Le fondatrici delle Nuove Religioni
Uno dei punti comuni alle Nuove Religioni giapponesi è la personalità dei loro fondatori. Come in certi movimenti millenaristi, appare una figura centrale, una specie di leader carismatico attorno al quale si organizza un culto nuovo e/o una persona posseduta da una divinità (kamigakari) che spesso, oltre alle sue attività sciamaniche si trova impegnata in un movimento per la “ricostruzione del mondo”.
Tutte le fondatrici delle prime Nuove Religioni giapponesi senza eccezioni, sono state “possedute da un kami”, cioè un kami si è impossessato del loro corpo, come nel caso delle miko (medium) il cui corpo serve da ricettacolo nel corso di una crisi incontrollata, come succede ad esempio a Deguchi Nao; oppure il kami si manifesta grazie a pratiche ascetiche sotto la guida di specialisti del sacro (reigakusha) come nel caso di Onisaburō al quale era stata insegnata la tecnica sciamanica detta chinkon kishin, il metodo per “il riposo dell’anima e l’unione con il kami” .
Il ruolo delle donne nella nascita delle Nuove Religioni del XX secolo è stato cruciale: Nakayama Miki (1798-1887) fondò Tenrikyō; Kitamura Sayo (1900-1967) fondò Tenshō Kōtai Jingukyō; Kotani Kimi (1901-1971) fu co-fondatrice del Reiyūkai kyōdan.
Emily Ooms approfondisce la comprensione del ruolo delle donne nella creazione di nuovi modelli di pensiero e azione religiosa nella sua analisi della vita e degli insegnamenti di Deguchi Nao (1837-1918) e della religione da lei fondata.
Inserendo Nao all’interno di un più vasto contesto storico, che includa fattori socio-economici, politici e culturali, Ooms dimostra come la coscienza delle donne e la loro esperienza dei rapidi cambiamenti nel tardo XIX secolo, abbia ispirato nuove forme di resistenza e di protesta. Tipicamente gli studi del periodo Meiji (1868-1912) hanno enfatizzato la relativa facilità con cui il Giappone ha sviluppato una burocrazia, un’industria, un esercito moderni, focalizzandosi su un’élite politica e imprenditoriale responsabile di questo “progresso” e ignorando le ragioni dei gruppi sociali a cui veniva imposto, in particolar modo le donne delle classi più povere.
Le kyōso, fondatrici di movimenti religiosi di libertà e di salvezza, traggono il loro patrimonio spirituale dalle pratiche dello sciamanesimo tradizionale. Il loro kamigakari è violento, spontaneo imprevedibile. Inutilmente i congiunti o le autorità possono fermarle. Quando Nakayama Miki ad esempio, è minacciata e picchiata dal marito che è contrario alla sua vocazione, cade in trance per giorni e rifiuta di mangiare e di bere finché è accontentata. In seguito si comporta in modo ancora più eccentrico e distruttivo, animata dal fervore divino. La famiglia la costringe a sottoporsi a esorcismi che tuttavia risultano vani. L’autorità politica la chiude in carcere ma lei non cede, anzi trova la forza di proclamare con sempre maggior convinzione il suo messaggio di salvezza. Una volta liberata, la gente comincia adaccorrere da lei per la fama che essa ha di operare guarigioni miracolose.
La kyōso non accetta di essere privata del contatto con la gente. Sente di avere la missione di annunciare un messaggio divino e non vuole limitarlo alla comunità in cui vive. Le sue trances non hanno date prefissate né avvengono durante le cerimonie tradizionali. Sono suggerite o dalla sua ispirazione sacra o dalla febbrile esigenza dei suoi fedeli. Il rito estatico si crea dallo spontaneo incontro di persone che vogliono avere un diverso tipo di rapporto religioso.
Sono le circostanze sociali stesse a creare l’esigenza di esperienze sacre di carattere spontaneistico. I nuovi movimenti religiosi sono una conseguenza del profondo disorientamento di fronte al rapido mutare dei valori culturali fino a quel momento accettati e condivisi. Si raccolgono intorno alle sciamane le persone che sono state emarginate: i senza lavoro, i malati, quanti sono stati sradicati dal mondo rurale e non si sono adattati al contesto sociale urbano e industriale in cui sono stati troppo repentinamente inseriti.
Il rito estatico della kyōso non obbedisce a un programma preciso né si attiene alle regole di un comportamento abituale in una situazione priva di conflitti. Kitamura Sayo, conosciuta anche come Ogamisama, di fronte ai suoi fedeli balla, canta, improvvisa interminabili monologhi, talvolta si traveste da uomo, spesso è violenta, maleducata, inveisce contro i presenti poi tace ritrosa quindi riprende a cantare. Sono
modi per esprimere emozioni incoerenti e anche per suscitarle. Questa attività liberatoria all’interno della seduta dà un beneficio psichico agli adepti ed è questo, da
un punto di vista sociologico, il primo vero tipo di salvezza che la fondatrice è in grado di dare immediatamente. Essa li coinvolge nel suo mondo fantastico di visioni profetiche e il rito diventa un anti rito collettivo.
La rivelazione che la kyōso manifesta rompe gli schemi sia sociali sia religiosi. Ella annuncia la necessità di una catarsi, che appare come l’unica soluzione al momento di crisi che preoccupa tutti. Deguchi nel 1922 proclama una fine del mondo che distruggerà i demoni e i mostri che popolano il presente.
Questa visione riprende il tema radicato nella tradizione: è la concezione dell’epoca della fine della Legge di Buddha, mappō jidai. Anche il tema del dio che distrugge e rigenera si arricchisce del culto di Miroku, dando espressione a istanze millenaristiche. Anche Deguchi Onisaburō si proclama ed è venerato come l’incarnazione del Buddha Maitreya.
Dalla catarsi del mondo la kyōso annuncia l’avvento del paradiso. “Ecco che il paradiso di Ushitora no konjin – rivela in trance Deguchi Nao – sboccerà come i fiori di susino in primavera. Ora che io sono apparsa unirò i tremila mondi in uno e costruirò un mondo divino che durerà in eterno” .
Nakayama Miki ha la premonizione divina che una rugiada celeste stia per scendere a purificare il mondo e a far rifiorire una felicità senza fine. Jokōson della Sekaimeshiakyō dichiara di essere l’incarnazione di Amaterasu venuta a dischiudere agli uomini i segreti del takamagahara, (lett. “la pianura del cielo” il mondo degli dei nella mitologia.
La kyōso viene adorata come un “dio in terra” (ikigami, come l’imperatore di un nuovo regno. Intorno alla fondatrice carismatica si forma un gruppo di “uomini veri” e il luogo che lei ha prescelto diventa “il rifugio della catastrofe”, “l’origine del bene”, “il centro del mondo”.
Chiara Bottelli, nipponista, si occupa di turismo responsabile e artigianato