che poterono specializzarsi in quelli che sono chiamati Gunki Monogatari, cioè i racconti di guerrieri, di cui lo Heike Monogatari è sicuramente uno dei più famosi esempi, tanto che di li a poco si arriverà a formare un vero e proprio stile legato a questo testo che prenderà il nome proprio di Heike Biwa e che sarà caratterizzato anche da una sua peculiare forma dello strumento, più adatta alla narrazione rispetto all’originale gaku biwa di importazione cinese.

Edmondo Filippini

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