Il Kô nella vita quotidiana
Fin dai tempi antichi si dice che l’incenso abbia la capacità di calmare la mente e oggi è stato scientificamente dimostrato. Anche se questo potere è stato esplorato e sviluppato approfonditamente attraverso la disciplina spirituale del Kô, l’incenso è stato largamente impiegato, senza particolari intenzioni, in moltissimi usi della vita quotidiana. Cosicché, mentre all’inizio l’arte dell’incenso era semplicemente un passatempo con cui si misuravano solo gli specialisti, in seguito divenne alla portata di tutti.
A partire dal XIII secolo i gusti cambiarono e ai profumi elaborati si preferì l’aroma puro di Kôbôku (albero profumato). Allo stesso tempo ci si orientò verso una nuova arte dell’incenso, detta Kumiko, che consisteva nell’evocare un tema poetico (Waka) o letterario bruciando diverse varietà di legno profumato secondo un rituale codificato.
Nel XV secolo (epoca Muromachi), lo shogun Ashikaga Yoshimasa incaricò Shino Soshin di studiare l’arte della miscelazione delle polveri profumate. Con l’aiuto dei suoi amici e di Sanjonishi Sanetaka, uomo di lettere e studioso illustre dell’epoca, Soshin stabilì le regole fondamentali della via dell’incenso.
Gli alberi profumati vennero classificati in sei categorie (Kyara, Rakoku, Manaka, Mananban, Sumotara e Sasora), provenienti da cinque zone (Thailandia, Vietnam, Malesia, India e Cina del sud). Il termine Kyara designava i profumi più prestigiosi. Si suddivisero i profumi in cinque diversi aromi: piccante, dolce, acido, salato e amaro. Mescolandoli abilmente, si mettevano in risalto le caratteristiche di ogni profumo.
Il rituale dell’incenso, così come quello dei fiori e del tè, fa parte delle tre vie dette artistiche. Bruciare dei bastoncini profumati secondo regole ben precise e associare fragranze ad un ambiente letterario possono considerarsi riti rivelatori, in cui la personalità dei partecipanti si esprime pienamente. Nell’arte dell’incenso, anche se basata sullo sviluppo dell’odorato, non si parla di “odorare i profumi”, ma di “ascoltarli”. Questa via spalanca le porte dell’infinito mondo degli aromi profumati, in cui si riconosce la sensibilità e la raffinatezza proprie dei giapponesi.
Nel XIX secolo, con l’avvento dell’epoca Meiji, l’arte dell’incenso cadde nel dimenticatoio per un certo periodo, ma oggi ha ritrovato tutta la sua vitalità e il suo prestigio. Invitandoci in un mondo particolare e meraviglioso, questa via permette di distogliere la mente dalle preoccupazioni e dalle distrazioni e di trovare la quiete.
Maestro Sanjōnishi Gyōsui
Caposcuola Oie-ryu
Pubblichiamo per gentile concessione del
Centro di Cultura Giapponese
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