La tigre e la fanciulla
Una fanciulla stava attraversando la foresta immersa nei suoi pensieri quando avvertì una presenza, come un’ombra che la seguiva. Però, per quanto si fermasse e ascoltasse, non sentiva altro che il fruscìo delle foglie attraversate dal vento.
Tutto era pace e quiete e attesa. Si guardò intorno con attenzione, ma lungo il sentiero non vide altro che l’impronta dei suoi passi.
“Strano – si disse – eppure le mie sensazioni non mi hanno mai tratta in inganno.” Riprese il cammino, ben consapevole che quando accelerava il passo anche chi la stava seguendo faceva altrettanto, quando rallentava lo strano viandante si adeguava al suo andare.
Era diretta al grande tempio di Kyoto per offrire la sua preghiera al Buddha.
La seta del suo kimono frusciava con leggerezza mentre lei attraversava il sentiero calma e concentrata.
All’improvviso vide la strada sbarrata. Le si era parata davanti una tigre: magnifica, terribile, la osservava con le fauci spalancate e le impediva di proseguire. – Ecco dunque il tuo nome, viandante!- le disse.
La belva mostrò ancora di più le fauci e con studiata lentezza le andò incontro, pronta a sbranarla. Non le staccava gli occhi di dosso, ruggendo e cercando di incuterle timore. Aspettava una minima mossa della fanciulla per ucciderla.
Con grande calma la giovane avanzò verso di lei a piccoli passi, quanto le consentiva la colorata veste in cui era fasciata , allargando sempre più le braccia sino a comprenderla tutta. Un sorriso le si allargò sul volto gentile mentre offriva le sue mani delicate alle fauci della belva.
“ Povera tigre! – le si rivolse – chissà per quanto tempo hai aspettato qualcuno che incrociasse il tuo sguardo senza timore di essere divorato, solo mosso dalla compassione di un abbraccio!”
L’animale le andò più vicino e, sempre fissandola con grande attenzione, raggiunse le sue mani e iniziò a leccarle. Chinata la grossa testa, le si affiancò per tutto il percorso. Camminavano insieme, con calma, fino a sparire alla vista all’orizzonte. Il giorno stava lentamente sfumando, tra le nebbie, nei colori del tramonto. Da allora, i pellegrini che percorrono quel sentiero per andare al grande tempio, dicono di vederle, affiancate, che scendono verso valle.
Daniela Bolsi