Il gagaku e i suoi diversi generi: Kuniburi no Utamai

Come già detto il gagaku è un repertorio di musiche eterogenee più che una musica a sé stante nonostante possieda indubbiamente un carattere nettamente definito. Uno degli aspetti più importanti è la sopravvivenza al suo interno di musiche di diverso tipo appartenenti alla tradizione shintoista, raccolte comunemente sotto il nome di Kuniburi no Utamai. In particolare esse sono i Kagura uta, Azuma asobi, Yamato uta, Kume uta, Ruika e Ōuta, ognuna di queste strutturata secondo regole e con strumenti propri che si collegano spesso solo superficialmente con quanto sino ad ora descritto. I Kagura Uta, forse i più noti, sono una forma musicale preesistente all’importazione delle musiche dal continente e facente parte sia dei riti agresti dei villaggi (nella forma del Sato Kagura) sia delle cerimonie legate alla casa imperiale, il Mikagura no Gi. Quest’ultimo, accolto nel repertorio in epoca Heian, consta di un complesso rituale di durata variabile tra le 6-7 ore con una quindicina di brani e si esegue solo poche volte l’anno. Gli Azuma Asobi sono invece musiche che traggono la propria origine dalle tradizioni folkloriche della regione del Kanto, introdotte dapprima nei templi di Nara e Kyoto, consistenti in danze intervallate da alcuni interventi orchestrali. Anche gli Yamato uta traggono origine dai canti e dalle danze del Giappone ancestrale confluite alla corte imperiale attraverso una lenta codifica conclusasi anch’essa in epoca Heian. Gli ultimi tre generi costituiscono invece tre casi di musiche a sé stanti. I Kume uta andarono perduti durante il periodo dei regni combattenti e solo recentemente sono stati ricostruiti. Essi cantano le imprese del mitico Imperatore Jinmu e delle sue guerre di conquista per arrivare ad insediarsi sul trono come primo imperatore della storia giapponese. La Ruika è invece un canto funebre, per la precisione sarebbe l’ultimo canto di Yamato Takeru, il più famoso, nonché anch’esso mitico, guerriero giapponese. Infine gli Ōuta sono musiche legate alla leggenda di una fanciulla celeste apparsa all’Imperatore Tenmu (673 – 686) mentre suonava il wagon nel suo palazzo. In conclusione queste musiche, legate in maniera diretta con le tradizioni giapponesi più antiche, sono una prova efficace di come il repertorio gagaku non sia stato una realtà monolitica e abbia saputo invece raccogliere le diverse realtà dei generi musicali che circolavano alla corte imperiale della capitale.

Edmondo Filippini

Dottore magistrale in Musicologia presso l’Università Statale di Milano.

E-mail: filippiniedmondo@yahoo.co.jp