La storia del Kō

Le essenze che dall’antica India si diffusero in Occidente si trasformarono in profumi, mentre la tradizione che viaggiò attraverso est fino in Giappone nel VI secolo (epoca Asuka) fu quella del , o incenso. Il ha sempre giocato un ruolo molto importante nel Buddhismo, come offerta di purificazione, grazie alla sua capacità di rilassare la mente e aprire nuovi orizzonti culturali. Un incenso che brucia è in grado di rendere unica l’atmosfera, facendoci astrarre dalla realtà di tutti i giorni.

Nell’VIII secolo (epoca Heian) gli aristocratici di corte cominciarono ad usare il per profumare i kimono con le loro essenze preferite. Più tardi furono elaborate le regole dell’etichetta e l’uso dell’incenso venne considerato come un raffinato ed elegante passatempo. Da quel momento, il normale uso dell’incenso gradualmente si trasformò nel Kōdō, la Via dell’Incenso, una vera e propria arte.

Nel XIV secolo (epoca Kamakura) gli shogun consideravano il Ko come un elemento del bushido (la Via delle Arti Marziali), proprio come i cavalieri occidentali si preoccupavano dell’aspetto estetico anche in battaglia. Successivamente il Kodo si diffuse presso la gente comune e raggiunse il massimo della sua popolarità nel XVII secolo (epoca Edo). Le tradizioni che nacquero intorno al nel corso dei secoli sono ancora oggi seguite dai moltissimi appassionati di quest’arte.

Maestro Sanjōnishi Gyōsui

Caposcuola Oie-ryu

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